Laura Corbetta



9
aprile

IF TV 2011: AL VIA IL CONCORSO PER AUTORI TV E REGISTI EMERGENTI

Idea Festival Tv

La tv italiana da anni vive una fase di stallo, caratterizzata dalla riproposizione di format ormai più che sfruttati. Il problema riguarda in maniera uniforme tutte le tipologie d’offerta: dal varietà, dato per morto da tempo, ai quiz, riproposti all’infinito, passando per i reality sempre più agonizzanti e per le fiction, il cui soggetto iniziale, viene  annacquato nella realizzazione di un’ infinità di stagioni. Si tende spesso a parlare di crisi d’idee ma, in realtà, sarebbe più opportuno parlare di mancanza di opportunità. Riuscire a trovare spazio nel dorato mondo dello spettacolo è, infatti, un’impresa ardua non solo per aspiranti attori o conduttori, ma anche per i tanti giovani autori, sceneggiatori e registi, le cui idee potrebbero portare nuova linfa vitale nel palinsesto televisivo.

Un’ottima opportunità arriva dall’IF TV 2011 – Idea Festival Tivù, l’originale contest internazionale dedicato ai Pilot televisivi, che si terrà  a San Benedetto Del Tronto, dal 22 al 27 agosto prossimo. Proprio in questi giorni è stato lanciato il bando di concorso che porterà in gara il meglio della produzione indipendente in materia di Tv e Web. Il concorso ammetterà in totale ben 50 pilot, divisi in quattro categorie: Fiction, Intrattenimento, Infotainment e Webtainment.

I pilot in concorso saranno selezionati in base all’originalità dell’idea e della scrittura dalla direzione del Festival e da un Screen Academy, costituita da un gruppo di studenti universitari scelti appositamente per rappresentare una giuria critica nuova e fresca. Tra tutti i pilot, il migliore verrà premiato con un biglietto di sola andata per la messa  in onda su un network nazionale ed eventualmente supportato da una produzione professionale. Il compito di scegliere il pilot vincitore spetterà ad una Giuria di qualità composta da esperti e dirigenti del settore televisivo e multimediale come Arianna Dell’Arti, Duccio Forzano, Riccardo Recchia, Laura Corbetta e Leo Zani. Per partecipare e sperare di essere selezionati, basta inviare dei video girati esclusivamente in digitale della durata massima di 24 minuti e inviarli alla direzione del Festival, entro il 20 luglio.




22
dicembre

INTERVISTA A LAURA CORBETTA AD DI YAM 112003: LORY DEL SANTO CONDUTTRICE E’ STATA UNA SCOMMESSA VINTA

Laura Corbetta

E’ una delle più attive realtà operanti nel settore dei new media. Brand entertainment, web tv, siti internet e produzione televisiva sono il core business di Yam 112003 sin dalla nascita, avvenuta nel 2004. Una realtà che tenta di obbedire a due soli diktat: creatività e alto livello di professionalità. Per saperne di più sull’azienda e sulle ultime produzioni televisive (Focus 1 e Missione Seduzione) abbiamo incontrato Laura Corbetta, un passato decennale a Mediaset all’interno dell’area marketing e un presente in Yam da amministratore delegato.

Laura, cosa distingue Yam 112003 da altre case di produzione?

Si comincia con una domanda difficile… Allora Yam 112003 nasce da una compagine societaria con alle spalle una lunga militanza all’interno del mondo della produzione e del marketing televisivo e della comunicazione. Un saper fare che a metà nel 2004 era molto evoluto rispetto al mercato dei media e che abbiamo deciso di portare nel mondo del digital applicando degli standard consolidati ad un mercato nuovo. Nello scenario competitivo ci siamo posti sin da subito come una società dotata di grosse competenze interne e un alto standard qualitativo.

Yam 1120003 è nata come società indipendente poi la maggioranza è passata ad Endemol, come mai si è optato per tale soluzione?

La società è stata fondata in un momento in cui il mercato del digital era un po’ agli albori. Ciò comportava una grossa difficoltà a trovare dei riferimenti e delle prospettive di business più consistenti e significative. C’erano entusiasmo e potenzialità ma la concretezza reale era ancora in divenire. Contemporanemente avveniva che le grandi case di produzione stavano compiendo processi di verticalizzazione sull’area digital con strutture dedicate, uno su tutti il caso di Neonetwork e Magnolia. L’opportunità di entrare a far parte di un grande gruppo ci è sembrata, dunque, molto significativa anche perché l’altra caratteristica di Yam è di posizionarsi nella creatività. Noi non siamo dei tecnologici, mentre per tanti anni questo mercato è stato cavalcato da chi sapeva fare la tecnologia, e poi facendo ideazione e produzione di contenuti originali era difficile veicolare solo il contenuto.

In termini pratici come sono i rapporti con la casa madre?

Di assoluta fiducia e di grande autonomia, c’è molta collaborazione su alcuni progetti e clienti. La garanzia che può offrire l’avere alle spalle un grande gruppo internazionale è un plus che Yam avrebbe acquistato solo dopo molti anni.


9
maggio

PERCHE’ A MEDIASET SONO COSI’ LIBERI CON I BONOLIS E I POMERIGGI E CON I TELEFILM SONO MORALISTI? AL TELEFILM FESTIVAL SI DISCUTE DELLA CRISI DEI TELEFILM SULLE GENERALISTE

Telefilm Festival - Buscaglia-Freccero-Grasso-Leonardi

E’ già finita la Golden Age dei telefilm in Italia? Se lo chiedevano ieri Giorgio Buscaglia (Responsabile Programmazione Cinema e Fiction RaiDue), Laura Corbetta (Amministratore Delegato YAM112003), Carlo Freccero (Direttore Rai4), Marco Leonardi (Direttore contenuti Mediaset Premium), Carlo Panzeri (Vice Direttore Rete4), Alberto Rossini (Direttore editoriale Canali televisivi – Digicast spa), Fabrizio Salini (Vice Presidente Fox Channels Italy) e Luca Tiraboschi (Direttore Italia 1), ospiti del dibattito moderato da Aldo Grasso nel corso del Telefilm Festival. Alla base della domanda gli ascolti in calo della produzione telefilmica sulla tv generalista, passati dall’11.09% di share di due anni fa all’attuale 9.81%. La kermesse ha provato ad analizzare, con l’aiuto del CERTA (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano), le ragioni che hanno determinato la flessione negli ascolti. Un calo generalizzato che, però, come la ricerca ha evidenziato, non ha colpito il genere procedural.

A tal proposito, Giorgio Buscaglia non può che ammettere il buon funzionamento dei polizeschi, frutto altresì del lavoro di Cbs che ha deciso di puntare sul genere riscuotendo notevoli successi. “I polizieschi – continua Buscaglia – si concludono in una puntata; il pubblico non ne può più ed è difficile far capire che la serie continua. Lost su Raidue ha perso audience dalla prima puntata della seconda stagione cioè da quando si è scoperto che c’era una botola”. Alle affermazioni di Buscaglia fanno eco quelle di Fabrizio Salini, convinto che il procedural sia un genere capace di catturare più pubblico; ciò malgrado nel caso di Fox e della sua molteplice offerta il problema della supremazia di un genere non si pone. Sullo stesso argomento, Freccero ritiene che il procedural sia un genere da sempre radicato nei gusti del pubblico: “credo che ci sia un consumo stabile della tv generalista di alcuni generi. Tutti questi telefilm della Cbs hanno preso il posto di Derrick”. Chiamato a rispondere, invece, sulla crisi dei telefilm in generale, il guru di Rai4 parla di mancanza di editorialità delle generaliste e, lanciando una frecciatina a Tiraboschi, aggiunge: “Chi vede il telefilm nella generalista è un disgraziato, perchè glielo spostano continuamente. Rabbrividisco con Dr. House, prima su Italia 1, poi su Canale 5, poi ancora su Italia 1. Dicono che ci sia il coordinamento palinsesti, e chi fa tv sa che chi ci lavora è gente che non fa nulla”.

Non coglie la provocazione, però, il direttore di Italia 1 che si limita ad individuare le tre cause alla base della crisi. Queste sono individuabili nel mutuato scenario competitivo (“una volta Italia 1 era la matrice da cui uscivano le grandi serie televisive, oggi i telefilm sono trasmessi da tutti”), nell’usura del prodotto e nel download (“alle generaliste il prodotto arriva per ultimo; inoltre la differenza tra un successo di una serie e l’insuccesso è di circa 400 mila telespettatori, gli stessi - pressapoco – che seguono il telefilm sulle altre piattaforme”) e nella sceneggiatura (“negli ultimi anni non ho visto niente di forte, solo scimmiottamenti”).