Televisione


22
febbraio

ISOLA DEI FAMOSI, SIMONA VENTURA SHOCK ALLA PRESENTAZIONE DEL REALITY: “IO HO SALVATO SANREMO”.

E’ un fiume in piena Simona Ventura, intervenuta oggi alla conferenza stampa di presentazione della settima edizione de L’Isola dei Famosi (a breve il nostro report). Ai giornalisti che spaziavano da Sanremo a X Factor, passando per il caso Morgan, la rossa conduttrice non l’ha mandata a dire e si è lasciata andare a un dichiarazioni nette e destinate a far discutere.

Sul successo del Festival di Sanremo targato Antonella Clerici, la Ventura ha tenuto a chiarire che c’è stata scarsa contro-programmazione: “Sono contenta del successo meritato di Antonella, ma il mio Festival (quello del 2004, ndr) ha dovuto fronteggiare una forte programmazione. – ha affermato – Perché sia toccato a me e non a lei non lo so. Ma è stato così“. Simona, che faceva riferimento soprattutto alla sfida diretta persa con il Grande Fratello di allora, ha incalzato: “La situazione del mercato discografico era diversa e c’erano pressioni, derivanti anche dal mondo della politica, perché Sanremo chiudesse“. “Il livello delle canzoni del mio Sanremo – ha aggiunto – era da Festival di Castrocaro“. “Anzi no – si è corretta – da X Factor“. “O forse – ha ripensato nuovamente - a un livello più basso di X Factor“.

Proprio a proposito del talent show di Raidue, che ha appena piazzato un terzo gradino del podio a Sanremo 2010 (Marco Mengoni) e un primo posto nella categoria Nuova Generazione (Tony Maiello), ha affermato: “Sarei contenta di rifarlo, ma dovrebbero essere apportati alcuni cambiamenti radicali“. “Ne parlerò con l’azienda, – ha proseguito – ma pretendo un’indipendenza dalle etichette discografiche che al momento non vedo“. Il riferimento è probabilmente alla stretta relazione che intercorre fra il cugino di Canale 5 e le cinque sorelle del mercato di cd e mp3. Insomma, se Mengoni avesse vinto Sanremo, Simona sarebbe stata ben contenta di rimetterci la faccia. Sanremo, però, l’ha vinto Valerio Scanu e il duello con la prima donna di Cologno Monzese, Maria De Filippi, è stato perso un’altra volta. A onor del vero è giusto segnalare che a successiva domanda diretta la Ventura ha risposto: “In questo momento Maria De Filippi non c’entra niente“.




22
febbraio

BONTA’ SUA: UN BUON CAFFE’ CON MAURIZIO COSTANZO E L’ITALIA CHE SI RACCONTA

Ambiente colloquiale e intimo, scenografia essenziale ma intelligentemente metaforica. Un bianco sul bianco su cui si staglia un lieve tocco di colore nella scrivania e nell’immancabile tartaruga, un piccolo gioellino del Nord Australia. Bontà sua di Maurizio Costanzo riparte dalla storica finestra e dal leggero soffio del tempo che passa e che nostalgicamente ha imbiancato le piccole cose dell’Italia che cresce e va avanti, nel bene e nel male.

Il primo ospite del nuovo ciclo su Raiuno  è Lino Banfi, miniera profondissima di saggezza che, come riconosce lo stesso Costanzo, ha così tanto da raccontare che non c’è quasi bisogno di fare domande. Il garbato colloquio fa emergere un ritratto di una persona che fa della serenità il valore fondante e che non risponde mai banalmente a domande che nello stile del conduttore non sono mai la solita melassa da intervista superficiale.

Dal dramma di Rosanna alla stanchezza delle vicende produttive per interpretare Nonno Libero, dalla voglia di portare avanti la propria casa di produzione alle fantomatiche avventure sul set in Germania per girare un film interamente in tedesco senza averlo mai parlato prima. Scalda il cuore il ricordo d’infanzia di nonno Lino che nella Puglia del tempo che fu rappresentava il figlio che vuole studiare e che viene sospinto dagli umili parenti alla carriera di cardinale o notaio, emblemi di prestigio in quel piccolo mondo antico.


22
febbraio

AMICI E IL FAVOLOSO MONDO DELL’APPODGE: PIERDAVIDE VEDOVO ALLEGRO, TANTA GLORIA SANREMESE MA NIENTE GRAZIA.

Travolta da un insolito destino nella disertata platea dell’AristonMaria De Filippi nel day after del trionfo storico del suo allievo Valerio Scanu vive quasi con imbarazzo i riflettori che inevitabilmente si accendono sempre di più su Amici,  marchio sforna successi. E’ una puntata particolare, tutta giocata sull’equilibrismo difficile tra la soddisfazione infinita e la voglia di evitare lo sproloquio autoreferenziale. Ma se di mezzo c’è l’araldo elencatore dei successi, alias Platinette, la missione è davvero impossibile.

L’ingresso di Valerio che si commuove solo a casa sua e nell’attesa di vedere a tu per tu la sua protettrice affezionata vale il prezzo del biglietto. Il genuino imbarazzo di chi si inizia a render conto di aver creato un bel ‘guaio popolare’ fa ballare il leoncino di Sanremo di mano in mano: è tanta la voglia di non uscire dalla sobrietà della conduzione minimale che a Pierdavide viene dedicato solo un piccolo momento (forse giustamente, perchè lui stesso teme di apparire come avvoltoio di successo altrui) e che arriva, quasi come un gesto di scusa per aver rubato la scena ad altri,  pronto l’annuncio che sul palco del serale di Amici pian piano arriveranno tutti i nomi più grandi del festival: dalla ‘nemica’ di talent Noemi a Cristicchi, fino alla vincitrice delle elite Malika Ayane, per cui Maria non ha mai nascosto la sua ammirazione profonda.

Le dinamiche del gioco è come se ieri sera fossero passate in secondo piano. Eppure c’è una notizia incredibile per i più scettici: si interrompe la curiosa alternanza delle vittorie e una scaletta modificata in itinere segna ancora una volta un dominio  a tutto campo dei blu. A loro vanno entrambi i duelli e quindi la possibilità di decidere il ballottaggio, tutto bianco. Sul nome di Grazia nessun veto dei professori, mentre Emma è salvata dai maestri, con la conseguenza che si deve fare il nome di Stefano. La sfidina finale è scontata: giustamente lascia la scuola la ballerina classica più discussa, che si lascia dietro più ombre che luci.





21
febbraio

AMICI: IL SESTO SERALE LIVE SU DM PER IL TRIBUTO A SCANU E LA RICERCA DELL’EREDE

Occhi puntati stasera sulla sesta puntata di Amici. Tutti attenti ad ascoltare Maria De Filippi sperando che non ci sia il lapsus freudiano: Benvenuti a Sanremo. E’ già sulla bocca di tutti, con la solita guerra intestina tra detrattori pronti a vedere ovunque la congiura e folli sostenitori pronti a sostenere ogni rappresentante del brand. Resta solo da capire se Scanu farà una capatina a Cinecittà virtualmente o fisicamente. Attendesi incipit partiamo con un rvm per omaggiare la storica doppietta del programma.

Veniamo alla puntata però: si deve pur decidere l’erede dei sardi vincenti in riviera. Per questa sera nuova piccola metamorfosi del regolamento: permane il meccanismo di doppia sfida ma stavolta il nome che potranno fare i vincenti è solo uno. La classifica salverà solo il primo classificato. Ultima parola nel ballottaggio di nuovo ai professori. Grazia, a meno di cataclismi dell’ultima ora, sarà viva e vegeta sul palco a litigare con la Celentano. Pierdavide, cantautore giù sulla cresta dell’onda prima ancora della fine dell’anno scolastico, dovrà salutare la sua amata?

Nel parterre stasera anche un ospite illustre come il direttore del Boston Ballet, Mikko Nissinen, che verrà a ricordare come da quest’anno il programma offra una grande possibilità anche ai ballerini, che prima facevano solo da cornice al bel canto. L’attesa è anche per le nuove trovate di Marco Garofalo, le nuove chiccherie di Michele Villanova, i nuovi sacrifici d’amore dei talenti degni dei migliori feuilleton romantici.

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VI ASPETTIAMO A PARTIRE DALLE 21


21
febbraio

PIPPO BAUDO E LA SCIAGURA DI DOVER CELEBRARE I SUCCESSI ALTRUI

Pippo Baudo o la disgrazie del tradito e mazziato.  E’ l’escluso di lusso degli ultimi due Festival ma deve anche ingerire pentoloni di bicarbonato la domenica mattina, per il secondo anno di seguito, per mostrarsi tranquillo e smagliante nella celebrazione del successo altrui. Bonolis prima e Clerici dopo. Due edizioni di grande successo, è il caso di dirlo, anche per il rinnovamento rispetto alla classica ricetta Baudo, tutta fatta di vallette mora-bionda e artisti della tv di Carosello.

Che a lui non andassero giù i talent lo si era capito bene, ma adesso è proprio la kermesse canora, che lo ha incoronato per anni come presentatore di garanzia, a non potergli andare più giù. La rivoluzione si è consumata e al povero Pippo non resta che poter lanciare qualche frecciatina neoclassica del day after. Fa quasi tenerezza racchiuso sui gradini a pontificare sull’incomparabilità delle edizioni, sfruttando a proprio favore un’argomentazione bonolisiana, ma non centrando proprio il contesto.

Prova persino a farci rimpiangere i suoi tempi, quasi ormai fosse puro amarcord il suo passaggio all’Ariston sottolineando come un merito assoluto il fatto di sottotitolare Nino D’Angelo quando il direttore artistico era lui. Si stava meglio quando si stava peggio, sembra questo il suo disperato messaggio. Baudo tollera davvero poco il suo ‘esilio’ da Sanremo e risulta più di una volta stralunato in questo dies horribilis: fa persino la gaffe di scambiare Daniele Soragni per un naufrago della Ventura, e poi non contento ignora che il reality cui avrebbe dovuto prendere parte il giornalista , La Tribù, doveva svolgersi a settembre e non si è più fatto.





21
febbraio

IL FESTIVAL DELLA CELEBRAZIONE DELLA MOLE ANTONELLIANA E DEL TALENT SHOW

Mi stupisco di me stesso. Non solo, difatti, canticchio qualche motivetto sanremese, ma ho persino acquistato qualche brano della sessantesima kermesse canora. Roba impensabile, se mi fossi dovuto fermare al primo ascolto di martedi 16. Ma tutt’altro genere di ascolto – quello pubblicato mercoledi mattina da Auditel – mi ha spinto a fare qualche riflessione in più e a capire le ragioni di un Festival di Sanremo che è riuscito nell’inimmaginabile impresa di bissare – e superare – i successi dell’edizione 2009 targata Bonolis.

Certo, il Festival numero 60 è stato lontano anni luce dall’evento che - chi vi scrive - si augurerebbe di veder realizzato nella città dei fiori, ma sono due gli aspetti che hanno contraddistinto positivamente quest’edizione da record: il primo risiede certamente nella voglia di serenità dell’italica penisola, soddisfatta appieno da una conduzione semplice, senza sovrastrutture. Ma al riguardo sono già stati spesi fiumi di parole, tanto per rimanere in tema. Sul secondo, invece, occorre soffermarsi maggiormente visto che, pur essendo stato sottolineato più volte dallo staff festivaliero (Costanzo, Mazzi e Clerici in primis), non è stato dato spazio adeguato lì dove sarebbe stato opportuno.

Gli artisti e la musica di questa edizione del Festival di Sanremo, infatti, sono espressione di quel nuovo modo di vedere lo showbiz che – piaccia o no - è prepotentemente entrato nelle case degli italiani con la prima edizione del Grande Fratello e che vede nella partecipazione attiva del pubblico la sua massima espressione. Un’interferenza autorizzata e un’ingerenza popolare destinata a modificare i meccanismi dello showbiz.

E a poco valgono le spietatissime pagelle dei giornalisti più in voga al Festival di Sanremo, quelli che per intenderci guardano quasi con disgusto alla conquista del palco dell’Ariston da parte dei “reduci da talent”.  I palati raffinati sono destinati giocoforza a cozzare con l’imperante volere popolare che – ora come non mai – decreta vincitori e vinti di qualsivoglia espressione dell’artisticità nostrana non limitandosi più a decretare, quasi in sordina, il successo o meno di un programma, telecomando alla mano. E probabilmente anche un aggiornamento degli organi di informazione sarebbe opportuno. Mi ha stupito ciò che scriveva solo due giorni fa Marinella Venegoni per La Stampa quando, parlando di un Festival anormale, era pronta a sentenziare:

Bei tempi, quando un mese prima ascoltavi le canzoni del Sanremone e riuscivi subito a capire almeno la terna dei favoriti, e spesso indovinavi pure il vincitore. Ora non può più essere così.


21
febbraio

SANREMO 2010, GRAN FINALE: LA MUSICA IN TV DIVENTA LA MUSICA DELLA TV. TRIONFA VALERIO SCANU (E MARIA DE FILIPPI).

Anche quest’anno la fucina di “Amici” è riuscita a piazzare sul gradino più alto del podio del Festival di Sanremo uno dei suoi talenti, con buona pace della vecchia guardia musicale e dei concorrenti di X Factor. E’ stato, infatti, Valerio Scanu ad aggiudicarsi il 60esimo Festival della Canzone Italiana. Un’edizione dai successi inaspettati, nonostante le nefaste previsioni della vigilia, e per la quale va riconosciuto alla sua conduttrice il merito di essere riuscita a gestire con semplicità e veracità la difficile transizione post-Bonolis. La finale di ieri sera ha consegnato al pubblico due “campi di battaglia” e due risultati complementari e diversi: quello musicale e quello televisivo.

Sul fronte musicale, come al solito, la notorietà e la selezione naturale del pubblico che si siede davanti alla tv, hanno determinato un risultato per molti poco condivisibile ed accettabile. In gara molti artisti avevano infatti presentato diversi progetti validi o quanto meno orecchiabili, ma alla fine il pubblico sovrano e televotante ha riconsegnato alla finale proprio gli inizialmente esclusi Scanu e Pupo con Emanuele Filiberto, trascinandoli poi addirittura nel terzetto principale insieme al vincitore di X Factor Marco Mengoni. Il resto è quindi storia: rimangono escluse le favorite Noemi, Irene Grandi e Malika Ayane (per lei addirittura c’è stato un accenno di sciopero da parte dell’orchestra) e tra i tre finalisti, ha avuto la meglio proprio il giovane cantante sardo.

Ben diverso e plebiscitario invece il responso televisivo sulla kermesse e la sua padrona di casa, entrambe promosse a pieni voti sotto molti aspetti (ma non tutti). La finale di ieri è stata probabilmente la conferma nonchè la consacrazione definitiva di questo successo. La Clerici completamente a suo agio nel ruolo di unica condottiera, ha portato avanti con leggerezza una serata variegata e ben architettata: la sigla iniziale con Daniel Erzalow (anche lui volto noto di “Amici”… toh guarda!), la gara dei dieci cantanti e poi tanto ballo e tanto musical, a cominciare dal cast della fiction “Tutti pazzi per amore 2” in versione Bollywood, fino al coreografo di Michael Jackson, passando per una desnuda e modernissima Lorella Cuccarini cha ha dato un assaggio davvero avveniristico ed interessante del suo “Pianeta proibito”.


21
febbraio

VALERIO SCANU VINCE IL SESSANTESIMO FESTIVAL DI SANREMO

Valerio Scanu trionfa al Festival di Sanremo 2010. Lanciato nel mondo dei big (?) della canzone italiana dalla passata edizione di “Amici“, il giovane cantante sardo si è aggiudicato il primo premio della kermesse canora.

Quando alle 23.30 la Clerici ha iniziato ad elencare i nomi degli esclusi, era difficile credere che il podio della sessantesima edizione di Sanremo sarebbe stato composto proprio da: Marco Mengoni, Valerio Scanu e il duo Pupo e Emanuele Filiberto (più Luca Canonici), portato sul podio dal pubblico ma criticato dall’orchestra (in subbuglio) e dal pubblico del teatro Ariston. 

Il primo ad esibirsi nella tranche finale è stato un emozionato Marco Mengoni con “Credimi ancora“, poi il rappresentante di Amici Valerio Scanu con la sua “Per tutte le volte che“ e infine i Raccomandati di Raiuno Pupo e Emanuele Filiberto con “Italia amore mio“. Sulle esibizioni poco da dire: la macchina del televoto era oramai avviata e quindi il risultato finale sarebbe sato determinato più dalla notorietà dei protagonisti che dalle canzoni in sè e per sè. Alla fine vince Scanu  il suo carico di televoti e se sarà vera gloria, lo diranno i posteri.