E’ bastato un servizio su Striscia, riproposto e arricchito sempre di suoi nuovi “tuffi“, per far diventare Maurizia Paradiso uno degli ospiti televisivi “del momento”. Per la serie “se non hai niente da dire, buttati”. Letteralmente.
La tuffatrice dalle acrobazie fake, “smascherata” dal tg satirico di Antonio Ricci (se proprio ci fosse bisogno di smascherare qualcosa), continua infatti a tuffarsi, come un cagnolino che ripete all’infinito il suo numero di riportare la palla al padrone. Sviene per onorare il suo ruolo di ospite, a Betting Channel su Sky, come a Pomeriggio Cinque, fedele al ruolo di saltimbanco che ha scelto per reinventarsi. Si, perchè adesso che il pubblico è consapevole della finzione che c’è dietro quei tuffi, adesso che nessuno si scomoda a sentirle il polso quando finge di star male (eccezion fatta per Rocco Casalino che ancora non ha ben capito le dinamiche del gioco), adesso che nessuno le crede, non resta che il circo di un numero che fa sorridere, e merita un’ospitata.
I suoi tuffi? Una vera e propria attività, come un lavoro, un hobby, che racconta con una chiarezza disarmante. “Ho iniziato a svenire nel 1992, da Magalli” – dice alla D’Urso, facendo passare gli svenimenti come una forma di protesta contro chi ha paura del suo personaggio, contro quelle produzioni che le impongono di essere quello che non è. Come se ci fosse bisogno di una rivendicazione, l’ennesima, a colpi di cadute. E la rivendicazione non è che un pretesto, per parlare di ex-fidanzate usate come copertura, di una mamma che non ha amore verso sua figlia, di problemi drammatici da risolvere con una battuta che faccia ridere il pubblico e il conduttore di turno. Così la notte passata in ospedale dopo aver mangiato una minestra che si è rivelata essere marijuana bollita – “che è porosa, sembrava d’avere in bocca Maurizio Costanzo” – è soltanto uno degli anneddoti di una vita che si fa cabaret.
Cos’è dunque Maurizia Paradiso se non l’ultimo dei clown che il circo televisivo ha dato in pasto alla platea, in un rapporto fra il personaggio e il mezzo che altro non è che reciproco sfruttamento di strumenti e possibilità? Cosa importa al pubblico di cosa abbia fatto il cagnolino prima di imparare a riportare la palla, o che cosa farà dopo, una volta nella propria cuccia. Ciò che conta è che sappia fare il suo show, guadagnarsi i suoi applausi e dare un senso alla sua presenza di fronte l’occhio delle telecamere. E il senso di un personaggio senza arte nè parte è quello di trovare il pretesto, ogni volta nuovo, per poter giustificare la propria poltrona nei salotti tv, che sia uno scandalo, una storia triste o un finto svenimento su richiesta.
Sia dato merito dunque all’ex conduttrice di Colpo Grosso di aver saputo cavalcare un’onda, senza nemmeno aver avuto bisogno di partecipare a quelle isole e fattorie sulla cui scia in tanti cercano di vivacchiare, come presenze mediatiche troppo spesso inutili e stantie. Le sia dato merito di aver capito il segreto dei clown, che per vivere si dipingono sul volto un sorriso che spesso non c’è. Superfluo accusare la Paradiso di essere ridicola, perchè dietro questo tipo di dinamiche c’è una consapevolezza che non merita giudizi, quella consapevolezza che muove tanti opinionisti o pseudo-tali: la consapevolezza di non aver bisogno di discorsi elevati per esserci, per acquisire il diritto di apparire ed essere per qualche minuto la star del circo.
Poichè evidentemente, per alcuni personaggi che siedono sulla giostra della “tv ad ogni costo“, l’importante è avere qualcosa per cui apparire. Senza doversi nemmeno minimamente porre l’annoso problema di avere qualcosa da dire.
1. emanuele ha scritto:
1 giugno 2009 alle 17:23