Anche quest’anno la fucina di “Amici” è riuscita a piazzare sul gradino più alto del podio del Festival di Sanremo uno dei suoi talenti, con buona pace della vecchia guardia musicale e dei concorrenti di X Factor. E’ stato, infatti, Valerio Scanu ad aggiudicarsi il 60esimo Festival della Canzone Italiana. Un’edizione dai successi inaspettati, nonostante le nefaste previsioni della vigilia, e per la quale va riconosciuto alla sua conduttrice il merito di essere riuscita a gestire con semplicità e veracità la difficile transizione post-Bonolis. La finale di ieri sera ha consegnato al pubblico due “campi di battaglia” e due risultati complementari e diversi: quello musicale e quello televisivo.
Sul fronte musicale, come al solito, la notorietà e la selezione naturale del pubblico che si siede davanti alla tv, hanno determinato un risultato per molti poco condivisibile ed accettabile. In gara molti artisti avevano infatti presentato diversi progetti validi o quanto meno orecchiabili, ma alla fine il pubblico sovrano e televotante ha riconsegnato alla finale proprio gli inizialmente esclusi Scanu e Pupo con Emanuele Filiberto, trascinandoli poi addirittura nel terzetto principale insieme al vincitore di X Factor Marco Mengoni. Il resto è quindi storia: rimangono escluse le favorite Noemi, Irene Grandi e Malika Ayane (per lei addirittura c’è stato un accenno di sciopero da parte dell’orchestra) e tra i tre finalisti, ha avuto la meglio proprio il giovane cantante sardo.
Ben diverso e plebiscitario invece il responso televisivo sulla kermesse e la sua padrona di casa, entrambe promosse a pieni voti sotto molti aspetti (ma non tutti). La finale di ieri è stata probabilmente la conferma nonchè la consacrazione definitiva di questo successo. La Clerici completamente a suo agio nel ruolo di unica condottiera, ha portato avanti con leggerezza una serata variegata e ben architettata: la sigla iniziale con Daniel Erzalow (anche lui volto noto di “Amici”… toh guarda!), la gara dei dieci cantanti e poi tanto ballo e tanto musical, a cominciare dal cast della fiction “Tutti pazzi per amore 2” in versione Bollywood, fino al coreografo di Michael Jackson, passando per una desnuda e modernissima Lorella Cuccarini cha ha dato un assaggio davvero avveniristico ed interessante del suo “Pianeta proibito”.
Da sottolineare poi la presenza di tutto lo “Stato Maggiore” Rai ieri sera all’Ariston: Mauro Masi, Mauro Mazza, e poi altri volti noti come Milly Carlucci, Max Giusti, Francesco Facchinetti, Bianca Guaccero, Lamberto Sposini, Pino Insegno, tutti insieme a fare promozione ai rispettivi progetti e celebrare la prima donna assoluta di questa sessantesima edizione del Festival. C’è stato il momento del populismo (piacevole e non piacione), in cui la Clerici e Masi hanno invitato sul palco parte delle maestranze del Festival, così come non è mancato l’assolo di Maurizio Costanzo che si è ritagliato uno spazio incontaminato per portare alla ribalta del Festival una problematica di difficile soluzione come quella dei “dipendenti a rischio” di Termini Imerese. Non è mancato infine il super spot per il lancio di “Ti lascio una canzone” con la carrellata di giovani talenti in erba: le parole “Raiuno” e Antonella Clerici fanno infatti, mai come in questo momento, una rima perfetta.
Insomma questa finale di Sanremo è stato un cordiale ritrovo nazional-popolare, una irrinunciabile ricorrenza a cui un po’ tutti alla fine hanno voluto partecipare e “Pazienza!” se la presenza di Mary J. Blige è stata del tutto inutile; “Pazienza!” se la Clerici non è riuscita a placare platea e orchestra di fronte all’ennesima ammissione di Pupo e del suo principe (Costanzo ha anticipato di 30 minuti il suo ingresso sul palco per calmare gli animi), così come non è riuscita a fare a meno di intonare “le tagliatelle di Nonna Pina”: Sanremo è sempre Sanremo. A questo punto non rimane che salutarlo questo Festivalone: “Io ti dico addio, tu mi dici ciao”.
LA GARA
Valerio Scanu, Noemi, Marco Mengoni, Povia, Malika Ayane, Irene Grandi, Pupo con Emanuele Filiberto e Luca Canonici, Irene Fornaciari (con i Nomadi), Simone Cristicchi, Arisa: questo l’ordine di entrata dei dieci “Artisti” in gara. Ordine (in teoria) determinato dalla casualità di un’estrazione anche se è lecito alimentare un pizzico di mala fede nel momento in cui si osserva che i primi nomi sono proprio quelli dei “figli dei talent” che, più di molti altri, avevano una schiera di giovani televotanti pronti a scatenare una tempesta di chiamate e sms.
Peculiarità della serata è stata poi una maggiore interazione tra conduttrice e cantanti. Cronometro alla mano, era impossibile dare pari opportunità di parola a tutti e ad esempio proprio i più contestati di tutti, “il Pupo” e “il Principe”, hanno avuto modo più di altri di prolungare la propria permanenza sul palco ma… pazienza: era necessario rompere il cerimoniale dei cantanti che fuggono ad esibizione finita e il rischio di parzialità era di difficile elusione. Le esibizioni sono state tutte corrette e coerenti con i loro rispettivi percorsi: nessuna sorpresa, nessun intoppo e nessuna stecca eclatante. Alle 23.25 inizia lo stillicidio dei 7 cantanti esclusi: Povia, Arisa, Irene Grandi, Simone Cristicchi, Irene Fornaciari, Malika Ayane, Noemi e il teatro va in subbuglio di fronte a certe eliminazioni. Per esclusione accedono quindi alla super-finalissima: Valerio Scanu, Marco Mengoni e a sorpresa Pupo-Emanuele Filiberto.
Inutile ignorare il fatto che la provenienza televisiva dei tre pretendenti al podio abbia avuto la meglio sui valori musicali espressi da altri cantanti in gara ma tant’è: alla fine tutto si è risolto in una sfida “Amici” contro “X Factor”, con l’aggiunta dell’outsider Pupo/Savoia. “Credimi ancora”, “Per tutte le volte che” (in tutti i luoghi e in tutti i laghi), “Italia amore mio”: dei tre brani ha la fine ha la meglio proprio quello del giovane cantante sardo e come si suol dire “buonanotte ai suonatori” (e ai televotanti). Malika Ayane si aggiudica infine il premio della critica dedicato a Mia Martini.
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1. mcooo ha scritto:
21 febbraio 2010 alle 05:50