Recensione



23
giugno

DISPERATAMENTE ROMANTICI: SU LAEFFE UNA BRILLANTE MINISERIE SUI PRERAFFAELLITI

Disperatamente Romantici

Laeffe ha colpito ancora. Dopo la messa in onda delle due stagioni di The Paradise, la serie tv ispirata al romanzo di Emile Zola, il canale 50 ha tirato fuori dal cilindro un altro piccolo capolavoro, andando a ripescare un prodotto del 2009 ed indagando un argomento di solito poco interessante per il pubblico televisivo, in quanto relegato di norma sui canali tematici o direttamente nei musei: l’arte.

Disperatamente Romantici: su laeffe l’ottima miniserie della BBC Two

Disperatamente romantici, miniserie in sei puntate che ha debuttato su laeffe domenica scorsa – 21 giugno 2015 – porta in video i tormenti e la passione di tre giovani pittori dell’epoca vittoriana che diedero vita alla Confraternita dei preraffaelliti, sfidando le convenzioni artistiche del tempo e diventando i fautori di una vera e propria rivoluzione. Dante Gabriel Rossetti (Aidan Turner, Being Human), William Holman Hunt (Rafe Spall) e John Everett Millais (Samuel Barnett) sono tre geni incompresi che con l’aiuto del giornalista Fred Walters (Sam Crane) riescono a farsi conoscere pur senza rinunciare alla follia che gli artisti di solito si portano dietro.

Disperatamente Romantici: interpreti, dialoghi e costumi perfetti

Il pregio principale di questo prodotto della BBC Two è quello di riportare in video con dovizia di particolari un fatto realmente accaduto, che sembra quasi accadere davanti ai propri occhi: i costumi, le location e soprattutto la scelta degli interpreti – come le modelle dalla pelle lattea e i lunghi capelli rossi tipiche dei dipinti dell’epoca – non sono stati lasciati al caso e trasportano il telespettatore in quel mondo trapassato ma attualissimo nella verve e nella personalità dei personaggi, nei loro amori e nel loro lavoro. Saranno solo tre settimane di messa in onda – due episodi ogni domenica – ma aprono le porte del passato, rendendo sempre più interessante questo genere di racconto che torna indietro per andare avanti.




22
giugno

LA POSTA DEL CUORE CONFERMATA IN AUTUNNO. LE 5 MODIFICHE CHE APPORTEREMMO AL PROGRAMMA DI FRIZZI E DALLA CHIESA

La Posta del Cuore

La Posta del Cuore

La Posta del Cuore tornerà in autunno. Dopo una sola settimana di programmazione, il direttore di Rai 1, Giancarlo Leone, ufficializza su Twitter la promozione in autunno dello show pomeridiano di Fabrizio Frizzi e Rita Dalla Chiesa.

Il programma, in effetti, un merito ce l’ha: ha messo in luce due personaggi che, insieme, risultano perfetti per il pomeriggio della prima rete della tv pubblica. Anzi, in coppia, gli ex coniugi Frizzi-Dalla Chiesa si potenziano a vicenda: da una parte, l’elegante brio di Rita – un toccasana per il daytime di Rai 1 – disingessa Fabrizio rendendolo più vicino al Frizzi del dietro le quinte (che è uno spasso!), dall’altra il rigore – spesso eccessivo – dell’uno riesce a contenere l’esuberanza della seconda. E il mix funziona. Soprattutto in uno slot come quello de La Posta del Cuore.

Detto questo, i contenuti lasciano a desiderare. Abbiamo dunque stilato una lista con le 5 modifiche da apportare in vista della nuova edizione in partenza nei prossimi mesi.

1. Meno racconto più dialogo

Il programma sembra ingabbiato in un formato che formato non è. Seguire una liturgia in maniera così rigida fa perdere allo show quello che dovrebbe essere il fine precipuo di un programma del pomeriggio: chiacchierare. Se hai al timone una che con le parole ci sa fare, devi lasciarla libera e non imbalsamarla su una poltrona. Così come non devi costringere il conduttore nella lettura di una lettera che ben potrebbe essere ‘interpretata’ dal protagonista della storia.

2. Centralità alla storia

Il protagonista della storia sembra più che altro un ospite. Si confonde nello studio-salotto insieme agli altri e fa perdere di vista l’obiettivo del programma: trovare una soluzione o ricevere consiglio in relazione al suo problema. Uno studio organizzato diversamente, che evidenzi e distingua i ruoli degli astanti,  sarebbe opportuno. Si vedano programmi come Al Posto Tuo o Uomini e Donne.

3. Via le due opinioniste

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18
giugno

LE TRE ROSE DI EVA 3: I 5 MOTIVI PER I QUALI CI E’ PASSATA LA VOGLIA DI VEDERLA

Le Tre Rose di Eva 3 - Edoardo

I fedelissimi de Le Tre Rose di Eva si stanno già disperando per la fine della terza stagione, la cui ultima puntata andrà in onda questa sera su Canale 5. Qualcuno, invece, si sentirà intimamente sollevato dall’epilogo imminente, bisognoso di avere risposte alle troppe domande che puntata dopo puntata, piuttosto che diminuire, sono aumentate esponenzialmente.

Di sicuro, ci sono altre domande che una risposta non l’avranno, e sono quelle che il telespettatore si è posto dinanzi ad alcuni snodi narrativi veramente azzardati, ma passati quasi sotto silenzio e ormai dati per buoni. Ebbene, vogliamo elencarvi i primi cinque che ci vengono in mente, quelli che ci hanno scoraggiati a tal punto da farci dire che de Le Tre Rose di Eva 3 non dovreste davvero sentire la mancanza.

1. Le Tre Rose di Eva 3: la morte di Aurora stile Willy il Coyote

La morte di Aurora, non tanto per la morte in sé ma perchè è stata demenziale: quale persona sana di mente, che sta scappando da un gruppo di esaltati che vuole rapirla e ucciderla, abbandona in piena notte il rifugio che ha trovato per sé e la sua famiglia e si reca tutta sola nel bosco, proprio dove quegli esaltati si stanno riunendo per uno dei loro riti inquietanti?

2. Le Tre Rose di Eva 3: l’inopportuno arrivo di Clarissa

L’arrivo di Clarissa, che si è insinuata immediatamente dopo la morte di Aurora nella vita di Alessandro e in quella della piccola Eva, ormai già aggrappata a lei come una nuova mamma.

3. Le Tre Rose di Eva 3: il declino di Ruggero e Tessa

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17
giugno

LUCKY LADIES: TRASH “EVOLUTO” CHE NON FA NEANCHE RIDERE

Lucky Ladies

La tentazione di non recensire Lucky Ladies, ed evitare così di dare ulteriore immeritata visibilità alle sei protagoniste, è così forte da risultare micidiale. Ma non cederemo, perchè il programma in onda il mercoledì sera su Fox Life alle 21:50 ha il (de?)merito di aver fatto parlare molto di sé – benchè quasi unanimamente male – e soprattutto è riuscito a far rimpiangere il trash puro, meritandosi almeno un’analisi.

Lucky Ladies: un racconto decontestualizzato ed artificiale

Bisogna però partire da un dato di fatto incontrovertibile: Napoli con questo programma non c’entra niente. Gli scorci della città sono usati solo come cornice, piazzati un po’ a caso nel corso delle puntate, per rasserenare la vista e dare al telespettatore un attimo di bellezza naturale nel bailamme artificiale che acceca. Ma per il resto le lucky ladies potrebbero essere ovunque dal momento che le vediamo sempre chiuse in negozi, locali, ristoranti, case o all’aperto in lussuosi maneggi o su barche da mille e una notte del tutto decontestualizzate.

Il programma sembra più che altro l’appendice televisiva de La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, con questi ricchi annoiati da tutto che cercano un modo per sentirsi ancora giovani, per imporsi all’attenzione degli altri e forse sconfiggere un’insicurezza latente. Solo che rispetto al film non siamo in odore di Premio Oscar, perchè in Lucky Ladies non c’è nessun messaggio subliminale che deve arrivare al telespettatore: c’è solo la fiera dell’ostentazione e del nulla che, rispetto al ruspante e sano trash a cui siamo abituati, non fa neanche ridere.

Lucky Ladies: l’irreale realtà delle protagoniste

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10
giugno

HEIDI: ORA I MONTI LE SORRIDONO IN 3D. MA SOLTANTO LORO!

Heidi 3D

Ci sono cose che non dovrebbero accadere. E programmi di cui non si dovrebbe mai fare un remake, soprattutto quando l’originale è entrato nella sfera del “mito”, è stato visto da generazioni e generazioni di bambini e, soprattutto, negli ultimi trentacinque anni ha invaso il piccolo schermo senza mollarlo mai.

Heidi: Rai Yoyo trasmette la nuova versione 3D

E invece no, accade. Accade che la fantasia faccia cilecca, le idee scarseggino e, piuttosto che proporre qualcosa di nuovo, si vadano a ripescare vecchi classici di cartoni animati per rifarli punto e a capo. E’ successo a L’Ape Maia ed ora tocca nientemeno che a Heidi, la piccola orfanella dal cuore d’oro che nel 1978 fece capolino nella tv italiana in un anime giapponese, e che oggi ritorna in una versione 3D su Rai Yoyo tutti i giorni alle 6:00 e alle 23:00.

Nulla da eccepire sull’aspetto tecnico: il cartone è ben fatto e realistico, come la nuova tecnologia impone. E avessero ritoccato un pochino la storia per rendere anche quella più moderna e attuale, forse ce ne saremmo fatti una ragione. Invece no: la trama è la stessa della versione originale, i personaggi sono sempre quelli, l’ambientazione neanche a parlarne e dunque a vederla si finisce per restare spiazzati e basta. Come prendere una bambola antica – e, diciamolo, ormai superata! – e metterle addosso un bel chiodo di pelle borchiato che con il suo viso di porcellana fa a pugni. L’unica cosa diversa è la sigla, con una canzone totalmente nuova che però finisce per far sentire la mancanza della vecchia.

Heidi: Cartoonito trasmette ancora la prima versione

Ma non c’è problema, perchè se la mancanza si dovesse fare insopportabile basterà abbandonare il canale 43 del dtt e spostarsi al 46, ovvero Cartoonito, che con stoica fermezza continua a mandare in onda la Heidi giapponese alle 13:00 e alle 21:00, dopo l’ennesimo fortunato passaggio su Italia 1 di qualche mese fa. Insomma, l’iniziativa della Studio 100 Animation – che ha prodotto Heidi 3D per la rete tedesca Zdf – non convince e non è piaciuta neanche ai tedeschi che sono insorti su Twitter per protestare contro il nuovo cartoon, reo addirittura di aver ucciso i loro sogni d’infanzia e di rappresentare oggi una bimba magra quando la prima Heidi era più che paffuta.

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10
giugno

MEZZOGIORNO ITALIANO – L’ESTATE DELL’EXPO: BUONE LE INTENZIONI, BRAVI I CONDUTTORI, MA MANCA QUALCOSA

Mezzogiorno Italiano - Federico Quaranta

Se gli italiani pensavano di poter far riposare pentole e padelle con la fine de La Prova del cuoco, andata in ferie per l’estate, si sbagliavano. Perchè ogni giorno alle 11:30 su Rai 1 si riaprono le cucine e si torna tra i fornelli, questa volta insieme ad Arianna Ciampoli, il suo ospite del giorno e lo chef di puntata di Mezzogiorno Italiano, il segmento che chiude la mattina estiva dopo Uno Mattina Estate ed Effetto Estate.

Mezzogiorno Italiano: la cucina fa da cornice

Nei circa cinquanta minuti di trasmissione cucinano solo un piatto, ma lo raccontano per bene mostrando al telespettatore tutte le fasi di preparazione, analizzando gli ingredienti e disquisendo sulle tradizioni culinarie italiane. Il clima e il risultato finale sono ben conditi, ma il tutto ha un po’ il sapore del riempitivo, messo lì soprattutto per lanciare ed accogliere i servizi che sono il vero cuore del programma.

Mezzogiorno Italiano: l’Expo raccontato da Federico Quaranta

In particolare l’attenzione è puntata sui racconti di Federico Quaranta, che dai padiglioni dell’Expo di Milano porta i telespettatori a viaggiare nel mondo e nelle sue cucine. L’idea è ottima, realizzata con cura e, visto il sottotitolo del programma (L’Estate dell’Expo), assolutamente centrale nelle intenzioni, ma risulta a tratti “frenata“: il conduttore impiega gran parte dei minuti a disposizione in presentazioni e spiegazioni troppo lente, degne del nostro Piero Angela, mentre potrebbe mostrare qualcosa in più dell’universo di possibilità che l’Expo propone.


9
giugno

GRAND HOTEL CHIAMBRETTI: PIERINO FA IL GATTOPARDO. GLI SERVIREBBE LA DIRETTA PER ESSERE SUL PEZZO

Grand Hotel Chiambretti - Cipriani, Chiambretti, Caniggia.

Grand Hotel Chiambretti - Cipriani, Chiambretti, Caniggia.

Tutto cambia affinché nulla cambi. Piero Chiambretti ha preso alla lettera la massima gattopardesca e l’ha applicata ai suoi programmi. I format elaborati dall’arguto conduttore cambiano titolo ma sono un’eterno perpetuarsi di situazioni e ritmi da lui stesso già sperimentati. Sono un piacevole (ma talvolta prevedibile) déjà vu, come confermato dal Grand Hotel Chiambretti, di cui ieri abbiamo visto l’ultima puntata.

All’interno dell’albergo televisivo (che già fu un Supermarket), Pierino la peste ha rimesso in scena quel mini-mondo che ormai da tempo lo accompagna. Tra ballerine, pianisti, ‘gente che va e gente che viene’, il conduttore ha deliberatamente portato su Canale5 la tv del passato, riempiendo così le stanze – pardon, le puntate – di un Grand Hotel autoreferenziale e con poche finestre affacciate all’esterno. Ieri sera, ad esempio, accomodata nello studio del programma c’era una pimpante Barbara D’Urso, che certamente non sarà stata una sorpresa per il pubblico della rete ammiraglia Mediaset.

La tv è del passato. Non è importante chi porti, ma come lo tratti” ha dichiarato Chiambretti a Tgcom24, motivando così la scelta di alcuni ospiti e di certe presenze fisse nel cast, come Francesca Cipriani. Sarà. Sta di fatto che il trattamento riservato agli ospiti non ci è sembrato il vero punto di forza del programma. A rendere appetibile il Grand Hotel è stata piuttosto – e manco a dirlo – la verve fulminante dello stesso Chiambretti, indiscutibile dote di natura emersa anche in un contesto non particolarmente innovativo.


9
giugno

EFFETTO ESTATE: LA COPPIA RINALDI/GRECO FUNZIONA, MA ATTENTI ALL’AMARCORD!

Effetto Estate

I salotti del daytime si somigliano un po’ tutti, sia d’estate che d’inverno: ospiti, chiacchiere in libertà, qualche intervista, brevi rubriche di approfondimento e la musica in sottofondo. Non fa eccezione Effetto Estate, il segmento che da lunedì scorso prende la linea da Uno Mattina Estate alle 10:30 circa e tiene compagnia ai telespettatori di Rai 1 per un’ora.

Effetto Estate: Benedetta Rinaldi e Alessandro Greco funzionano

Si difendono bene i conduttori: Benedetta Rinaldi e Alessandro Greco sono due professionisti preparati e garbati ma soprattutto sono frizzanti, allegri e naturali davanti alle telecamere. Lei, con il suo pancione di cinque mesi e i commenti spontanei che non risparmia mai, mette il telespettatore a proprio agio; proprio come lui che, nonostante non conducesse in tv da tanto tempo, è uno di casa. Bravi singolarmente, dunque, e perfettamente compatibili in scena dove danno la netta sensazione di divertirsi nel fare il proprio lavoro.

Effetto Estate: il rischio è l’eccesso di amarcord

Con loro Rita Forte e la sua ugola potente, che propone vecchi successi da cantare tutti insieme. E se a vederla lì con il suo pianoforte il rischio è di sentirsi risucchiati negli anni ‘90, quando faceva lo stesso nel Tappeto Volante di Luciano Rispoli, in generale il rischio maggiore di Effetto Estate è proprio quello di calcare troppo la mano sull’amarcord. In parole più spicciole, dedicare ieri gran parte di una puntata alla reunion dei Vianella (Edoardo Vianello e Wilma Goich) è sembrato un tantino eccessivo!