Colpo su colpo. Il duello televisivo tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi si preannunciava come una resa dei conti, come uno scontro all’arma bianca in diretta su Rai1. E infatti così è stato, al di là delle apparenze democratiche. In vista del ballottaggio di domenica, i due candidati di centrosinistra si sono confrontati sfoderando le migliori armi a loro disposizione: il Segretario del Pd ha attaccato con le metafore, il rottamatore fiorentino ha impugnato la clava della retorica. Quest’ultimo, infatti, era tutto impegnato a recuperare i nove punti che lo distanziano dallo sfidante. Per forza: quei voti gli servono, deve acchiapparli a tutti i costi. Adesso!
Renzi, in maniche di camicia come l’Obama de noantri, ha avuto la meglio dal punto di vista dialettico, trovandosi innanzi ad un competitor in grado di tenergli testa sul piano politico ma non su quello dell’appeal mediatico. Nello studio solitamente riservato a Domenica In, i due hanno esordito battibeccando su Equitalia. “Guarda che non l’abbiamo mica inventata noi” ha dichiarato il Segretario del Pd. E il sindaco di Firenze: “no, ma il nostro governo con te e Visco le ha dato i poteri“. Un Renzi all’attacco, insomma, al quale Bersani ha più tardi rimproverato: “stai attento a non usare gli argomenti dell’avversario“. Scambi di stoccate.
A condurre il dibattito, la giornalista Monica Maggioni, dimostratasi abile nel gestire i minuti e le repliche a disposizione dei contendenti, che stavolta – a differenza del confronto avvenuto lo scorso 25 novembre su Sky – hanno avuto il tempo per snocciolare risposte più approfondite. Nel primo match il clima era stato più disteso, complice anche il fatto che le primarie dovessero ancora disputarsi. Politica estera, conflitto d’interessi, accordi elettorali e alleanze: Matteo e Pierluigi se la cantano e se le suonano per due ore, ma col sorriso da amiconi. C’est politique.
Il faccia a faccia targato Rai1, iniziato come un confronto “all’americana”, è finito un po’ a tarallucci e vino, cioè all’italiana, con la Maggioni che chiede agli sfidanti: a chi vorreste domandare scusa? Siamo al quizzone. Bersani ricorda il suo parroco, al quale giocò lo scherzo di organizzare uno sciopero dei chierichetti. Nemmeno il tempo di immaginarselo mentre okkupava la sacrestia che tocca a Renzi, il quale cita il fratello.
Ancora un paio di battute e arriva il momento dell’appello finale. Il rottamatore invita tutti a votare con toni diretti ma un po’ costruiti. Il segretario del Pd rispolvera invece alcune paroline magiche per attizzare i vecchi compagni: verità, equità, solidarietà. Più che una chiamata alle urne sembra un’omelia, ma fa il suo effetto.
Rai1 ottiene così il suo obiettivo, quello di accaparrarsi il duello pre-ballottaggio, e lo fa con un format meno innovativo e spettacolare rispetto a Sky, ma più funzionale all’occasione di confronto. “Mi avete fatto sentire cittadina di un Paese normale“, dice la Maggioni ai candidati. Sul servizio pubblico manca l’atmosfera del grande evento, la tensione non decolla, e forse è anche giusto così.
1. Giuseppe ha scritto:
29 novembre 2012 alle 04:18