Paolo Mieli ha detto una volta che l’importante, per chi vuol fare il lavoro di giornalista, è avere sempre un piano di riserva. Un ambito di approfondimento, uno spazio, una passione altra che possa subentrare quando il lavoro scarseggia e c’è bisogno di fermarsi ad aspettare, tenendosi però in costante allenamento.
Italiani: uno spaccato di realtà raccontato attraverso un personaggio
Per lui, firma di tanti ed importanti quotidiani italiani, il piano B è sempre stato la storia, la memoria. E ci ha creduto così tanto da renderla più che mai attuale, raccontandola senza noia anche in tv. Tra i tanti programmi di cui è stato volto, voce, curatore o anche solo collaboratore – ricordiamo tra gli altri La Grande Storia e Correva l’anno – l’ultima fatica si intitola Italiani, ed è in onda ogni martedì alle 21:30 su Rai Storia e il sabato notte su Rai 1. Il titolo, semplice ed immediato, dice tutto: attraverso personalità del Belpaese che si sono distinte, il programma offre uno spaccato dell’Italia in cui sono vissute; percorrendo le loro vite, viaggia di volta in volta in un’epoca diversa e racconta i capitoli di una storia che è la nostra. Quella di tutti.
Italiani: uno sguardo storico ma non settoriale
L’aspetto più interessante è la scelta degli italiani da “usare” in questo percorso, personaggi che provengono dai più disparati ambiti e che tolgono ad un programma così nettamente culturale lo snobismo che di solito porta a tenere fuori da questi contesti i personaggi dello spettacolo: accanto alle figure religiose - tipo Papa Giovanni XXIII e Papa Paolo VI -, quelle politiche - Nilde Liotti o Palmiro Togliatti – quelle imprenditoriali - Gianni Agnelli e Arnoldo Mondadori – hanno trovato spazio anche Vittorio De Sica, Leonardo Sciascia e Marcello Mastroianni. E chissà che in futuro non vi si affaccino anche volti televisivi puri.
Ma la vera forza del format sta nell’uscire dal racconto nozionistico per entrare anche nella sfera emotiva, con le interviste a parenti, amici e colleghi dei protagonisti. Chiamati a rivelare chicche e commentare i filmati ripescati nelle teche Rai, più che mai ben sfruttate in questa tv moderna che però resta sempre appassionata ai ricordi (basti anche vedere i risultati di Techetechetè nel preserale).
Perchè la storia, pur avendo per statuto tanto da insegnare, ha anche da imparare qualcosa: per esempio come uscire dai libri, prendere vita, ed arrivare al pubblico attraverso una buona tv.
1. Giuseppe ha scritto:
8 luglio 2015 alle 17:39