Mai premessa fu tanto necessaria. Nella mia carriera di blogger, infatti, non mi aveva nemmeno sfiorato il sol pensiero che un giorno mi sarei ritrovato faccia a faccia col numero uno del talk show nostrano. Figuriamoci, poi, se avessi immaginato di intervistarlo. E’ servito un suo input affinchè “osassi” farmi avanti. E certamente sarà difficile, se non impossibile, trasmettere tutto ciò che ho potuto - e continuo a - imparare da Maurizio Costanzo nei nostri incontri al Parioli. Ciò che cercherò di fare, invece, è farvi conoscere l’altro lato di una stessa medaglia, puntando l’accento su quell’aspetto intimistico ed interiore - sempre parecchio nascosto – che negli ultimi tempi si affaccia prepotentemente in ogni manifestazione ”costanziana”. L’ho incontrato per voi proprio in quel Teatro Parioli in Roma che ha fatto la storia della TV e, carico e sorridente, si è raccontato in un’intervista monografica in cui – forse per la prima volta – parla in qualità di marito, papà e nonno. Senza trascurare, ovviamente, tutti i nuovi impegni professionali per i quali è palesemente entusiasta e che gli stanno regalando una seconda giovinezza all’interno di una carriera straordiaria. Maria De Filippi, Uomini e Donne, l’amore, i figli, i nipoti, il Grande Fratello, i big del giornalismo italiano e ancora aneddotti, tartarughe, la sua dieta personalmente ideata, lo smoking che indosserà sul palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo e il suo disegno che vorrebbe vederlo protagonista dell’ammiraglia della RAI nella prossima stagione tv. Tutto questo e tanto altro, in una delle interviste più ricche mai apparse su questo blog.
I Parte
Allora Maurizio, Lei racconta sempre degli aneddoti. Questa volta, invece, gliene racconto uno io. Giorni fa era ospite in un programma RAI e, mentre parlava, ho ricevuto una telefonata da mia nonna che mi fa: “Davide, ma hai visto Maurizio? Lo trovo in forma, sorridente, quasi ringiovanito”. Ecco, in effetti, è proprio questa l’impressione che dà. A cosa è dovuto?
Sa perché? Perché mi diverto. Non capisco perché una persona, arrivata ad una certa età, debba mettersi da parte. Mai mi sono venute delle idee come in questo periodo. Mi sono anche inventato una dieta.
Beh , sono tutto orecchie.
Si tratta di una dieta che non mi fa venire fame. Ho perso anche qualche chilo. Quando si invecchia bisogna mangiare il meno possibile.
Guardi che lei mangia anche la notte…
Ma no, quello che mangio la notte è la mia cena.
Torniamo alla dieta…
Il cosiddetto piatto caldo. Mangio molti legumi (pasta e fagioli o pasta e lenticchie per esempio) accompagnati da un piatto di verdure e un po’ d’olio. Una volta ogni due giorni della pasta corta con parmigiano e un po’ d’olio. Questo, poi, mi porta a non mangiare pane. Non mangio più né carne né pesce. Anche perché mi è venuta un’allergia al pesce. La cosa strana, però, è che la testa funziona di più.
Lei mette sempre la testa al centro di tutto. Come se potesse influenzare qualunque cosa…
Certamente. Pensi che un mio amico futurologo che si chiama Vito Di Bari, che è stato anche scelto dall’Expo di Milano come innovation designer e che ora si e’ trasferito a Miami, mi diceva al telefono che in America è uscita una statistica per cui se si arriva a 90 ci vuole un attimo ad arrivare a 110. La mia tesi e’ che se tu psicologicamente hai capito per tempo che l’età è uno stato d’animo vai avanti come se niente fosse perché dentro rimaniamo uguali anche se per anni il costume, la Chiesa, ci hanno fatto credere il contrario, come se ad una certa età si finisse di vivere. Non è vero. Il grande regista Alessandro Blasetti, con il quale lavorai per la RAI nel 75, lo vedevo andar via sempre il mercoledi pomeriggio (aveva una persona che frequentava, forse la moglie). E un giorno gli chiesi: “Ma dove vai?”. Mi rispose: “Ma sai, andiamo lì, senza fretta… un giornalino, due parole…”. Ecco questa è la profonda differenza tra scopare e fare l’amore. Se nella vita si impara per tempo a fare l’amore, a partire quindi dalla testa e la testa rimane giovane senza piegarsi alla nostalgia… è fatta.
Sembra aver capito anche Maria il potenziale degli Over 70.
A Maria sono arrivate lettere meravigliose. Una persona che io conosco, che ha 85 anni, è felice perché si è innamorato di una 75enne. I centri anziani sono pieni di storie d’amore, di gelosie. Ci sono persone che hanno sistemato i propri figli, c’è chi è vedovo, chi è separato, uniscono due pensioni e… VIVONO. Anche la televisione deve cambiare proprio sulla base di queste considerazioni. Ho detto a Maria “tu stai regalando al pubblico grandi speranze”. Ho scoperto che i giornali che si occupano di tronisti sono letti da donne tra i 40 e i 60 anni perché le ventenni preferiscono la televisione o si riversano su internet. Sono quindi donne che hanno voglia di vivere, di innamorarsi, di crederci. Dentro si rimane giovani. La fregatura è che l’uomo è stato condizionato. Gli atti impuri sono altri, sono i furti, le slealtà. Questa versione di Uomini e Donne è clamorosa. E’ straordinario vedere uomini che ballano vestiti rigorosamente di scuro, e le donne col volto felice essere protagoniste della vita. Gli anziani non sono piu’ anziani, sono semplicemente uomini adulti. Nel frattempo nascono sempre meno giovani e quelli che nascono stanno sempre su Facebook”.
Secondo lei questa nuova versione del programma, riuscirà a far presa anche sul pubblico prettamente commerciale?
Quel che è certo è che la “versione” giovani calerà e Maria lo sa bene. Questa idea “over 70” invece è un goal. Secondo lei perché la gente guarda Beautiful, a partire da Cossiga che lo conosce a memoria, per arrivare a tanti altri? Per sognare! Le persone vogliono entrare nel sogno e con gli anziani Uomini e Donne fa proprio questo. Questa è la rivoluzione epocale, Davide. Ecco la forza della tartaruga che arriva a cent’anni.
A proposito di tartarughe, com’e’ andato il libro?
Sono soddisfattissimo. Siamo già alla quinta edizione. (Prende un libro, ndDM) Marcel Proust scrive: “dice la saggia tartaruga, la saggezza è un punto di vista delle cose”.
Quanto pensa di essere saggio?
No, non penso di essere saggio. Penso di avere un gran culo perché mi sono accorto di questo. E’ stato un regalo divino essermi incuriosito della tartaruga. Studiandola ho capito che tutto parte dalla testa, non ha senso parlare di età. Se lavori di fantasia puoi fare tutto e puoi farlo sempre.
Anche la sessualità dice?
Beh, nei centri anziani sembra esserci parecchia vitalità.
Pensa che la mente influisca anche sulle malattie?
Io credo nella psicosomatica. Se tu alla malattia ti consegni sei fatto! Se invece le dici “te la vai a pigliare nel…. perché io reagisco” le cose cambiano. Sigmund Freud diceva che il cancro è l’ultimo rifugio della nevrosi. E’ una bomba questa affermazione. Pensi ad un ministro, giustamente o ingiustamente massacrato, portato dall’altare alla polvere. Gli è venuto un cancro ed è morto. Oppure pensi ad Enzo Tortora accusato ingiustamente e poi portato in carcere. Cancro alle ossa… è morto.
Ultimamente lei sta mostrando un aspetto intimistico che prima era sconosciuto al pubblico. Parla spesso di affetti e amore. Anche quando parla di Maria, cosa non immaginabile sino a qualche tempo fa.
Nel 2010 sono venti anni che stiamo insieme. Non mi era mai successo. Si è consolidato un rapporto che è fatto di amore, affetto, stima, solidarietà. Ed è invincibile. Noi ci possiamo sentire due volte al giorno, ci vediamo la sera tardi ma non vuol dire un cazzo. E’ fortissimo. E’ una grande scommessa vinta. Almeno per me che venivo da tanti sbandamenti.
Che cosa ha Maria che non avevano le donne precedenti?
Il non interesse, l’intelligenza, la capacità naturale di voler bene e una dote straordinaria che è la gratitudine.
In effetti, recentemente all’Arena di Giletti, Maria ha messo in risalto proprio questo aspetto.
Proprio così. Quella che avete visto da Giletti è Maria.
Mantiene rapporti con le sue ex mogli?
Con Simona capita di incontrarsi. Marta Flavi l’ho incontrato una volta in 20 anni. Con la madre dei miei figli sono 3 o 4 anni che non ci vediamo. Non c’è tempo per troppi rapporti nella vita.
Quali sono i rapporti a cui tiene di più? Me ne dica tre.
Bella domanda, forse gliela rubo pure in qualche intervista. Dunque, io penso a mio padre che ho perso cinquant’anni fa. Avevo vent’anni, e ancora ci penso. Poi a quello con la donna alla quale voglio bene, mia moglie, e poi i miei figli e i miei nipoti. Penso ai miei figli e ai miei nipoti più di quello che pensassi. Soprattutto ora che mi sta per nascere la quarta nipote. Curiosamente penso alla famiglia.
Lo sa, però, che è difficile immaginarla come papà e come nonno?
Ha ragione ma non posso farci nulla, sarebbe drammatico rinunciare a loro. Non a caso mi piace dire continuamente in radio che sono nonno.
E l’amicizia?
Si. La mia amicizia per Giorgio Assumma (Presidente SIAE, ndDM). A lui confido e confiderei i miei segreti.
E’ in una fase in cui prevalgono determinati sentimenti, ma io ricordo che quando la intervistarono subito dopo il suo matrimonio lei dichiarò che si aspettava un “bel sodalizio professionale”.
Ho sempre detto che sceglievo in Maria la persona nella mano della quale morire. Credo che ci sia un momento in cui decidere nelle mani di chi si muore. Invece, da subito, abbiamo deciso di non lavorare insieme.
Beh, ma Maria ha frequentato il Parioli per tanti anni.
Si, ma mai in video insieme.
Ora, invece, lo farebbe?
No.
Ma perché?
Perché ci viene da ridere e avremmo paura di prevaricarci. Io non ho mai diviso con nessuno paritariamente la scena, e con Maria lo dovrei fare.
Come si sente quando non ha una luce rossa davanti per troppo tempo?
Non e’ mai successo per troppo tempo.
Le e’ indispensabile?
Bella domanda anche questa. Non lo so e non vorrei provarlo. Me lo sono domandato e penso di averne bisogno. Quelli che dicono no, sono falsi. Perché in fondo se uno ha scelto un mestiere, è quello ciò che vuole fare. Forse, però, mi spaventa di più l’idea di dover rinunciare ai miei appuntamenti quotidiani, o quasi quotidiani, come il Diario sul Messaggero o la rubrica su Chi. Mi mancherebbe la possibilità di esprimermi.
Il Parioli e’ la sua casa. Quando sente, però, la voglia di tornare a casa, quella in cui dorme?
Per esempio i giorni di festa tipo Natale, Santo Stefano. Grande godimento. La sera torno volentieri a casa.
A Milano si sente a casa?
Per anni ho fatto il pendolare. Vivevo tra casa mia (a Roma) e l’hotel Gallia di Milano. Io considero Milano la mia seconda città. Io vivrei a Milano. Considero Milano e Roma, l’uno la periferia dell’altra. Sono un romano che a Milano si è sempre trovato benissimo. Quando ho iniziato a fare il Costanzo Show a Milano – e mi cagavo sotto – ho avuto dai milanesi un’accoglienza rara. Mi dispiace andar poco a Milano in questo periodo.
Non doveva essere ospite della Ventura il 6 gennaio?
Si, ma non ci sono andato. Mi devo preservare per Sanremo.
A proposito di Sanremo, la sua partecipazione sembra avere una grande importanza per lei…
Si, c’è una storia personale. Nel 1987, come Costanzo Show, volevo fare Sanremo. Gianni Ravera (patron del Festival, ndDM) pensava fossimo dei guastatori e non ci fece entrare. Così feci una puntata intervistando dei cantanti in limousine o portando loro la colazione; requisimmo la hall di un albergo e col quartetto Cetra facemmo così il nostro Sanremo. Adesso, nel 2010, entrerò per la prima volta all’Ariston dopo aver sentito per tanti anni, da ragazzino, Filogamo che diceva “Amici vicini e lontani…”.
L’ultima volta che ha indossato lo smoking?
A una puntata dell’ultimo dell’anno di Buona Domenica.
… continua…
1. Ninetta ha scritto:
20 gennaio 2010 alle 17:12