Serie TV


6
ottobre

LINO BANFI: “I MARTINI? SONO DEI CASINISTI”, E NONNO LIBERO PONTIFICA SUL MEDICO IN FAMIGLIA

Lino Banfi (Nonno Libero, Un Medico in Famiglia)Se il Medico in Famiglia fosse un disturbo della personalità, sarebbe il borderline: da un lato un super-nonno, Libero, un uomo d’altri tempi tradizionale e tradizionalista come pochi, un patriarca radicato nell’immaginario collettivo della famiglia à la Mulino Bianco quanto un ulivo plurisecolare nella campagna pugliese; dall’altro, il resto della ciurma di suoi consanguinei (e non), il Lele ritrovato e i Martini tutti, che da Mulino Bianco davvero non sono, anzi.

E infatti: “I Martini non sono proprio una bella famiglia”, ha sparato a zero Lino Banfi sul numero di Tv Sorrisi e Canzoni in edicola questa settimana. All’indomani della dura reprimenda papale“Di fronte a famiglie allargate che moltiplicano padri e madri, i ragazzi perdono dei riferimenti precisi per la loro educazione e si sentono orfani, non perché figli senza genitori, ma perché figli che ne hanno troppi, sono le parole di Sua Santità al riguardo -, ci si è messo anche nonno Libero a pontificare su quel che resta della famiglia italiana. Ma almeno ha avuto la buona creanza di farlo partendo dalla sua.

“La famiglia Martini è una famiglia di casinisti, ha tuonato Banfi dalle pagine del giornale diretto da Alfonso Signorini, “E’ sregolata. Sul nonno per esempio sono cadute troppe responsabilità, con un padre assente per dieci anni”. Di qui, la ragione data al monito di papa Ratzinger: “Le famiglie allargate rovinano la vita di molti bambini. Io sono per la famiglia unica. Non a caso sono sposato da 47 anni e mezzo”. Un santino da Family Day. Curioso, però, che se ne sia accorto solo oggi che nonno Libero è sempre più affaccendato a riassettare la sua masseria lontano dalle telecamere della fiction, non trovate? Possibile che, proprio ora che il medico è tornato in famiglia e che lui, il nonno, uscirà di scena, i ‘disgrazieti’ Martini siano diventati un cattivo esempio? Che ci sia dietro tutta una questione di interesse personale?




5
ottobre

FLASH FORWARD: E SE POTESSI VEDERE IL TUO FUTURO PER 2 MINUTI E 17 SECONDI? L’EREDE DI LOST DEBUTTA STASERA SU FOX

Flash-forward

E se un giorno il mondo intero si fermasse per 2 minuti e 17 secondi? E se in quegli attimi tutti vedessero il loro futuro? Questo, il misterioso e affascinante accadimento alla base della nuova serie di fantascienza Flash Floward, in onda su Fox da stasera, alle ore 21. Liberamente ispirato a un romanzo di Robert J. Sawyer (edito in Italia con il titolo Avanti nel tempo) Flash Forward racconta il pre e il post di un blackout della durata di 2 minuti e 17 secondi, in cui l’intera umanità ha una visione degli stessi 137 secondi spostati in avanti nel tempo al 29 aprile del 2010. Al termine del flash forward 7 miliardi di individui cercheranno di scoprire, talvolta cambiare, cosa è successo nel loro futuro.

D’ora in poi la domanda sarà una sola: Tu cosa hai visto? E ciò che ha visto l’agente FBI Mark Benford, interpretato da Joseph Fiennes, potrebbe essere la chiave per spiegare il criptico fenomeno. Sarà proprio lui il protagonista della serie che ci guiderà alla scoperta dell’intrigante mistero. Al momento dell’incidente Mark era con il collega Demetri (John Cho) all’inseguimento di un gruppo di presunti terroristi, subito dopo si trova, invece, in un auto rovesciata con il volto cosparso di sangue. Quei 137 secondi gli sono bastati per capire che sua moglie lo lascerà, lui riprenderà a bere, il suo collega rimarrà assassinato e che, soprattutto, sarà lui a condurre le indagini relative al blackout.

Flash Forward arriva sul piccolo schermo italiano a pochi giorni dal debutto sulla Abc. Oltreoceano la serie ha incontrato il favore del pubblico, ben 12,4 milioni di americani hanno seguito la premiére, e della critica che l’ha ribattezzato miglior nuovo drama della stagione. Ma non solo: nell’anno della fine di Lost, Flash Forward si pone l’ambizioso obiettivo di esserne l’erede. A tal proposito nel pilot ci sono alcuni “omaggi” alla serie.


5
ottobre

L’ONORE E IL RISPETTO: MARIA PERRUSI IN LIZZA PER UN POSTO ACCANTO A GABRIEL GARKO NELLA TERZA SERIE

MARIA PERRUSI CON GABRIEL GARKO IN L'ONORE E IL RISPETTO

Ha appena vinto Miss Italia ed è già in corsa per realizzare il suo sogno più grande, quello di diventare un’attrice. No no, “non vi scherziamo”, stiamo parlando di Maria Perrusi, che al concorso di Salsomaggiore si era fatta notare per la sua altezza di un metro e ottantadue, e per una dizione che i detrattori del concorso, dall’auto-dichiarata vena “talent“, avevano usato per screditare proprio le parole di Milly Carlucci, convinta del fatto che il concorso avrebbe premiato la bellezza solo se supportata da una predisposizione al mondo dello spettacolo. Peccato che la statuaria Maria ci aveva messo del suo, inciampando sulla grammatica e sulla sintassi come fossero grosse buche sul percorso che l’hanno portata alla famigerata corona.

E se la prova del suo essere “sgrammaticata” fa bella vista di sè nei cliccatissimi video su youtube (guarda “l’incidente linguistico” dopo il salto), la Perrusi non sembra essere per niente scalfita dalla critiche. D’altra parte che sarà mai quel “mi scherzavano, mi sento un po’ in disagio” (che la consecutio temporum riposi in pace) divenuto un tormentone del web subito dopo la sua elezione? Quando nel futuro si affaccia la possibilità di quell’onore e quel rispetto di cui potrebbe godere nei panni di attrice, è proprio tempo di mettere da parte l’imbarazzo.

E proprio di Onore e Rispetto parliamo quando facciamo riferimento al suo probabile debutto sul piccolo schermo, in quella che è stata la fiction rivelazione di questa stagione, che potrebbe vedere proprio la Miss protagonista della nuova serie, già in fase di scrittura.  “La Perrusi ci ha colpito perché subito dopo aver vinto il titolo di Miss Italia ha dichiarato non solo e non tanto che voleva fare l’attrice, ma che il suo sogno è quello di recitare nella fiction al fianco di Gabriel Garko“, hanno dichiarato a Sorrisi i due produttori della fiction, Teodosio Losito e Patrizia Marrocco.





5
ottobre

SIN TETAS NO HAY PARAISO: FINALMENTE ANCHE IN ITALIA SENZA TETTE NON C’E’ PARADISO

sin tetas no hay paraiso

La prostituzione come viatico per scampare alla povertà materiale, ma non a quella dell’anima; il traffico di droga e la violenza per ottenere un riscatto, che però è solo apparente; l’innocenza perduta, impossibile da riacquistare; tutti questi elementi a intessere un’appassionante storia d’amore tra due giovani. Una passione maledetta da tutto e tutti, quella che trafigge Catalina, ragazza acqua e sapone, di umili origini, e Rafa, per tutti El Duque, narcotrafficante di fama.

Questa volta dobbiamo proprio sbilanciarci. Siamo letteralmente entusiasti. Dopo anni di attesa la versione spagnola di Sin tetas no hay paraiso avrà la sua versione italiana e proprio noi, per primi, avevamo parlato dello scandaloso originale colombiano (clicca quiauspicandone un remake in salsa nostrana, non lesinando critiche all’italico piattume in materia di fiction. Non possiamo, dunque, che accogliere con piacere la notizia rimbalzata dal blog tvblog, e pare confermata da Grundy Italia, società produttrice della serie.  Sì, perchè Sin Tetas è una serie innovativa, tristemente attuale, e capace di “parlare” a target diversi e giovani. In Sin tetas Spagna nulla è bianco e nero: gli opposti non solo si attraggono ma si fondono e confondono. Così il boss della malavita è giovane e attraente, non si sottrae dinanzi a omicidi ed efferatezze ma allo stesso tempo è capace dei più gentili gesti verso la ragazza della porta accanto, la quale, accecata dall’amore, rimarrà immischiata in un “mondo sporco” da cui sarà impossibile uscirne.

Sin tetas, le cui riprese dovrebbero iniziare l’1 febbraio prossimo, vedrà la luce nell’autunno 2010 e sarà composta da 6 puntate (contro le 12 spagnole di 70 minuti, magistralmente prodotte e lanciate dalla stessa Grundy Italia per Telecinco). La serie, a dispetto dell’iniziale interessamento di RaiDue, a quanto pare sempre meno propensa a investire su programmi che svecchino il brand, andrà probabilmente in onda su Canale 5, decisa ad abbracciare il progetto sulla scia del successo del Garko mafioso ne L’Onore e il Rispetto.


3
ottobre

MAD MEN: RAI4 PUNTA ANCORA UNA VOLTA SULLA QUALITA’ DELLA PROGRAMMAZIONE

mad_men

Osannato dalla critica, pluripremiato, innovativo e intelligente. Poteva un telefilm così mancare in quel piccolo gioiellino dell’etere che è Rai4? No, proprio no, Carlo Freccero, guru della televisione, non poteva lasciarselo scappare e così, da stasera, ore 21.10 Mad Men terrà compagnia ai sempre maggiori telespettatori della quarta rete di Mamma Rai. La rete, che in quanto a qualità della programmazione, ha solo da insegnare alle sorelle maggiori, arricchisce così la già nutrita offerta, in tema di serialità americana, con il telefilm fresco vincitore dell’Emmy Awards 2009 (Per conoscere gli altri vincitori clicca qui) come migliore serie drammatica.

Mad Men, infatti, è un telefim, proprio come la rete che lo ospiterà, di nicchia ma che ha saputo richiamare l’attenzione dei media e di un certo tipo di pubblico. La serie di elevata fattura volge un accorato sguardo all’America degli anni ‘60 che affronta con malcenato cinismo e forte disillusione i tanti cambiamenti in atto nella società.

Il tutto viene narrato attraverso gli occhi di un gruppo di rampanti pubblicitari dell’agenzia Sterling Cooper, situata nella Madison Avenue neyorkese. Protagonista indiscusso è Donald Draper (Jon Hamm) direttore creativo dell’agenzia pubblicitaria. La sua vita borghese è perfetta, ma solo in apparenza, perchè Donald nasconde più di uno scheletro nell’armadio; a cominciare dal suo misterioso e ombroso passato.  Per altri dettagli sulla serie clicca qui.

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29
settembre

VARIAZIONI DI PALINSESTO: DR HOUSE NON ZOPPICA MA BALLA PER CANALE 5.

Dr HousePace non trova Dr. House. Nulla a che vedere con l’astinenza da Vicodin o la solita e impossibile diagnosi. Ad agitarlo, questa volta, ci hanno pensato Massimo Donelli e il suo staff, sottoponendolo alla quarta, tra ufficiali e ufficiose, variazione di palinsesto.  Annunciato, in occasione della presentazione dei palinsesti 2009/2010, per il giorno 6 settembre (con un solo episodio per sera); rimandato, con largo anticipo, al 27 dello stesso mese (d’ora in poi le puntate saranno due), per scomparire, poi, dal palinsesto, a pochissime ore dal debutto, rimpiazzato da Titanic. Ora, quando, tutto lasciava presagire che l’appuntamento con la Medical Division più famosa fosse stato posticipato di una settimana, ecco spuntare una nuova  programmazione, rigorosamente last minute, ossia, giovedì 1 ottobre, al posto dell’ “Ale e Franz Show”.

Lo Zelig One Man Show, a sua volta, viene rimandato a domenica 4 ottobre. E proprio la volontà di salvaguardare lo show di Ale e Franz potrebbe essere la ragione dello spostamento, in quanto  il misero 13.23 % di share, registrato all’esordio, sembrerebbe dovuto, più che a manchevolezze dello show, alla fortissima concorrenza di Don Matteo e Anno Zero. Facile che, però, a trarne i maggiori vantaggi sia, Santoro permettendo, il claudicante dottore. Ci eravamo già espressi peraltro, in passato, sull’opportunità, per House, di andare a coprire uno slot infrasettimanale, meno penalizzante di quello domenicale.

La domenica ci sembrava, e sembra, una serata difficilissima, con il pubblico tipico del telefilm diviso tra NCIS, Sky e l’aperitivo del dì festa, ergo, assolutamente inadatta per curare la brusca emorragia di ascolti del burbero seguace di Ippocrate. Dunque, tra tanti spostamenti, spesso immotivati e deleteri, quello di Dr House sembrerebbe una mossa giusta e beneaugurante. Peccato che il modus sia stato, come sempre accade, in  materia di palinsesti ballerini, deprecabile. Troppi, infatti, i contrordini, i promo che apparivano e sparivano a scatti e improvvisamente;  e come se non bastasse la homepage del sito Mediaset che domenica non riportava lo spostamento ma, anzi, pubblicizzava regolarmente una messa in onda che non sarebbe mai avvenuta.


23
settembre

LA REPUBBLICA E L’AIART CENSURANO RAI4. FRECCERO: BASTA CON LA TV DEI SANTI E DEL PASSATO. PARLIAMO A UN PUBBLICO GIOVANE!

Carlo Freccero (censura)

“Quando i blog di fan di anime giapponesi hanno scoperto che la Rai avrebbe trasmesso due serie televisive in versione fedele all’originale, i commenti rivelavano incredulità. Soprattutto perchè la Rai è considerata una rete ‘vecchia’.

Fu Carlo Freccero, direttore del quarto canale Rai, a pronunciare queste ‘storiche’ parole al festival di Locarno qualche settimana fa.

Rai 4 ha la missione di parlare non tanto a un pubblico ‘giovane’ quanto a un pubblico ‘aggiornato’, composto da adulti di ogni età che in qualche modo conoscano e apprezzino questa tipologia di prodotti … Certo, si tratta un pubblico aggiornato, che viaggia su internet, gira filmati con i cellulari, e interagisce con YouTube. Un pubblico, insomma, che riconosce il consumo dei media come primario”.

Parole che, evidentemente, fecero a tal punto scuotere i buonisti censori del piccolo schermo, da zittire la gioia delle ultime generazioni. E, soprattutto, parole così pesanti da rendere la reazione di quotidiani e associazioni perbeniste altrettanto intensa e spietata.

Certo, in Italia ogni tentativo di miglioria viene stroncato sul nascere, soprattutto quando si tratta di avvicinare la tv pubblica a quanto di più reale ed esistente possa esserci nel mondo degli adolescenti. Un tentativo, quello di Freccero, tanto lodevole e tanto difficile, se si pensa che tutti sono pronti a gridare allo scandalo, ancor prima di vedere un programma-novità in onda. La prima testata a denunciare il ‘direttore eretico’ è Libero, titolando in maniera inquietante «Rai 4 ti conquista col porno», in cui si passano in disamina i brillanti risultati della nuova rete Rai. “Ma come vengono fatti i risultati più inaspettati? Con i film che ormai più nessuna rete trasmette. Quelli vietati, non solo ai 14enni, ma anche ai minori di 18 anni”. E la conclusione sembra non preannunciare nulla di buono, “avvertendo” i lettori dell’arrivo di due inedite serie giapponesi (Code Geass e Gurren Lagann, in partenza questo giovedì in seconda serata), sfornite della cara e vecchia censura.

Ma il colpo più duro arriva da La Repubblica, dove sabato scorso viene pubblicato un articolo dal titolo “La televisione senza Qualità”, in cui Giovanni Valentini attacca aspramente la popolare serie americana Angel, spin-off di ‘Buffy, l’ammazzavampiri’:


22
settembre

INTELLIGENCE: AZIONE E ADRENALINA RIVOLUZIONANO LA SERIALITA’ ITALIANA

Intelligence (Raoul Bova)Oggettive irreali spettacolari, ritmi vorticosi con delle buonissime dinamiche di montaggio, punteggiatura filmica all’insegna di una multimedialità avvolgente. Azione e adrenalina a tutto spiano, anche a costo di infrangere le barriere della verosimiglianza. Intelligence in effetti rispetta tutte le aspettative che ne annunciavano la rivoluzionarietà rispetto al canone seriale italiano, sia per quanto riguarda le dimensioni dell’investimento sia per le modalità narrative.

Taodue si conferma come casa di produzione di avanguardia nell’innovazione del linguaggio televisivo proseguendo nella direzione, già introdotta con Ris, della convergenza nella regia delle dinamiche di interattività dei new media digitali. Nonostante ci siano meno riferimenti diretti alla semiotica del videogame rispetto alle indagini della polizia scientifica, permane comunque un’esperienza immersiva e una velocità di scorrimento che tanto richiama la logica dei più coinvolgenti giochi d’avventura per consolle.

Intrigante il labirinto di false piste in cui è intrappolato il personaggio tragico di Raoul Bova, suggestivo l’intreccio dei segreti, spettacolari ma troppo avvenieristici gli environment dell’azione (troppi loft e palazzi di vetro che ammiccano più ad un paesaggio manhattiano per supereroi Marvel), positiva la scelta di produrre in formato panoramico 16:9.