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Amadeus punge su Affari Tuoi: “Consiglio di festeggiare alla fine della stagione”
Il conduttore torna a parlare di Rai e Affari Tuoi, non risparmiando una velenosa stoccata
di Fabio Fabbretti
16/09/2024 - 16:26
© US Warner Bros. Discovery
Amadeus dichiara che “non ho mai visto nemmeno un minuto di Affari Tuoi“ poiché “non guardo mai i programmi quando li lascio”. Gli ottimi ascolti che sta ottenendo il gioco dei pacchi in sua assenza, però, li ha visti e quasi li rivendica:
Non sono in grado di dire come sia il programma, penso bene guardando gli ascolti. Sono felice di aver consegnato un prodotto così forte alla Rai. Non dimentichiamo che quando l’ho ripreso era stato chiuso anni prima al 16%
ha affermato il conduttore durante la conferenza stampa di presentazione dei palinsesti 2024/2025 del Nove. Più che orgoglio, sembra esserci delusione, che infatti non nasconde, insieme ad una velenosa frecciatina a chi ora gongola al suo posto (Stefano De Martino):
Mi avrebbe fatto piacere sentire dalla Rai dei ringraziamenti ad Amadeus per aver lasciato una macchina perfetta. Il programma nel tempo avrà certamente un abbrivio, si capirà poi come andrà, io consiglio sempre di festeggiare alla fine di una stagione, non all’inizio.
Dichiarazioni che, più che alimentare dissapori con De Martino, confermano un clima piuttosto teso con la Rai. D’altronde, in poco tempo si è passati da un possibile sesto Sanremo all’addio; che fosse successo qualcosa era fin troppo chiaro:
Non posso negare che non c’era nessuno nell’ultima registrazione di Affari Tuoi, non c’era nessun dirigente. E non posso negare che mi sia dispiaciuto, ma più per tutta la squadra che per me. La Rai ha fatto di tutto economicamente per trattenermi. Sulla scrivania del mio avvocato c’erano due bozze di contratto, una del Nove e una della Rai, ed erano identiche. C’erano le stesse proposte che io oggi sto presentando a Discovery. Dal punto di vista affettivo, certamente, qualcosa è mancato.
Nel corso della conferenza ha inoltre ammesso che i rapporti con i vertici attuali della TV di Stato non sono minimamente paragonabili a quelli più stretti che aveva con chi c’era prima (ha ricordato Fuortes, Coletta e la De Santis).