Annozero



28
luglio

Quando gli ascolti non sono tutto: i programmi Rai di successo che sono stati soppressi

L'Arena - Massimo Giletti

L'Arena - Massimo Giletti

Non si vive di soli ascolti: mai massima fu più appropriata per delineare la storia (più recente) di Mamma Rai. Soppressioni, cancellazioni dovute a scelte editoriali in alcuni casi comprensibili, in altri, viceversa, paradossali ed autolesioniste. Nel corso degli ultimi anni i palinsesti delle reti Rai si sono privati di veri e propri cavalli di battaglia, sacrificati in nome di logiche inspiegabili. Apparentemente inspiegabili. Dall’Arena di Massimo Giletti ad Annozero di Michele Santoro: ecco la carrellata dei programmi di successo aboliti per ragioni editoriali.




22
febbraio

ANNOZERO: CONDANNATI PER DIFFAMAZIONE FORMIGLI E LA RAI, CHE FA RICORSO. SANTORO ASSOLTO

Corrado Formigli

Il tribunale civile di Torino ha condannato la Rai e Corrado Formigli a risarcire 5 milioni di euro alla Fiat Group Automobiles per un servizio ‘denigratorio’ trasmesso ad Annozero il 2 dicembre 2010. Una bella botta, soprattutto per l’ex giornalista di Rai 2, reo di aver mandato in onda un confronto tra vetture di diverse case automobilistiche e di averne dedotto che le prestazioni dell’Alfa MiTo fossero deludenti.

I giudici non hanno fatto sconti e la Rai ha incassato il colpo. La tv pubblica, tuttavia, ha annunciato l’intenzione di fare ricorso contro la condanna per diffamazione emessa da Maura Sabbione del tribunale di Torino.

In merito alla sentenza del Tribunale di Torino sulla vicenda Fiat-Rai-Annozero, ogni commento sarà articolato nell’atto di impugnazione in corso di predisposizione” si legge in una  nota di Viale Mazzini.

Intanto Formigli, oggi alla guida di Piazza Pulita su La7, si è dichiarato sconvolto per la sentenza, che avrebbe sortito lo stesso effetto di un’intimidazione.

“Io ho espresso un diritto di critica. Ma come può un giornalista essere gravato di una cifra simile? La Fiat poi neanche contesta il fatto. La Mito è davvero meno veloce, quello che contesta l’azienda è un danno morale (…) La verità resta nel fatto che esprimi una critica e vieni massacrato dalla sentenza si è lamentato il giornalista, come riporta Repubblica.


1
gennaio

2011, UN ANNO DI SUCCESSI: DA SANREMO A FIORELLO, DAL DELFINO BOVA A MONTALBANO, PASSANDO PER ANNOZERO FINO A X FACTOR 5

Fiorello, #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend

Il 2011 è terminato e, in un quadro generale piuttosto complesso, il piccolo schermo archivia dodici mesi che fanno senza dubbio riflettere. Ma c’è chi può esultare, chi ha saputo fare ancora breccia nel telespettatore, guadagnando la scena e soprattutto i primi posti nella corsa all’Auditel. Un anno di successi iniziato subito: il 3 gennaio, su Canale 5, prosegue la maratona del Grande Fratello 11, culminata con la finale del 18 aprile che vale all’ammiraglia del Biscione il record in valori assoluti di tutto l’anno per un programma d’intrattenimento (6.622.000 spettatori, pari al 32.79% di share). Il 14 gennaio tocca a Zelig (6.567.00026.70%) con una quattordicesima edizione che si conferma un successo (media 5.754.000 – 22.74%).

Rai 1 risponde con un mese di febbraio da incorniciare: prima la cinque giorni record del Festival di Sanremo targato Gianni Morandi (media 11.450.00047.78%); poi la partenza col botto di Ballando con le Stelle 7 (quasi 6 milioni, saliti a 6.458.000 nella finale del 30 aprile, che valgono all’edizione una media pari a 5.408.000 individui, share del 26.16%); infine la due giorni del 27 e 28 con la fiction Atelier Fontana – Le sorelle della moda, capace di chiudere sfiorando i 9 milioni di spettatori (8.893.00029.92%).

Nei primi due giorni di marzo, invece, succede quel che non t’aspetti, e cioè che è Canale 5 a fare il botto con una fiction. Il miracolo è firmato Raoul Bova con Come un delfino: ai 6 milioni di appassionati dell’esordio, infatti, seguono i 7.345.000 (27.09%) della puntata conclusiva. Ma lo scettro del campione va ancora a Il Commissario Montalbano: il 14 marzo debutta coi nuovi episodi incollando su Rai 1 ben 9.561.000 spettatori (32.59%), confermando lo stesso trend nelle tre puntate successive. A ridosso dell’estate, si consuma sull’ammiraglia Mediaset la seconda edizione di Italia’s Got Talent (media 5.317.000 – 27.55%) che, col 33.14% incassato nella finale dell’11 giugno (seguita da 6.402.000 spettatori), fa segnare alla rete il record dell’anno in valori percentuali.





31
agosto

RAI, IL PUBBLICO VOTA LA QUALITA’: PREMIATI REPORT, DANDINI E VESPA. KO SGARBI E L’ISOLA

Vittorio Sgarbi

I promossi li conti sulle dita di una mano. E già ti sembrano tanti. Per il resto, non ce n’è uno che si salvi dal severo giudizio del pubblico. Da Simona Ventura a Gene Gnocchi, fino a Giuliano Ferrara e Vittorio Sgarbi: tutti dietro alla lavagna, raus. Sorprendono e fanno riflettere i dati di un sondaggio realizzato dalla società Pragma, e segnalato sulle pagine web de La Repubblica, con l’obiettivo di monitorare il gradimento dei telespettatori rispetto ai programmi del servizio pubblico. La ricerca, commissionata dalla Rai, si è basa su un campione di 7 mila 558 interviste “in salotto” ed ha riguardato le trasmissioni andate in onda nella primavera 2011. Il pubblico, che è stato chiamato ad esprimersi sull’interesse e la qualità delle varie proposte televisive, non ha risparmiato valutazioni tranchant, sparando una raffica di voti a perdere.

Nell’analisi dei dati, che andiamo ora a scodellarvi, va tenuto presente che la sufficienza si attesta a quota 56 e che quindi solo i programmi al di sopra della suddetta cifra sarebbero da considerarsi ‘promossi’. Di conseguenza, balza subito all’occhio la nutrita schiera di trasmissioni (anche eccellenti) che secondo le stime Pragma gnaa’ fanno. L’Isola dei Famosi di Simona Ventura, ad esempio, viene impallinata da un modesto 40. Un’ingenerosa bocciatura del genere reality oppure no? La qualità del programma satirico L’almanacco del Gene Gnocco ristagna a 53, mentre ottengono consensi Blob (61) e Parla con me (66). Sorrideranno a La7, dove attendono a braccia aperte l’arrivo della conduttrice Serena Dandini.

Sul fronte dell’infotainment, fischi al fiasco di Ci tocca anche Vittorio Sgarbi (qualità 39) e ai monologhi del salottino colto di Qui Radio Londra (43). Ce la fa il Maurizio Costanzo Talk, con un giudizio di qualità pari a 58, mentre tengono botta L’ultima parola di Gianluigi Paragone (57) e Porta a Porta (61). Il programma di Bruno Vespa, schizza a quota 69 nella serata speciale dedicata a Giovanni Paolo II. Bene Ballarò e Annozero, rispettivamente 64 e 60 punti.


30
agosto

PASQUALE D’ALESSANDRO PUNTA SU CABELLO E FACCHINETTI: “SANTORO E VENTURA SONO DUE ASSENZE PESANTI. MINOLI E PARAGONE IN PRIMA SERATA”

Simona Ventura, Victoria Cabello, Francesco Facchinetti e Michele Santoro

Non sarà facile per Pasquale D’Alessandro, neodirettore di Rai2, raccogliere l’eredità di Massimo Liofredi: la sua rete affronterà la nuova stagione senza due jolly come Michele Santoro e Simona Ventura a trainare gli ascolti della prima serata. Da sempre divisa tra linguaggi innovativi e l’istituzionalità del servizio pubblico, la nuova Rai2 riparte da Francesco Facchinetti e Victoria Cabello: il primo proverà a rilanciarsi con Star Academy, al via il 27 settembre in diretta concorrenza con Baila di Barbara D’urso:

Sarei ipocrita se non dicessi che mi dispiace non aver ritrovato Santoro e la Ventura, due assenze pesantiha dichiarato Pasquale D’Alessandro all’Ansa. Ma sono stato felicissimo di aver trovato Facchinetti e la Cabello. Li avrei scelti anch’io. (Star Academy, ndr) è il papà di tutti i talent, una sorta di Operazione trionfo riveduta e corretta, con esibizioni collettive ed eccellenti ospiti musicali, italiani e stranieri. Ne abbiamo posticipato la partenza perché con Endemol stiamo riflettendo sulla giuria, che avrà un ruolo diverso rispetto a X Factor“.

L’ex vj di Mtv, invece, dovrà dimostrare di saper tenere il timone di Quelli che il calcio. Per lo storico contenitore domenicale di Rai2 si parla di un ritorno allo stile di Fabio Fazio, meno “caciarone” rispetto alle ultime edizioni condotte da Simona Ventura. La regia sarà affidata a Paolo Beldì, in omaggio alla tradizione, e per i collegamenti dagli stadi il programma si servirà non solo di inviati famosi, ma anche di gente comune.





27
agosto

GIOVANNI STELLA SU SANTORO: “E’ FACILE CHIEDERE LIBERTA’ COI SOLDI DEGLI ALTRI. MICHELE HA BISOGNO DI UN NEMICO E SE NON LO TROVA LO CERCA NEL PROPRIO EDITORE”.

Giovanni Stella

Scalzato dal cavallo di viale Mazzini, Michele Santoro sembrava destinato a finire tra le braccia di Giovanni Stella, amministratore delegato del gruppo Telecom Italia Media che controlla -tra le altre reti- anche la “zona franca” dell’informazione chiamata La7. E invece Santoro le stelle le ha viste ma solo metaforicamente quando le trattative per il suo nuovo contratto sono cadute in un nulla di fatto. Colpa del Premier, dice qualcuno: Mister B. contrario ad un nuovo avvento dell’anchorman di Annozero, avrebbe fatto pressioni su La7 affinchè Santoro non trovasse spazio sull’emittente di TI Media.

Il dottor Stella, da quattro anni alla guida del gruppo, respinge le accuse e in un’intervista pubblicata oggi dal Giornale, nega di aver ceduto alle pressioni di Berlusconi e attacca Santoro che ancora oggi, a pochi giorni dal via della nuova stagione, resta un precario senza contratto:

Se mi avessero chiesto una cosa del genere avrei dato le dimissioni. Con Santoro non abbiamo chiuso il contratto solo perchè lui pretendeva libertà assoluta, nessun controllo su scaletta, ospiti e filmati. E’ stato lui a venire da me. Io ho una regola: nulla chiedere, nulla rifiutare, tutto verificare. Eravamo d’accordo su tutto: corrispettivo economico, collaboratori, tipo di prodotto, costo puntate. Ma nessun editore può dare carta bianca perchè ha la responsabilità finale di quello che va in onda“.

E continua:

(In Rai, ndr) gli facevano solo dei buffetti. Con me avrebbe avuto un osso ben più duro. Le regole si applicano a tutti: da Lerner a Piroso. Solo Mentana non deve riferire a me perchè, in quanto direttore, si assume tutte le responsabilità“.

Come a dire che in Rai si è fatto tanto rumore per nulla. Nonostante gli attacchi più o meno velati di Mauro Masi, e gli allarmismi sui contratti che puntualmente non venivano rinnovati, Annozero è sempre tornato in onda, almeno fino a quando l’azienda e Santoro non si sono accordati su un lauto compenso di buona uscita. Insomma per Giovanni Stella La7 non è la Rai, e se Santoro vuole totale libertà, dovrà arraggiarsi da solo:


21
luglio

POLITICA IN TV: NEL ‘GIORNO DELLA MANETTA’ L’INFORMAZIONE E’ LATITANTE (O QUASI)

Silvio Berlusconi, Umberto Bossi

Dentro e fuori i palazzi della politica tira un’aria strana. Un venticello pungente che, a folate, ricorda quello di Tangentopoli e, in generale, quello degli anni più burrascosi per il transatlatico Italia. Le ventiquattro ore politiche di ieri, così dense di accadimenti, hanno infatti sancito un inesorabile cambio di rotta: preparate le scialuppe di salvataggio. Con l’autorizzazione della Camera all’arresto dell’On. Papa, abbiamo assistito al penultimo ko del premier Silvio Berlusconi e alla rottura del suo patto d’acciaio con la Lega. Nel partito celodurista di Bossi, inoltre, si è aperta una nuova fase segnata dall’ascesa di Roberto Maroni ai danni del Senatur. Accidenti, che terremoto! In tutto questo bailamme, però, l’informazione televisiva ha latitato o quasi, restandosene in vacanza e lasciando i telespettatori a digiuno di necessari approfondimenti giornalistici.

Nel Giorno della Manetta, delle clamorose implosioni politiche, degli esasperati slogan anti-Casta, i talk show che ci tengono compagnia durante tutto l’anno sono stati grandi assenti. Soprattutto in Rai. L’unico spazio informativo è infatti stato quello dei telegiornali, costretti a riassumere avvenimenti e retroscena in un servizio giornalistico di pochi minuti. Niente Porta porta, Ballarò, né Annozero, niente confronti tra i protagonisti o necessarie analisi sull’attualità. Eppure gli spunti di reflessione non mancavano. Ci si chiede dunque se sia normale che un servizio pubblico spedisca in vacanza le sue principali trasmissioni d’approfondimento e, dai primi di giugno, lasci così scoperta l’informazione.

E’ il secondo anno che l’interrogativo sorge spontaneo dopo che, la scorsa estate, i talk show avevano ‘bucato’ sulla spaccatura tra Berlusconi e Fini. Stasera Mediaset trasmetterà una nuova puntata de La versione di Banfi, il talk show di Rete4 che in diretta si soffermerà sulle vicende degli ultimi giorni, chiedendosi se la Casta dei politici sia davvero diventata intoccabile. In questo modo protrà recuperare l’assenza di approfondimento registrata ieri sera, quando solamente In onda su La7 prolungava la sua puntata per commentare la burrascosa giornata assieme ad alcuni ospiti. Una scelta degna di nota.


4
luglio

ENRICO MENTANA RISPONDE A SANTORO: DIVERSAMENTE LIBERI? LA LIBERTA’ E’ UNA SOLA.

Enrico-Mentana

Doveva essere il nuovo binomio dell’informazione libera, di fatto al momento c’è solo un vivace botta e risposta come tra due illustri sconosciuti che per potersi fidare l’uno dell’altro devono prima annusarsi per bene. Enrico Mentana pur di portare Annozero a La7 si era offerto di tenere il programma sotto la testata del suo telegiornale. Per Michele Santoro invece, abituato com’è ai vaffanbicchieri di Masi, è inaccettabile che l’editore possa mettere un veto ai contenuti del suo programma.

Dalla prospettiva di Santoro, anche Mentana dopo aver difeso la politica del suo editore, è da rivalutare come un giornalista diversamente libero. Come promesso ieri sera nel corso del suo telegiornale, il direttore del TGLa7 ha replicato alle accuse con una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera:

Caro Michele nella tua lettera aperta a me indirizzata dalle colonne del Fatto Quotidiano, dopo la rottura delle trattative per il tuo arrivo a La7, affermi che siamo «diversamente liberi». Non so cosa voglia dire: non abbiamo mai lavorato insieme, e per quanto mi riguarda so che la libertà non è mai relativa. Dirigo un telegiornale, non una struttura clandestina: e tutti quindi possono misurare la libertà di cui godo, e che mi sono presa attraverso la garanzia di risultati che porto all’editore.