TG/Informazione


16
aprile

RAI, POLEMICHE SUGLI ASCOLTI DEL TG1: MINZOLINI TRASCINA SUL RING ANCHE GARIMBERTI

Se va avanti così, questi si menano. Una cosa epica alla Rocky Balboa vs Ivan Drago, con i corridoi di Saxa Rubra come ring. Stavolta l’oggetto del contedere sono i dati d’ascolto del Tg1: da una parte abbiamo il direttore della testata Augusto Minzolini, ultimamente piuttosto rissoso, dall’altra il presidente della Rai Paolo Garimberti. La notizia è che tra i due pesi massimi della tv di Stato ci sia aria di bufera, con repliche e controrepliche, dopo che un consigliere Rai aveva accusato il Tg1 di perdere clamorosamente ascolti. Il giornalista, che certi affronti non li accetta proprio, ha indossato i guantoni. E giù botte. 

In realtà tutto è nato dalla lettura dei giornali, momento che procura comprensibili ansie al direttore Augusto Minzolini. La scintilla è stata un articolo comparso su Repubblica, nel quale il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo rendeva pubblici una serie di dati che documentavano un crollo degli ascolti del Tg nell’edizione delle 20. Auditel a picco: dal 32,79 per cento del 2006 con Riotta, al 32,69 nel 2007, al 29,64 nel 2008 al 28,12 da marzo 2009. E ad aprile lo share sarebbe del 27,5 per cento. Rizzo Nervo, consigliere d’opposizione, ha poi annunciato l’intenzione di sottoporre questi dati al Cda della Rai di lunedì, dichiarandosi preoccupato perché il Tg1 non sarebbe più “un riferimento” per gli italiani.    

Augusto Minzolini, che su certi attacchi ormai ci ha fatto il callo, non ha aspettato a replicare. “È in atto una campagna denigratoria da parte di Nino Rizzo Nervo, che parla male dell’azienda Rai. Io ho contenuto il calo di ascolti proveniente dalla gestione Riotta, pagando il prezzo dello switch off e in presenza dell’aumento dei canali del digitale terrestre. Nonostante tutto, ho avviato un circolo virtuoso aumentando la distanza in termini di ascolto con il Tg5”. In sostanza il direttore ha invitato a rivedere i dati da un’altra prospettiva, forse quella giusta. Poi ha assestato un destro su muso del sinistrorso Rizzo: “è fazioso, un uomo ridicolo”.




16
aprile

EXIT TORNA SU LA7. LA NEOMAMMA ILARIA D’AMICO RIPARTE DALLE INCHIESTE.

Ilaria D'AmicoAvanti con le inchieste, arma a doppio taglio dell’informazione in tv. Sulla scia dei decàni del genere, Riccardo Iacona e Milena Gabanelli, si inserisce anche Ilaria D’Amico con il suo “Exit”, da questa sera in prima serata su La7. Ci prova anche lei. Un ritorno che ha la pretesa di avvenire in grande stile, con otto puntate monografiche che saranno impostate, appunto, sull’inchiesta. Un genere che attira pubblico ma che richiede anche un alto tasso di professionalità perché sia svolto come Dio comanda. La prima puntata sarà dedicata alla TAV, la nuova linea ferroviaria che dovrà collegare Torino a Lione, passando sotto le Alpi. Attualità scottante, insomma.   

Parliamo di un’opera strategica, più costosa del faraonico ponte sullo stretto di Messina, e per questo determinante per il futuro del nostro Paese. Il programma di La7 ha inviato il giornalista Alessandro Sortino in Val di Susa, là dove materialmente dovranno passare i treni ad alta velocità che collegheranno l’Italia commerciale al resto d’Europa. In quelle zone si è concentrata la protesta del popolo No Tav, che si oppone da tempo alla grande opera con manifestazioni, atti dimostrativi e scontri con la polizia. Sortino ha ascoltato e raccolto le loro motivazioni, accanto a quelle dei cittadini che invece vedono la nuova linea ferroviaria come l’unico modo per avviare un processo di ripresa economica, con la speranza che questa possa compensare la fuga delle aziende manufatturiere dal territorio. Due fronti che si scambiano accuse pesanti e che non vogliono indietreggiare di un solo passo dalle loro posizioni.

Muovendo da questo dato d’attualità, la trasmissione arriverà a parlare degli inevitabili risvolti politici della vicenda. Infatti ci sono state le elezioni regionali con la vittoria, in Piemonte, del leghista Roberto Cota e l’irruzione sulla scena del movimento di Beppe Grillo, inaspettato outsider rubavoti. Ilaria D’Amico, dallo studio di La7, avrà il compito di mettere assieme tutti questi tasselli, cercando il contatto diretto con i telespettatori.    

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14
aprile

TG1: TIZIANA FERRARIO CONTRO IL DIRETTORE AUGUSTO MINZOLINI

Non c’è pace per il TG1 di Augusto Minzolini. Dopo l’attacco frontale di Maria Luisa Busi in un’intervista a Repubblica, Tiziana Ferrario, uno dei mezzibusti storici del primo TG Rai e tra i tre “epurati” dalla nuova direzione (nonchè tra i non firmatari della lettera di sostegno al Direttore), ha optato per una lettera sulla bacheca della redazione per esprimere tutto il proprio disappunto sulla linea editoriale adottata e sulle discutibili scelte del Direttore, rivolgendosi direttamente ai colleghi:

“Quello che sta accadendo da mesi in questo giornale, le emarginazioni di molti colleghi, i doppi e tripli incarichi di altri, le ripetute promozioni e le ricompense elargite sotto forma di conduzioni e rubriche sono il frutto di una deregulation che viene da lontano ma che si è ulteriormente inasprita e che a mio parere non promette nulla di buono per il futuro e ci sta portando ad una perdita di credibilità del Tg1.Da mesi siamo sui giornali, sotto pressione non certo per gli scoop che abbiamo messo a segno, perché non vedo scoop da tanto tempo, ma per le aspre polemiche che ci circondano. L’ esperienza del passato mi insegna che è un cattivo segno quando si incomincia a guardare in quale fascia di età stiamo recuperando ascolti, quando è davanti agli occhi di tutti che siamo sempre sotto il 30% di share. Una soglia che una volta temevamo di toccare e vivevamo come una sconfitta.”

Non si è fatta attendere la risposta di Augusto Minzolini, evidentemente uno dei bersagli di questa lettera, che giustifica la scelta di cambiare alcuni volti storici per dare l’opportunità ad altri giornalisti di emergere.





12
aprile

NOTTE CINQUE: BARBARA D’URSO PRONTA DI NUOVO A SPERIMENTARE LA SECONDA SERATA DI CANALE5 A GIUGNO.

Che succede se la D’Urso, dopo mattina, pomeriggio e domenica, finisce pure nella notte di Canale 5? Nasce Notte Cinque. Chi pensava che la “Bislaccosi” avesse raggiunto la sua massima capienza, dovrà ricredersi: a giugno Barbara D’Urso condurrà quattro speciali del nuovo contenitore che potrebbe occupare la seconda serata dell’ammiraglia del Biscione.

Viene così abbattuta una nuova frontiera. Se pensavate che le nostre anticipazioni su un probabile Speciale – Notte Cinque in occasione della fine del GF 10 (poi mai andato in onda) fossero solo uno scherzo, ecco che la nuova forma di infotainment viene a galla. Secondo Il Giornale, infatti, la nostra Bislacca di Cologno dovrebbe condurre quattro pilot di un nuovo programma notturno, che potrebbe andare a colmare l’unico vuoto rimasto nel palinsesto di Canale 5.

Si delinea, così, la probabile nuova seconda serata dell’ammiraglia: dopo le dichiarazioni di Chiambretti che fanno ipotizzare un suo spostamento da Italia 1, ora si aggiunge la D’Urso che andrebbe a completare l’ultima parte del puzzle. E noi ci chiediamo: D’Urso e Chiambretti si alterneranno, o l’una prevarrà sull’altro? Questo non si sa. Quel che sembra certo è che Matrix abbia fatto il suo tempo, ed a quanto pare, potrebbe ridursi ancora o abbandonare Canale 5.


6
aprile

MATRIX: PER LA PRIMA VOLTA PARLA ALBERTO STASI.

Stasera parla lui, il biondino dagli occhi di ghiaccio, schivo e riservato, ma solo fino ad ora. Alberto Stasi ha deciso di comparire davanti alle telecamere di Matrix, su Canale 5, e di raccontarsi per la prima volta dopo la sentenza di assoluzione nel processo che lo vedeva imputato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi.

Il delitto, le accuse, il carcere, le prove, un lungo processo (in aula e sui giornali), il rapporto con Chiara e la nuova vita: Alberto Stasi non è più il ragazzo di poche parole che eravamo abituati a conoscere dalle cronache dei tg e da quelle riprese fatte a tradimento mentre usciva, stremato e a capo chino, da ore di interrogatorio. E’ un fiume in piena capace di parlare per due ore raccontando dettagli personali su alcuni dei momenti più difficili della sua vicenda. “Non si è trattato di celebrare un’altra volta il processo di Garlasco, ma, dopo oltre due anni e mezzo dove si è scritto e detto di tutto, abbiamo trovato giusto dare la parola ad Alberto Stasi per offrire al pubblico a casa la possibilità di farsi un’opinione sulla persona più ‘inseguita’ ma meno disposta a parlare della cronaca italiana” ha spiegato Alessio Vinci, conduttore di Matrix, a margine dell’intervista che andrà in onda quest’oggi, in seconda serata.

La vita di Alberto Stasi ricomincia anche da qui, dal desiderio di raccontarsi con lucidità a quell’opinione pubblica che spesso gli ha puntato il dito contro, emettendo sentenze pesanti come un macigno, capaci di cambiarti la vita prima ancora che sia un tribunale a poterlo fare. “Non temevo la condanna, con la mia coscienza sono sempre stato a posto. Non ho mai avuto nulla di cui rimproverarmi; anche quando sono stato ingiustamente portato in prigione, il giudice ha subito riconosciuto l’errore che era stato commesso. Naturalmente per una persona che viene accusata ingiustamente per così tanto tempo, più di due anni, l’assoluzione è il risultato che si è cercato per tutto il tempo”. Con queste parole Stasi esce da un cono d’ombra che lo avvolgeva da più di due anni. Lo fa sospirando, fissando senza timore l’occhio della telecamera.





6
aprile

IL SINDACATO DEI GIORNALISTI RAI PREPARA LE PROSSIME MOSSE. MINZOLINI E’ SOTTO TIRO

L’Usigrai gioca a scacchi. Muove le pedine, si guarda attorno e prepara la mossa successiva, forse pensa a un ribaltone. Il sindacato dei giornalisti Rai torna all’attacco dopo lo scontro diretto col direttore del Tg1 Augusto Minzolini, accusato di aver “epurato” alcuni conduttori per motivi politici, e le polemiche sulla chiusura pre-elettorale dei programmi di informazione. Però stavolta lo fa in silenzio, elaborando nuove strategie ed addestrando alcuni esponenti sindacali a colpire con forza chiunque venga considerato un nemico della libera informazione. 

La necessità di rinvigorire le sacche di resistenza all’interno della tv di Stato non verrebbe affatto a caso. Secondo indiscrezioni riprese anche dal quotidiano Libero, una parte dell’Usigrai non gradirebbe la linea dell’attuale segretario Carlo Verna, considerata “troppo morbida”. In parole povere: la mitragliata di critiche a Minzolini, le dichiarazioni di fuoco di Maria Luisa Busi a Repubblica, il tentativo di dare una connotazione politica alle decisioni interne alla redazione, avrebbero sortito l’effetto di un semplice petardo più che di una bomba ad orologeria. Troppo poco, ci vogliono le granate!

Secondo l’Usigrai la libertà di stampa è sempre più in pericolo, ed è giunta l’ora della chiamata alle armi. Dal 13 al 17 aprile, a Salsomaggiore, si terrà il congresso del sindacato e potrebbe essere quella l’occasione per preparare l’attacco e nominare un nuovo segretario. Bisognerà fare alla svelta, perché l’agenda politica segnala un appuntamento per il quale i condottieri della stampa libera non potranno farsi trovare impreparati. Entro la fine di aprile il governo potrebbe varare il discusso decreto sulle intercettazioni telefoniche, un provvedimento che è destinato a suscitare aspri scontri, se approvato negli attuali termini.


2
aprile

GHIGLIOTTINA IN RAI: RIMOSSI DAL VIDEO TRE CONDUTTORI DEL TG1. A RISCHIO ANCHE LAMBERTO SPOSINI.

Non solo quella di Carlo Conti. Dicono che al Tg1 abbiano ripristinato la ghigliottina e che il vento post-elettorale abbia portato con sé la necessità di “tagliare” alcune teste. Zac! La voce si è sparsa dopo che Augusto Minzolini, il direttore di Tg più tartassato del momento, ha deciso di rimuovere dal loro incarico di conduttori tre volti di punta dell’informazione targata Rai1: Tiziana Ferrario (tg delle 20), Paolo Di Giannantonio (13.30) e Piero Damosso (in onda al mattino). Al loro posto andranno Francesco Giorgino, Laura Chimenti e Francesca Grimaldi. Apriti cielo: nemmeno il tempo di capirne le motivazioni e il provvedimento aveva già scatenato polemiche e levate di scudi contro Minzolini e la sua linea editoriale.

 La prima a strapparsi le vesti e a parlare di “epurazione” era stata Maria Luisa Busi, storica conduttrice del Tg1, che in una discussa intervista a La Repubblica aveva dichiarato: “C’è un clima insostenibile in redazione. Non c’è più la dialettica tra le varie sensibilità” e ancora “Credo si tratti di una rappresaglia, nessuno aveva mai osato tanto. Siamo un tg schierato, e perdiamo pure ascolti”. L’accusa della Busi è molto precisa: Minzolini avrebbe fatto fuori quei conduttori che nelle scorse settimane non avevano firmato una lettera in suo sostegno, dopo che era stato preso di mira dalle inchieste di Trani (è in corso un’indagine per violazione di segreto d’ufficio) e dall’opinione pubblica per i suoi editoriali ‘filo-governativi’.

La replica del direttore del Tg1 non si è fatta attendere: “Sono stati assunti diciotto precari per dare un segnale di cambiamento e mostrare volti nuovi. Sono decisioni prese da tempo e i documenti, né quelli a favore né quelli contro, non c’entrano assolutamente niente”. Nessuna epurazione, quindi, ma un semplice cambio generazionale. Come prevedibile, in pochi hanno creduto alla versione di Minzolini e i Pasdaran della libertà di stampa hanno nuovamente imbracciato i fucili contro di lui. Puntare, fuoco!


23
marzo

BRUNO VESPA A OGGI: “NON ESISTE PAESE AL MONDO IN CUI VADANO IN ONDA TRASMISSIONI COME ANNOZERO”

da OGGI in edicola domani

BRUNO VESPA A “OGGI”: «NON ESISTE PAESE AL MONDO IN CUI VADANO IN ONDA TRASMISSIONI COME “ANNOZERO”»

 Nello spiegare ai lettori di OGGI, in edicola da domani (anche su www.oggi.it), l’assenza sulla Rai dei talk show politici sospesi dal consiglio di amministrazione dopo la delibera della Commissione di vigilanza, Bruno Vespa afferma: «La decisione, senza precedenti, è gravissima. Meglio i «pollai» denunciati da Berlusconi che il silenzio. Gli spettatori sono adulti e responsabili e hanno diritto a formarsi un’opinione. Ma non saremmo onesti se non la dicessimo tutta. Come hanno dovuto riconoscere i corrispondenti stranieri che ci hanno convocato per studiare questo «caso italiano», non esiste Paese al mondo in cui vadano in onda trasmissioni come “Annozero” che attaccano una sola parte politica.

«Si pagano perciò con una decisione sbagliata ipocrisia e impotenza: il servizio pubblico, ovunque, ha le sue regole. Finché Rai e Autorità di garanzia per le comunicazioni non riusciranno a farle rispettare da tutti, gli eccessi di libertà rischieranno di produrre un’inaccettabile compressione di libertà».

 AMEDEO DI SAVOIA AOSTA A «OGGI»: «FARE PACE IN TV CON EMANUELE FILIBERTO? NON CREDO PROPRIO»

Dall’Egitto, dov’è in vacanza con la moglie Silvia, Amedeo di Savoia Aosta allontana la mano tesagli dal cugino Emanuele Filiberto, che a OGGI aveva detto: «Basta con le polemiche dinastiche. Ho invitato mio cugino Amedeo d’Aosta a “Ciak… si canta” a far pace una volta per tutte».