Cento minuti a puntata, dei quali circa la metà fatta di silenzi: gesti, sguardi, sospiri, sospetti, fenomeni paranormali, paure, per le quali non ci sono parole, e scene interminabili. Che servissero almeno a tenere gli occhi dei telespettatori incollati allo schermo, avrebbero un senso! Ma la verità è che la terza stagione de Le Tre Rose di Eva, di cui venerdì prossimo andrà in onda la sesta puntata su Canale 5 (qui le anticipazioni), è di una noia mortale. E lo spettatore si fa cullare da quel silenzio, sì, ma fino ad addormentarsi.
Le Tre Rose di Eva 3: lunghi silenzi e troppo paranormale
Lo dicono i dati auditel, in netto calo rispetto alla passata annata televisiva, durante la quale le avventure misteriose di Villalba spiccarono. Certo, accadde anche ‘grazie’ alle altre proposte Mediaset che lasciavano a desiderare, ma comunque le ripetizioni e i tempi morti che hanno caratterizzato già la seconda stagione sono stati perdonati sul finale, dove almeno l’ingarbuglio della trama è stato dipanato per bene.
Ma stavolta? Anche quando ci avranno fornito spiegazioni logiche sul fatto che le pareti di Pietrarossa trasudino sangue e che un’aspirante suora abbia en passant un orgasmo durante la preghiera comune, difficilmente questo basterà a far rifiorire il roseto, ormai calpestato dagli impietosi meccanismi della tv.