
markette
15
marzo
PIERO CHIAMBRETTI DAL PROSSIMO AUTUNNO IN PRIMA SERATA?

Piero Chiambretti
L’allungamento di sei serate per il Chiambretti Night, con chiusura il 9 aprile anziché il 19 marzo (pensate, chiusura il 19 marzo!) è notizia di qualche giorno fa, ma per Piero Chiambretti le novità sembrano non finire qui. “Pierino la peste” dalla prossima stagione potrebbe, infatti, approdare in prima serata. La notizia, ancora non confermata ma neppure smentita, lanciata da Maurizio Caverzan rappresenterebbe una nuova sfida in casa Mediaset per Chiambretti e c’è già chi è pronto a parlare di promozione visto il successo del programma.
Sfuggono, in verità, i motivi di una ‘promozione sul campo’. Se infatti il Chiambretti Night è sicuramente un prodotto gradevole e ben confezionato, non si può parlare di successo guardando gli ascolti del programma. Il night show, partito nel 2009 su Italia 1 ed in seguito trasferito su Canale 5, dopo aver cambiato diversi giorni di messa in onda si è assestato, con esito alterno, nelle serate del venerdì e del sabato (nell’ultima puntata di sabato scorso è stato superato, seppur di poco in valori assoluti, dall’Italia Mia di Maurizio Costanzo, programma dai costi certamente imparagonabili).
Risultati in grado di far riflettere i vertici Mediaset decisi forse a sfruttare maggiornamente un personaggio istrionico come Chiambretti e ad archiviare, al tempo stesso (ci sembrano queste le reali ragioni), un format che non rende quanto dovrebbe. Pierino potrebbe quindi approdare in uno show in prime time, in onda su Italia 1 o su Canale 5, che rappresenterebbe una scommessa importante per l’azienda e per lo stesso Chiambretti, abituato sin dai tempi di Chiambretti c’è, alla night line.
Per il conduttore valdostano, ma piemontese d’adozione, sarebbe un ritorno nello slot più prestigioso a distanza di oltre 3 anni dallo sfortunato Festival di Sanremo condotto in coppia con Pippo Baudo. Festival a parte, per trovare Chiambretti in prima serata, dobbiamo tornare indietro al 1999, quando alla domenica, in una Rai 2 diretta da Carlo Freccero, insieme agli ”avvocati” Giampiero Mughini e Aldo Busi, era il padrone di casa dello show Fenomeni.


13
dicembre
INASPETTATE e IMPROVVISE VEN(I)ERAZIONI
Mi è stato chiesto un resoconto dello scambio di… ruoli avvenuto domenica scorsa tra la Venier e la Perego.
Iniziamo dalle “origini”. Per colpa di –> tutto questo, il 22 gennaio scorso Mara Venier è stata elegantemente sfanculata dal direttore di RaiUno.
Le apparizioni televisive della Provoleri sono state quasi esclusivamente delle ospitate sino all’arrivo di MCS & Famiglia!
Per la verità un sincero riavvicinamento del personaggio agli schermi è stato attuato da Piero Chiambretti che ha pensato bene di ”omaggiare” l’epurata di un nuovo siparietto all’interno di Markette : “Markette In“.
E’ stato proprio da questo momento, non si capisce il perchè, che sono iniziati numerosi corteggiamenti per la Venier sino ad arrivare al vero “riscatto” a cui abbiamo assistito domenica scorsa!
L’allegra “brigata” di Buona Domenica, come da copione, sfruttando la negatività del momento, ha pensato bene di resuscitare la vecchia padrona di casa di Domenica In intravedendo la possibilità di estorcerle “interessanti” retroscena sull’accaduto (alias : pettegolezzi degli ambienti RAI) da regalare, poi, ai propri trashtelespettatori.
E così, domenica scorsa, ad aprire la consueta puntata di Cattiva Domenica i telespettatori si sono ritrovati, al posto della Perego, Mara Venier che nella prima parte del programma ha avuto l’ “arduo” compito di far sedere sul divano delle interviste proprio la conduttrice e autrice del contenitore domenicale di Canale5 per poi subire un inversione di ruolo nella seconda parte trasformandosi da intervistatrice ad intervistata.
Chissà se l’idea è quella di un tandem Perego-Venier per il pomeriggio domenicale dell’ammiraglia del biscione.
[Nota di servizio : il compagno e agente della Perego, Lucio Presta, è anche l'agente della Venier]
Progetti futuri a parte, la Venier sarebbe stata destinataria di una proposta tutt’altro che futura. I “corteggiamenti”, infatti, si sono infittiti ancora di più e a contattare la Venier sarebbe stato addirittura il direttore di RaiUno, Fabrizio Del Noce. Pare che quest’ultimo abbia proposto alla Venier e, guarda caso, al Suo primo disepuratore, Piero Chiambretti, la conduzione di un programma nuovo di zecca nientepopodimenoche in prima serata il sabato sera!
Forse, però, Del Noce non ha fatto i conti col contratto che lega Piero Chiambretti a La7 sino al prossimo giugno.
Nel frattempo la Venier gongola!


18
ottobre
ALLA VENIER NON RESTA CHE FAR… MARKETTE!
Il 22 gennaio 2006 è stato il giorno che ha segnato l’inizio di una serie di inconvenienti spiacevoli per l’ex regina della domenica, Mara Venier.
Tutto iniziò per colpa di Antonio Zequila (aka Er Mutanda) e Adriano Pappalardo, protagonisti di questa “elegantissima” sceneggiata…
Dopo una settimana di sospensione, sembrava che la Provoleri (vero nome della Venier) fosse stata perdonata dall’azienda che le aveva riconsegnato lo “scettro” di Domenica In.
Così, però, non è stato e, alla fine della stagione, sono state sbarrate le porte della Rai alla Mara nazionale.
Venuta meno, quest’estate, anche l’ipotesi di rivederla in video su Canale5 dove, secondo rumors, avrebbe dovuto condurre Tutte Le Mattine, la Venier si è ritrovata disoccupata.
L’occasione di un ritorno in video è stata suggerita a Piero Chiambretti, amico di vecchia data dell’epurata, dagli ascolti non trascurabili (picchi del 10% di share) “portati a casa” dal Suo programma con la puntata in cui era ospite proprio la presentatrice.
E così… arruolata a La7!
Dal 10 dicembre prossimo e per tutto il periodo natalizio avremo, dunque, all’interno di Markette un nuovo siparietto : “Markette In“.
Certo, non avremo il belvedere che ci offriva Magda Gomes ma, a giudicare dal titolo, ci sarà da divertirsi!


29
settembre
LA SOAP OPERA DEI PALINSESTI IMPAZZITI
Non ho mai scritto un post che si limitasse a riportare pedissequamente gli scritti di qualche altro autore.
Avete presente, però, quando, leggendo un giornale, un blog o qualsiasi altra fonte di notizie condividi un articolo al punto tale da dire a Te stesso : “Ecco. Esattamente ciò che avrei scritto io“?
Una sensazione grazie alla quale Ti sembra che ciò che stai leggendo sia la materializzazione dei Tuoi pensieri!
Bene! A me è capitato con l’articolo di Aldo Grasso (nella foto) che sto per riportarVi, pubblicato ieri sul Corriere della Sera.
Lungi da me il paragonare i semplici scritti di questo blog ad una penna elegante qual è quella del noto critico televisivo! Ci mancherebbe altro!
Parlo, fondamentalmente, dei contenuti, non della forma e non Vi nascondo che l’aver trovato, nell’articolo di Grasso, delle affinità di interpretazioni e di vedute con quanto ho scritto alcuni giorni fa e con ciò che penso su questa ”scostumata” questione, mi ha inorgoglito un po’!
Oggetto di analisi è l’ormai infinita “soap opera dei palinsesti impazziti”.
Buona Lettura
Un sinistro scricchiolio sta allarmando i custodi del palazzo televisivo. Da dove proviene? Chi l’ha provocato? Lo scricchiolio è causato dalla follia dei palinsesti. Che ormai oscillano come trottole, mappe impazzite. Da tempo, sui giornali, l’inizio della prima serata di Canale 5 e Raiuno è segnalato alle 21. In realtà, non inizia mai prima delle 21.20.
Perché questo inganno? La seconda serata non esiste più, è slittata a mezzanotte. Gli show finiscono all’ una di notte, con buona pace di chi la mattina deve alzarsi. Un telefilm di successo come Dr. House viene brutalmente spostato causando la ribellione dei telespettatori; il programma di Bonolis va in prima serata, poi in seconda, poi viene collocato nella fascia preserale; Reality circus dal lunedì passa alla domenica, dalla domenica al mercoledì: una giostra. Le anomalie non finiscono qui, anzi paiono ben più profonde. Joe Petrosino vince ampiamente la serata di domenica 24 settembre con quasi sei milioni di spettatori, favorito dal clamoroso flop del reality di Canale 5 (3.104.000 spettatori, 16,38% di share, 5/6 punti sotto gli obiettivi della rete). Lunedì 25 Petrosino perde duecentomila spettatori e quasi il 5% di share, andando contro una logica sempre rispettata: ovvero che la seconda puntata di una fiction di successo va meglio della prima, per l’effetto valanga e per l’effetto persistenza, degli spettatori che hanno visto la prima. Ma qui entra in gioco la contro- programmazione de L’Onore e il rispetto, coi suoi 5.656.000 spettatori (22%), già accumulati nelle 4 puntate precedenti. Altri flop da palinsesto. Le quattro serate di Miss Italia, a dimostrazione di come ormai la manifestazione non sia più vissuta come evento. O l’inatteso insuccesso di Luca Barbareschi: Giorni da Leone 2, il seguito di una fiction in onda nel 2002. Allora fece il 20% di share, ma il seguito non funziona. La prima puntata (5 settembre) ha uno share di appena il 12,16 per cento, ridicolo per Raiuno. Tanto che si decide di sfilarla subito per sostituirla con una replica di Bartali.Ma la situazione più clamorosa riguarda Paolo Bonolis. Fattore C, un format così collaudato e sperimentato da sembrare un plagio, floppa clamorosamente in prima serata: domenica 10 settembre supera il 23% di share ma la domenica successiva crolla al 17,61. Spostato nel preserale non fa di meglio, meno del 18% di share.
Programmi dislocati, orari oltraggiati, soppressioni improvvise, sforamenti abituali. Il palinsesto (dal greco palímpsèstos, «raschiato di nuovo», a significare l’originale programmazione trimestrale fatta di tanti fogli sovrapposti) è ormai inattendibile. Rispetto ai corrispettivi francesi (grille) e inglesi (schedule), il termine italiano sottolinea l’incessante lavoro di perfezionamento, ridefinizione, correzione cui è sottoposta la programmazione. Che può essere infatti continuamente rielaborata in rapporto agli obiettivi della rete (proprio come le antiche pergamene venivano continuamente corrette e riutilizzate). Ma la sensazione è che la nostra programmazione venga raschiata ogni giorno, senza sosta, da una mano insensata. Ciò che vediamo sul piccolo schermo corrisponde raramente a ciò che è riportato dalle guide ufficiali.
«Il palinsesto è matematica», sostiene Alba Parietti. Ha ragione. Ma il suo reality sa contare solo fino al 7 (di share). Gli esempi si sprecano, giusto per fornire una sismografia del terremoto in atto. Per Raiuno e Canale 5, come detto, il ritardo è cronico, e francamente anche un po’ ridicolo.
Non va molto meglio sulle altri reti, la litania dello sforamento si ripete. Il telefilm su Raidue e The Oc su Italia 1 iniziano con cinque minuti di ritardo, il film su Retequattro con quindici. Raitre è in orario, e anche La7 non sgarra. Però il programma di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni sfora volentieri. Nel maggio scorso ha ceduto la linea a Gad Lerner solo alle 21.43. Che non l’ha mollata prima delle 24.00. Per la disperazione di Piero Chiambretti, previsto con Markette alle 23.30. Siccome non è un caso isolato, il conduttore ha pensato di ribattezzare il suo programma Uno mattina Markette.
L’altra sera ha bevuto il calice amaro anche Bruno Vespa battuto da Enrico Mentana che aveva in studio Luciano Moggi (Moggi è la variabile impazzita del palinsesto: una volta era chiamato per rispetto adesso per alzare l’audience). Ma Vespa è stato costretto dal film di Raiuno a partire molto tardi. Da cosa dipende questa debolezza intrinseca della tv generalista, questa assurda partita a scacchi che denota mancanza di rispetto nei confronti dello spettatore? Alcuni impazzimenti sono dovuti alle logiche perverse dei palinsesti.Il ritardo della prima serata è stato «inventato» da Striscia la notizia per fare il pieno d’ascolto. Da questo «male» ne discende un altro ancora più grosso. Per non avere concorrenza in quell’ ora topica, Mediaset è stata costretta a riportare Bonolis all’ovile, a peso d’oro. Ma Bonolis è tornato con tutto il clan di Lucio Presta (Paola Perego, Amadeus, Panicucci) imponendo alcuni programmi rivelatisi poi dei fallimenti (Amadeus è già sparito dal video).
Visto che parliamo di clan, la disarticolazione dei palinsesti dipende anche dal fatto che in troppi ci mettono le mani. Ormai personaggi come Lucio Presta, Bibi Ballandi, Lele Mora, Beppe Caschetto contano più dei direttori di rete. Non a caso a dirigere Raiuno c’è Fabrizio Del Noce, un giornalista che non si era mai occupato di programmazione. A dirigere Canale 5 ci sarà Massimo Donelli (tanti auguri!), la cui unica esperienza tv consiste nell’ aver diretto Sorrisi e canzoni (dove spesso si è lamentato dell’infedeltà dei palinsesti!). Qualcuno imputa la follia della programmazione alla crisi imprevista dei reality (difficoltà che coinvolge persino un campione d’ascolti come L’isola dei famosi) o all’esplosione del satellite, di Sky (è il caso di Lost, laserie di culto, che in onda il lunedì regala share record a Fox). Qualcun altro, più addentro, la spiega con la difficoltà delle reti ammiraglie (specie Canale 5) a raggiungere gli obbiettivi promessi agli investitori pubblicitari; di qui gli spostamenti, le protezioni, i traslochi, le cancellazioni apparentemente inspiegabili. Tutto questo mina due meccanismi su cui si fonda, o si dovrebbe fondare, il patto comunicativo della tv: l’abitudine e la fedeltà. Il pubblico è consuetudinario e affezionato ai programmi preferiti. Perché svilire così il palinsesto? Gli orari dei treni non sono sufficienti per garantire a un Paese una rete efficiente di trasporti, ma senza orario i treni non si muovono, e se si muovono creano solo caos.

Alba Parietti, Aldo Grasso, Beppe Caschetto, Bibi Ballandi, Bruno Vespa, Corriere della Sera, Dr House, Enrico Mentana, Fabrizio Del Noce, giorni da leone 2, joe petrosino, L'Onore e il Rispetto, Lele Mora, Lost, luciano moggi, Lucio Presta, markette, Matrix, modifiche, Palinsesti, Paolo Bonolis, Piero Chiambretti, reality circus, Sky, Striscia la Notizia, the o.c.
