Politica in TV


16
novembre

ALDO BUSI A OTTO E MEZZO: ‘I CINQUE DEL PD MIA MAMMA LI AVREBBE DEFINITI SMORZAUCCELLO’

Aldo Busi

Incandescente, come e più di prima. La ‘scomunica’, a suo tempo, della Rai non ha nemmeno solleticato alcuna ipotesi di autocensura personale. E allora eccolo – mercoledì 14 novembre 2012 – gagliardamente irriverente nel salotto di Lilli Gruber a dire la sua sulla politica e sulla società, bastonando a destra e sinistra. E non è solo un modo di dire. E meno male che erano solo le Otto e mezzo.

Originale la teoria di Aldo Busi: colpevole in caso di mal governo non sarebbero tanto i politici incapaci o corrotti, ma il popolo bue (sic!) che, facendosi ammaliare da promesse stupide, ne ha decretato l’elezione. Per uscire dal teorichese…Berlusconi, secondo l’intellettuale, ha trattato l’Italia come un giochino ma ancor peggio sono i cittadini, che lo scrittore quantifica in 30 milioni, che gli hanno consegnato in mano la Res pubblica.

Il passaggio più divertente e la strigliata più forte la riserva però al Pd, dopo il confronto che Busi dice di aver seguito poco per sopraggiunta noia. Non riesce a trattenersi dal commento piccato sul passaggio più controverso del dibattito a cinque, quello legato alla scelta di un personaggio da inserire nel proprio Pantheon di sinistra; dichiarazioni troppo poco laiche, quelle dei candidati del centrosinistra che hanno destato già parecchia perplessità tra i commentatori. L’Aldo fustigatore del buon costume però ci mette del suo per dare il colpo di grazia:

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3
novembre

RIUSCIRA’ GRILLO A TENERE I SUOI GRILLINI LONTANI DAL PUNTO G?

Beppe Grillo

Federica Salsi va a Ballarò e apriti cielo nel mondo grillino. Nonostante le recenti faville provenienti da una regione così difficile polticamente come la Sicilia, Beppe Grillo non abbassa la guardia nemmeno un minuto e tiene d’occhio ogni singolo movimento degli eletti in quota Cinque Stelle, in vista del Grande Balzo a Roma, come suggello di questi anni di rivoluzione vincente nello scacchiere democratico del Belpaese.

La strigliata alla donna che in questo momento rappresenta i grillini a Palazzo D’Accursio è veemente, avvisaglia decisamente forte per chiunque altro decidesse di non turare i propri lobi dinanzi alle sirene del medium più potente, affascinante e pericoloso. Fuor di metafora Grillo non ha usato giri di parole per dire il suo no ai talk show per i suoi ragazzi semplici ma arrembanti.

”E’ il punto G, quello che ti dà l’orgasmo nei salotti dei talk show. L’atteso quarto d’ora di celebrità di Andy Warhol. A casa gli amici, i parenti applaudono commossi nel condividere l’emozione di un’effimera celebrità, sorridenti, beati della tua giusta e finalmente raggiunta visibilità.”


27
ottobre

BERLUSCONI: TORNO IN CAMPO CONTRO QUESTA BARBARIE. COME LA PRENDERANNO GLI ITALIANI?

Silvio Berlusconi

È durato 48 ore l’assaggio di futuro cui la politica italiana era stata costretta dal ritiro di Silvio Berlusconi. Un ritiro che, da più parti, era stato letto subito come un’uscita di scena obbligata in previsione della sentenza che, rispettando di fatto le attese, ha finito per macchiare ulteriormente l’immagine dell’ex Premier, condannato in primo grado a 4 anni di reclusione per frode fiscale. Così, a sole 24 ore dalla condanna, ecco arrivare quello che potrebbe benissimo essere definito un annuncio ad “orologeria”: Berlusconi torna in campo.

Ad innescare la retromarcia di Berlusconi, stando alle dichiarazioni che l’ex Premier ha reso durante un’infuocata conferenza stampa trasmessa questo pomeriggio da Rete4 e da La7, è stata proprio la sentenza di condanna pronunciata ieri. Berlusconi ha affermato di sentirsi “obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia, e per reagire contro questa barbarie“, pur confermando di non volersi ricandidare alla Presidenza del Consiglio, assicurando che “il Pdl farà le primarie”.

Resta, così, tutto da decifrare il ruolo che Berlusconi si assegnerà per restare nell’agone politico, dando per scontato che una sua ricandidatura come deputato, certamente verrebbe considerata da molti come un tentativo di blindare la sua posizione giudiziaria, dietro l’immunità parlamentare. Ma durante la conferenza stampa tenutasi nella residenza di Villa Gernetto a Lesmo, in Brianza, Berlusconi ha anche attaccato pesantemente “la Germania egemone e poco solidale guidata dalla signora Angela Merkel“.

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14
ottobre

DOMENICA LIVE ALZA I TONI, FORMIGONI A VINCI: “E’ UN COMIZIANTE DA STRAPAZZO E AVRA’ LA SUA BELLA QUERELA”

Domenica Live, lite tra Roberto Formigoni e Alessio Vinci

Chi ha letto le dichiarazioni di Alessio Vinci in settimana – “Da noi ci sono meno risse, si sfocia meno facilmente nella contrapposizione” – e si è sintonizzato oggi su Canale 5, avrà pensato che Domenica Live avesse cambiato orario di messa in onda. Già, perchè nel nuovo salotto pomeridiano di Mediaset, nella puntata di oggi i toni si sono alzati come nella più classica diretta del Grande Fratello, dove a prevalere è chi urla di più.

D’altronde, il tema della prima parte di programma è di quelli che scottano: “Sprecopoli: vergogna senza fine“, dedicato allo scandalo che sta coinvolgendo la regione Lombardia. In collegamento da Milano il governatore indagato Roberto Formigoni, mentre in studio con il conduttore ci sono Paolo Del Debbio, il presidente del Codacons Carlo Rienzi e il giornalista Piero Sansonetti. Il dibattito sembra procedere in maniera anche fin troppo pacata, finché non si finisce a parlare delle presunte vacanze di Formigoni e compagnia a spese di Pierangelo Daccò, l’intermediario d’affari in campo sanitario, già arrestato per il caso del San Raffaele.

Vinci incalza il governatore, chiedendo se andrebbe ancora in vacanza con Daccò; Formigoni glissa, ribadendo che le sue vacanze sono sempre le stesse (15 giorni nel periodo estivo e 7 in quello invernale). E il conduttore punge:

“E non c’è niente di male se Daccò, che lavora con la regione Lombardia, paga parte di queste vacanze?”.

Apriti cielo. L’ira del governatore contro il conduttore non si fa attendere:


26
settembre

I RADICALI POLEMICI CON BALLARO’: ‘CARO FLORIS, LA TUA CREDIBILITA’ HA INIZIATO UNA DISCESA CAPEZZONIANA’

Renata Polverini a Ballarò

I partiti politici non ci stanno e Rai 3 diventa stranamente l’obiettivo principale di alcune compagini rappresentate in maniera minoritaria rispetto al duopolio più o meno definito nelle tribune politiche e parlamentari. Dopo la denuncia leghista alla direzione del tg della terza rete (qui i dettagli) anche i Radicali lamentano un trattamento un po’ discriminatorio nei loro confronti, a seguito di una mancata possibilità di replica nel corso della puntata di ieri sera – 25 settembre 2012 – di Ballarò, che ospitava la dimissionaria Renata Polverini, una che, secondo l’opinione di qualche osservatore, senza la visibilità concessa proprio da questo programma non sarebbe mai arrivata da nessuna parte.

Ottimo riscontro di pubblico per Giovanni Floris e il suo talk, anche se nel day after c’è chi, come il segretario radicale Mario Staderini, vuole fare venire a galla quanto stava succedendo nel backstage della trasmissione, in modo che ognuno possa trarre le proprie valutazioni. Prova a raccontarlo tramite il suo social account:

”Ho chiamato Ballarò chiedendo di intervenire telefonicamente per correggere le falsità che erano state dette in trasmissione. Mi hanno risposto che non prendono telefonate. Avevo premesso che non ero Berlusconi e avrei accettato il contraddittorio. A quel punto mi hanno proposto di scrivere qualcosa che leggesse Floris specificandomi “anche ampia, di considerazione politica”. Dopo aver chiarito che l’indomani avrei cmq reso pubblico quanto successo, ho scritto il seguente messaggio: 1) non e’ vero che tutti i partiti erano nell’ufficio di presidenza che ha votato soldi ai gruppi: ne fanno parte pdl udc e lista Polverini e due partiti di opposizione ma non i radicali, i quali hanno poi votato contro al bilancio che li prevedeva”

E ancora:





26
settembre

LA LEGA NORD DENUNCIA ALL’AGCOM LA ‘SISTEMATICA CENSURA’ DEL TG3

Lega Nord- Roberto Maroni

Che il verde non sia esattamente il colore preferito del terzo canale era cosa nota anche alle statue di bronzo, nonostante le sempre belle speranze della rete tradizionalmente più dotta del servizio pubblico. La Lega Nord non gradisce però il trattamento riservato ai rappresentanti della riscossa padana negli ultimi tempi e si rivolge all’Agcom portando con sé alcune cifre, a loro dire controprova di un atteggiamento ostile da parte della linea editoriale del Tg 3.

”I dati riportati mostrano inequivocabilmente la sistematica censura, da parte del Tg3, della Lega Nord e dei suoi esponenti che dal primo al 23 settembre compreso, quindi in un arco di oltre tre settimane, hanno avuto un solo minuto a video. In ben 31 delle 46 edizioni principali monitorate (14.20 e 19.00) la Lega Nord non è stata citata e i suoi esponenti non sono andati in onda né in video né in sonoro. Il Carroccio in questo lasso di tempo è stato citato 9 volte (10 se conteggiamo il riferimento al caso giudiziario che ha coinvolto l`ex tesoriere Belsito).”

Questi i numeri che il responsabile della comunicazione del partito, Davide Caparini, porta all’attenzione dell’autorità garante per l’equilibrio e il pluralismo dell’informazione. Da quando i Verdi eredi di Bossi hanno lasciato il governo non aderendo alla big coalition a sostegno del risanamento tecnico il vessillo della Lega e le acque sacre del Po’ sembrano essere uscite di scena dai titoli e dalle scalette di Bianca Berlinguer e compagni.

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25
settembre

BALLARO’ HA SEMPRE GLI STESSI OSPITI? GIOVANNI FLORIS: “NON SIAMO UN TALENT SHOW”

Giovanni Floris, Renata Polverini

Non lamentatevi: mica è colpa dei talk show se la scena politica è occupata dagli stessi personaggi ormai da 20 anni. Di Pietro, La Russa, Casini, D’Alema… La vera “Casta” non siede in Parlamento, ma sugli scranni foderati dei salotti tv. E Giovanni Floris, da parte sua, mette le mani avanti, respinge le accuse di chi gli rimprovera di ospitare sempre le solite facce. In un’intervista al Radiocorriere Tv, il conduttore di Ballarò ha spiegato:

Il criterio con cui chiamiamo gli ospiti in studio è esclusivamente un criterio giornalistico, vengono quelli pronti al dialogo

Evidentemente quelli “pronti al dialogo” sono pochi, oppure il problema risiede nell’incapacità di chi seleziona le voci utili al confronto. Perché, a ben vedere, l’Italia è piena di persone che hanno qualcosa di intelligente da dire, ma nei talk si preferiscono ospitare solo personaggi ad uso e consumo della liturgia televisiva. Con idee, il più delle volte, prevedibili. Troveranno mai spazio dei volti nuovi? Floris la pensa così:

Non credo sia il nostro ruolo, non siamo un talent show. A chi ci critica di chiamare sempre gli stessi ospiti o di creare personaggi dal nulla rispondo che le due cose non stanno insieme”.

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30
agosto

MASSIMO GHINI ACCUSA: IO, POLITICAMENTE SCHIERATO, SONO TRE ANNI CHE NON HO UN CONTRATTO CON RAI 1

Massimo Ghini

Alcuni raccomandati perchè “figli” di un preciso pensiero politico; altri, invece, ostacolati perchè “militanti” di idee e “colori di partito” opposti. E’ un quadro piuttosto triste quello che viene fuori dall’opinione comune sulla politica in tv (e in particolare in Rai), un mondo che ha da sempre influenzato il piccolo schermo, oggi forse in maniera ancor più netta e negativa. Soprattutto quando a lanciare l’allarme sono sempre più i diretti interessati:

“(…) io sono prima di tutto un cittadino, che è sempre stato schierato, e che ha pagato personalmente per le sue scelte - ha dichiarato l’attore romano Massimo Ghini a l’Unità - Sono tre anni che non ho un contratto con Rai 1, vorrà dire qualcosa. Ma io ho sempre voluto assumermi delle responsabilità. Una cosa che mi deve aver trasmesso mio padre, partigiano”.

Volto di numerose ficton Rai, nonchè protagonista al cinema nei film di Natale, Massimo Ghini ha recentemente assunto l’incarico di Responsabile Cultura del PD nella regione Lazio. E l’ironia non si è fatta attendere nei confronti dell’ennesimo attore che tenta la carriera politica:

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