Recensione



15
luglio

TEMPTATION ISLAND 2015: DOPO L’ANSIMARE DI IERI SERA, CHE ALLA PUNTATA FINALE CI ARRIVI SOLO IL CONDUTTORE?

Temptation Island 2015 - Isabella e Mauro

La quarta puntata di Temptation Island 2015, andata in onda ieri sera su Canale 5, è durata un po’ meno delle precedenti, e un sospetto sul perché lo abbiamo: il materiale a disposizione della produzione forse è troppo poco, e va preservato. A dirla tutta, ormai la sensazione è che alla puntata finale ci arrivi solo Filippo Bisciglia.

Temptation Island 2015: scoppiano le coppie

Le coppie stanno infatti scoppiando una dopo l’altra, e il rischio che altri non siano arrivati fino in fondo si fa alto. Gli emboli partono, le single alla riscossa provocano a più non posso, e gli uomini impegnati dimenticano di avere delle compagne dall’altro lato del relais e si lasciano andare a balli sfrenati, dormite in compagnia, toccatine e tanto altro. Con conseguenti crisi di nervi delle loro fidanzate.

Temptation Island 2015: Alessandra vuole lasciare Emanuele

Fatta eccezione per l’incommentabile Aurora, uscita la scorsa settimana dopo aver chiuso la sua storia con Gianmarco, le donne di questa edizione si stanno mostrando abbastanza rispettose nei confronti dei loro uomini. E, complici dei corteggiatori non sfiancanti, non si stanno dando alla pazza gioia, passando piuttosto il loro tempo a piangere per quello che vedono ai falò o al pinnettu. Ieri sera in particolare è stata Alessandra ad esplodere, dopo aver visto il suo Emanuele totalmente preso dalla single Fabiola: la ragazza ha fatto i bagagli, rifiutato di incontrare il suo lui, minacciato di picchiarlo, ma sul più bello la puntata è stata “interrotta”.

Temptation Island 2015: Mauro e Marta ansimanti sotto le coperte

Non se la passa meglio la povera Isabella, che sembra non riconoscere neanche più il suo compagno Mauro: il quarantenne di Garlasco da una parte dice ai compagni di avventura di tenerci molto alla sua storia d’amore e dall’altra si dimostra molto preso dalla single Marta, con la quale si lascia andare ad incontri non troppo silenziosi sotto le coperte. E con l’abolizione dei braccialetti avvenuta ieri sera e con il week end romantico in esterna che vedremo la prossima settimana, l’affare generale si complica.




10
luglio

GLI ITALIANI HANNO SEMPRE RAGIONE: I 5 PUNTI DI FORZA E I 5 PUNTI DEBOLI DI UN PROGRAMMA DA PROMUOVERE

Gli Italiani hanno sempre ragione

Il programma c’è. Per una volta, la sperimentazione – seppur con tutti i limiti che vedremo più avanti – ha dato i suoi frutti: Gli italiani hanno sempre ragione ci è piaciuto, ha un suo perchè e ben potrebbe trovare il suo posto al sole in palinsesto. Abbiamo provato ad individuare i 5 punti di forza e i 5 punti deboli del nuovo programma di Fabrizio Frizzi per una sua eventuale riproposizione nella stagione 2015/2016.

1. Le domande

Sicuramente gli argomenti oggetto delle domande poste durante la puntata sono scelti per bene. A volte banali, a volte meno, hanno però –  in quasi tutti i casi – il pregio di risultare popolari, riuscendo a coinvolgere un pubblico decisamente vasto. E agli italiani, si sa, piacciono le chiacchiere da bar e le discussioni sui ‘problemi di tutti i giorni’.

2. Il coinvolgimento del pubblico

L’uso della app e il coinvolgimento in diretta dei telespettatori danno al programma una modernità che sull’ammiraglia Rai è un miraggio. Le famiglie/gruppi di ascolto in collegamento, poi, offrono uno spaccato delle piccole realtà nostrane piacevoli da conoscere. Per “l’ormai all’avanguardia” Rai 1, nella prima puntata c’era anche una coppia gay.

3. I “fuori programma”

La diretta favorisce anche degli interventi che si possono ben coniugare con lo spettacolo. Come la telefonata di Gloria Guida della settimana scorsa: l’attrice, chiamata in causa dalla domanda “Negli anni ‘70 con chi avresti fatto più volentieri una doccia?“, ha promesso a Frizzi che avrebbe fatto la doccia con lui se gli italiani avessero scelto lei. E stasera manterrà la promessa? Certo, il fatto che Frizzi abbia esordito – per annunciare la telefonata – con un ‘abbiamo una squillo in linea‘ è stato un epic fail. Divertente ma non voluto.

4. Il clima familiare

I botta e risposta con gli ospiti in studio, sempre portatori di punti di vista anche intimi, creano familiarità e possono farli apparire molto doversi da come appaiono di solito in tv. Come Gigi d’Alessio ed Anna Tatangelo la scorsa settimana.

5. Frizzi più sciolto del solito

Fabrizio Frizzi così easy e scanzonato si fa fatica a vederlo, almeno davanti alle telecamere: scoprirlo meno ingessato e più disposto a scherzare e osare con i suoi ospiti è stata una piacevole sorpresa. Quando vedremo in video il Frizzi del dietro le quinte… avremo piacevoli sorprese.

Detto questo, lo show va rodato e ci sono diverse cose da mettere a punto. Ecco i 5 punti deboli del programma:


8
luglio

ITALIANI: PAOLO MIELI INSEGNA LA STORIA SENZA NOIA

Paolo Mieli

Paolo Mieli ha detto una volta che l’importante, per chi vuol fare il lavoro di giornalista, è avere sempre un piano di riserva. Un ambito di approfondimento, uno spazio, una passione altra che possa subentrare quando il lavoro scarseggia e c’è bisogno di fermarsi ad aspettare, tenendosi però in costante allenamento.

Italiani: uno spaccato di realtà raccontato attraverso un personaggio

Per lui, firma di tanti ed importanti quotidiani italiani, il piano B è sempre stato la storia, la memoria. E ci ha creduto così tanto da renderla più che mai attuale, raccontandola senza noia anche in tv. Tra i tanti programmi di cui è stato volto, voce, curatore o anche solo collaboratore – ricordiamo tra gli altri La Grande Storia e Correva l’anno – l’ultima fatica si intitola Italiani, ed è in onda ogni martedì alle 21:30 su Rai Storia e il sabato notte su Rai 1. Il titolo, semplice ed immediato, dice tutto: attraverso personalità del Belpaese che si sono distinte, il programma offre uno spaccato dell’Italia in cui sono vissute; percorrendo le loro vite, viaggia di volta in volta in un’epoca diversa e racconta i capitoli di una storia che è la nostra. Quella di tutti.

Italiani: uno sguardo storico ma non settoriale

L’aspetto più interessante è la scelta degli italiani da “usare” in questo percorso, personaggi che provengono dai più disparati ambiti e che tolgono ad un programma così nettamente culturale lo snobismo che di solito porta a tenere fuori da questi contesti i personaggi dello spettacolo: accanto alle figure religiose - tipo Papa Giovanni XXIII e Papa Paolo VI -, quelle politiche - Nilde Liotti o Palmiro Togliatti – quelle imprenditoriali - Gianni Agnelli e Arnoldo Mondadori – hanno trovato spazio anche Vittorio De Sica, Leonardo Sciascia e Marcello Mastroianni. E chissà che in futuro non vi si affaccino anche volti televisivi puri.





7
luglio

I DUELLANTI: L’APOLOGIA DEL TRASH FUNZIONA. A QUANDO UNA VERSIONE SANREMESE?

I Duellanti

Ci sono momenti televisivi che andrebbero cancellati, dimenticati, nascosti mettendoci una bella pietra sopra per l’imbarazzo che hanno provocato ai protagonisti e ai telespettatori. E invece Massimo Giletti li ha ripescati, mandati di nuovo in onda a distanza di anni e ci ha costruito sopra un intero nuovo show televisivo finendo quasi col celebrarli. Ma il “guaio” più grande è che il tutto ci è piaciuto.

I Duellanti: l’appendice de L’Arena dà buoni risultati

La prima puntata de I Duellanti, anche dal logo dichiarata appendice de L’Arena, può dirsi promossa. Sia per il riscontro auditel – ha ottenuto il 15.15% con 1.232.000 spettatori – sia per la costruzione della serata: il padrone di casa, a suo agio ormai in questi salotti dal grilletto verbale facile, ha per prima cosa messo a confronto Aldo Busi e Alba Parietti, protagonisti di un’atroce ed imbarazzante telerissa, facendo palesemente il tifo per la seconda; poi ha accolto Vladimir Luxuria e, con Bruno Vespa in collegamento, ha rimembrato la lite occorsa tra lei e Alessandra Mussolini a Porta a Porta. Mostrando anche il momento in cui la Mussolini ha declinato l’invito a partecipare a questa insolita reunion, facendo una figura barbina.

Il risultato è stato un insieme di stilettate, battute al vetriolo e talvolta rinnovati insulti che qualcuno definirà sicuramente trash. Anzi, apologia del trash. Ma per chi sta soffrendo il caldo in città, impossibilitato ad andare al mare a rinfrescarsi, un programma del genere aiuta a sentire meno la mancanza delle chiacchiere e del pettegolezzo da ombrellone. E per i telespettatori più appassionati funge anche da nostalgico amarcord di momenti bassissimi, sì, ma che appartengono di diritto alla storia della tv italiana.

I Duellanti: sognando la versione sanremese


30
giugno

CUCINE DA INCUBO 3: ELEGGIAMO ANTONINO CANNAVACCIUOLO MASTERCHEF ITALIANO

Antonino Cannavacciuolo

Termina questa sera su Fox Life la terza stagione di Cucine da Incubo, il programma nel quale si tenta di rimettere in sesto ristoranti nostrani sull’orlo del fallimento. E indipendentemente dagli ascolti – che comunque sono stati buoni – il programma può dirsi più che riuscito ed il merito è tutto dello chef protagonista, Antonino Cannavacciuolo.

Cucine da Incubo 3: Antonino Cannavacciuolo è il cuore di un programma ben riuscito

Nel marasma di chef, cuochi ed esperti di cucina che invadono quotidianamente i nostri teleschermi, Cannavacciuolo è una perla rara, quello che buca lo schermo più di tutti perchè è un personaggio naturale. Uno che in tv funziona perchè essere in un programma televisivo piuttosto che nella sua Villa Crespi sembra non interessargli affatto: Antonino non si loda e non s’imbroda, non urla, non mortifica mai nessuno e non fa neanche il finto amico per piacere al pubblico; lui in cucina trotta e si sporca le mani, condivide con i protagonisti delle puntate ciò che sa e li spinge a fare del loro meglio senza pretendere miracoli.

La sua arma vincente è stata quella di non tentare di imitare Gordon Ramsay, protagonista della versione originale di Cucine da Incubo, Kitchen Nightmares. Questo gli ha permesso di imporre la sua identità allo show italiano, adeguandolo ai suoi tempi e ai suoi ritmi, eliminando le frenesia – che di certo non fa per lui – ed inserendo delle note di dialogo, comprensione e franchezza che non si può fare a meno di apprezzare. Tutto il contrario, per fare un esempio, di quanto accaduto in Hell’s Kitchen Italia, che sembra sempre e soltanto la fedele (e non all’altezza) trasposizione dell’originale.





30
giugno

IN ONDA: GIANLUIGI PARAGONE E’ IN GABBIA, FRANCESCA BARRA ASSENTE. E IL TALK SHOW NON DECOLLA

Gianluigi Paragone, In Onda

Qualcuno avrà rimpianto Otto e Mezzo e le domandine sornione di Lilli Gruber. Reazione comprensibile dopo aver assistito allo sgangherato esordio della nuova edizione di In onda, avvenuto ieri nell’access prime time di La7. Il programma d’approfondimento estivo, guidato quest’anno da Gianluigi ParagoneFrancesca Barra, ha riacceso i motori con un grande rombo e con ospiti che annunciavano faville, ma si è ingolfato dopo i primi metri di diretta, svelando delle carenze nella scaletta e nella conduzione.

D’accordo: era pur sempre la prima puntata, tuttavia non possiamo soprassedere sulla mancata sinergia tra i due conduttori, che sin da subito ha influenzato il programma. Gianluigi Paragone, abituato alle vivaci scorribande de La Gabbia, ha immediatamente afferrato le redini del talk show e ha marcato il territorio con le sue tesi su Grecia e immigrazione, mettendo in secondo piano la collega. Il giornalista è apparso insofferente al format e alla conduzione in tandem (cui dovrà comunque abituarsi); ad un tratto si è pure alzato in piedi, come a volersi liberare dal vincolo della scrivania al centro dello studio. Privato di un’arena vociante, però, Gianluigi era fuori dal suo habitat.

Praticamente assente, invece, Francesca Barra, la quale ha assistito silenziosa al confronto, sovrastata dal compagno d’avventura e ancora piuttosto impettita. Per l’intera puntata, i conduttori si sono quasi ignorati e hanno interagito solo sul finale, punzecchiandosi su una questioncina marginale proprio mentre scorrevano i titoli di coda. Fuori tempo massimo, insomma. Altro punto debole della trasmissione è stata la scarsa evoluzione del dibattito, dovuta alle troppe voci sovrapposte e ad una scaletta con troppa carne al fuoco, più adatta ai tempi lunghi di una prima serata che ad un access prime time.


25
giugno

HELL’S KITCHEN ITALIA 2015: UN CARLO CRACCO ‘FORZATO’ TRA CONCORRENTI NON ALL’ALTEZZA

Carlo Cracco

Abbiamo conosciuto Carlo Cracco con MasterChef, con i suoi silenzi, gli sguardi severissimi, il ghigno quasi crudele che alcuni detestano e tanti altri invece adorano. Lo Chef Cracco è questo, per i telespettatori italiani. Ed è forse “colpa” di questa identità così netta che facciamo fatica a vederlo nei panni frenetici che deve necessariamente indossare il padrone di casa di Hell’s Kitchen 2.

Hell’s Kitchen Italia 2015: Carlo Cracco non sembra a suo agio

Prendete Gordon Ramsay, che porta avanti la versione originale. Lui sì che è perfetto in quel ruolo: frenetico, veloce, chiacchierone, con quella naturale propensione ad urlare e correre da una parte all’altra che non lo fa diventare mai eccessivo, nonostante lo sia di natura. Per Cracco non è lo stesso e nel contesto ‘isterico’ di Hell’s Kitchen sembra forzato, per niente a suo agio; non può dare il meglio di sé, per quanto ci provi e si sforzi di portare avanti la sua missione rimproverando i concorrenti, schiacciando pietanze contro le pareti e facendo finire innumerevoli piatti nella pattumiera (che spreco!).

Hell’s Kitchen Italia 2015: concorrenti non particolarmente brillanti

Ma il problema principale di Hell’s Kitchen, di cui stasera vedremo su Sky Uno la quinta puntata – con gli attori di Gomorra come ospiti -, non è nemmeno questo, perchè lo charme di Cracco funge un po’ da consolazione. Il vero punto debole del programma sono i concorrenti (qui tutto su di loro), tra i quali ancora non è emerso nessun talento particolare che possa appassionare il pubblico. Anzi. Fatta eccezione per la voglia di fare della napoletana made in USA Vincenzina – che Cracco prende in giro per il suo fargli bonariamente gli occhi dolci – e per la difficoltà del cinese Chang a farsi capire e capire a fondo la vita nella cucina, di interessante tra gli aspiranti Executive Chef non c’è proprio niente.


23
giugno

UNA VITA: BUONI GLI ASCOLTI DELLA PRIMA. CANALE 5 HA TROVATO IL SEGRETO 2.0?

Una Vita

Un uomo picchia e tenta di violentare la moglie incinta di circa nove mesi, al che lei lo colpisce per difendersi finendo per ucciderlo. Poi nasconde il cadavere e scappa insieme alla madre, che di materno e comprensivo non ha nulla, e partorisce in un mare di sangue e su un blocco di neve. Poi abbandona sua figlia e viene soccorsa, così dopo visite ginecologiche varie ed interventi di fortuna viene salvata da un medico che in un attimo è già l’uomo della sua vita.

Una Vita: scene forti nel primo pomeriggio di Canale 5

Sono le 14:45 di ieri ed è appena iniziata su Canale 5 la prima puntata di Una Vita, la nuova telenovela spagnola che si presenta subito a tinte forti o quantomeno crude. Il che, visto l’orario, potrebbe anche disturbare, ma paradossalmente è invece un tratto positivo perchè c’è stata un’altra telenovela che nella stessa fascia oraria esordì con scene altrettanto forti ed è diventata un cult, ovvero Il Segreto.

Una Vita: ecco il primo vero clone de Il Segreto

E non si può proprio commentare questa nuova proposta Mediaset prescindendo da Puente Viejo, in primis perchè il cattivone morto aveva il volto del “nostro” Olmo Mesia, ma soprattutto perchè tra tutti i tentativi sprecati negli ultimi due anni per trovarne un degno clone, questo è il più riuscito: Una Vita somiglia moltissimo a Il Segreto sia per la trama di fondo – la donna sfortunata ma tenace che lotterà per ricongiungersi al figlio da cui è stata separata – sia ambientazione, fotografia e dialoghi. Anche qui siamo nella Spagna di fine ottocento/inizio novecento e, partendo dai campi pieni di fatica e sudore dei braccianti, finiamo nelle case di ricchi e viziati che sono più infelici di loro. I personaggi dai caratteri netti e ben delineati, le storie costruite su dicotomie basiche e l’interpretazione accorata degli attori a prima vista possono funzionare sul serio.

Una Vita: buoni gli ascolti della prima