Serie TV


8
agosto

TELEFILM USA, LE NOVITA’ 2009/10: LA CRISI OMOLOGA LE PRODUZIONI, OCCHI PUNTATI SU NCIS LOS ANGELES E SU FLASH FORWARD, L’EREDE DI LOST

Serie Telefilm USA Novità 2009 2010

La parola crisi, in cinese, è un ideogramma composto da due segni, uno che indica il pericolo, l’altro l’opportunità. Ciò a sottolineare che i periodi bui possono fare da preludio, se ben sfruttati, a una rinascita. Rinnovamento per uscire dalla crisi che ci si sarebbe aspettato dai broadcaster e produttori televisivi statunitensi ma che non c’è stato. Per la prossima stagione  tv 2009/10, infatti, si è deciso di evitare la crisi, puntando sul sicuro, scampando il pericolo e non cogliendo le opportunità che potevano risiedere, ad esempio, nell’anteposizione di tematiche e contenuti alla produzione o al cast. A spopolare, infatti, remake, spin off, telefilm nati sulla scia di trend cinematografici o incentrati su tematiche classiche. A tal proposito, passiamo ora in rassegna le principali novità dei prossimi palinsesti a stelle e strisce.

Ncis Los Angeles, con Chris O’ Donnel, è lo spin off più atteso, incentrato su una divisione NCIS che si occupa di catturare criminali pericolosi e fuggitivi che mettono a repentaglio la sicurezza nazionale. Altre “costole” saranno Universe tratto da Stargate e  Caprica, prequel di Battlestar Galactica, ambientato circa cinquanta anni prima, che racconta degli eventi che portarono gli umani a creare i Cyloni, futuri distruttori della civiltà. Tratto, invece, dai Griffin, Cleveland Show, protagonista l’amico e vicino di casa di Peter Griffin, Cleveland Brown che va a vivere nella cittadina di Stoolbend, in Virginia.

Il successo di 90210, non poteva, poi, non fare proseliti, così ecco spuntare Melrose Place, in versione 2.0. Al centro delle vicende, ancora una volta, Melrose, quartiere trendy di Los Angeles, dove un gruppo di ventenni vive in un elegante condominio in stile spagnolo, di proprietà dell’ormai quarantenne Sydney Andrews (Laura Leighton, che già interpretava il ruolo nella serie originale). Remake, di sicuro richiamo,  V, rifacimento all’insegna della sofisticatezza e del glamour, pur nel rispetto dell’originale, della celebre serie Visitors. Remake, o quasi ma di film, Parenthood (Parenti amici e tanti guai, titolo italiano del film) prodotto dal regista del film Ron Howard, con Peter Krause (Dirty sexy money) e Maura Tierney (ER) tra i protagonisti, ed Eastwick sulla Abc.




7
agosto

THE SHIELD: VIC MACKEY, EROE CORROTTO, RITORNA DA STASERA SU ITALIA1 CON LA SESTA STAGIONE

The ShieldProstituzione, traffico di droga, stupri e omicidi, si susseguono alimentando un’atroce spirale di violenza, sullo sfondo della città degli angeli, Los Angeles, che di angelico ha ben poco. Il solo che riesce a combattere, in maniera incisiva, la deriva criminale della città è il detective Vic Mackey, protagonista di The Shield.

Dimenticate, però, il poliziotto buono e compassionevole. Mackey è tutt’altro, al limite tra legale e illegale, perennemente in lotta contro il male, allo scopo di combatterlo, ne assume il modus operandi. Solo, infatti, scendendo a patti con la malavita riesce a limitarne il potere. Vicky è a capo di un’unita scelta chiamata Squadra d’Assalto, composta da poliziotti specializzati nella lotta al crimine e disposti ad agire secondo le sue regole. I suoi discutibili codici di comportamento lo rendono, spesso, oggetto di critiche da parte dei suoi superiori.

The Shield, ritorna a partire da stasera su Italia1, in seconda serata, con i dieci episodi inediti della sesta e penultima stagione. La serie, in America, è stata ben accolta dalla critica per via dell’estremo realismo del racconto e del linguaggio. Ciò nonostante non possiamo esimerci dallo stigmatizzare alcuni eccessi narrativi votati alla morbosità e al sensazionalismo. Al buon riscontro della critica sono seguiti una serie di premi, tra cui un Emmy e un Golden Globe per Michael Chiklis, l’attore che dà il volto a Mackey, per la sua interpretazione.

Di seguito le trame degli episodi in onda stasera:


7
agosto

ELENA SOFIA RICCI E I MOTIVI DELL’ADDIO AI CESARONI. CHE NE SARA’ DI LUCIA?

Elena Sofia Ricci Cesaroni

2005: Elena Sofia Ricci abbandona Orgoglio, serie incredibilmente di successo, ascolti da capogiro. 2009: Elena Sofia Ricci abbandona I Cesaroni, vero e proprio fenomeno di costume dal successo inarrestabile. La storia si ripete, perchè lei, la bella Elena, è coraggiosa e non vuole rimanere incastrata in un personaggio, anche se questo è adorato dalla gente.

E così, a poco tempo di distanza dalla notizia che ha lasciato di stucco i fan della serie ambientata nel quartiere romano della Garbatella, la Ricci decide di spiegare il perchè di questa nuova fuga dal set, che si rivela premeditata fin dalla primissima firma del contratto che ha legato l’attrice alla famiglia più amata del piccolo schermo. In un’intervista a Il Giornale, Elena Sofia Ricci confessa: “In verità ci pensavo dall’inizio. Avevo firmato un contratto per tre serie e quindi mi ero già data un limite. Per avere la libertà di prendere le distanze. Loro sono una famigliona incredibile e io sono un tipo monogamo e affezionato. Per questo la scelta è stata molto dolorosa. Potrei tornare solo se ci fossero delle novità strabilianti. Ma dovevo pur pensare alla mia carriera“.

Ed è proprio alla carriera che l’attrice guarda con occhi pieni di speranza. Nel futuro per lei c’è già “Gli ultimi del paradiso“, miniserie Rai che ha girato a Trieste con Massimo Ghini, una storia d’amore che è anche un racconto delle morti bianchi e della solidarietà fra lavoratori. E poi il cinema, quel sogno che fatica a svanire e che la Ricci dice di voler realizzare con i registi che non hanno pregiudizi verso gli attori che vengono dal tubo catodico. “Per anni ho avuto difficoltà a girare film perché c’era un muro che separava chi lavorava in tv e chi al cinema” - confessa – “Ora c’è una nuova generazione di registi molto intelligente che vuole lavorare con gli attori che ama“, e fra i suoi preferiti cita Tornatore e il sempre più amato Ozpetek, nella speranza che raccolgano l’appello.





7
agosto

FENOMENO SOTTOTITOLI: QUANDO LE SERIE TV PARLANO ITALIANO TROPPO PRESTO (E FANNO CROLLARE GLI ASCOLTI?)

Subtitles Fenomeno Sottotitoli Serie Tv

Tutti le conoscono, in pochissimi le guardano (sul piccolo schermo). Sono le serie tv americane, da sempre un importante richiamo nei palinsesti per il pubblico giovane. Eppure, da qualche anno, quando un telefilm approda in tv, è già vecchio.

Colpa del file sharing, direte voi. E del diffusissimo fenomeno dei subtitles, aggiungiamo noi: quei sottotitoli che permettono la visione di una qualsiasi serie proveniente dall’estero, in lingua originale (non ce ne vogliano i doppiatori, ma che gran cosa!) e con tanto di traduzione in sovraimpressione. La filosofia è semplice e quanto mai funzionale: giocare d’anticipo, arrivando a sfornare un prodotto fruibile a chiunque non parli nemmeno una parola di inglese, non soltanto prima della diffusione sui canali satellitari (vi dicono qualcosa Fox, Fox Life e company?), ma praticamente poche ore dopo la messa in onda di una puntata nel suo paese d’origine. E così capita che casalinghe disperate, naufraghi dispersi e medici celeberrimi parlino italiano ancor prima di mettere piede sui nostrani cieli di Sky, per la felicità dei serial-addicted.

In Italia, dove la maggior parte dei sottotitoli viene prodotta e veicolata senza scopo di lucro da portali come italiansubs.net, il fenomeno è la testimonianza di come una semplice passione possa trasformarsi in un motivo di fastidio per i grandi network, che si ritrovano a comprare prodotti già passati per le mani, e i player video, di buona parte degli aficionados. Ma non è solo questo. Il fatto che un gruppo di “traduttori per passione” riesca a rendere accessibile al pubblico la sottotitolatura di un episodio di Desperate Housewives appena ventiquattrore dopo la messa in onda negli Stati Uniti, la dice lunga su quanto potrebbe essere più facile e veloce l’acquisto e la fruizione di telefilm con un accordo fra le due parti, produttore ed acquirente. In questo senso si è mossa un anno fa la rete francese TF1, con un’operazione che ha molto da insegnare a noi cugini del belpaese.


4
agosto

LOVE BUGS: O TEMPORA O TANGA, BELEN PIGLIATUTTO SARA’ PROTAGONISTA DELLA QUARTA STAGIONE IN COPPIA CON MAMMUCARI

Love Bugs (Teo Mammucari e Belen Rodriguez)

A voler essere malinconici ci si trincererebbe dietro un infantile mutismo rimpiangendo la Mondaini che fa ‘che barba, che noia’ mentre Vianello placido legge la rosea. A voler essere femministe – o militanti Moige – ci si incatenerebbe in quel di Cologno Monzese manifestando in difesa delle perdute virtù. A voler rimpiangere i bei tempora passati, quelli in cui un sedere difficilmente decretava le velleità artistiche di chicchessia, si chiederebbe lo status di rifugiato alle Teche Rai. A volerla dire tutta, finisce pure che ci ritorna simpatica questa Belen Rodriguez. Perché si fa prima. Perché forse simpatica lo è davvero, Belen Rodriguez, aldilà – o in virtù?- della sovraesposizione del tanga.

E la carriera di Maria Belén Rodríguez Cozzani (OLE’!) è sempre in inesorabile ascesa, nonostante il – e in virtù del – baraccone boccaccesco messo su per lei da Fabrizio Corona. Il prossimo impegno della Rodriguez lo annuncia il numero in edicola di Tv Sorrisi e Canzoni: a ottobre si rinizia a girare Love Bugs, e l’avvenente argentina sarà protagonista della quarta stagione, in coppia, ancora una volta, dopo Scherzi a Parte e Sarabanda, con Teo Mammucari.

Si tratta di una piccola consacrazione per tutti e due, elevati al rango di coppia con tutti i crismi del caso - oddio, non molti: Love Bugs non si può certo dire un programma di punta. Ed evidentemente Einstein, società produttrice della sitcom per Mediaset, si augura di risollevare le sorti del programma dopo essere arrivati (affannosamente) alla quarta stagione.





3
agosto

PRIVILEGED: COME FAR “RAVVEDERE” DUE GEMELLE PRIVILEGIATE. DA STASERA SU MYA

PrivilegedUn mix tra Gossip Girl e Gilmore girls, così era sembrato presentarsi Privileged, nuova serie in onda da stasera in prima visione assoluta su Mya. Ma le apparenze ingannano, e la serie si è rivelata tutt’altro: un prodotto sì gradevole e buono per accaparrarsi pubblico femminile, giovane e desideroso di buoni sentimenti, ma che nulla ha in comune con la crudezza narrativa di Gossip Girl o con i dialoghi serrati di Una Mamma per Amica. Sarà, forse, questo il motivo per cui dopo un buon inizio, in America, Privileged ha visto diminuire i suoi ascolti al punto tale che Cw, la rete che lo ha trasmesso, ha deciso di interromperne la produzione dopo la sola prima stagione.

A metà tra commedia e dramma, la serie, tratta dal romanzo How to Teach Filthy Rich Girls di Zoey Dean, narra le vicende di una giovane giornalista, Megan Smith (Joanna Garcia), laureata a Yale, che si trasferisce a Manhattan con la speranza di sfondare nel mondo del giornalismo. Purtroppo, però, è costretta ad accontentarsi di un lavoro come assistente presso la redazione di un tabloid scandalistico, anche se sarà, ben presto, licenziata. 

Delusa e senza lavoro, Megan si imbatte nella ricca magnate dei cosmetici dell’alta società di Palm Beach Laurel Limoges (Anne Archer) che le offre di diventare una tutor per le sue nipoti Rose (Lucy Hale) e Sage Baker (Ashley Newbrough) che necessitano di un aiuto per essere accettate alla prestigiosa Duke University. Megan, all’inizio titubante, decide di accettare l’incarico; a convincerla una paga da favola e la possibilità di creare legami, in un ambiente di un certo tipo, utili per il suo futuro da giornalista e scrittrice.


26
luglio

LOST: DA DOMANI SERA, SU RAIDUE, PERDIAMOCI ANCORA NEL MISTERO

Lost

Lost, ad una settimana esatta dalla fine su Foxricomincia domani sera (lunedi) su RaiDue, con la quinta e penultima serie. Lost tra un anno sarà già finito. Già, sì: finito. 

Quattro anni fa, quando il serial tv della ABC è arrivato in Italia, ci sembrava un’eternità dover attendere chissà quanto tempo per vederne la fine. Ora, invece, chi ha saputo resistere, e non si è perso nei meandri di flashback e flashfarwards, cifra stilistica della serie, nonché croce e delizia dei telespettatori, sente di dover assaporare ogni singolo episodio.

Perchè sa che ci sarà presto una fine, ma non sa se quella fine sarà all’altezza di anni ed anni di teorie e (web)congetture. Non sa, soprattutto, se gli autori, che continuano a dichiarare di avere ben chiaro il piano completo di tutta la serie sin dall’inizio, sapranno effettivamente cogliere tutti gli assurdi indizi finora disseminati: un fantomatico progetto Dharma con relativi filmati di (dis)orientamento, cavi sulla spiaggia e tempeste elettromagnetiche, nuvole killer e malattie infettive, scheletri e fantasmi, orsi polari ed uccelli rapaci, cavalli e squali; e, ancora: botole, bunker, geroglifici, sequenze numeriche ossessivamente ricorrenti, statue gigantesche con quattro dita per piede. Isole in movimento.

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23
luglio

SWINGTOWN: LIBERTA’ SESSUALE E SCAMBISMO NELLE NOTTI DI RAIDUE

SwingtownLibertà sessuale e scambismo sono le scandalose tematiche attorno a cui ruota Swingtown, il telefilm in onda, dal lunedì al venerdì, ogni notte intorno all’1 e 20, su Raidue. La serie, già vista su Rai4,  è composta da soli 13 episodi, andati in onda in America, la scorsa estate, su Cbs, dove, malgrado le tematiche pruriginose, ha fatto registrare ascolti poco esaltanti. D’altronde, sin dal debutto, la critica americana aveva espresso non poche perplessità sul prodotto.

Al di là di critiche e delle inevitabili polemiche sugli argomenti trattati nella serie, Swingtown offre un interessante affresco dell’America degli anni ‘70. La serie, infatti, è ambientata nel 1976, un anno pieno di contraddizioni e cambiamenti: da un lato, i festeggiamenti per i duecento anni dall’indipendenza, dall’altro un senso comune di smarrimento patriottico. Sono questi gli anni della guerra in Vietnam e dello scandalo Watergate, avvenimenti che segnano la caduta di valori tradizionali americani come la morale puritana, imperante nel secondo dopoguerra. A farsi strada, nella società americana, sono gli ideali di ribellione e libertà, compresa quella sessuale che sconvolgerà la vita dei nostri protagonisti, gli ultratrentenni Miller (Jack Davenport e Molly Parker).

La coppia, da poco trasferitasi in un quartiere alto borghese di Chicago, fa conoscenza con i loro vicini, i Decker (Grant Show e Lana Parrilla). Quest’ultimi non fanno mistero del loro status di coppia aperta, particolare che aprirà definitivamente gli occhi ai Miller sul nuovo contesto sociale (e sessuale) che li circonda. Questi, a loro volta, coinvolgeranno i Thompson (Josh Hopkins e Miriam Shor), i loro ex vicini, in queste nuove “avventure”. Tra le vicende dei Miller non mancheranno quelle dei due figli della coppia, Laurie e B.J. (Shanna Collins e Aaron Christian Howles), anche loro alle prese con il mutato contesto dei rapporti sentimentali.