Recensione



9
gennaio

XLOVE: STESSA FORMULA, STESSI DUBBI PER IL PROGRAMMA DELLE IENE SUL SESSO E SULL’AMORE

XLove

XLove

Le Iene ci riprovano con XLove, il programma dedicato al sesso e a tutte le facce dell’amore, già andato in onda quasi un anno fa con una puntata dagli ascolti poco convincenti (6.6% di share). Quello che si è visto ieri, in prima serata su Italia 1, non si discosta in nulla da quanto già sperimentato nel 2014: la conduzione è ancora affidata alla iena Nina Palmieri, il cui ruolo si limita a qualche sporadica apparizione al centro palco per lanciare i servizi. E’ solo la sua voce, inoltre, a lanciare le performance – in stile stand up comedy dei vari comici.

Il punto forte del programma è costituito dai servizi. Nella prima puntata sono stati affrontati temi importanti e curiosi, con il taglio che solo Le Iene sanno imprimere alle loro inchieste: le testimonianze di dieci sieropositivi raccolte da Nina Palmieri, la storia di una ragazza e del suo percorso per cambiare sesso seguita da Nadia Toffa, il servizio sui centri Osho di Matteo Viviani e le divertenti incursioni di Cisco nel mondo di Tinder sono stati solo alcuni dei temi trattati all’interno del programma. Certo, non sono mancate le “cadute” come l’imbarazzante (per lui) servizio sul mondo sado del simpatico Alessandro Di Sarno, in cui è letteralmente rimasto in mutande (e anche meno), oppure il servizio sullo youtuber misogino Giuseppe Simone, personaggio dalle sfumature un pò grottesche protagonista di un “cambio look” alla Ma come ti vesti?.

Se si salvano dunque le inchieste, che mantengono fedeli la firma de Le Iene, il resto è da rivedere e non convince del tutto. Per quanto riguarda i comici, il loro apporto alla trasmissione è risibile e i loro pezzi non hanno convinto, a parte la chiusa di Pietro Sparacino, che ricordava lo stile dei comici anglosassoni a suon di battute argute sparate a raffica. Altra new entry è stata Diana Del Bufalo, ex “amica” di Maria che con l’ausilio della chitarra ha proposto dei pezzi molto “coloriti”, in cui si è divertita (solo lei però) a prendersela a suon di canzoni con un ipotetico marito fedifrago, in modo molto “diretto” e senza nascondersi dietro allusioni.

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8
gennaio

SOLO PER AMORE: LA NUOVA FICTION DI CANALE 5 HA DEL POTENZIALE, SEPPUR CON QUALCHE PECCA

Antonia Liskova

Dopo la lunga pausa natalizia Canale 5 riparte dalla fiction e cala l’asso Solo per amore, una produzione Endemol in dieci puntate per la regia di Raffaele Mertes e Daniele Falleri in cui il melò si mischia al noir, alla ricerca di un pubblico trasversale. La serie infatti strizza l’occhio agli appassionati delle soap, che qui di sicuro troveranno pane per i loro denti, senza però cadere, almeno non completamente, nei soliti cliché che di solito impediscono di spiccare un salto in avanti. La fiction ha ritmo e non annoia chi guarda, catturando l’attenzione ad ogni nuova scena con particolari che potrebbero svelare qualcosa di più sulla vicenda. La regia è fluida e ben articolata e anche questa fa la differenza, movimentando il tutto con passaggi rapidi e sequenze che mantengono alta la tensione.

La trama ha per protagonista Elena Ferrante (Antonia Liskova) alle prese con il rapimento del marito Pietro Mancini (Massimo Poggio). Indagherà sulla vicenda il vice questore Giordano Testa (Kaspar Kapparoni), che anni prima aveva liberato la donna a sua volta vittima di un sequestro, nel corso del quale aveva perso il figlio che stava aspettando. Si scopre che Pietro, nonostante sembrasse un marito sincero e un uomo limpido, in realtà nasconde tanti segreti, tra cui la sua frequentazione con Sandro Alfieri (Pietro Genuardi), noto malavitoso tornato da poco a Roma direttamente dal Sud America. Già nella prima puntata si apprende che Pietro è tenuto segregato da Gloria Keller (Valentina Cervi), sua ex fidanzata in cerca di vendetta che mira a togliergli ogni bene. La donna cerca infatti di acquistare le quote del lussuoso centro sportivo di cui i Mancini e i Ferrari sono proprietari seducendo il giovane fratello di Elena, Gabriele (Simon Grechi), già fidanzato con la ginecologa Irene (Camilla Filippi).

Il tema del rapimento non è certo una novità nel panorama della fiction italiana, se solo si pensa a Una grande famiglia o a Dov’è mia figlia, ricorrendo periodicamente anche negli intrecci di molte soap opera e telenovelas (a partire da Centovetrine fino a Il Segreto). Sicuramente si tratta di un argomento che fa presa e che permette agli sceneggiatori di disporre di ampia scelta sugli eventi che muovono le fila della narrazione. Tuttavia la prima puntata dimostra che gli elementi narrativi sono ben giocati, dividendosi tra i momenti di azione, quelli di indagine e quelli in cui la passione e i rapporti interpersonali tra i vari personaggi la fanno da padrona. Molto spazio infatti è lasciato a questi ultimi, per cui sin da subito si intuisce ad esempio che tra Elena e Giordano l’antico amore non si è mai definitivamente chiuso e il fatto di rivedersi per cercare Pietro prima o poi sarà motivo di un confronto e, chissà, di un riavvicinamento.

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7
gennaio

RIMOZIONE FORZATA: SCENE DI “ORDINARIA” FOLLIA NEL DOCU DI DMAX CHE METTE IN SCENA L’ESPROPRIO COATTO

Rimozione Forzata - DMAX

Rimozione Forzata - DMAX

Un giorno alla Tremont Towing di Miami è un po’ come la versione “hardcore” di un giorno alle Poste: nervi tesi, gente che sbuffa e impiegati esasperati. Si sa che in America sono avanti, quindi non ci stupiremmo se quello che succede alla Tremont Towing di Miami, da un momento all’altro accadesse anche in una filiale di Poste Italiane nel giorno di riscossione delle pensioni. Immaginate “Jersey Shore” che incontra il minimondo di “Avanti un altro”, caricate il risultato all’ennemesima potenza, e il prodotto non può che essere Rimozione Forzata, nuova serie in onda su DMax dal lunedì al venerdì alle 20:20.

Rimozione Forzata: l’iperbole del reclamo nel racconto di un’azienda a gestione familiare

La serie documenta una giornata tipo all’interno di una Società di rimozione autoveicoli di South Beach a gestione familiare, con energumeni come impiegati, e squinternati a piede libero come clienti. Per clienti si intendono i proprietari delle automobili “rimosse”, che attraverso opposizioni non proprio serenissime, rivendicano la proprietà del veicolo trasformando la sede della società in un ring della Wwe. La graziosa donzella allo sportello reclami, è un “femminone” tatuato dai capelli color giallo canarino, che con aria di sufficienza e modi non proprio da educanda, rimbalza il cialtrone di turno a suon di “#@###xx!!!”, “xxx#?##@#@#!” impreziosisti con qualche “@#@#@xxxx!!”. La candida biondina, in risposta a tale Big P –  ”mini” rapper che pretendeva di ritirare la sua automobile marchiata Gucci senza sganciare nemmeno un dollaro – inanella, sulle note di un incalzante rap, tutta una serie di insulti che offrirebbero nuovi spunti ai comizi di Beppe Grillo. D’altronde è cosa risaputa che le donne hanno una naturale predisposizione al contatto con il pubblico, così il lavoro “sporco” lo fanno gli uomini, che con indosso accecanti t-shirt fluorescenti – quasi a voler enfatizzare quella che è già una ingombrante presenza – viaggiano a bordo di un furgone a rimorchio in cerca di veicoli parcheggiati selvaggiamente nelle affollate strade di Miami.

Ovviamente gli espropri offrono ciò che c’è di più estremo e ridicolo in una situazione di contenzioso: randellate, pugni, inseguimenti al cardiopalma, vetri sfondati, incendi divampati d’emblée, extensions fluttuanti. Ancora più grottesco è ciò che viene recuperato all’interno delle vetture sequestrate, che tra volpini da 3000 dollari e brutti ceffi nascosti nel bagagliaio per fumare erba in santa pace, arricchiscono di ulteriori fronzoli un prodotto già di per sé carico di eccessi.

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30
dicembre

LA BELLA E LA BESTIA: PRIMA PUNTATA TRA BUONE INTUIZIONI E QUALCHE SCIVOLONE

La Bella e la Bestia - Alessandro Preziosi e Blanca Suarez

La Bella e la Bestia - Alessandro Preziosi e Blanca Suarez

La prima puntata de La Bella e la Bestia, miniserie dedicata all’omonima celebre fiaba, può considerarsi riuscita, sebbene con alcune riserve. L’impegno produttivo e attoriale si nota, forse a mancare è stato quel pizzico di magia che la storia richiedeva, venuto meno nel tentativo di cercare l’originalità a tutti i costi.

Una rilettura non sempre valida, ma accattivante

Sono due le cose che maggiormente saltano all’occhio di questa ennesima riproposizione.

La prima: la bestia non ha le fattezze di un animale ma di un uomo con delle cicatrici in volto coperte da una maschera, e la bestialità si riscontra nel suo animo, divenuto scontroso e ostile. Questa svolta narrativa rende da un lato l’operazione senz’altro originale e Alessandro Preziosi, con una recitazione molto teatrale, è bravo a far cogliere sfumature e profondità del suo carattere tormentato; dall’altro rende però poco minacciosa la figura di Leon, che da subito non si percepisce come davvero pericoloso per la sua controparte femminile (cosa che invece all’inizio serviva per gettare il dubbio sulla sua figura).

La seconda: i due non si avvicinano in modo spontaneo, ma grazie al terzo incomodo femminile rappresentato da Helene, che fa scommettere a Leon di riuscire a sedurre Belle nel giro di una settimana. Questa scelta rende meno romantico il menage fra i due protagonisti, rendendolo un tantino ragazzesco e facendo cadere la storia in alcuni momenti francamente noiosi.


22
dicembre

CONTRATTO: IL PROGRAMMA DELLA FERILLI CONVINCE SU AGON CHANNEL

Sabrina Ferilli e Stefania Nobile - Contratto

Sabrina Ferilli e Stefania Nobile - Contratto

Riuscire a trovare degli spunti per uno show che fa dell’intervista la sua colonna portante è oggi un’operazione piuttosto ardua, soprattutto in un panorama televisivo che già presenta trasmissioni con una propria distinta personalità come Che tempo che fa e Le invasioni barbariche. Agon Channel nel suo Contratto sembra aver trovato il format giusto, in cui ogni settimana un personaggio noto si mette in discussione per circa due ore rivelando aspetti più o meno inediti della sua vita.

Padrona di casa è l’attrice Sabrina Ferilli che, abbandonata la poltrona rossa da giudice di Amici, in questo nuovo ruolo si è dimostrata molto a suo agio, riuscendo a dare sin da subito un imprinting personale al programma. Il suo stile di conduzione è moderato e intimistico, abolendo qualsiasi tipo di “faccetta di circostanza” o di discussione pompata, puntando, invece, sulla naturalezza e la sobrietà.

Niente polemiche facili dunque, né provocazioni, neanche se l’ospite in studio è la tanto “provocabile” Stefania Nobile, presente nella seconda puntata. La vera protagonista del programma dunque, come dice la stessa Ferilli all’inizio di ogni appuntamento, è la vita. Al centro sono posti i racconti dei personaggi e le loro testimonianze, raccolte senza alcun tipo di giudizio o condanna nel corso di un’intervista che si articola in domande sulla vita privata e pubblica. Nel primo caso lo studio si tinge di rosso, nel secondo di blu. Alla fine della trasmissione ogni ospite firma un contratto con gli spettatori, con il quale davanti a tutti prende degli impegni e fa delle promesse alla luce di quanto detto e condiviso nel corso della puntata.





19
dicembre

SENZA IDENTITA’: FORMULA VINCENTE PER TRAMA E ASCOLTI. CONTINUERA’ IL SUCCESSO DI MEGAN MONTANER?

Senza Identità

La fiction Senza identità si è aggiunta solo da una settimana al palinsesto di Canale 5 ma è bastata la prima puntata per sbaragliare la concorrenza, superando i 4 milioni di spettatori (clicca qui per i dati d’ascolto completi). Avevamo lasciato Megan Montaner ne Il Segreto nei panni di una Pepa ormai morente intenta a dire addio al suo Tristan.

In Senza identità ritroviamo l’attrice ad interpretare Maria Fuentes, una donna dei nostri tempi, avvocato, con una grande e facoltosa famiglia alle spalle e un impegno costante come volontaria  di una fondazione. Nel corso della prima puntata Maria ha scoperto per caso di essere stata adottata. Da qui iniziano una serie di ricerche con l’aiuto dell’amico Pablo (Eloy Azorin). I due risalgono ad un misterioso orfanotrofio in cui la suora direttrice sembra in tutti i modi depistare le loro indagini. Pochi giorni dopo il custode dell’orfanotrofio è ucciso e la stessa Maria concentrerà i suoi sospetti sul padre adottivo.

La ragazza, intanto, fa conoscenza dell’avvocato Juan Prados, che le svela di stare indagando da anni su un grave caso di adozioni illegali di cui lei potrebbe far parte. In attesa delle rivelazioni della seconda puntata (clicca qui per le anticipazioni), la formula si rivela fin qui vincente. La trama appare ben articolata e trova un’idea efficace nell’uso dei flashback che ricompongono, scena dopo scena, la storia della protagonista.


19
dicembre

MASTERCHEF 4: TRA CATECHISTI, CONTI E FUNGAIOLE, E’ SUBITO SHOW

Masterchef

Gli inossidabili giudici assieme ai tre vincitori delle precedenti edizioni e i loro piatti simbolo. Si è aperta così, tra sapori passati e consigli per il futuro Masterchef 4, lo show culinario che anche quest’anno si carica sulle spalle la pesante eredità di X Factor nel giovedì sera di Sky Uno.

Giusto il tempo per qualche battuta di rito da Joe Bastianich, Carlo Cracco e Bruno Barbieri ed è subito gara con gli aspiranti chef impegnati a rincorrere l’agognato grembiule e convincere con le loro invenzioni ai fornelli i tre giurati che, anche in questa stagione, dispensano vetriolo con generosità arricchendo lo show di quel ficcante retrogusto pepato, marchio di fabbrica di MasterChef Italia.

Un debutto frizzante – che si spera prodromico di un gustoso talent – grazie a diversi personaggi televisivamente azzeccati, in grado di rubare la scena persino al piatto che intendono proporre: si va dall’adrenalinico catechista, alla vulcanica banchiera, passando per la concorrente con la passione sfrenata per i funghi e il logorroico Conte, tutti ugualmente emozionati ma promossi. Meno fortuna per la destabilizzante concorrente di La Spezia che non convince con il suo piatto e neanche con la sua bizzarra idea di costruire un piccolo ristorante sugli alberi, proposta subito colta da Bastianich che sceglie di testare il progetto facendo una prova sugli alti scatoloni che compongono la scenografia dello studio.

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16
dicembre

I DIECI COMANDAMENTI: ROBERTO BENIGNI RACCONTA L’UOMO PARLANDO DI DIO. IL FINALE E’ UN CRESCENDO

Roberto Benigni, I Dieci Comandamenti

Con un saltello da applausi, ieri sera Roberto Benigni era balzato in braccio a Dio fino ad arrivare nell’alto dei Cieli. Nella seconda puntata del suo spettacolo dedicato ai Dieci Comandamenti, invece, l’attore toscano è tornato a sorpresa sulla terra per proseguire il suo racconto da un punto di vista diverso. Più funzionale all’occasione. Nel prosieguo della sua esegesi, il Premio Oscar ha preferito parlare di Dio raccontando le cose degli uomini, occupandosi dei risvolti più concreti suggeriti dal sacro decalogo.

Come già aveva fatto nel primo appuntamento, Roberto ha snobbato l’attualità spicciola da talk show e si è occupato della contemporaneità con un respiro più ampio. Pochi, pochissimi i riferimenti alle vicende politiche e giudiziarie nostrane: “voglio ringraziare chi ci ha visto ieri sera, gli manderei un regalino, un prosciutto, un mazzo di fiori, 80 euro” ha ironizzato in apertura l’attore. Una battuta veloce, prima di buttarsi a capofitto sulle Tavole della Legge. Onora il padre e la madre, non commettere adulterio, non rubare…. Benigni passa in rassegna i sacri precetti e richiama l’attenzione su una dimensione etica, riuscendo ad evitare il rischio di trasformare le sue parole in una omelia.

Roberto, il comico biblista, non ha pretese dottrinali e su alcuni argomenti si concede licenze artistiche. Sugli “atti impuri” da non commettere, ad esempio, la sua esegesi vacilla un poco dal punto di vista teologico ma risulta efficace nell’ottica di uno show che si regge unicamente sulla parola. Arriva il settimo comandamento – non rubare – ed è qui che l’attore toscano riesce ad unire il sacro all’attualità. “Pare che Dio l’abbia scritto direttamente in italiano” scherza Benigni, per poi tornare serissimo e appassionato.