In Videocracy, nel teorema ‘perfetto’ di Gandini sul ‘rincitrullimento’ degli italiani a opera di Silvio Berlusconi e della sua politica, il collegamento tra Colpo Grosso e le ultime vicende nazionali era presentato come diretto e inequivocabile. A distanza di anni da quel programma ’storico’ Umberto Smaila si sbottona per Dagospia e racconta quel periodo.
Colpo grosso fu un fenomeno sociale. [...] Fatma Ruffini mi propose l’azzardo. “Te la senti?”. Guadagnavo un milione a puntata che sommato ai soldi per il quiz che già conducevo a mezzogiorno, si trasformò nel doppio. [...]. Se avessi controllato con attenzione il contratto di Colpo grosso, oggi sarei miliardario.
Il mio programma non fu l’inizio di niente, velinismo è un termine demenziale e Berlusconi non si affacciò in studio neanche una volta. Ogni tanto passava Piersilvio. Strinse affettuosa amicizia con Valerio Staffelli, oggi incursore di Striscia la notizia e allora mio segretario e con un guardarobiere culturista. Facevano gruppo, andavano in palestra. Piersilvio, già da allora, aveva la mania del corpo.