TG/Informazione


24
luglio

UNOMATTINA ESTATE, MENTANA RACCONTA LA TELEFONATA DI BERLUSCONI DOPO LA NOMINA AL TG DI LA7: MI HA DETTO CHE LA DOVEVO A LUI (VIDEO)

Uno Mattina Estate, Enrico Mentana

 

A quanto pare niente “ghe pensi mi”, almeno per questa volta. Enrico Mentana ne è certo, e ci fa pure una bella risata sopra: con il suo nuovo incarico giornalistico Berlusconi non c’entra niente. Il neo direttore del tg di La7 ha sgomberato il campo dai rumors attraverso una battuta pronunciata ieri a Unomattina Estate, programma di cui era ospite. Incalzato dalle domande del conduttore Pierluigi Diaco, Mitraglietta ha svelato un aneddoto sulla sua nomina e sulle rituali telefonate di complimenti che la hanno seguita. Tra i tanti a contattarlo anche il premier Berlusconi, che si sarebbe attribuito il merito del colpaccio. Diavolo d’un Silvio, voleva far credere a Mentana di essere stato lui a piazzarlo sulla poltroncina di direttore del tg di La7, anche se- ha assicurato il giornalista- “sapevo che non era così”.

La chicca di Chicco è saltata fuori quasi casualmente, durante uno scambio di battute tra il conduttore di Unomattina Estate e lo stesso Mentana. Pierluigi Diaco ha così domandato a Mitraglietta se dopo la sua nomina a La7 avesse ricevuto le telefonate di complimenti da Pierluigi Bersani e Silvio Belusconi. E il giornalista: “Sì, da entrambi”. A quel punto Diaco ha rilanciato:”Ti ha fatto piacere quella del predisidente Berlusconi?”. E Mentana, che lì per lì sembrava quasi imbarazzato, ha svelato: “Berlusconi lo conosciamo come è fatto, praticamente ha detto che era stato lui anche se sapevo che non era così”.

Il direttore del tg di La7 non ha dubbi, dietro la sua nomina non c’è il Cavaliere. Anche se, a dire il vero, solo qualche settimana fa si vociferava che il nuovo incarico di Mentana fosse stato approvato, se non addirittura voluto, dallo stesso Berlusconi. A riportare l’indiscrezione era stato anche l’informatissimo Roberto D’Agostino, dalle pagine del suo sito. Il centrodestra, sembra di capire, da tempo teneva d’occhio il Mitraglia e cercava di indirizzarlo dove meglio potesse mettere a frutto le sue doti di “giornalista equilibrato”. A un certo punto si parlava pure di un Mentana al TG3 come sgambetto del Cav. al giornalismo militante di TeleKabul. Poi è andata diversamente, lo sappiamo. Ma stupisce comunque che oggi Chicco, quando racconta la telefonata in Berlusconi si sarebbe attribuito i meriti nella sua nomina, se la rida come se avesse appena raccontato la barzelletta del secolo.




15
luglio

ANNOZERO, SANTORO SCRIVE A MASI E MINACCIA: BASTA RINVIARE O FARO’ VALERE I MIEI DIRITTI

Michele Santoro

Alla faccia della tintarella, stavolta Michele Santoro è proprio nero. A provocare l’inquietante mutazione, però, non sono state le ore trascorse al sole nella sua modesta villona sulla costiera amalfitana, ma l’ennesimo sgambetto da parte di quel guastafeste di Mauro Masi. Ieri, nel corso di un atteso Cda, il Direttore Generale della Rai ha nuovamente rinviato la decisione sul futuro di Annozero, promettendo di sbloccare la questione solo tra una settimana. Ecco come rovinare le vacanze del povero Santoro. A quel punto, l’arcangelo della libera informazione non ci ha più visto e, prese carta a e penna, ha scritto una bella letterina dai toni infuocati al “caro direttore” e agli alti dirigenti della tv pubblica. Michele è tornato a resistere, a battere i pugni perché la sua trasmissione riprenda a settembre. Costi quel che costi.

Non c’è più spazio per rinvii e ambiguità. E non c’è più tempo per trovare alcun accordo tra noi che non preveda la messa in onda di Annozero”. Nella lettera scritta ieri a Mauro Masi, Santoro prende la scure dalla parte del manico e lancia il suo ultimatum, mettendo nuovamente il DG con le spalle al muro. “Oggi sono costretto a constatare che non si è ottenuto il risultato sperato: individuare soluzioni che appaiano e siano dalla parte del pubblico” scrive il giornalista, che poi aggiunge “Annozero, perfino da chi esprime nei suoi confronti critiche violente, è considerato un elemento assai importante del panorama informativo italiano. Il clamore suscitato dalla eventualità di una sua soppressione (…) ha dimostrato inequivocabilmente che un pubblico enorme non vuole rinunciare ad uno dei suoi appuntamenti preferiti”. Guai a chi tocca il mio programma, tuona Santoro.

Ma è nella parte conclusiva della lettera che il conduttore di Annozero dà il meglio di sé, trovando espressioni che suonano quasi come una minaccia. “La mancata messa in onda del programma sarebbe un grave danno per il servizio pubblico e mi costringerebbe ad impiegare tutte le energie per difendere  diritti miei, dei miei collaboratori e degli spettatori”. Hai capito Santoro? Avvertendo il rischio che il suo talk non vada in onda, minaccia tra le righe di rivolgersi nuovamente alla magistratura per risolvere la faccenda. Ancora una volta la tv che punta il dito contro le ingerenze della politica nel servizio pubblico è pronta a piallare i palinsesti a colpi di sentenze. Michele sembra preferire le toghe ai direttori generali e ai consiglieri d’amministrazione profumatamente pagati anche dai suoi adorati telespettatori. D’altra parte, ognuno ha i suoi gusti.


13
luglio

‘IN ONDA’ UN TRAVAGLIO SHOW SU LA7: VESPA? PIU’ CHE UN GIORNALISTA E’ UN MEZZANO

Marco Travaglio nella puntata di In Onda del 12 Luglio 2010

La cenetta al lume di candela era tra il premier Berlusconi, Gianni Letta, il cardinale Tarciso Bertone, Pierferdinando Casini, Mario Draghi e Cesare Geronzi. Ma a non digerire il conviviale banchetto a casa di Bruno Vespa è stato lui, Marco Travaglio. Così, col peso sullo stomaco, il giornalista non si è sottratto dal commentare con parole taglienti il simposio dei maginifici sette durante la registrazione di “In onda”, il programma di approfondimento di LA7 condotto da Luisella Costamagna e Luca Telese trasmesso ieri sera, 13 luglio. La stilettata più precisa, il brizzolato Marcolino l’ha diretta proprio al Bruno Vespa organizzatore di cene tra potenti:” Vespa un giornalista?  Si fa per dire. Credo che questo sia un compito da mezzani più che da giornalisti”.

A Travaglio non è andata giù l’idea che il conduttore di Porta a porta, invece di fare l’integerrimo cane da guardia del potere, abbia invitato a tavola i pezzi da novanta del Paese e, tra una minestrina e un bicchiere di lambrusco, abbia fatto da levatrice all’eventuale nascita di nuovi accordi politici e strategie di governo. “Non credo che a un giornalista possa mai venire in mente di invitare il Segretario di Stato Vaticano, il Presidente del Consiglio, il Governatore della Banca d’Italia, il più importante assicuratore ed ex banchiere come Cesare Geronzi e due politici che un tempo si amavano (Silvio Berlusconi e Pierferdinando Casini, ndDM), per far riscoccare la scintilla” ha detto Travaglio, il quale ha poi aggiunto:” l’idea che un giornalista debba propiziare un cambio di maggioranza, puntellare un Governo che sta traballando è abbastanza patetica”.

La firma de Il Fatto quotidiano è tornato “In onda” per cantarle a Bruno Vespa, da tempo uno dei suoi bersagli preferiti. Travaglio, anche dal pulpito di Annozero, aveva più volte accusato il conduttore di Porta a porta di nascondere i fatti e di fare un giornalismo asservito al potere. Stavolta l’occasione per fare la predica e rimbrottare Vespa arriva invece dall’incontro organizzato dal giornalista giovedì scorso nella sua casa romana di Trinità dei Monti. “Penso che in altri paesi del mondo un giornalista non si inventerebbe una cena di quel genere” ha concluso Travaglio commentando la notizia.





10
luglio

Tg La7: Mentana arriva e Piroso sloggia. (Forse) 3 milioni di euro la liquidazione

Enrico Mentana al TG La7

C’è un dato certo, quel 4,8% di share che il Tg di La7 diretto da Enrico Mentana ha toccato nell’edizione delle 20, eguagliando il record di Antonello Piroso. Poi ci sono le indiscrezioni, c’è il fantagiornalismo con le sue chiacchere, tutto sommato piacevoli in questo periodo estivo in cui, altrimenti, finiremmo a parlare sempre delle stesse cose, dall’esodo dei vacanzieri al caldone che soffoca le città (sai che notizie). A divulgare i rumors televisivi da tintarella ci ha pensato Dagospia, raccontando come sta cambiando La7 a partire dal suo Tg. Secondo il sito, Piroso avrebbe incassato 3 milioni di euro di liquidazione da Telecom, mentre Mentana starebbe cambiando le cose nella sua redazione, suscitando entusiasmi ma anche qualche piccola resistenza. Non tutti colgono al volo le novità.

La profumatissima liquidazione a Piroso, stando alla cifra emersa dalle indiscrezioni, però ci sembra esagerata, se non improbabile. L’ex direttore in maniche di camicia è un professionista che ha fatto crescere l’informazione di La7, ma suona strano che la parsimoniosa Telecom abbia sborsato addirittura 3 milioni di euro. Inoltre il giornalista, almeno per ora, collaborerà con l’emittente e continuerà anche (Ah)iPiroso, la sua rubrica all’interno di Omnibus. In autunno tornerà anche Niente di personale. In verità non sappiamo quanto realmente Piroso se la sia legata al dito. Da direttore delle news aveva più volte ironizzato sul fatto che lo avrebbero sostituito, ma era più una questione di scaramanzia. Poi, sostituito veramente, se n’era uscito con quella frecciata con cui paragonava se stesso all’innovativa Lady Gaga e Mentana a Madonna.

Chicco’s revolution. Secondo le indiscrezioni di Dagospia, Mentana (che dirigerà tutti gli spazi d’informazione della rete compreso lo sport) starebbe cambiando a sua immagine e somiglianza il Tg. In redazione, racconta il sito, tutti entusiasti: “Viva il direttore, viva il nostro grandissimo direttore!”, gridava Fantozzi in quel film. Eppure sembra che Mentana abbia invitato i suoi a rimanere coi piedi per terra. A Silvia Resta, cronista a cui Piroso censurò un servizio su Spatuzza che non prevedeva contraddittorio, Chicco avrebbe detto:”ricordiamoci che quando faremo un pezzo di mafia sentiremo Ciancimino Jr ma anche Dell’Utri”. Chicco ha poi annunciato di voler ridurre la durata del contratto di solidarietà imposto dall’azienda ai giornalisti e di voler trasferire alcuni colleghi nella redazione di Milano, suscitando alcune resistenze. Enrico “ghe pensi mi” Mentana, insomma, è lanciatissimo.


9
luglio

DDL INTERCETTAZIONI: L’INFORMAZIONE SCIOPERA, ANCHE I TG CADONO NELLA CONTRADDIZIONE DELL’AUTO-BAVAGLIO

Contro il bavaglio, un altro bavaglio: ragazzi che trovata! Eureka, questo sì che è un colpo di genio. Oggi tutti zitti, il mondo dell’informazione tace per protestare contro le norme restrittive previste dal disegno di legge sulle intercettazioni con uno sciopero organizzato dalla Federazione Nazionale della Stampa. Quando il sindacato chiama, lo scioperante risponde di scatto: obbedisco! Anche la tv sarà coinvolta nella protesta e andranno in onda solo notiziari in versione ridotta. Rai e Sky, quindi, non trasmetteranno rubriche di approfondimento giornalistico, nemmeno in forma registrata. Black out totale dell’informazione. Le ragioni della protesta sono condivisibili, ma i modi lasciano perplessi perché mostrano un’evidente contraddizione.

Che senso ha che la stampa protesti contro chi la vuole mettere a tacere auto-imbavagliandosi? In questo modo si fa il gioco della “cricca” e si assecondano quanti, a destra e a sinistra indistintamente, traggono vantaggi dal silenzio. Si grida alla censura, alla dittatura, si avverte un reale pericolo ma alla fine, quando arriva il momento di usare i media per denunciare le imperfezioni di questo ddl, che si fa? Tutti in silenzio, zitti e mosca. E’ il cane che si morde la coda, la sindrome di Tafazzi. L’informazione televisiva, di cui ci occupiamo, è la prima che dovrebbe farsi un esamino di coscienza. Se è vero che l’italiano medio si informa principalmente dai notiziari del piccolo schermo, è una grave mancanza che questi gli impediscano intenzionalmente di sapere cosa accade nel Paese. Poi nessuno venga a lamentarsi di Minzolini, a dirci che in Italia non c’è abbastanza libertà di parola.

Allo sciopero silenzioso e fine a se stesso, ai tg dimezzati e in forma ridotta, preferiremmo altra forme di denuncia più utili e ‘democratiche’. DM, ad esempio, vi ha raccontato l’urlo della Gabanelli in diretta tv. La conduttrice di Report, a chiusura di una puntata, aveva lanciato un personale allarme contro le norme della ‘legge bavaglio’ che avrebbero danneggiato la tv-realtà con le sue inchieste. Sempre meglio che stare zitti, imbavagliati dal sindacato. Skytg24 aveva listato a lutto lo schermo in segno di protesta, e anche Federica Sciarelli di Chi l’ha visto aveva detto la sua sull’argomento.





8
luglio

RAI, IL CDA RINVIA SU ANNOZERO. MASI VUOLE INCONTRARE SANTORO, E LUI: STO ANDANDO IN FERIE

Le vacanze di Santoro, quelle sì, ora possono cominciare. Annozero, invece, non si sa. L’infinito braccio di ferro tra l’arcangelo Michele, paladino e martire della libera informazione, e i dirigenti Rai sembrava ormai risolto un mese fa, quando il Presidente della tv pubblica Garimberti aveva lasciato intendere che il talk sarebbe in ripartito a settembre. Santoro aveva fatto i capricci, si era dichiarato mobbizzato e vittima di un complotto planetario contro di lui, ma alla fine sembrava averla spuntata: in un modo o nell’altro sarebbe ritornato in tv. Ieri però non è arrivato l’ok ufficiale, quello atteso e definitivo, e il Cda ha rinviato di una settimana le decisioni sul futuro di Annozero e di Parla con me, di Serena Dandini.

Povero Santoro, non è giusto farlo stare sulle spine per così tanto tempo. Annozero sì o no? La questione gli sta a cuore e l’attesa snervante potrebbe fargli venire un coccolone, con questo caldo poi… Di certo è evidente che il nodo sia uno dei più intricati per gli alti dirigenti Rai. Il talk di Rai2 fa ascolti da record, ma allo stesso tempo porta in prima serata discussioni che mettono alle strette la politica e prendono volentieri di mira il Presidente del Consiglio Berlusconi. Sempre ieri, sulla vicenda Annozero, il DG Mauro Masi ha detto: “Incontrerò Michele Santoro e spero di definire con lui una soluzione concordata”. Da parte sua, il giornalista ha fatto la prima donna precisando: “Sono un dipendente Rai: se il DG mi convoca e sono in orario di lavoro è ovvio che andrò ad incontrarlo. Sono comunque in partenza per le vacanze, tra poco rischia di non trovarmi”.

Anche Santoro, ogni tanto, scende dalle barricate e si fa le vacanze. E che vacanze. Del resto fare il paladino della libera informazione, una volta alla settimana per due ore e mezza, è sfiancante. Quattro mesi di ferie gli spettano tutti, manco avesse sgobbato come un operaio di Termini Imerese. Due giorni fa il giornalista aveva anche spedito una lettera a Garimberti, scrivendo: “Chi ostacolerà Annozero ne dovrà rispondere. Le chiedo di comunicare al direttore generale che vado in vacanza dopo un anno di duro lavoro e tornerò alla fine di agosto per fare Annozero che andrà in onda a partire dal 23 settembre”.


6
luglio

ENRICO MENTANA AL FULMICOTONE: “NON PARTECIPO ALLA RUBRICA DI SORRISI. PRIMA SI DIRIGEVA UN TG PER MERITI. ORA INVECE C’E’ TOTI…”

Chicco is back. Lo aspettavano tutti al varco Enrico Mentana per il battesimo del nuovo telegiornale di La7 tenutosi lo scorso venerdì (“sarà a regime da settembre”, ha dichiarato). Risultato? Un più che soddisfacente 4.4% di media con picchi del 5.6% nell’edizione delle venti, quella in cui l’ex direttore del Tg5, per intenderci, ha improvvisato un involontario one man show gesticolando in maniera nervosa da dietro le quinte dello studio per assicurarsi che tutto andasse per il meglio.

Nell’attesa che i buoni risultati di ascolto vengano confermati e che si realizzi quello che è il vero intento del direttore - cioè dare “le notizie più importanti in modo agilmente libero” -, mitraglietta – come lo chiamano in tanti - non ha perso tempo e ha subito trovato il modo per scatenare una nuova polemica. Questa volta con un suo collega.

Pietra dello scandalo è il “no” di Mentana alla rubrica di Tv Sorrisi e Canzoni “I Magnifici 8” in cui i direttori dei più importanti telegiornali della tv italiana (i 7 tg delle generaliste nazionali) sono chiamati, ogni settimana, a dare un loro parere su questioni di rilievo. Il motivo del “gran rifiuto” è presto detto, e lo spiega lo stesso neo-direttore dalle pagine del settimanale diretto da Alfonso Signorini:

 “Quella rubrica mi ha sempre fatto un po’ pena. Non voglio partecipare ad una rubrica in cui per farne parte bisogna essere direttori di tg e dove quindi c’e’, per esempio, un Toti. Una volta si diventava direttore di tg per meriti. Oggi invece…”


6
luglio

PATRIZIA D’ADDARIO A DM TV: “IO E LA MIA FAMIGLIA STIAMO PAGANDO PER QUESTA MIA VERITA’. NON ESCLUDO UN IMPEGNO IN POLITICA”

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