Annozero



30
giugno

MASSIMO LIOFREDI: LA CABELLO NON E’ ADATTA A QUELLI CHE. LA POLITICA A SANTORO O A MONICA SETTA. SI ALL’ISOLA ANCHE SENZA SIMONA

Massimo Liofredi

E’ un fiume in piena anche se con il morale sotto i piedi, Massimo Liofredi. Intervistato dal Corriere della Sera, commenta il palinsesto autunnale della sua Rai2, a cui lo stesso Direttore non ha potuto mettere mano.

L’ultimo atto risale a martedì: Sky annuncia l’accordo con Simona Ventura e con il trasloco della conduttrice di Chivasso alla tv satellitare, si libera il timone di Quelli che il calcio. Come vi ha raccontato DM, il direttore di Rai2 ha subito proposto la coppia Balivo-Facchinetti ma meno di un’ora più tardi da viale Mazzini parte un comunicato in cui si annuncia l’ingaggio di Victoria Cabello alla quale, riporta la nota, sarà affidato il contenitore domenicale di Rai2. Massimo Liofredi non ne sapeva niente, nessuno ha pensato di informarlo prima di rendere pubblica la notizia:

Sono profondamente dispiaciuto. Il direttore di rete dovrebbe essere coinvolto nelle scelte dei vertici aziendali: credo che sia anche previsto dallo statuto. Sono il direttore, ma non so nulla. Spero che me ne parli il vicedirettore generale Marano, se no mi sentirei commissariato. E’ brutto quando le decisioni ti passano sopra la testa, è già accaduto con Masi, non vorrei che si proseguisse su questa linea“.

Per di più Liofredi non condivide la scelta di Victoria Cabello, che ritiene un volto di nicchia:

E’ un’ottima professionista, ma sono molto perplesso, la vedo come un personaggio molto di nicchia per una programmazione generalista. Un conto è fare Sanremo, un altro stare tre ore e mezza di diretta per un anno consecutivo: è molto diverso“.

Secondo il direttore, Caterina Balivo e Francesco Facchinetti avrebbero potuto dar vita ad un nuovo progetto indirizzato ai giovani ma capace di mantenere l’attenzione degli adulti. Prima ancora la DG aveva bocciato la coppia Belen-Balivo:




29
giugno

IL GRANDE FRATELLO SECONDO MICHELE SANTORO

GF9: Cristina e Laura

Quello che leggerete non è la solita notizia di una reprimenda che spara nel mucchio e che ritiene il Grande Fratello l’origine di tutti i mali del mondo postmoderno. Le parole che seguiranno cercano invece di cogliere nell’ultima anteprima di Michele Santoro, all’interno dello speciale dedicato alla pesca, gli stimoli di analisi più adeguati per fotografare la realtà della televisione italiana di oggi.

Brutta televisione quella italiana secondo il giornalista esule, il sistema che è ridotto peggio in Europa proprio per la scelta di non investire, di tirare a campare con il minimo e azzardando pure il riciclo di quel minimo, costi quel che costi. Un appiattimento di contenuti votato al ribasso con il classico alibi del mercato che chiede questo, ma che in realtà ha un collegamento abbastanza losco con disegni economico-politici sicuramente non casuali. Bisignani oggi, Masi e l’Agcom ieri: secondo Michele Santoro le intercettazioni non fanno altro che confermare l’esistenza di un sistema pronto a demolire ogni opposizione (e non a caso il suo giornalismo, voce più autorevole dell’opposizione al berlusconismo).

Non un problema per verecondi moralisti che puntano il dito contro il Grande Fratello, padre dei nostri reality ma anche format trasmesso ormai in tutto il mondo in mille salse: Santoro con un’apprezzabile onestà ammette di non aver niente contro il programma (come a voler dire che è una polemica da lasciare agli sciocchi quella contro gieffini, amici e tronisti in se per sé) e anzi di averlo guardato più volte. Il vero Grande Fratello da combattere sarebbe proprio un altro, quello più simile alla distopia di Orwell, ovvero la linea culturale generale imposta al paese da una certa politica.

Che si riferisse (senza andarci troppo per il sottile) piuttosto al voyeurismo del dolore o, peggio, alla parzialissima rappresentazione dei giovani, troppo spesso venditori tamarri di grazie e troppe poche volte ricercatori o normali operai?


28
giugno

SANDRO RUOTOLO: TORNEREMO A SETTEMBRE CON UN NUOVO PROGRAMMA (SI, MA DOVE?). IL CDA DISCUTERA’ SE RIPORTARE SANTORO IN RAI

Sandro Ruotolo e Michele Santoro

Il mistero si infittisce. Tra le più grosse incognite della prossima stagione televisiva c’è sicuramente quella relativa alla futura collocazione di Michele Santoro e della ’squadra’ di Annozero. Dichiarazioni, mezze frasi, allusioni, occhiolini strizzati, ammissioni, smentite: tutto ciò che circonda il programma di Rai2 e i suoi protagonisti è destinato a far rumore e a stuzzicare la fantasia del teledipendente.

Non si può non dare la dovuta rilevanza, soprattutto per l’autorevolezza della fonte, alle dichiarazioni rilasciate da Sandro Ruotolo, vicedirettore del talk show politico: “A settembre andremo in onda con un nuovo programma di approfondimento” si è lasciato scappare il baffo intervenuto al Festival dei libri sulle mafie a Lamezia Terme ed ha anche aggiunto “E’ assurdo che per una decisione politica venga chiuso un programma seguito da 5 milioni di telespettatori. La censura, come l’abbiamo conosciuta nel 2002, oggi non e’ piu’ possibile, grazie ad internet“. Apriti cielo. Se Ruotolo, collaboratore storico di Santoro, si sbilancia così vuol dire che c’è qualcosa di concreto che bolle in pentola. Quale canale ospiterà (già a settembre peraltro) una delle novità più attesa del prossimo autunno?

Così mentre stasera va in onda il reportage ‘L’assassinio del mare’, un viaggio-inchiesta all’interno della marinerie d’Italia firmato da Roberto Pozzan che ci illustrerà i motivi della crisi economica subita dal settore della pesca, segnate sul calendario la data del prossimo 7 luglio.





10
giugno

SANTORO COME LA VENTURA: “W LA RAI”

Michele Santoro

Un tempo lo cantava Renato Zero, oggi invece “W la Rai” è diventato quasi il tormentone di chi (in Rai) lavora con orgoglio ma con fatica. L’orgoglio di chi ama considerarsi a tutti gli effetti “una donna Rai” (Simona Ventura) e l’orgoglio di chi urla ai quattro venti di essere “un giornalista Rai” (Michele Santoro). E la fatica? E’ tutta nelle difficoltà che i due supportati (o sopportati?) volti della tv di Stato incontrano nel portare a termine il proprio lavoro. Quel lavoro che li ha portati ai vertici… e che ora proprio i vertici (Rai) sembrano mal digerire.

E’ storia recente dei continui dissapori tra la Mona Nazionale e la sua azienda (o parte dell’azienda, come lei stessa precisa). Un’insofferenza manifestata anche nell’ultima Isola dei Famosi (leggi qui), conclusasi con quel “Non ci piegherete mai” che col senno di poi abbiamo capito volesse intendere “Piuttosto resto un anno ferma”. E qui titoli a valanga: ‘Ventura contro la Rai’, ‘Ventura-Rai ai ferri corti’, oppure ‘Ventura verso Mediaset’ e via dicendo-scrivendo. Poi però c’è quel “W la Rai” tanto caro alla conduttrice che cambia tutte le carte in tavola e fa sorgere più di un dubbio: ma chi è la Rai? Se da un lato la Ventura si sente ostacolata dalla stessa azienda per cui lavora, come è possibile che ne porti alta la bandiera? I conti non tornano.

Cerchiamo di capirne di più con la vicenda Santoro. Il suo Annozero ha portato a casa milioni di telespettatori (e di euro) con la stessa facilità con la quale il conduttore ha attirato a sè critiche su critiche, tutte interne alle mura di Viale Mazzini 14. Telefonate in diretta, richiami e minacce di chiusura del programma piovono sulla testa (ex) rossa del Michele furioso fino alla puntata di ieri sera, che ha segnato la fine di Annozero (o l’inizio di Annonuovo?). Da un lato una Rai che evidentemente non lo vuole, dall’altro un conduttore che si sente quasi intrappolato: quale miglior sorte, per entrambi, se non quella di prendere due strade separate? A questo aggiungiamo pure che c’è chi farebbe carte false per assicurarselo (La7) e il gioco sembra fatto. Questa volta, dunque, i conti tornano? Non esattamente, perchè anche in questo caso i conti vanno fatti con le parole dello stesso Santoro: “Posso collaborare e riprendere con questo programma anche a costo di un euro a puntata” ha sentenziato. E poi, congedandosi da ospiti, pubblico e azienda ha gridato: W la Rai.


28
maggio

TG1, MINZOLINI DENUNCIA “MANGANELLATE MEDIATICHE”. POI ALLUDE A SANTORO: NON ACCETTO LEZIONI DAI MASANIELLI (VIDEO)

Augusto Minzolini

A’ la guerre comme a’ la guerre. Augusto Minzolini torna ad usare la ghigliottina della parola, arma di legittima difesa e soluzione estrema per tranciare la testa ai “Robespierre da strapazzo” che agitano l’informazione televisiva. Chiamato alle armi dal clima giacobino che si respira di recente, ieri sera il direttore del Tg1 è intervenuto di persona nel notiziario delle 20 con un editoriale di contrattacco alle critiche rivolte alla sua testata per la lunga intervista concessa a Silvio Berlusconi. “Più che critiche sono state rivolte vere e proprie manganellate mediatiche anche in una trasmissione di questa azienda” ha denunciato il Minzo riferendosi a giudizi di merito espressi in questi giorni sulla giornalista che aveva realizzato il servizio col premier poi sanzionato dall’Agcom.

Rispetto a chi sentenzia sull’operato altrui, il ‘direttorissimo’ precisa: “il sottoscritto non condivide tutto quello che va in onda sulle reti Rai però rispetta ogni trasmissione e ogni punto di vista. Non ho mai espresso giudizi negativi, usate espressioni al limite dell’insulto verso altri nè tantomeno ho chiesto epurazioni“. E probabilmente – lascia intuire – avrebbe potuto fare diversamente, ad esempio quando qualche “pseudo sacerdote dell’informazione ha elevato al rango di icona antimafia un mezzo cialtrone come Massimo Ciancimino“. Invece ha taciuto “per un senso di tolleranza” e di rispetto verso ‘mamma Rai’.

Se si vuole salvaguardare il pluralismo nell’informazione di questo Paese bisogna essere tolleranti. La ricchezza di posizioni – predica frate Augusto dal pulpito del Tg1 - è un bene non un male, l’importante però è che queste siano espresse sempre con il dovuto rispetto verso chi non la pensa come noi. Siamo all’abc della democrazia” spiega il penitenziere dell’informazione filogovernativa. Poi Minzolini imbraccia la baionetta e attacca: “non accetto che Masanielli improvvisati o Robespierre da strapazzo si ergano a giudici inappellabili su ciò che è buona informazione e su ciò che non lo è. Trovo surreale che chi grida al regime e si atteggia a vittima nel contempo si trasformi in aguzzino di un regime alla rovescia“.





21
aprile

ARRESTATO MASSIMO CIANCIMINO, IL SUPERTESTIMONE CHE RACCONTA LA TRATTATIVA STATO-MAFIA IN TV

Massimo Ciancimino ad Annozero

L’accusa di “calunnia pluriaggravata” nei confronti dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro ha fatto scattare l’arresto. Nel pomeriggio di oggi la Dia di Palermo ha fermato Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso Vito e supertestimone nei processi della presunta trattativa tra Stato e Cosa nostra. Secondo la Procura, l’imprenditore avrebbe falsificato alcuni “pizzini” dai quali risultava che l’ex numero uno della Polizia avesse tenuto contatti con esponenti della criminalità organizzata. Si trattava di una bufala? Calma e gesso: troppo presto per stabilirlo. Intanto, però, sorgono legittimi dubbi sull’attendibilità e le contraddizioni di Ciancimino Jr, uno degli personaggi a cui, negli ultimi tempi, certo giornalismo televisivo ha offerto più spazio.

Ogni volta che il supertestimone accettasse di parlare in tv, parte del pubblico si legava alla poltrona in attesa di chissà quali rivelazioni sugli oscuri rapporti tra colletti bianchi e malavita. Telecamere, microfoni, interviste ed ospitate gli venivano offerte alla vigilia degli importanti processi nei quali sta testimoniando tutt’oggi. A riguardo, l’atteggiamento della tv nei suoi confronti è sempre stato dicotomico: da una parte chi, come il Tg1 di Minzolini, ha sempre dato poco risalto alle rivelazioni di Ciancimino e dall’altra chi invece ne ha forse attribuito troppo.

E’ questo il caso di Michele Santoro, il quale ha più volte ospitato il supertestimone ad Annozero. Il giornalista di Rai2 invitava Ciancimino per ascoltare la sua versione sulle trattative che dal ‘92 avrebbero coinvolto lo Stato, i servizi segreti e Cosa Nostra. In un incastro di date ed inquietanti avvenimenti, l’imprenditore rivelava in diretta tv anche di una lettera di Bernardo Provenzano a Silvio Berlusconi, tramite il senatore Marcello Dell’utri. In quelle puntate gli ascolti di Annozero schizzavano alle stelle e Santoro, che aveva capito l’antifona, si mise a tradurre quei racconti in scenette e disegni che esplicassero meglio le losche faccende.


4
aprile

DM LIVE24: 4 APRILE 2011. GIORDANA RAPPA, LA DEL BASSO RITORNA, PLATINETTE RIFIUTA.

Diario della Televisione Italiana del 4 Aprile 2011

>>> Dal Diario di ieri…

  • Nuovo rap di Giordana

mats ha scritto alle 17:30

A Domenica 5, nuovo rap di Giordana contro Guendalina. Per scherzo, Parpiglia comunica che Mario Fargetta ha chiamato per produrre il disco di Giordana e Guendalina, forse ignara del fatto che la Panicucci è la moglie di Fargetta, ha risposto: “direttamente dal manicomio ha chiamato!”

  • Chi non muore si rivede

lauretta ha scritto alle 21:54

A Un medico in famiglia fa la comparsa una vecchia conoscenza : l’ex gieffina Cristina Del Basso.

  • No di Platinette a Santoro

domy-paolaperego ha scritto alle 23:02

Platinette ha raccontato un aneddoto che la lega a Michele Santoro. “Sono stata invitata un paio di volte in trasmissione da Santoro, – spiega a Maria Latella durante l’intervista di ‘Scusi, lei è favorevole o contrario?’, – inviti poi ritirati dopo una prima telefonata con una redattrice che chiedeva in anticipo i contenuti delle mie risposte. Dopodiché non mi hanno più chiamato”.


23
marzo

QUI RADIO LONDRA, FERRARA SFIDA SANTORO SUL FLOP GIUDIZIARIO DI DE MAGISTRIS: MICHELE CHIEDI SCUSA, HAI FATTO NUMERI DA CIRCO MEDIATICO

Giuliano Ferrara, Qui Radio Londra

Qui Radio Londra chiama Michele Santoro e tuona via etere: il paladino della libera informazione deve delle scuse al pubblico. Ieri sera, durante il suo spazio d’approfondimento su Rai1, Giuliano Ferrara ha bacchettato l’ex magistrato Luigi De Magistris assieme al conduttore di Annozero, suo sponsor televisivo. Il motivo dell’invettiva barrita dall’Elefantino è stato, come di consueto, un episodio d’attualità. Pochi giorni fa il gip di Catanzaro Maria Rosaria di Girolamo aveva infatti accolto la richiesta di archiviazione della Procura per la maxi inchiesta «Toghe Lucane», l’ultima svolta dal pm poi sceso in politica.  Trenta archiviazioni per altrettanti indagati: una disfatta totale per De Magistris e forse un motivo di imbarazzo per Santoro, che nella sua trasmissione aveva concesso ampio spazio alle congetture del giudice.

Ferrara ha così commentato la notizia giudiziaria, riservando un affondo severo a De Magistris: “Non sarebbe nessuno se avesse indagato scrupolosamente e con successo, se avesse impostato le sue inchieste su cose concrete, vere, anzi sarebbe stato quello che un magistrato dovrebbe essere, un eroe anonimo della giustizia giusta” ha affermato il conduttore di Qui Radio Londra, che ripercorrendo in poche parole la sua carriera ha detto: “si è dato alla politica perchè era la politica il suo core business…“. Poi l’Elefantino si è rivolto direttamente a Michele Santoro, reo di aver ospitato De Magistris più volte ad Annozero e di avergli permesso di declinare in lungo e in largo le trame  del presunto “comitato d’affari” sul quale l’ex pm aveva indagato. In diretta tv si raccontavano inciuci, losche contaminazioni tra politica, malavita e massoneria… ma alla luce della recente archiviazione quelle parole assumono tutto un altro significato. Anche i giudici responsabili del provvedimento hanno infatti parlato di “enorme risalto mediatico” e di “distorta e infedele rappresentazione delle reali risultanze delle prove”.

Giovedì Santoro andrà in onda, spero con grande successo come spesso accade, visto che fa rumore” ha premesso Ferrara con tono quasi bonario. Poi ha lanciato la sfida al giornalista di Rai2: “Gli proporrei di chiedere scusa ai suoi telespettatori. Michele, dì la verità, spiega ai tuoi telespettatori che hai fatto numeri da circo mediatico-giudiziario e hai fatto con De Magistris tanto rumore per nulla. Fallo, almeno in memoria di Enzo Tortora, un cittadino che è stato preso, ammanettato, massacrato dalla giustizia. Una vita rovinata, ma le vittime in Italia non hanno mai risarcimento” ha detto l’Elefantino mostrando un’immagine del grande giornalista e conduttore televisivo condannato ingiustamente. “Scusati, Michele. Lo farà? Non so“.