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Nomine Rai: ancora niente intesa, Usigrai attacca i partiti
La partita delle nuove nomine Rai sembra destinata ad allungarsi causa mancata intesa in politica. Usigrai accusa: "Una legge di riforma che liberi la Rai dal controllo di partiti e governo non è più rinviabile"
di Fabio Fabbretti
03/09/2024 - 14:39
© US Rai
C’è agitazione attorno alle nuove nomine Rai, che continuano ad essere rinviate. L’AD Roberto Sergio dallo scorso 10 agosto ha assunto anche il ruolo di Presidente, dopo le dimissioni di Marinella Soldi, che ricoprirà finché non si arriverà al voto. L’incarico, però, è destinato ad andare oltre i tempi previsti.
Dopo il primo rinvio di agosto, con Fratelli d’Italia che auspicava di archiviare la pratica già prima della pausa estiva dei parlamentari, era stata fissata per il prossimo 12 settembre la data decisiva per i voti in Camera e Senato e le conseguenti nomine. La mancata intesa politica, però, rischia di allungare ulteriormente i tempi di attesa (ricordiamo che il CdA è scaduto a maggio).
All’interno del Governo, infatti, peserebbe e non poco la questione della figura del Direttore Generale, tra chi vorrebbe eliminarla (Fratelli d’Italia e Forza Italia) e chi spinge invece per la riconferma (Lega). In tutto ciò, anche l’Opposizione non starebbe agevolando il voto immediato per la nuova governance Rai poiché PD e co. propendono in primis per una legge che liberi la TV di Stato dalle pressioni dei partiti e soltanto in un secondo momento per il voto.
Usigrai contro la politica che paralizza la Rai
L’Unione Sindacale Giornalisti Rai torna a farsi sentire, manifestando preoccupazione per il modo in cui viene trattata la questione della scelta dei nuovi vertici aziendali, il cui mandato è scaduto ormai da mesi e con l’interim dovuto alle dimissioni della Presidente Soldi.
Il mercato sulle nomine paralizza la Rai. E’ questo il controllo della politica sull’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo. Finché i partiti di governo non si accordano su come spartirsi i posti in cda e le nomine nelle direzioni, la Rai resta bloccata, con il mandato dei vertici ormai scaduto da mesi, un piano industriale ancora da avviare e, dopo il taglio del canone, con l’incognita delle risorse. Una legge di riforma che liberi la Rai dal controllo di partiti e governo non è più rinviabile. L’Usigrai chiede che il parlamento si impegni su questo e non sull’ennesima spartizione delle poltrone
si legge nel testo inviato da Usigrai a tutti i TG e GR Rai.
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