TG/Informazione


1
dicembre

ALESSANDRO SALLUSTI ARRESTATO IN DIRETTA TV. MENTANA SI INDIGNA, ALTRI TACCIONO

Alessandro Sallusti

Lo hanno arrestato in redazione, nel suo ufficio. E in diretta tv. Nella tarda mattinata di oggi, gli agenti della Digos sono entrati nella sede milanese de Il Giornale per notificare ad Alessandro Sallusti il provvedimento di detenzione domiciliare a suo carico. Il direttore è stato poi condotto nell’abitazione dove il giudice ha stabilito che dovrà scontare la condanna per diffamazione. Più tardi, come gesto puramente simbolico, il giornalista è uscito in strada e questo gli costerà un processo per evasione fissato per il 6 dicembre.

Brutta, bruttissima pagina per il giornalismo italiano, quella scritta oggi. Senza entrare nel merito giudiziario della vicenda – non è questa la sede per farlo – registriamo il fatto che l’arresto sia avvenuto in una redazione, luogo simbolo della libertà di stampa, e davanti alle telecamere. A pretendere che tutto fosse documentato è stato lo stesso Sallusti, che ha spiegato agli agenti di Polizia: “siamo in un giornale, qui è tutto pubblico“. Davanti agli obiettivi, il giornalista ha rilasciato anche alcune dichiarazioni.

“Peccato che sia finita così, che siano entrati al giornale. Sono davvero incoscienti. Non si esegue l’arresto di un giornalista all’interno di un giornale

ha detto il direttore a Tgcom24 prima che le forze dell’ordine lo prelevassero dal suo ufficio. In altre circostanze, avremmo magari potuto parlare di spettacolarizzazione del momento, di utilizzo mediatico della giustizia. In altre circostanze, non in questa.




1
dicembre

PIAZZAPULITA FA CRACK: IL ‘PARRICIDIO’ DI CORRADO FORMIGLI NEI CONFRONTI DI PAPÀ MICHELE (SANTORO)

Corrado Formigli

Se non stessimo parlando solo di un programma tv, potremmo benissimo fare ricorso al parricidio. Ma, siccome qui si tratta soltanto della terza puntata degli speciali di Piazzapulita Crack su La7, non vogliamo correre il rischio di apparire avventati, e parleremo di duello tra padre e figlio. Con la puntata di ieri sera, infatti, Corrado Formigli si affranca definitivamente dalla sua figura paterna (televisiva) Michele Santoro.

Nello speciale Crack-Si vota, dedicato al ballottaggio delle primarie del centrosinistra che si svolgerà domani, Formigli e la sua squadra hanno dimostrato come si possa raccontare la politica attraverso il reportage. Attenzione, però, a non celebrare quel funerale dei talk show che sta andando in scena troppo spesso sui quotidiani di questi giorni, grazie a editorialisti che fanno allegramente a meno dei numeri di Servizio Pubblico su La7 (2,5 milioni e 11% di share di media).

Quello di Piazzapulita, invece, è solo un modello alternativo di racconto della politica “di strada”, fatta di convegni, manifestazioni, seggi, militanti e leader a contatto con quest’ultimi. Insomma, se il talk show non è morto, Piazzapulita Crack ha dimostrato come applicare con successo il metodo-Report alle vicende politiche, attraverso una puntata scritta benissimo, incisiva come un buon numero di editoriali messi assieme. Ieri sera tutto si snodava perfettamente, e la presenza di Marco Damilano, notista de L’Espresso e unico ospite in studio, sembrava quasi “necessaria”.


1
dicembre

MATTEO RENZI IN DIRETTA AL TG LA7. BERSANI SNOBBA (ANCORA) L’INVITO DI MENTANA?

Matteo Renzi

Ormai, di primarie del Pd ci sono solo le liti. A poche ore dal ballottaggio, i due candidati alla leadership del centrosinistra hanno abbandonato il far play e, in attesa del secondo round, si sono democraticamente “presi a mazzate”. A far volare colpi bassi tra Pierluigi BersaniMatteo Renzi, in particolare, sono state le regole della campagna elettorale e di voto, con uno scontro di posizioni sull’eventuale accesso alle urne da parte di chi non aveva partecipato al primo turno.

Su tali questioni, ieri sera il sindaco di Firenze è intervenuto in diretta nel corso del TgLa7, collegato dal suo ufficio.

Sono 130mila i cittadini che hanno chiesto in questi giorni di votare al ballottaggio: hanno aderito al programma del centrosinistra e vogliono andare a votare. Che facciamo, li facciamo restare a casa?” ha dichiarato il rottamatore in maniche di camicia.

In vista del ballottaggio, Renzi ha puntato tutto sulla tv e nei giorni scorsi lo stesso Enrico Mentana aveva sottolineato il maggior appeal mediatico del rottamatore rispetto al suo competitor. Ieri, su Twitter, il Mitraglietta è tornato a parlare del vispo Matteo, attribuendogli il merito di aver movimentato le primarie. “anche chi lo odia dovrebbe dir grazie a Renzi: senza la sua sfida che primarie sarebbero state?“. E Bersani?





30
novembre

CRACK, SI VOTA! FORMIGLI SU PRIMARIE, PRIVILEGI E CRISI DEI PARTITI

Corrado Formigli- Crack, si vota!

Anche Corrado Formigli si occupa delle Primarie del Centrosinistra, o per meglio dire del Partito Democratico visti gli ultimi due concorrenti in lizza. In un nuovo speciale (in onda stasera, in seconda serata su La7) il giornalista, reduce dai buoni riscontri della sua Piazza Pulita nella prima parte della stagione e futuro conduttore del lunedì sera della rete del gruppo Telecom, si occupa della principale sfida dell’attualità politica, prima del rush finale della campagna elettorale.

Primarie sì, primarie no. C’è chi sta provando a ripartire dalla democrazia partecipata per sconfiggere la sfiducia e c’è chi, come il Pdl, cambia spesso opinione su questo strumento. L’inchiesta di Formigli e del suo staff cercherà di entrare meglio all’interno di questi meccanismi e dei tatticismi di queste ore, con l’ombra del Monti bis che nessuno si sente di escludere, a parte il Bersani di qualche sera fa. Cos’ha in serbo Berlusconi, quale sarà il futuro di Alfano e delle ‘amazzoni’?

A partire dalle 22,30 Crack, si vota! Questa la nuova nomenclatura per il secondo speciale. Non più banche ma privilegi di casta dei parlamentari e crisi del rapporto con i cittadini. Quali sono i benefici per gli onorevoli ben nascosti tra articoli e decreti? Anche se il tema è ormai abbastanza trito e ritrito lo speciale, visto il periodo, ci sta sempre bene scoprire di che tessuto finemente damascato sono i broccati delle tende dei bagni di Montecitorio o robe simili.

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29
novembre

MARIO ORFEO E’ IL NUOVO DIRETTORE DEL TG1

Mario Orfeo

Cambio di poltrone a Saxa Rubra: Mario Orfeo è il nuovo direttore del Tg1. L’attuale responsabile del quotidiano Il Messaggero, posto oggi al timone del telegiornale della prima rete, sostituirà il collega Alberto Maccari, che guidava la testata ad interim. L’assegnazione dell’incarico è avvenuta nel pomeriggio a seguito del voto espresso a maggioranza dal CdA di Viale Mazzini, al quale il DG Luigi Gubitosi aveva indicato il nome del giornalista.

Di fronte alla nomina i Consiglieri d’Amministrazione si sono divisi, esprimendo cinque voti favorevoli e quattro contrari (quelli di Benedetta Tobagi, Gherardo Colombo, Luisa Todini e Antonio Pilati). Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, la spaccatura sarebbe stata originata non tanto dal nome di Orfeo, quando da un atteggiamento del DG Gubitosi poco gradito ad alcuni componenti del CdA. Il top manager di Viale Mazzini avrebbe gestito la scelta del nuovo direttore in totale autonomia, cambiando peraltro parere nel giro di pochi giorni.

In un primo momento, infatti, in pole position per l’ambita poltrona c’era la giornalista Monica Maggioni, poi era ri-spuntato il nome di Marcello Sorgi. E infine, svincolato dai veti incrociati posti in altri casi, è tornato in testa Orfeo. Napoletano, 46enne, il giornalista torna per la seconda volta a dirigere un notiziario della Rai, dopo aver guidato per due anni (dal 23 luglio 2009 al 21 marzo 2011) il Tg2, su nomina proposta dell’allora DG Mauro Masi.





29
novembre

PIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZI SE LA CANTANO E SE LE SUONANO SU RAI1. MA FINISCE ALL’ITALIANA

Pierluigi Bersani, Matteo Renzi

Colpo su colpo. Il duello televisivo tra Pierluigi BersaniMatteo Renzi si preannunciava come una resa dei conti, come uno scontro all’arma bianca in diretta su Rai1. E infatti così è stato, al di là delle apparenze democratiche. In vista del ballottaggio di domenica, i due candidati di centrosinistra si sono confrontati sfoderando le migliori armi a loro disposizione: il Segretario del Pd ha attaccato con le metafore, il rottamatore fiorentino ha impugnato la clava della retorica. Quest’ultimo, infatti, era tutto impegnato a recuperare i nove punti che lo distanziano dallo sfidante. Per forza: quei voti gli servono, deve acchiapparli a tutti i costi. Adesso!

Renzi, in maniche di camicia come l’Obama de noantri, ha avuto la meglio dal punto di vista dialettico, trovandosi innanzi ad un competitor in grado di tenergli testa sul piano politico ma non su quello dell’appeal mediatico. Nello studio solitamente riservato a Domenica In, i due hanno esordito battibeccando su Equitalia. “Guarda che non l’abbiamo mica inventata noi” ha dichiarato il Segretario del Pd. E il sindaco di Firenze: “no, ma il nostro governo con te e Visco le ha dato i poteri“. Un Renzi all’attacco, insomma, al quale Bersani ha più tardi rimproverato: “stai attento a non usare gli argomenti dell’avversario“. Scambi di stoccate.

A condurre il dibattito, la giornalista Monica Maggioni, dimostratasi abile nel gestire i minuti e le repliche a disposizione dei contendenti, che stavolta – a differenza del confronto avvenuto lo scorso 25 novembre su Sky – hanno avuto il tempo per snocciolare risposte più approfondite. Nel primo match il clima era stato più disteso, complice anche il fatto che le primarie dovessero ancora disputarsi. Politica estera, conflitto d’interessi, accordi elettorali e alleanze: Matteo e Pierluigi se la cantano e se le suonano per due ore, ma col sorriso da amiconi. C’est politique.


28
novembre

LA RAI PREPARA GLI SPECIALI PER IL BALLOTTAGGIO BERSANI-RENZI. SALTANO NCIS E HAWAII FIVE-O

Matteo Renzi e sullo sfondo Pierluigi Bersani

Le primarie del Partito Democratico non solo stanno portando aria nuova nella politica italiana ma stanno catalizzando fortemente l’attenzione dell’opinione pubblica. La tv, ovviamente, non sta a guardare e la Rai, che si è lasciata scappare il primo confronto tra i 5 candidati, è corsa ai ripari accapparrandosi il confronto finale tra Bersani e Renzi, in onda stasera su Rai1. L’appuntamento è alle 21.10 per 105 minuti di faccia a faccia condotto da Monica Maggioni.

In vista del ballottaggio di domenica, si stanno preparando degli speciali che comporteranno modifiche ai palinsesti. Dopo lo spostamento di Un minuto per vincere, anticipato a stasera, è ancora Rai2 a mettere mano alla sua programmazione: domenica sera, infatti, dalle 21.00 alle 22.30, andrà in onda uno Speciale Tg2 Primarie Centrosinistra. Salteranno così un appuntamento le serie NCIS e Hawaii Five-O, rimandate a domenica 9 dicembre.

Su Rai3 lo Speciale Tg3 Ballottaggi Centrosinistra andrà in onda in seconda serata a partire dalle 23.30 all’1.00. Inoltre Rai News seguirà in diretta le operazioni di spoglio del voto nel corso della serata.


28
novembre

MARIO ORFEO VERSO LA DIREZIONE DEL TG1

Mario Orfeo

Mario Orfeo

Che il valzer di poltrone abbia inizio. Ma le direzioni delle tre reti generaliste non saranno l’unico obiettivo di Luigi Gubitosi, che ha tutte le intenzioni di proseguire spedito con altre nomine per ridare slancio all’azienda e tagliare definitivamente il cordone che legava viale Mazzini ad un passato che non ha più nulla a che fare con il nuovo corso, quantomeno in apparenza. Abbiamo già visto quale sarà probabilmente il nuovo assetto di Rai1, Rai2 e Rai3, che dovrebbero vedere l’ingresso rispettivamente di Giancarlo Leone, Angelo Teodoli e Andrea Vianello.

Adesso vediamo invece le proposte del DG per quanto riguarda le direzione dei telegiornali. Se per il TG2 e il TG3 non ci dovrebbero essere sorprese all’orizzonte – Masi e Berlinguer possono dormire sonni tranquilli sostanzialmente – è per la poltrona del TG1 che si profila un (comunque inevitabile) cambio della guardia. Alberto Maccari, pensionato in proroga eccezionale, dovrà infatti lasciare l’incarico entro il 31 dicembre, e l’azienda non ha dimostrato interesse ad un secondo rinnovo.

Tre erano i giornalisti in lizza per l’agognata poltrona. Alla fine pare l’abbia spuntata Mario Orfeo, attuale Direttore de Il Messaggero, che sembra abbia convinto  non solo perché è un nome che potrebbe mettere d’accordo tutte le aree politiche della strana maggioranza (anche ai tempi di Masi fu votato all’unanimità) ma soprattutto per la sua vena innovativa e l’esperienza pregressa in azienda, alla guida del TG2.

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