La prima puntata de La Bella e la Bestia, miniserie dedicata all’omonima celebre fiaba, può considerarsi riuscita, sebbene con alcune riserve. L’impegno produttivo e attoriale si nota, forse a mancare è stato quel pizzico di magia che la storia richiedeva, venuto meno nel tentativo di cercare l’originalità a tutti i costi.
Una rilettura non sempre valida, ma accattivante
Sono due le cose che maggiormente saltano all’occhio di questa ennesima riproposizione.
La prima: la bestia non ha le fattezze di un animale ma di un uomo con delle cicatrici in volto coperte da una maschera, e la bestialità si riscontra nel suo animo, divenuto scontroso e ostile. Questa svolta narrativa rende da un lato l’operazione senz’altro originale e Alessandro Preziosi, con una recitazione molto teatrale, è bravo a far cogliere sfumature e profondità del suo carattere tormentato; dall’altro rende però poco minacciosa la figura di Leon, che da subito non si percepisce come davvero pericoloso per la sua controparte femminile (cosa che invece all’inizio serviva per gettare il dubbio sulla sua figura).
La seconda: i due non si avvicinano in modo spontaneo, ma grazie al terzo incomodo femminile rappresentato da Helene, che fa scommettere a Leon di riuscire a sedurre Belle nel giro di una settimana. Questa scelta rende meno romantico il menage fra i due protagonisti, rendendolo un tantino ragazzesco e facendo cadere la storia in alcuni momenti francamente noiosi.
Per il resto la visione è godibile, Blanca Suarez è una Belle perfetta sia per avvenenza che per la determinazione che riesce a dare al suo personaggio, costretto a servire in casa della Bestia ma per nulla spaventata dalla sua figura (ma chi lo sarebbe? E qui torniamo alla prima obiezione). La confezione è buona e il ritmo per fortuna non così lasco come si può pensare, anche grazie all’esperta regia di Fabrizio Costa. Belli costumi e scenografie, discreti gli attori di contorno.
Peccato proprio per quei particolari che dovevano servire a distanziare la fiction dalle altre trasposizioni, ma che a conti fatti risultano le vere pecche di una miniserie altrimenti perfettamente confezionata, anche visto il periodo natalizio. Se una storia è sempre stata rappresentata in un modo un motivo doveva pur esserci; sicuri che non fosse meglio seguire la solita rotta tracciata nel tempo?
1. anto ha scritto:
31 dicembre 2014 alle 10:09