Dalle stelle della Milano trash-glamour alle stalle di paese con i vecchietti delle balere. Sembrano passati secoli dalle avventure di Costantino e company, i troppo belli in odore di agenzia: adesso a Uomini e donne domina la geriatro-telegenia. La Castigatrice ha tolto le castagne dal fuoco nell’ultimo istante utile, su opportuno consiglio di Maurizio Costanzo, vero ideatore della versione over, lasciando che le storie del suo programma tornassero a sapere di normalità. Dalla brace dei bellocci da happy hour alla padella dell’Italia rustica e profonda, dai localini dell’happening alle sane vecchie tavolate, tra feticci kitsch, come la Marylin campeggiante sul salotto di Maria Stella, e memorie del tempo che fu.
L’invecchiamento dell’audience ha determinato uno spostamento di baricentro non irrilevante: il predominio assoluto degli amori sempreverdi imperversa ormai libero in lungo e in largo nella programmazione del talk-dating pomeridiano. Fanno poco notizia persino le follie in salsa rosa della quarantenne Bubi, mentre un cono d’ombra avvolge i tronisti tradizionali, relegati spesso all’ultimo giorno, quando ormai la candela è consumata. L’idea defilippiana di distinguere i suoi programmi dai tanto vituperati reality trova, almeno sul piano teorico, una grande ancora a cui agganciare la rinascita.
I gioiellini della Milano da bere targati Mora adesso devono trovare nuovi mercati di sbocco, da Maria c’è posto solo per Arnaldo e Maria Stella, coriacei baluardi dell’Italia neorealista. Nell’epoca dell’overdose del trash solo il kitsch può salvare lo spettacolo. Se prima erano le segnalazioni delle serate a tener banco ora sono i turbamenti erotici del plurilaureato Ennio. Il cambiamento di rotta vive nel brodino di gallina e nelle anticaglie dei salottini dei nonni innamorati la sua massima emozione. Complice un montaggio delle esterne sempre più vivido e sempre meno di pura registrazione la De Filippi porta a compimento la sua ossessione verista.