A tirar troppo la corda prima o poi c’è il rischio che si spezzi… e se la corda prende il nome di Grande Fratello 9 e a tirarla sono i vertici Mediaset decisi o costretti, vista la fallimentare garanzia autunnale, a mandare in onda una nuova edizione del reality nel gennaio 2009, i timori sono più che comprensibili.
Finita l’età dell’oro, il GF corre il rischio di trasformarsi in quello che gli economisti chiamano una mucca da mungere, un prodotto maturo, senza pretese, in grado di dare buoni risultati anche in periodi di magra. Ragion per cui una pausa rigeneratrice si renderebbe essenziale per permettere allo show di ritrovare lo smalto di un tempo. Strano a dirsi, ma il programma che ha rivoluzionato la televisione italiana si è ridotto ad un format logoro, usurato dagli anni (25,27 % di share di media dell’ultima edizione contro il 33,9% registrato quattro anni fa), e con scarso appeal.
La colpa non è certo da attribuire alla saturazione del genere reality, di cui il Grande Fratello è il fondatore, visti gli esaltanti risultati riportati dalle edizioni appena concluse de La talpa e dell’Isola dei famosi. Ed è proprio nel confronto col programma di Raidue che emerge l’infelice condizione del reality made in Endemol. Alla noia e alla scontatezza di quest’ultimo corrisponde l’effervescenza e l’originalità del primo che, nonostante la programmazione su una rete “minore”, beneficia di una produzione impeccabile e di un autorato eccellente, proprie della più prestigiosa delle ammiraglie.