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INTERVISTA A CLAUDIO CAVALLI, FONDATORE DI QUADRIO: “I BLOG CI AZZECCANO MA NON SONO CONSAPEVOLI DELLE COMPLICANZE DI UN PROGRAMMA”.
giovedì 22 aprile 2010 15:36 Mattia Buonocore
Nell’ambito del progetto di ricerca “Web 2.0 ed innovazione: il ruolo dei blog nell’ entertainment televisivo“, dopo Massimo Donelli e Luca Zanforlin, oggi è la volta del contributo del fondatore della casa di produzione Quadrio Claudio Cavalli. Giallo1, Mistero, Il Bivio, Scorie sono alcuni dei programmi targati Quadrio che rivelano una grande attenzione dell’azienda del gruppo Zodiak Entertainment verso nuovi linguaggi e tematiche. Da qui la nostra scelta di intervistarlo per il progetto. Ecco le sue dichiarazioni…
Come avviene il processo che va dall’ideazione al lancio di nuove produzioni televisive (fiction incluse) in Quadrio?
Noi, al contrario delle altre case di produzione che lavorano sui format, cerchiamo di lavorare artigianalmente sulle nostre idee originali, raramente accettiamo di lavorare su progetti che non ci coinvolgono dalla fase di ideazione. Quando siamo convinti del progetto cerchiamo di presentarlo alle direzioni di rete nel modo più coinvolgente e nello stesso tempo più esplicito possibile. Di solito ci aiutiamo con l’ausilio di un promo accattivante dove cerchiamo di creare l’atmosfera del futuro programma. La selezione che preventivamente attuiamo nelle scelte è severissima nel senso che ogni minimo dubbio vale la bocciatura del progetto.
Come giudica il livello di innovazione della televisione italiana? E nello specifico il livello di innovazione in Quadrio?
La cosa più interessante degli ultimi anni è sicuramente la qualità tecnologica HD. Orami non riesco più a guardare in televisione una partita di calcio e un film che non sono in alta definizione. Abbiamo realizzato una collana sull’antico Egitto per la De Agostini distribuita in tutto il mondo in HD e sicuramente è il progetto che ci ha dato più soddisfazioni degli altri. La televisione generalista è ancora molto lontana da questo obiettivo ma come abbiamo assistito ai vari steps dei supporti musicali, dal vinile e dall’analogico al cd e al digitale fino al mp3 con la stessa velocità si passerà allo standard video HD e non si potrà più tornare indietro.
Consulta i blog di televisione? Perché?
Per la stessa ragione per cui tutti consultano ogni cosa che parla di loro, l’autoreferenzialismo. Se in tv fai un servizio che parla tecnicamente della metodologia del rilevamento dell’auditel tutti coloro che hanno un apparecchio meter in casa lo guarderanno sicuramente perché si parla di loro per cui quel programma avrà uno share drogato non corrispondente alla realtà. In effetti le critiche dei blog sui programmi molto spesso ci azzeccano anche se non sono consapevoli delle problematiche della realizzazione e delle complicanze.
Quali (anche tutte) tra queste caratteristiche di un blog: numero di utenti, modus operandi (inteso come grado di tempestività, serietà, incisività), profilo socio-demografico della comunità, numero di anteprime; Lei ritiene essenziali?
Nessuna. Sono solo conferme delle autoanalisi che abitualmente si fanno dopo la messa in onda.
Quando consulta un blog oltre ai cosiddetti post si sofferma anche sui commenti?
Non più di tanto.
La lettura di un commento o di un articolo pubblicato su un blog ha mai influenzato o potrebbe influenzare una sua scelta?
No, mai.
Come si rapporta e ha intenzione di rapportarsi Quadrio al web 2.0? Perché?
Perché la vita è dinamismo.
Crede che il web 2.0 sia un modo per avvicinare i giovani “infedeli” alla televisione?
No, è come andare in treno in pullman o in aereo.
Come si pone nei confronti del tam tam di anteprime ed indiscrezioni su programmi e personaggi originato e amplificato dalla blogosfera?
“Gossiparate”.
Per concludere, la letteratura ci dice che il web 2.0, compresi i blog, possono aiutare il processo innovativo delle aziende. Pensa che questo valga anche per la televisione? Perché?
Perché la velocità di reperimento delle informazioni aumenta la qualità dei programmi televisivi. Penso che però i blog siano di natura scambi di opinioni variegate e che l’innovazione televisiva venga aiutata da fornitrici di intuizioni che possono essere Youtube o Wikipedia.
Per maggiori informazioni sul progetto clicca qui


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3 Commenti dei lettori »

Beh, si deduce da quest’intervista che per il Signor Cavalli i nostri commenti sono assolutamente inutili…tanto vale non farli ;)


2. Mattia Buonocore ha scritto:
@Marinella ma si commenta per tanti motivi; non solo per arrivare ai dirigenti tv.


@Mattia…certo, hai ragione, era solo una battuta!

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1. Marinella ha scritto:
22 aprile 2010 alle 17:10