19
aprile

Cracco Confidential: un Carlo umano, troppo umano in un docufilm celebrativo assolutamente inutile

Cracco Confidential

Cracco Confidential

E’ un altro Carlo Cracco quello mostrato dal Nove nello speciale Cracco Confidential. Uno alquanto lontano da colui che il pubblico ha imparato a conoscere, lontano da quei silenzi e quelle faccette che ne hanno fatto un personaggio, quasi teatrale. E’ una persona, con il suo lavoro quotidiano e i suoi progetti, la famiglia, i desideri, le manie, i ricordi. Il docufilm di Discovery è la celebrazione del suo successo, il cui culmine è stata l’apertura della nuova attività nella Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. Una celebrazione intimista, delicata, che però in tv un po’ stona, visto che Cracco dalla tv si è voluto distaccare, almeno a parole.

Cracco Confidential: un docufilm che racconta un altro Cracco

Lo chef veneto poco più di un anno fa ha lasciato MasterChef perchè voleva dedicarsi solo alla cucina. Poi però è tornato in video con una nuova edizione di Hell’s Kitchen, ed ora lo ha fatto con questo speciale che vorrebbe essere quasi un regalo per il suo pubblico; ma è una platea che di fatto non ha avuto neanche il tempo di rimpiangerlo né di sentire la sua mancanza, dunque Cracco Confidential ha il sapore della sovraesposizione non richiesta, pur essendo un prodotto televisivo discreto.

In circa un’ora di montato si scopre che il mondo di Cracco non è fatto di urla e mortificazioni ma di condivisione con lo staff e con la famiglia, in particolare con la moglie Rosa Fanti, diventata in tanti anni di MasterChef una figura mitologica per il pubblico e per le concorrenti del programma, che spesso pensavano a lei con invidia o comprensione. Il protagonista conduce per mano i telespettatori nella sua quotidianità, nei luoghi a lui cari e in quelli in cui si rifornisce per il proprio locale, ripercorre aneddoti dell’infanzia e finanche svela dettagli sui propri figli, mostrandosi finalmente umano.

Umano, troppo umano? Probabilmente sì. Questo Carlo Cracco, più semplice e di sicuro meno artefatto dell’altro, è piacevole ma non è quello che ha avuto successo sul piccolo schermo, è praticamente uno sconosciuto e forse per questo non particolarmente emozionante (qui gli ascolti flop).

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