... & Dintorni


21
maggio

SILVIO CI (RI)METTE LA FACCIA. IL PREMIER INVADE I TG E PREPARA ‘L’ARMA SEGRETA’ IN VISTA DEL VOTO

Silvio Berlusconi, Studio Aperto

Silviuccio se la fa sotto, teme la sconfitta. Per un attimo qualcuno ci avrà creduto davvero, ingannato da quei quattro giorni di silenzio stampa che Berlusconi si era riservato dopo la batosta ricevuta al primo round delle Amministrative. Da lunedì scorso, quando i risultati delle urne facevano rialzare il crestino alla sinistra, il Cavaliere sembrava infatti diventato muto e incapace di reagire alla tranvata elettorale arrivatagli tra capo, collo e tupè. In realtà il premier ha impiegato questo tempo per incontrarsi con collaboratori, alleati, spin doctor e delineare una micidiale controffensiva mediatica iniziata proprio ieri. Alla fine ha deciso di metterci nuovamente la faccia, e nel giro di 24 ore ha rilasciato cinque interviste ad altrettanti telegiornali: Tg1, Tg2, Tg4, Tg5 e Studio Aperto. Un vero blitz.

Il contropiede berlusconiano è scattato nel tardo pomeriggio di ieri con l’apparizione a Studio Aperto. “Non consegneremo Milano agli estremisti” ha promesso il Cav, confidando sull’appoggio di quei cittadini “rimasti turbati dalle bandiere rosse con la falce e martello” sventolate all’ombra della Madunina per Giuliano Pisapia. I toni scelti dal premier sono rassicuranti, propagandistici ma lontani dalle accuse aggressive che avevano caratterizzato la prima tornata, penalizzandolo.

Da un tg all’altro: avanti il prossimo. Berlusconi sta fisso, seduto alla scrivania presidenziale, mentre davanti a lui si succedono giornalisti e telecamere. Così si passa al Tg4, dove il premier elenca le sciagure che potrebbero colpire Milano in caso di vittoria del centrosinistra: “Più tasse per tutti con la revisione del catasto, poi estensione dell’Ecopass che il sindaco Moratti ha deciso di abolire per i residenti, la costruzione di un grande centro islamico e il voto agli immigrati“. Roba che neanche le dieci piaghe d’Egitto, stando al racconto del Cavaliere. E il copione si ripete poi al Tg1, al Tg2 e alTg5  che assieme coprono il 60% degli ascolti.




20
maggio

SKY VS CURRENT TV: AL GORE, IL COMPLOTTO E I NANO SHARE

"Salviamo Current"

L’Italia sta inguaiata e un solo uomo può salvarla. E’ Al Gore, l’ex vicepresidente degli Stati Uniti, che proprio ieri ha denunciato la decisione di Sky di chiudere Current tv nel nostro Paese. Un segnale inequivocabile che sulla Penisola “per chi racconta la verità non c’è momento più critico di questo”. All’armi, all’armi! Bisogna reagire, come ha invitato a fare lo stesso premio Nobel ospite ieri sera ad Annozero. Nel talk show di Michele Santoro, Al Gore ha ribadito che il canale di giornalismo investigativo da lui fondato nel 2008 sarebbe stato chiuso improvvisamente e senza valide motivazioni, forse a causa di un super inciucio tra il proprietario di Sky Rupert Murdoch e il proprietario del “mondo” Silvio Berlusconi.

Un complotto demoplutogiudaico contro Current. Secondo Al Gore dietro la decisione di blindare l’emittente della libera informazione non ci sarebbero motivi finanziari né di ascolti, semmai un tentativo da parte di Murdock di ingraziarsi il premier levandogli dai piedi una voce scomoda. L’obiettivo della cospirazione sarebbe quello di fare entrare Newscorp nel digitale terrestre italiano, con l’indispensabile appoggio di Berlusconi (ma Sky non voleva entrare nel dtt per fare uno sgambetto a Mediaset e per questo Silvio faceva di tutto per evitarlo?). Secondo la versione dei fatti resa da Sky, invece, il canale avrebbe rifutato l’offerta di rinnovo, richiedendo un aumento dei corrispettivi pari al doppio di quelli attuali. Questione di soldi, dunque.

La vicenda, in verità, appare ancora poco chiara nelle argomentazioni addotte dalle parti e al momento gli unici dati certi riguardo alla contesa Sky-Current sono quelli di ascolto. Nonostante Al Gore abbia presentato la sua emittente come una delle poche libere, in grado di scuotere la opinione pubblica raccontando la verità, l’auditel mostra degli ascolti piuttosto bassi. Nel 2009 lo share minuto medio totale anno è stato dello 0,02%; nel 2010 dello 0,04%. Una crescita che in questi primi cinque mesi del 2011 sembra essersi arrestata, almeno a guardare i dati più recenti.


16
maggio

ELEZIONI AMMINISTRATIVE, MENTANA: “BRECCIA DI PISAPIA A MILANO”. SORPRESE E TESTA A TESTA DAI SEGGI

Proiezioni elezioni a Milano

Allora, chi vince? A poche ore dalla chiusura dei seggi, le proiezioni  elettorali per le Amministrative 2011 regalano sorprese, annunciano testa a testa e ballottaggi che in alcuni casi pesano come un macigno. Una conferma che questo voto ha più che mai un riflesso a livello nazionale. Il dato più camoroso viene da Milano, dove i dati attesterebbero il candidato di centrosinistra Giuliano Pisapia al 46,5%, davanti all’avversario Letizia Moratti, ferma al 42,8% (Fonte: Istituto EMG). Secondo il direttore del Tg La7 Enrico Mentana, in questo momento in diretta con uno Speciale Elezioni, queste cifre  suggerirebbero che nel capoluogo lombardo c’è stata una “Breccia di Pisapia”. Si andrà dunque al ballottaggio ma prima di decretare vincitori e vinti bisognerà aspettare che lo spoglio delle schede sia concluso, ha commentato il giornalista.

Le stesse percentuali trovano eco e analisi nell’approfondimento condotto da Francesco Giorgino su Rai1. Nello speciale della prima rete, dove si parla spesso e volentieri in politichese, è intervenuto anche il direttore del Tg1 Augusto Minzolini il quale ha attestato che “a Milano il centrodestra non è andato bene”. Con questi risultati – ha aggiunto il responsabile della testata – facciamo un passo indietro, perché la sinistra riformista rimarrebbe troppo legata ad una frangia radicale. Il risultato meneghino, annotiamo noi, arriva a seguito campagna elettorale poco virtuosa, fatta anche di dichiarazioni inopportune come quella che Letizia Moratti fece settimana scorsa a Sky Tg24. Il sindaco uscente accusò l’avversario di furto, senza che questi avesse possibilità di replica (qui i dettagli sull’episodio).

Con quella affermazione “inspiegabile” la Moratti “ha perso voti”, ha detto Maurizio Belpietro in collegamento con La7. Secondo Aldo Cazzullo, stuzzicato da Mentana, la sconfitta milanese appartiene a Silvio Berlusconi, che “ha il limite di incaponirsi sugli errori” e “ha impostato una campagna elettorale all’insegna del dileggio dell’avversario”. L’attenzione dei talk show dedicati alle elezioni si concentra ovviamente anche sui risultati degli altri capoluoghi in lizza: Napoli, Torino e Bologna.





13
maggio

E’ MORTA ANNA LONGHI

Anna Longhi, la "Buzzicona" di Sordi

 ”Ciao Annuccia“. Così, sul finire di Pomeriggio Cinque, una commossa Barbara d’Urso, anzi Barbera, come la chiamava lei, ha detto addio ad Anna Longhi. L’indimenticata buzzicona nei film di Alberto Sordi, classe 1934, si è spenta quest’oggi, dopo una polmonite che da circa un mese l’aveva costretta al ricovero in ospedale (per maggiori info clicca qui).

Anna Longhi, romana doc, aveva debuttato al cinema nel 1978 al fianco di Alberto Sordi in Dove Vai in Vacanza? da lì un crescendo di successi fino alla conquista nel 1984 del David di Donatello come migliore attrice non protagonista per  il film “Il tassinaro”. Nella filmografia della Longhi, tra le caratteriste più amate del cinema italiano, anche alcuni ruoli in film internazionali come ‘Un incantevole aprile’ di Mike Newel e ‘Il talento di Mr Ripley’ di Anthony Minghella.

Negli ultimi anni si era fatta notare per gli interventi, sempre molto ironici, nelle trasmissioni di Barbara d’Urso. Proprio quest’ultima, oggi, si è ritrovata a dare in diretta la notizia della sua scomparsa.


12
maggio

LELE MORA ‘ANIMA PURA’, DAL CASO RUBY A SIMONA VENTURA: MI HA VOLTATO LE SPALLE. CON ME FACEVA GRANDI ASCOLTI

Lele Mora

Il ‘capone’ del bunga bunga (almeno stando alle accuse dei pm) più che altro si sente un cappone. Un cappone trovatosi a scornasi con Emilio Fede e Nicole Minetti per le accuse di induzione e favoreggiamento della prostituzione nell’ambito del caso Ruby. Becca di qua, becca di là alla fine il galletto finisce bollito, come racconta Manzoni nei Promessi Sposi. Lele Mora sceglie proprio questa metafora, e si ritaglia così l’improbabile ruolo di vittima sacrificale e “anima pura” . Oggi il manager dei vip ha tenuto una conferenza stampa per spiegare la sua posizione nelle ultime vicende giudiziarie e mediatiche che lo riguardano. “Ruby ad Arcore non l’ho portata io, né Fede, ma un paio di imprenditori amici del presidente del Consiglio. In ogni caso, questo non cambia le cose perché ad Arcore non è successo niente” la sua versione dei fatti inizia da qui. Dalla ‘patata’ bollente di Arcore.

Mora racconta di aver conosciuto la ragazza marocchina nella villa di Berlusconi, dove “non ha mai avuto rapporti sessuali con il premier“.  Lì Ruby gli chiese di fare un provino per far parte della sua scuderia. ”Mi dissi disponibile, poi scoprii che aveva già fatto un casting nella mia agenzia in cui aveva dichiarato di avere 22-23 anni. Questo documento lo produrremo al processo” ha dichiarato. Il manager ha poi spiegato di credere che le accuse stanno colpendo lui “perchè vogliono colpire Berlusconi“. “Nella mia vita non ho mai fatto il magnaccia. Non ho mai avuto nulla a che fare con la droga, non ho mai avuto nulla a che fare con la prostituzione…” ha aggiunto, ribadendosi convinto di “non avere colpe“. I suoi legali chiederanno il proscioglimento (stessa tattica di Fede), ma intanto si preparano anche al processo nel caso il giudice per l’udienza preliminare decida diversamente.

Non sono vendicativo e non porto rancore, ma sono triste per queste vicende” ha detto oggi Lele Mora in versione “anima pura”. Il manager, però, ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa su Simona Ventura, ex della sua scuderia di artisti. “L’ho fatta crescere dal niente, mi ha attaccato ma non c’è riuscita perché voleva farmi dire certe cose sul premier e sono rimasto amareggiato. Finché c’ero io faceva grandi ascolti, ora no, neanche all’Isola dei famosi. Il tempo mi darà ragione” ha detto.





11
maggio

WIND MUSIC AWARDS: TEO MAMMUCARI E VANESSA INCONTRADA CONDUCONO L’APPUNTAMENTO MUSICALE DI ITALIA 1

Wind Music Awards: conducono Vanessa Incontrada e Teo Mammucari

L’evento sarà registrato il 27 e il 28 maggio all’Arena di Verona ma i telespettatori potranno vederlo su Italia 1 solo a partire dal 7 giugno per tre martedì di seguito. Parliamo dei Wind Music Awards, manifestazione che ha un po’ soppiantato sulla rete giovane di Mediaset il leggendario appuntamento del Festivalbar. Come già anticipato qualche giorno fa si punta ancora sulla freschezza di Vanessa Incontrada, affiancata stavolta da un  Teo Mammucari, quasi alla ricerca di una nuova identità televisiva (forse paradossalmente più istituzionale) ora che la parte dell’animatore televisivo non gli riesce più bene come una volta.

Una coppia di sicuro impatto in un varietà comico ma stavolta promossa alla gestione di un evento, probabilmente per il fatto che con il target giovanile hanno abbastanza feeling, non scontentando nemmeno un pubblico più maturo fuori e giovane dentro. Molte le esibizioni che si alterneranno sul palco (qui per i dettagli del premio musicale). Non ci sono ancora dettagli specifici sulla presenza di volti dello spettacolo e della cultura non necessariamente legati alla discografia e al mondo musicale. Nelle precedenti edizioni molto claim ci fu attorno al nome di Maria De Filippi per premiare i suoi talenti d’oro, successo sicuramente non eguagliato dai protagonisti dell’ultima edizione di Amici, fin qui al di sotto dei colleghi del passato.

Tra gli Amici di Maria vedremo comunque sul palco Alessandra Amoroso, Emma Marrone e Annalisa; dai talent anche Il Volo e Marco Mengoni. Tra i grandi nomi invece Biagio Antonacci, Mario Biondi, Carmen Consoli, Cesare Cremonini, Gigi D’Alessio, la coppia Dalla-De Gregori, Elisa, Ligabue, Gianna Nannini, Nek, Renato Zero, Francesco Renga, Zucchero. Spazio anche ai gruppi con la presenza dei Negramaro, dei Subsonica, dei Litfiba e dei Pooh.  Arriveranno anche ospiti internazionali, confermati per ora solo gli Hooverphonic.


11
maggio

GERRY SCOTTI: IMBARAZZATO DAL VALLETTAME DEL RUBYGATE, PRENDE LE DISTANZE DA FEDE E MORA. E IL MANAGER MINACCIA DI RIVELARE UNA SUA EX

Gerry Scotti

Non gli servono aiuti del pubblico né telefonate da casa (si sa mai, che di questi tempi ti intercettano pure). Gerry Scotti dà le sue ‘risposte definitive’ senza esitare e accende subito la polemica. Lele Mora, Emilio Fede, il bunga bunga, le vallettine fru fru: intervistato dal settimanale A, il papabile conduttore di Scherzi a Parte (secondo “Chi”) ha sparato a zero su quell’ambiente televisivo che le carte del Ruby gate presentano come attiguo alle movimentate festicciole serali del premier Silvio Berlusconi. Una realtà da “basso impero” che lo ha messo in imbarazzo soprattutto come padre di famiglia. In realtà zio Gerry si era accorto da tempo che tirasse un’aria strana, ma non aveva detto niente.

Che fosse rimasto in qualche modo scandalizzato? Ma neanche per sogno visto che, anzi, a meravigliarlo è ora la sorpresa generale per il caso Lele Mora. “Sono almeno 15 anni che organizza festini per i manager della comunicazione, il suo è un sistema super collaudato” ha detto Scotti. Poi il giudice di Italia’s Got Talent ha come preso le distanze da Emilio Fede, coinvolto nel Ruby gate e indagato per favoreggiamento della prostituzione. “Da ospite nei miei programmi, è sempre stato molto buffo. La nostra conoscenza, però, finisce qui: di certe abitudini non sapevo nulla. Mi stupiscono, specie per l’età. Trovo che chi a 80 anni abbia così tanta voglia di divertirsi, deve averlo fatto poco a 20. Si vede che io avevo già dato“.

Zio Gerry severo con le abitudini private di nonno Emilio. Sembrano ormai lontani gli anni in cui i due giocherellavano con le provocanti soubrette di Paperissima come se nulla fosse. Oggi i tempi sono cambiati, e i venti  del bunga bunga si scontrano con quelli altrettanto forti del moralismo, scatenando la bufera. “Il Rubygate l’ho vissuto con l’imbarazzo del padre di famiglia”  racconta Scotti. ”Ho avuto al mio fianco le più belle donne della tv, da Valeria Marini a Martina Colombari, passando per Michelle Hunziker, Ilary Blasi e Silvia Toffanin. Con tutte c’è stato un rapporto di rispetto” ricorda il conduttore.


11
maggio

ELEZIONI, L’AGCOM: “BERLUSCONI SOVRAESPOSTO NEI TG”. MULTA DI 100MILA EURO A MINZOLINI

Augusto Minzolini, Silvio Berlusconi

A tre giorni dall’apertura dei seggi per le elezioni amministrative l’Agcom estrae il cartellino rosso e ordina ai telegiornali un “immediato riequilibrio” tra le forze di maggioranza quelle di opposizione. In una nota emessa ieri, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha imposto ai notiziari un rispetto rigoroso della par condicio, richiamandoli a dedicare ai membri di Governo un tempo “riferito solo alla loro funzione governativa, nella misura strettamente indispensabile per assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione“. Questo monito - dice il Garante - deve valere in particolare per il premier Silvio Berlusconi che è anche capolista del Pdl al Comune di Milano.

L’ordine dell’Agcom è arrivato a seguito della presentazione di alcuni esposti e come criterio di analisi ha avuto il monitoraggio del pluralismo politico dell’informazione nella penultima settimana di campagna elettorale (1-7 maggio). In vista del voto per le Amministrative, che si terrà il 15 e 16 maggio prossimi, l’Autorità ha dunque imposto un riequilibrio tra maggioranza e opposizione in tutte le edizioni dei telegiornali, comprese ovviamente quelle principali della sera. Nello specifico, l’imparzialità dovrà anche essere ad personam e riguardare cioè il Berlusconi capolista del Pdl a Milano. Ma allora come comportarsi quando il Cavaliere si riferisce alla politica nazionale dal pulpito meneghino? Mistero buffo della par condicio.

Ieri la scure del Garante ha colpito soprattutto il Tg1. Il notiziario diretto da Augusto Minzolini ha infatti ricevuto una multa di 100mila europer l’inadeguata osservanza dell’ordine e dei richiami rivoltigli in precedenza” in materia di par condicio. Non è la prima volta che la testata della prima rete riceve ammonimenti dall’Agcom. L’ultimo richiamo, dello scorso mese di aprile, era stato respinto dal ‘direttorissimo’, convinto che il suo tg avesse sempre ”rispettato in maniera puntuale il criterio della tripartizione tra governo, maggioranza ed opposizione“.