Politica in TV


20
maggio

BEPPE GRILLO A PORTA A PORTA: POTEVA ANDARGLI MEGLIO. IL LEADER CINQUESTELLE FA IL COMIZIO, VESPA LO INCALZA

Beppe Grillo, Porta a Porta

Voleva stare calmo e non urlare, ma alla fine non ha resistito. Ieri sera a Porta a Porta, Beppe Grillo ha ceduto alla sua indole di capo popolo, e davanti alle telecamere di Rai1 si è lasciato andare ad uno show pre elettorale a prova di debicel. “E’ vero, sono arrabbiato, a volte esagero ma è una rabbia che ha unito in un bel sogno 10 milioni di italiani” ha spiegato il leader del Movimento Cinque Stelle a Bruno Vespa. Tornato in Rai dopo quasi trent’anni d’assenza, su Rai1 il comico genovese giocava in trasferta: e lo si è visto.

Beppe Grillo a Porta a Porta: qui il pubblico è pagato

Dopo un avvio spiazzante, infatti, il portabandiera pentastellato ha dovuto fare i conti con un Bruno Vespa particolarmente in forma, che col sorriso ha premuto il Grilletto e sparato alcune domande ben mirate. “Sono commosso. Torno in Rai dopo tanto tempo, finalmente. Ma questo pubblico qui è tutto pagato” ha detto Grillo all’inizio della puntata, aggirandosi per lo studio di Porta a Porta. In un primo momento sembrava che il comico avesse già in pugno la situazione e che il conduttore fosse stato costretto al ruolo di spalla in quello che pareva un comizio. Impressione avventata: di lì a poco, il faccia a faccia avrebbe preso una piega leggermente diversa.

A sorpresa, infatti, Vespa ha punzecchiato più volte il suo interlocutore, incalzandolo con uno stile vivace ma non aggressivo: una tattica intelligente che in parte ha preso Grillo in contropiede. Il giornalista, in particolare, ha posto domande precise sulle intenzioni post elettorali del Movimento Cinque Stelle e sull’Expo di Milano, che Beppe vorrebbe bloccare. “Cosa fate una volta entrati in Parlamento?” ha rintuzzato il cerimoniere di Porta a Porta. “Non mi interessa, intanto bisogna togliere di mezzo la spazzatura” è stata la risposta categorica ma non del tutto esaustiva.




8
aprile

PAR CONDICIO, COLPACCIO DI RAI3: 9 PROGRAMMI SU 14 AUTORIZZATI A PARLARE DI POLITICA SONO DELLA RETE DI ANDREA VIANELLO. C’E’ ANCHE IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO

Fabio Fazio

Ora non ci sono più scuse: siamo in par condicio a tutti gli effetti. Il periodo di garanzia in vista delle prossime Elezioni europee era scattato il 18 marzo scorso, ma di fatto le disposizioni sono entrare in vigore solo pochi giorni fa, il 2 aprile per l’esattezza, dopo la pubblicazione dei Regolamenti sulla Gazzetta Ufficiale. Così, sono diventate operative le regole che garantiranno una parità di trattamento mediatica alle forze politiche coinvolte nella consultazione del prossimo 25 maggio.

Dopo la presentazione delle candidature, gli spazi delle tribune elettorali saranno ripartiti tra le liste dei candidati che interessano almeno un quarto degli elettori. Norme altrettanto precise riguarderanno i tg ed i programmi d’approfondimento. Nel regolamento approvato dalla Vigilanza Rai si legge che tutti dovranno uniformarsi ai criteri del pluralismo, della completezza, della imparzialità, dell’obiettività e – novità di quest’anno – dell’equilibrata rappresentanza di genere. Alcune regole sono in comune con l’Agcom, che controllerà i privati nazionali.

Per il servizio pubblico, tuttavia, ci saranno più vincoli. I direttori responsabili dei programmi Rai dovranno infatti controllare anche i contributi filmati, la composizione e il comportamento del pubblico in studio, nonché la ricostruzione delle vicende narrate, garantendo un “contraddittorio in condizioni di effettiva parità“. Nel periodo di garanzia, saranno 14 i programmi del servizio pubblico autorizzati ad ospitare i politici e, tra questi, nove sono di Rai3. Un bel colpo per la rete di Andrea Vianello.

Par condicio: i programmi Rai che ospiteranno politici

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24
agosto

PAOLO DEL DEBBIO APRE LA STAGIONE TV 2013/2014. QUINTA COLONNA IL QUOTIDIANO RIPARTE LUNEDI 26 AGOSTO

Paolo Del Debbio - Quinta Colonna

Paolo Del Debbio - Quinta Colonna

Dal lunedi prossimo, 26 agosto, su Retequattro, al via la nuova stagione dell’access prime-time targato Videonews, Quinta Colonna, il Quotidiano. Ogni giorno, sabato e domenica esclusi, dalle ore 20.30 alle 21.15, Paolo Del Debbio si concentra sui temi politico-economici del giorno, in attesa dell’appuntamento settimanale in prima serata con “Quinta Colonna”, previsto dal 9 settembre, ogni lunedì, da Roma.

«Siamo stati i primi a sostituire la chiacchiera fra politici, abituati a essere riveriti e sempre più lontani dalla gente, con un dibattito fra parlamentari e una piazza poco ossequiosa. Sono convinto che i politici siano mongolfiere da zavorrare. Quello è il mio compito» afferma il conduttore.

Col medesimo obiettivo – abbandonare salotti e politica di Palazzo – Paolo Del Debbio porterà i politici nei luoghi dove sono nati e cresciuti, nel collegio dove si sono formati politicamente, per un confronto diretto con i cittadini. Far parlare la gente comune: “Quinta Colonna, il Quotidiano” non cambia quindi la formula. Al centro del programma, la più stretta attualità, con gli inviati Videonews sul territorio, ed esperti e politici in studio pronti al dibattito.





12
luglio

ANDREA VIANELLO: SU RAI 3 MEMORIA, LEGALITA’ E CULTURA. NON CI SONO APPARTENENZE POLITICHE

Andrea Vianello

Il direttore Andrea Vianello ha messo in piedi per la sua Rai 3 un palinsesto autunnale di prima serata ed uno di daytime e seconda serata che spiccano nel panorama generale, ma questo non lo ha preservato dalla critiche. La prima è stata quella sollevata per la non programmazione di Blu Notte, alla quale Vianello risponde oggi dalla pagine del Corriere affermando che ha incontrato Carlo Lucarelli: “abbiamo riflettutto sulla necessità di un format innovativo. Non siamo riusciti per l’autunno 2013. Confido che chiuderemo un accordo con la casa di produzione del suo programma“.

Ma ci sono chiarimenti anche per altri, in particolare per il capogruppo PdL in Vigilanza Rai, Renato Brunetta, che ha presentato degli esposti per mancato pluralismo nei confronti di Che tempo che fa, In mezz’ora e Ballarò. Vianello, che rimanda la replica ufficiale alle sedi istituzionali, si rivolge a Brunetta in quanto critico televisivo de Il Foglio.

“Parliamo di alcuni tra i migliori professionisti Rai, che garantiscono eccellenti ascolti e producono fatti e notizie.[...] Quelle in questione sono trasmissioni che seguono la priorità delle notizie, non tribune politiche.[...] E poi basta accendere Rai3 dalle 8 del mattino fino a notte. Si troveranno ospiti di tutti i colori politici, basta guardare.[...] Non ci sono pericolosi sovversivi né esponenti di partito… Non ci sono appartenenze.”

Insomma, le critiche vengono rispedite al mittente. Vianello preferisce spendere le energie lavorando sul nuovo percorso della rete che dirige, che d’ora in poi sarà incentrato su tre concetti fondamentali: la memoria, con serate evento come quella su John Kennedy; la legalità, con una particolare attenzione per i processi di mafia che lui stesso ha seguito tempo fa da inviato; e infine la cultura, in nome della quale spera di riallacciare il rapporto con gli intellettuali. E in questo senso si muove la grande scommessa dell’autunno di Rai 3, Masterpiece.


28
giugno

BRUNETTA, ESPOSTO ALL’AGCOM CONTRO I PROGRAMMI DI FAZIO E ANNUNZIATA: VIOLATI PLURALISMO E PAR CONDICIO

Renato Brunetta

Politica e tv sono due poli che non si capisce se siano positivi o negativi: si attraggono e si respingono allo stesso tempo, portando conseguenze. Le ultime sono gli esposti che il presidente dei deputati del Pdl, Renato Brunetta, ha presentato all’Agcom, l’Autorità garante per le comunicazioni, nei confronti di Fabio Fazio e Lucia Annunziata. Esposti che arrivano dopo delle interrogazioni già presentate in commissione sul medesimo tema.

Brunetta, che ha evidentemente preso sul serio il suo ruolo di guida della delegazione del Popolo della Libertà in Commissione di Vigilanza Rai, ha cominciato dunque a fare le pulci ai programmi che maggiormente si occupano di politica, in particolare quelli che virano a sinistra per definizione. Ecco dunque che, come leggiamo sul Corriere, In mezz’ora avrebbe violato la par condicio perché su 29 puntate “ben 14 hanno ospitato appartenenti al Pd e solo 2 il segretario del Pdl Angelino Alfano”. Brunetta afferma altresì che Che tempo che fa avrebbe violato il pluralismo visto che su 60 puntate “sono stati ospitati ben 20 del Pd” mentre del centrodestra solo 4.

I due programmi sarebbero dunque sfacciatamente di parte, il che ha spinto Brunetta a procedere. Ma l’economista e personaggio politico veneto ha anche altre questioni irrisolte, quantomeno nei confronti dell’Annunziata che, in qualità di direttore dell’Huffington Post, lo avrebbe definito in un titolo Il killer dei mercati, passo falso e incomprensibile per il quale è stata da lui bocciata in economia e bocciata in giornalismo.





2
giugno

BEPPE GRILLO: ANDREMO IN TV, VOGLIAMO LA PRESIDENZA DELLA RAI

Beppe Grillo

Il richiamo della tv nell’Italia di oggi è irresistibile. Che tu voglia cantare, ballare, cucinare, fare politica, vendere il tuo libro, far conoscere la tua ricerca che salverà il mondo o anche solo urlare ai quattro venti il tuo dissenso nei confronti del sistema, anche e soprattutto televisivo, non potrai restare a lungo lontano dal tubo catodico. Ti tocca, c’è poco da fare. E, a quanto pare, a breve toccherà anche al Movimento 5 Stelle.

I grillini, finora invitati a tenersi ben lontani dagli schermi televisivi, stanno prendendo in considerazione l’ipotesi di visitare i già affollati salotti dei talk show e programmi politici, stando a quanto dichiarato dal leader Beppe Grillo in occasione di un comizio a Mascalucia, Catania.

In tv ci andremo con le nostre persone più accorte che spiegheranno tutto quanto stiamo facendo”

E se ne dovrebbero vedere delle belle, tenuto conto che Grillo dal suo blog lancia attacchi alla Rai, “un pozzo senza fondo che nel solo 2012 ha perso 200 milioni di euro e soprattutto ai suoi giornalisti, “che dovranno in futuro rendere conto della loro omertà, dei loro attacchi telecomandati, dei loro silenzi. Sono responsabili più dei loro padroni, di chi li ha assunti, di chi gli telefona (ma sovente non è neppure necessario) per dettargli palinsesto, contenuti e persino le parole e le pause. Non ci sono più le veline, si è passati direttamente alla dettatura“.


22
maggio

REPORT: MILENA GABANELLI DA’ APPUNTAMENTO A SETTEMBRE (AL LUNEDI) E SCAVA NEL M5S. LA TRASMISSIONE E’ FINITA, LA POLEMICA CONTINUA

Milena Gabanelli

Milena Gabanelli

Domenica 19 maggio Report ha salutato i telespettatori dando appuntamento a fine settembre e comunicando lo spostamento dalla domenica al lunedì. Ma prima di farlo ha sollevato l’ultimo vespaio: Milena Gabanelli ha messo al centro del mirino il M5S che solo pochi mesi fa l’ha candidata a presidente della Repubblica e, ora, sul forum del sito ufficiale dei “grillini”, la accusa di “essere stata richiamata all’ordine dal padrone PD-L”, definendola ingrata, traditrice e… altri aggettivi poco lusinghieri!

Il motivo? Semplice. La giornalista si è chiesta in che modo sia finanziato il partito che fa capo a Beppe Grillo e quanto frutta, in termini di donazioni e pubblicità, il blog ufficiale. E l’ha fatto nell’ambito di un discorso più ampio, quello del finanziamento ai partiti, ormai all’ordine del giorno proprio perché il M5S ci ha fondato sopra gran parte della propria campagna elettorale. L’ex inviata di guerra, che in trincea un po’ ci è rimasta, viste le numerose polemiche che il suo programma scatena e in cui puntualmente rimane coinvolto, ha anche mostrato con l’ausilio di un lungo montaggio l’excursus di Grillo da distruttore materiale di pc e detrattore della rete a fondatore di un partito consolidatosi proprio sul web. Cambiamento, questo, che il comico di Genova ha pubblicamente ammesso già da tempo.

Lo staff di comunicazione del M5S ora invita i propri parlamentari a rilasciare interviste solo nella stanza del gruppo e dopo averli avvisati, per evitare cronisti “inaffidabili”. Ma, visto il clamore suscitato, non può fare a meno di rispondere alle domande sollevate da Report, affermando in una nota che il blog non ha mai utilizzato fondi pubblici e che nel 2011 il passivo di 57.800 euro è stato totalmente a carico della Casaleggio Associati, curatrice appunto del blog. Non solo. Visto il colpo di fioretto inferto dalla Gabanelli (“con tre milioni di disoccupati smettetela di parlare dei vostri scontrini e il vostro 25% di voti tiri fuori le idee che ha”), ora il M5S consegnerà alla redazione di Report la raccolta completa di tutte le attività parlamentari svolte. Intanto il blog dice la sua con minor diplomazia:


11
maggio

LA GUERRA DEI VENT’ANNI, RUBY ULTIMO ATTO – SI ENTRA NELLA SALA DEL BUNGA BUNGA IN PRIMA SERATA SU CANALE 5

Sala Bunga Bunga

Sala Bunga Bunga

La guerra dei vent’anni. Leggendo la programmazione della prima serata domenicale di Canale 5, si penserebbe all’ennesimo film epico schierato contro l’invincibile corazzata della famiglia Martini. Se poi però si abbassano gli occhi, e si presta attenzione al sottotitolo, Ruby ultimo atto, ci si accorge subito che c’è qualcosa che non va. Ebbene sì, la Ruby in questione è proprio la famosa rubacuori al centro delle beghe giudiziarie di Silvio Berlusconi.

Mentre lunedì ricomincerà il processo in aula, la sera prima, su Canale 5 alle 21.10, andrà uno speciale che appare un’autodifesa del cavaliere che parlerà delle famose cene di Arcore.

Alle cene non poteva succedere nulla che potesse essere definito scorretto e imbarazzante. C’era un grande tavolo, io attiravo l’attenzione di tutti, si parlava di calcio, di politica, di tutto. A nessuno mai fu chiesto di lasciare il telefonino, tutti potevano fotografe o raccontare perché non c’era alcunché di non raccontabile.  Io non ho niente da nascondere…”.

Per la prima volta il pubblico potrà vedere la sala delle cene e la taverna su cui tanto si è fantasticato, quella del Bunga Bunga. Ascoltare le registrazioni originali delle testimonianze rese ai giudici nell’aula del tribunale del processo Ruby. Rivivere minuto per minuto la notte del fermo in Questura di Karima El Mahroug attraverso le dichiarazioni in sonoro dei funzionari e dei pubblici ministeri in servizio quella sera.