Nell’ambito del progetto di ricerca “Web 2.0 ed innovazione: il ruolo dei blog nell’entertainment televisivo“ oggi è la volta del contributo di Roberta Mirra. Salernitana, entra a far parte di Einstein Multimedia nel 2000, come produttore esecutivo, per poi approdare, nel 2006, all’attuale posizione di Head of Format Factory. Proprio il suo ruolo di costante ricerca ed ideazione di nuovi prodotti (da una sua intuizione nasce Taglia e Cuci, dissacrante e originale sitcom in onda su Fox, ndDM) ha fatto di Roberta Mirra l’informant ideale per la ricerca in oggetto. Ecco le sue dichiarazioni.
Roberta, come avviene il processo che va dall’ideazione al lancio di nuove produzioni televisive (fiction incluse) in Einstein Multimedia?
Il processo ideativo non è mai scevro da valutazioni legate al marketing, all’analisi dei palinsesti dei broadcasters a cui ci si indirizza nella successiva fase commerciale. L’ideazione quindi viene “costretta” in argini più o meno ampi dove dovrà tenere conto di alcuni fattori imprescindibili: target della rete, il particolare slot time a cui ci si indirizza, alla capacità di budget, alla conduzione (più strettamente legata alla rete) o cast (nel caso unscripted), all’innovazione e non ultimo alla linea editoriale. L’idea quindi è “al servizio” delle esigenze del possibile committente. E allora si andranno ad analizzare le criticità dei palinsesti e si lavorerà su quelle sia per i prodotti scripted che per gli unscripted (intrattenimento). Non secondario, ma collocabile a pieno titolo all’interno del processo creativo, è l’adattamento di un format straniero (laddove è consentito dal titolare dei diritti) che prevede una serie di interventi sulla struttura e linguaggio televisivo piuttosto che sul packaging (confezione) per renderlo più aderente ai gusti dell’audience locale e del target in particolare. Il lancio è una prerogativa della promozione della rete, il produttore in questo caso ha spesso un ruolo limitrofo. I meccanismi rientrano nell’ambito di una strategia legata e coerente al brand del canale e alle potenzialità del programma. E’ anche vero che in generale l’ideazione originale in Italia è esigua (soprattutto per l’intrattenimento) e che normalmente ci si rivolge al mercato dei format. Se ad esempio un access prime time o un preserale scricchiola si andrà a scandagliare l’estero alla ricerca di un programma di successo, così come è altresì vero che Einstein – ad esempio – solo quest’anno ha prodotto tre puntate pilota di game show (solo uno tratto da un paper format straniero) e un talk show, tutti originali.
Come giudica il livello di innovazione della televisione italiana? E nello specifico il livello di innovazione in Einstein Multimedia?
Direi che il livello di innovazione in Italia è estremamente basso anche a causa dell’assetto del sistema televisivo italiano che vede uno strapotere degli editori a loro volta legati a logiche pubblicitarie che non tengono conto del necessario rischio che l’innovazione implica in ogni ambito la si sperimenti. I produttori dal canto loro non sono nelle condizioni di imporre delle idee fuori dalle regole succitate come ad esempio accade in Olanda (dove i ruoli sono quasi invertiti): non a caso il Paese più creativo in termini di produzione e distribuzione di format televisivi. Einstein, in questa cornice, si pone in termini antitetici ma per una obiettiva posizione di “debolezza” in un mercato controllato da grossi gruppi internazionali. Einstein è l’unica società di produzione, tra le maggiori in Italia, totalmente indipendente. I competitors come Endemol, Grundy, Zodiak (Magnolia) hanno un catalogo format piuttosto esteso e trasversale a più paesi, per l’appunto. Einstein di converso possiede un catalogo composto per l’80% da idee originali (molte di queste trasformate in numeri zero, alcune andate in onda) e solo un 20% di format stranieri. L’innovazione quindi nelle idee originali rappresenta per Einstein un segno distintivo molto apprezzato da quegli interlocutori che hanno possibilità e capacità di rischiare fuori dalle logiche di ‘garanzia’.