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Nicola Maccanico si dimette da Ceo di Fremantle dopo 24 ore dalla nomina
Il manager spiega le ragioni della sua decisione, parlando di clima ostile che ha circondato il suo passaggio da Cinecittà alla società di produzione
di Fabio Fabbretti
13/09/2024 - 12:00
L’incarico del nuovo Ceo di Fremantle è durato 24 ore. Nicola Maccanico dopo la nomina di martedì, ieri ha rassegnato le dimissioni, con la società di produzione che si è limitata a “prendere atto della decisione”.
Maccanico: “Clima ostile, ho deciso di non iniziare con Fremantle”
Il manager, in passato a Sky Italia, in una lettera inviata a Dagospia ha spiegato le ragioni del suo repentino ripensamento, parlando di “clima ostile che ha circondato sia le mie dimissioni da Cinecittà (era Direttore Generale fino allo scorso giugno, ndDM) e ora anche la mia nuova nomina“. Il riferimento è alle critiche mosse dai media sulla gestione economica dell’ente (si è parlato e scritto di conti flop) e le interrogazioni politiche per un suo possibile conflitto di interessi per i rapporti tra Cinecittà e Fremantle.
Sulla questione conti, Maccanico sottolinea che “l’ultimo bilancio riferibile al mio mandato, 2023, ha chiuso con un utile di 1.8 milioni […] in crescita del 10% rispetto al fatturato dell’anno 2022, anch’esso piuttosto eccezionale nella storia degli iconici studi”.
Quanto ai rapporti tra gli studi televisivi e la società di produzione, afferma che l’accordo commerciale “ha generato oltre 50 milioni di euro di fatturato per Cinecittà in circa un anno e mezzo”, precisando di non essere l’unico “visto che durante il mio mandato abbiamo stilato accordi anche con altri gruppi internazionali”.
Con orgoglio scrive che “Fremantle ha riportato a Cinecittà non solo molto fatturato (come nessun altro cliente nella storia degli studi) ma straordinario prestigio, grazie ai film e alle serie di registi come Ronald Emmerich, Joe Wright, Luca Guadagnino, Saverio Costanzo, Paola Cortellesi, solo per citarne alcuni”.
Conclude evidenziando, in risposta all’accusa di conflitto di interessi per essere passato da DG di Cinecittà a Ceo di Fremantle, “che la realtà dei fatti e della relazione tra Cinecittà e Fremantle, renderebbero compatibile il nuovo incarico con il mio percorso professionale precedente, non avendo Cinecittà esercitato alcun potere sulla stessa Fremantle”.
La decisione di dimettersi, però, è per fugare ogni dubbio sul suo operato:
Con l’obiettivo di sgombrare il campo da qualunque potenziale equivoco e da ingiustificate illazioni, ho deciso di non iniziare la mia collaborazione con il gruppo Fremantle.