
Lamberto Sposini
4
aprile
Lamberto Sposini: da Viale Mazzini tutto tace sul risarcimento. Agli avvocati del giornalista basterebbero 350 mila euro

Lamberto Sposini
Dalla Rai, tutto tace. A quasi otto anni dall’emorragia cerebrale che lo colpì mentre era al lavoro in via Teulada, Lamberto Sposini attende ancora un risarcimento dal servizio pubblico. Sebbene, da mesi, un collegio di giudici abbia invitato le parti a trovare un accordo extragiudiziale, da Viale Mazzini non arrivano risposte. Intanto, resta aperto il processo intentato contro l’azienda per accertare i ritardi e le negligenze che avrebbero compromesso lo stato di salute del giornalista.


7
settembre
LAMBERTO SPOSINI CHIEDE UN RISARCIMENTO ALLA RAI DI 10 MILIONI DI EURO

Lamberto Sposini
[Adnkronos] Con ricorso alla Corte di Appello in veste di giudice del lavoro, il giornalista Lamberto Sposini ha riproposto la richiesta alla Rai di risarcimento danni per le conseguenze di cure che gli furono prestate dopo il malore che lo colpì il 29 aprile del 2011 quando presentava La vita in diretta. Il ricorso sarà preso in esame il 5 luglio del prossimo anno e i giudici dovranno stabilire se sia giusta la richiesta di Sposini che sollecita un risarcimento di 10 mln di euro.


4
marzo
LAMBERTO SPOSINI, IL TRIBUNALE DEL LAVORO NEGA IL RISARCIMENTO PER IL MALORE IN TV

Lamberto Sposini
Nessun indennizzo a Lamberto Sposini. Il Tribunale del lavoro di Roma ha respinto l’istanza di risarcimento milionaria per danni “gravi e permanenti” avanzata dal popolare giornalista nei confronti della Rai e dei medici del servizio sanitario aziendale. La richiesta si riferiva alle conseguenze del malore accusato dal conduttore nel primo pomeriggio del 29 aprile 2011, a pochi minuti dall’inizio di una puntata de La Vita in diretta.
Malore in tv, negato il risarcimento a Lamberto Sposini
Rispetto alla dinamica di quei drammatici momenti, i parenti del giornalista avevano sollevato rimostranze sull’efficienza e la tempistica dei soccorsi, chiamando in causa sia la Rai che i medici dell’azienda per i “gravi e permanenti danni alla salute” riportati dal conduttore. L’ambulanza, che sarebbe arrivata negli studi Rai con 40 minuti di ritardo, aveva portato Sposini all’ospedale Santo Spirito di Roma, poi in un secondo momento l’anchorman fu trasferito al Policlinico Gemelli.
La vicenda è finita davanti al Tribunale del lavoro, che nei giorni scorsi ha rigettato l’istanza presentata da Sposini, assolvendo la Rai dalla responsabilità di quanto accaduto. I giudici non hanno ancora depositato le motivazioni, in base alle quali si potrà contestualizzare la decisione del Tribunale. In ogni caso, è quasi certo che i legali del giornalista porteranno avanti la vertenza e faranno ricorso in Appello.


30
aprile
SABINA DONADIO: LAMBERTO SPOSINI NON TORNERA’ IN TELEVISIONE. STA MEGLIO MA E’ SOLO. SCRIVETEMI PER INCONTRARLO

Lamberto Sposini
“Certamente non tornerà a fare il giornalista, non tornerà a fare televisione” ma “Lamberto sta meglio”.
Ha esordito così Sabina Donadio, ex compagna di Lamberto Sposini, intervenuta all’Alfonso Signorini Show, il programma di Radio Monte Carlo condotto da Alfonso Signorini, per parlare della nuova vita del giornalista, a 3 anni esatti dala grave emorragia cerebrale che lo colpì il 29 Aprile del 2011 negli studi de La Vita in Diretta.
“E’ una vita in costruzione – prosegue la Donadio – una vita che giorno dopo giorno va migliorando. Certamente non è più quello di prima. Conoscendo la sua ritrosia, la sua timidezza, difficilmente posso immaginare che si ripresenterà davanti alle telecamere. Lamberto ha sempre chiesto il massimo a se stesso e quindi non credo proprio che, date le sue condizioni, si ripresenterà. Un’emorragia cerebrale lascia comunque dei segni“.
Sposini infatti, nonostante i notevolissimi miglioramenti, ha ancora difficoltà a parlare e deambulare e continua a fare fisioterapia. Ma, a dispetto della malattia, il giornalista è rimasto lo stesso di un tempo: affascinante, fumantino e…tifoso della Juventus:
“Lamberto ha avuto un’emorragia di 7 centimetri nel cervello per 4 ore, non è stato soccorso in tempi rapidi e purtroppo questo ha avuto delle conseguenze. Il percorso è lungo”. Ma “me ne ha fatte di tutti i colori. Il suo caratteraccio è rimasto intatto, la bellezza è rimasta la medesima. La fede calcistica anche, malgrado io ci abbia provato – quando si è svegliato dal coma a dirgli “sei della Roma” – purtroppo è rimasto juventino sfegatato”.
Abbandonato dalla maggior parte degli amici




9
gennaio
LAMBERTO SPOSINI, LA FAMIGLIA FA CAUSA ALLA RAI

Lamberto Sposini
Il malore improvviso, a pochi minuti dalla diretta. Poi l’arrivo dei soccorsi, l’operazione, il coma. E una lunga riabilitazione, ancora oggi in corso. Era l’aprile 2011 quando un’emorragia cerebrale colpì Lamberto Sposini, facendo temere il peggio. Ora, a distanza di tempo, la famiglia del giornalista pretende chiarezza e chiama in causa direttamente la Rai, nei cui studi si verificò il fattaccio. Sarà dunque un giudice a stabilire se, come sostenuto dai parenti dell’ex conduttore de La vita in diretta, i soccorsi furono tardivi e la prima diagnosi fu sbagliata. Il giornalista, infatti, pagherebbe ancora le conseguenze di quegli errori.
Lamberto Sposini, le accuse alla Rai
A promuovere l’azione legale contro Viale Mazzini sono state la figlia di Sposini, Francesca (che già aveva polemizzato con Mara Venier), e l’avvocato del giornalista. Al centro del contenzioso ci saranno innanzitutto le tempistiche di soccorso: secondo l’accusa, infatti, l’ambulanza sarebbe arrivata con 40 minuti di ritardo mentre il medico della Rai sarebbe accorso dopo circa 15 minuti dalla chiamata. Inoltre, diverse telefonate al 118 sarebbero state effettuate dagli amici del giornalista e non dal personale del servizio pubblico, intervenuto – pare – in un secondo momento. Sulla base di queste ricostruzioni, l’accusa intende portare in tribunale i due medici che per primi hanno soccorso Sposini, il coordinatore del Servizio Sanitario Rai e l’azienda stessa.
Lamberto Sposini, la Rai si difende: comportamento corretto
Viale Mazzini, tuttavia, scarica le accuse tramite i suoi avvocati e propone un’altra versione dei fatti. Secondo la Rai, il primo medico soccorritore sarebbe arrivato tempestivamente, mentre il secondo ci avrebbe messo di più. L’azienda sostiene che il comportamento dei medici fu “corretto” e scarica di fatto le responsabilità sul ritardo dell’ambulanza. Inoltre, secondo una perizia di parte, la difesa afferma che in incidenti come quello di Sposini sarebbe sconsigliato l’intervento chirurgico prima di quattro ore.


13
settembre
FRANCESCA SPOSINI VS MARA VENIER: HA DECISO DI MONTARE UN CASO
settembre 13th, 2011 12:34 Redazione

Mara Venier
«Ora basta. Non è vero: nessuno impedisce a Mara Venier di venire a trovare papà. Questa non è La vita in diretta, è la vita vera. E il nostro dolore merita più rispetto».
Sono le parole amareggiate di Francesca Sposini a Vanity Fair – in edicola dal 14 settembre. Da quando suo padre Lamberto ha avuto un’emorragia cerebrale il 29 aprile, piantona la porta della sua stanza al Policlinico Gemelli di Roma. Si avvicenda con gli altri familiari del giornalista che, con Mara Venier, conduceva La vita in diretta. Francesca non ha bisogno di polemiche che le riempiano la giornata, ma è turbata dalle parole della Venier che, in un’intervista al settimanale Chi, ha detto: «Non mi è permesso di andare a trovare Lamberto in ospedale. Non posso fare altro che accettare le decisioni di chi si occupa di lui». Parole che si sono aggiunte a quelle rilasciate lo scorso giugno proprio a noi di DM (potete leggerle qui).
Francesca, intanto come sta suo padre?
«Ha iniziato un lungo e faticoso percorso riabilitativo. Ci vuole pazienza, ma fa ottimi progressi e i medici sono ottimisti».
Ha ripreso a parlare?
«Sta iniziando. È vigile, cosciente, legge i giornali, guarda la Tv, ce la mette tutta. La malattia non lo ha sfigurato. È solo molto magro, ha bisogno di riposo e privacy».
Che cosa è accaduto con Mara Venier?
«Temo che la signora voglia strumentalizzare questa vicenda tragica. A pochi giorni dalla messa in onda del programma (La vita in diretta è iniziato il 12 settembre, ndr) farebbe meglio a parlare dei contenuti della trasmissione, invece di lanciare accuse false».

