Primo: “making the difference“. Per Anna Maria Tarantola è questo il comandamento cardine cui oggi deve rispondere qualsiasi servizio pubblico radiotelevisivo. La Presidente dell’azienda di Viale Mazzini ha esposto il suo precetto nell’ambito del convegno “Rai: Missione, indipendenza e governance”, tenutosi ieri a Roma. Nell’occasione, la top manager ha ribadito la necessità di differenziare il prodotto della tv pubblica da quello dei competitor privati, che assecondano le logiche del mercato. E’ una strada, questa, che Tarantola intende perseguire per creare valore culturale, economico e sociale.
Rai, Tarantola: abbiamo rinunciato a reality non consoni
“Purtroppo in Italia, negli ultimi vent’anni, si è spesso cercato di dimostrare il contrario e cioè che la Rai è come i suoi competitors, che i suoi programmi sono intercambiabili con quelli della concorrenza. E purtroppo questa posizione è stata fatta propria in passato anche dalla RAI stessa, nella rincorsa all’audience ed agli introiti pubblicitari. Ed invece no. Non può esser cosi. Con fatica e sacrificio abbiamo rinunciato a programmi costosi ma di grande successo, a qualche reality show di fama internazionale, perché non li ritenevamo ‘consoni’ alla missione del Servizio Pubblico. Crediamo che i cittadini abbiano percepito questi segnali di “diversità” e discontinuità rispetto al passato, anche prossimo“
ha dichiarato la Presidente Rai, che ha poi esposto alcune linee guida, otto punti per la precisione, attraverso cui il servizio pubblico dovrebbe fare davvero la differenza.
Rai, gli otto punti di Anna Maria Tarantola
Innanzitutto – ha teorizzato Tarantola – bisogna rafforzare l’identità e la cultura nazionale, ma anche favorire la formazione di una cittadinanza attiva e consapevole, a partire da una collaborazione tra Rai e Ministero dell’Istruzione. Poi, si dovrà “assicurare, rendere disponibile e difendere l’universalità e la gratuità di accesso” e “coltivare e servire l’interesse generale anche nel nuovo ambiente digitale“. Non è tutto.