Serie TV


3
agosto

PRIVILEGED: COME FAR “RAVVEDERE” DUE GEMELLE PRIVILEGIATE. DA STASERA SU MYA

PrivilegedUn mix tra Gossip Girl e Gilmore girls, così era sembrato presentarsi Privileged, nuova serie in onda da stasera in prima visione assoluta su Mya. Ma le apparenze ingannano, e la serie si è rivelata tutt’altro: un prodotto sì gradevole e buono per accaparrarsi pubblico femminile, giovane e desideroso di buoni sentimenti, ma che nulla ha in comune con la crudezza narrativa di Gossip Girl o con i dialoghi serrati di Una Mamma per Amica. Sarà, forse, questo il motivo per cui dopo un buon inizio, in America, Privileged ha visto diminuire i suoi ascolti al punto tale che Cw, la rete che lo ha trasmesso, ha deciso di interromperne la produzione dopo la sola prima stagione.

A metà tra commedia e dramma, la serie, tratta dal romanzo How to Teach Filthy Rich Girls di Zoey Dean, narra le vicende di una giovane giornalista, Megan Smith (Joanna Garcia), laureata a Yale, che si trasferisce a Manhattan con la speranza di sfondare nel mondo del giornalismo. Purtroppo, però, è costretta ad accontentarsi di un lavoro come assistente presso la redazione di un tabloid scandalistico, anche se sarà, ben presto, licenziata. 

Delusa e senza lavoro, Megan si imbatte nella ricca magnate dei cosmetici dell’alta società di Palm Beach Laurel Limoges (Anne Archer) che le offre di diventare una tutor per le sue nipoti Rose (Lucy Hale) e Sage Baker (Ashley Newbrough) che necessitano di un aiuto per essere accettate alla prestigiosa Duke University. Megan, all’inizio titubante, decide di accettare l’incarico; a convincerla una paga da favola e la possibilità di creare legami, in un ambiente di un certo tipo, utili per il suo futuro da giornalista e scrittrice.




26
luglio

LOST: DA DOMANI SERA, SU RAIDUE, PERDIAMOCI ANCORA NEL MISTERO

Lost

Lost, ad una settimana esatta dalla fine su Foxricomincia domani sera (lunedi) su RaiDue, con la quinta e penultima serie. Lost tra un anno sarà già finito. Già, sì: finito. 

Quattro anni fa, quando il serial tv della ABC è arrivato in Italia, ci sembrava un’eternità dover attendere chissà quanto tempo per vederne la fine. Ora, invece, chi ha saputo resistere, e non si è perso nei meandri di flashback e flashfarwards, cifra stilistica della serie, nonché croce e delizia dei telespettatori, sente di dover assaporare ogni singolo episodio.

Perchè sa che ci sarà presto una fine, ma non sa se quella fine sarà all’altezza di anni ed anni di teorie e (web)congetture. Non sa, soprattutto, se gli autori, che continuano a dichiarare di avere ben chiaro il piano completo di tutta la serie sin dall’inizio, sapranno effettivamente cogliere tutti gli assurdi indizi finora disseminati: un fantomatico progetto Dharma con relativi filmati di (dis)orientamento, cavi sulla spiaggia e tempeste elettromagnetiche, nuvole killer e malattie infettive, scheletri e fantasmi, orsi polari ed uccelli rapaci, cavalli e squali; e, ancora: botole, bunker, geroglifici, sequenze numeriche ossessivamente ricorrenti, statue gigantesche con quattro dita per piede. Isole in movimento.

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23
luglio

SWINGTOWN: LIBERTA’ SESSUALE E SCAMBISMO NELLE NOTTI DI RAIDUE

SwingtownLibertà sessuale e scambismo sono le scandalose tematiche attorno a cui ruota Swingtown, il telefilm in onda, dal lunedì al venerdì, ogni notte intorno all’1 e 20, su Raidue. La serie, già vista su Rai4,  è composta da soli 13 episodi, andati in onda in America, la scorsa estate, su Cbs, dove, malgrado le tematiche pruriginose, ha fatto registrare ascolti poco esaltanti. D’altronde, sin dal debutto, la critica americana aveva espresso non poche perplessità sul prodotto.

Al di là di critiche e delle inevitabili polemiche sugli argomenti trattati nella serie, Swingtown offre un interessante affresco dell’America degli anni ‘70. La serie, infatti, è ambientata nel 1976, un anno pieno di contraddizioni e cambiamenti: da un lato, i festeggiamenti per i duecento anni dall’indipendenza, dall’altro un senso comune di smarrimento patriottico. Sono questi gli anni della guerra in Vietnam e dello scandalo Watergate, avvenimenti che segnano la caduta di valori tradizionali americani come la morale puritana, imperante nel secondo dopoguerra. A farsi strada, nella società americana, sono gli ideali di ribellione e libertà, compresa quella sessuale che sconvolgerà la vita dei nostri protagonisti, gli ultratrentenni Miller (Jack Davenport e Molly Parker).

La coppia, da poco trasferitasi in un quartiere alto borghese di Chicago, fa conoscenza con i loro vicini, i Decker (Grant Show e Lana Parrilla). Quest’ultimi non fanno mistero del loro status di coppia aperta, particolare che aprirà definitivamente gli occhi ai Miller sul nuovo contesto sociale (e sessuale) che li circonda. Questi, a loro volta, coinvolgeranno i Thompson (Josh Hopkins e Miriam Shor), i loro ex vicini, in queste nuove “avventure”. Tra le vicende dei Miller non mancheranno quelle dei due figli della coppia, Laurie e B.J. (Shanna Collins e Aaron Christian Howles), anche loro alle prese con il mutato contesto dei rapporti sentimentali.





22
luglio

LA SCELTA DI LAURA: FLOP PER L’AUDITEL, SUCCESSO PER I SUOI TELESPETTATORI

La Scelta di Laura (Giulia Michelini e Giorgio Pasotti) 

Si avvia verso la conclusione, questa sera in prime time, La Scelta di Laura, il medical drama dell’estate di Canale 5; e lo fa con un pubblico di telespettatori, per lo più donne, fidelizzato, che seppur poco numeroso ha dimostrato di gradire la serie, al pari della critica. Lo share medio (16% circa) registrato dalla fiction, difatti, non deve trarre in inganno sulla qualità del prodotto che seppur non esente da limiti, è superiore per storylines, recitazione e sceneggiatura a molte altre produzioni del Belpaese. D’altronde, per una serie nata sotto una cattiva stella (prima, la messa in onda rimandata all’ estate, periodo poco adatto ad un medical, poi l’abbandono del vecchio titolo Chirurgia d’urgenza in favore di un altro, di matrice soappistica, per sfuggire alla crisi e all’inflazione medical italiana) il flop era quasi inevitabile.

Ma le cause dell’insucesso vanno oltre la pessima strategia di lancio e la programmazione messa in atto da Mediaset, e sono adducibili alle connotazioni della fiction che, anelando a modelli americani irragiungibili, la rendono ”sperimentale” e, in quanto tale, incapace di far presa su una larga fetta di pubblico. La Scelta di Laura, infatti, ha scontato il fatto di essere poco sofisticata per gli amanti del medical drama, abituati alla pregiata fattura della serialità americana, e troppo sofisticata per i più numerosi fan della fiction italiana medical,  le cui preferenze, in tema di serialità, sono ancorate a trame semplici, prevedibili e  a personaggi stereotipati (alla Dottoressa Giò, per intenderci). Il gradimento dell’italiano medio, probabilmente, sarebbe stato assicurato se il telefilm, anzichè La Scelta di Laura, si fosse chiamato e avesse seguito le vicende de “La misericordiosa dottoressa Laura” e se, magari, la protagonista, al posto dell’aspra Michelini fosse stata una Manuela Arcuri, tanto monoespressiva quanto scollaciata.

Il verdetto negativo emesso dall’auditel non lascerebbe speranze per una seconda stagione, eppure, a parer nostro, il buon livello qualitativo della serie e la fidelizzazione del pubblico dovrebbero essere “patrimoni” da salvaguardare, in casa Mediaset. La soluzione potrebbe essere quella di proporre una seconda stagione su Italia1, rete meno ambiziosa dal punto di vista dell’auditel e maggiormente aperta a prodotti “innovativi”. Sulla rete giovane del Biscione la fiction potrebbe, altresì, fungere da apripista per eventuali produzioni seriali (ad oggi inesistenti) che, analogamente a La Scelta di Laura, prendano a riferimento i modelli americani.

Per concludere, ecco, per gli accaniti fan che si staranno chiedendo come andrà a finire la serie, le trame degli episodi finali:


21
luglio

SUPERNATURAL: CHE LA CACCIA AI DEMONI ABBIA INIZIO. DA STASERA SU RAIDUE LA TERZA STAGIONE

Supernatural

Creature provenienti dagli inferi, demoni e spiriti maligni sono le forze soprannaturali cui i giovani fratelli Winchester danno la caccia e che ritroveremo nella terza stagione di Supernatural, da questa notte alle 23 e 35, per una “serata da brivido” targata Raidue. Tale stagione, composta da sedici episodi, approda sugli schermi della seconda rete di Viale Mazzini circa due anni dopo la messa in onda negli Usa, sul canale The Cw, dove ha registrato una media di circa tre milioni di telespettatori.

Al centro del telefilm di fantascienza troveremo le vicende dei fratelli Sam (Jensen Ackles) e Dean Winchester (Jared Padalecki) la cui infanzia non è stata facile: la madre, cui erano molto legati, è morta prematuramente, uccisa con efferatezza, sotto gli occhi del padre, da uno spaventoso demone. Un dramma di siffatte dimensioni, non poteva che incidere profondamente sul prosieguo delle loro vite, anche se il segno lasciato dal rumore dei ricordi è stato diverso per ciascuno di loro. Sam, il fratello minore, ha cercato di rimuovere il passato, sfuggendo a tutto ciò che poteva riportarlo a quelle tremende circostanze. Al contrario, Dean, ha deciso di seguire le orme del padre, e dedicarsi ad affannose ricerche e lotte contro demoni e forze soprannaturali. 

Proprio la misteriosa sparizione del padre sarà il motivo di ricongiungimento dei due fratelli, che inizieranno a girare l’America per cercarlo. Nel corso del viaggio, Sam e Dean si troveranno ad affrontare misteri irrisolti, creature mostruose che la gente aveva relegato al ruolo di leggende, riuscendo al tempo stesso a trovare indizi per il ritrovamento del padre scomparso. La terza stagione ha inizio dopo che si sono dischiuse le porte dell’inferno, ciò significa che i demoni camminano liberamente sulla Terra. Per i due fratelli, la situazione si è fatta più dura, anche perché sanno di poter contare su pochi alleati.





18
luglio

COCO CHANEL SUL RED CARPET DEGLI EMMY AWARDS: PER LA PRIMA VOLTA UNA NOMINATION ITALIANA AGLI OSCAR DELLA TV AMERICANA

Coco Chanel - Shirley MacLaine

In Italia è stata vista da 6.614.000 di telespettatori (24,10% di share), riuscendo nell’impresa di superare sia Zelig che l’Isola dei famosi; negli Stati Uniti, dove è andata in onda sul network Lifetime, è stata seguita da 6 milioni di abbonati della tv via cavo, diventando la seconda miniserie nella classifica degli ascolti della tv via cavo della passata stagione.

Forte del doppio successo, in patria e all’estero, la fiction Coco Chanel, prodotta dalla italianissima Lux Vide di Matilde e Luca Bernabei per Rai Fiction con partnership francese e americana, approda sul red carpet degli oscar della Tv made in USA, i celeberrimi Emmy Awards. La categoria che accoglie questo debutto del Bel Paese nelle celebrazioni del tubo catodico a stelle e strisce è quella dedicata ai film tv, “Outstanding made for television movie“, in cui compaiono anche Grey Gardens, Into the Storm, Prayers for Bobby e Taking Change, titoli che diranno poco al pubblico italiano, ma contro i quali dovrà gareggiare la nostra fiction dedicata alla stilista parigina, ancora oggi icona incontrastata di stile ed eleganza. E così, se la critica italiana fu poco clemente con la storia di Gabrielle Bonheur Chanel, questo il vero nome di Cocò, che dovette anche subire un pesante rimprovero dal poco clemente Aldo Grasso, che bollò il film come “noioso“, gli Stati Uniti premiano il prodotto e lo candidano ai loro oscar tv, la cui cerimonia si terrà il prossimo 20 settembre a Los Angeles.

Ma questa non è l’unica nomination che la fiction si è aggiudicata grazie all’Academy of Television Arts and Sciences: diretta interessata è anche l’attrice Shirley MacLaine, che nel film tv intepreta il ruolo della protagonista da anziana, nominata nella categoria “Miglior Attrice Protagonista in una Miniserie o Film tv“. La MacLaine, che si è sempre detta molto affine allo spirito ribelle di Chanel, e affascinata dalle sue mille contraddizioni, nella corsa per la statuetta dovrà vedersela con Sigourney Weaver (Prayers for Bobby), Drew Barrymore (Grey Gardens), Jessica Lange (Grey Gardens) e Chandra Wilson (Accidental Friendship). L’attrice, premio Oscar nel 1983 come miglior attrice con il film Voglia di tenerezza, in Cocò Chanel era affiancata da Barbora Bobulova (Chanel da giovane), Malcolm McDowell, Cosimo Fusco, Sagamore Stévenin, Brigitte Boucher, Anny Duperey, Simone Spinazze, Valentina Lodovini, Olivier Sitruk, Gea Lionello e Manuel Casella.


17
luglio

GSG9 SQUADRA D’ASSALTO: ADRENALINA E AZIONE MADE IN GERMANY NELL’ESTATE DI RETE4

GSG9 - Squadra d’Assalto

Cinque uomini duri e pronti a tutto pur di combattere il terrorismo internazionale e la criminalità organizzata per salvaguardare la pubblica sicurezza. Sono gli agenti della polizia federale tedesca che compongono l’unità di élite anti-terrorismo le cui vicende seguiremo, da stasera, ogni venerdì alle ore 21.10 su Retequattro in prima tv assoluta.

GSG-9 – Squadra d’assalto, questo il titolo del telefilm d’importazione teutonica, si ispira al GSG-9 (Grenzschutzgruppe 9) tedesco, squadra nata dopo il fallimento della ”normale” polizia tedesca nel salvare gli ostaggi israeliani, nel corso delle tristemente celebri Olimpiadi di Monaco del ‘72. Considerata una delle elite anti-terrorismo e operazioni speciali migliori al mondo, la squadra viene usata come benchmark da moltissime nazioni al mondo che hanno organizzato le proprie unità speciali seguendo il suo modello.

La serie, caratterizzata da un alto tasso di adrenalina e ritmo, sembra avere tutti gli ingredienti per piacere sia al pubblico maschile, alla ricerca di azione allo stato puro, che a quello femminile, sensibile al fascino e al carisma dei protagonisti. A comporre l’unità troveremo: Gebhard “Geb” Schurlau (Marc Benjamin Puch), trentatreenne capo della squadra, sposato e con due bambine; Demir Aslan (Bülent Sharif), di origini turche e assai spiritoso ; Konstantin “Konny” von Brendorp (Andreas Pietschmann), molto istruito ma che apparentemente nasconde qualcosa; Frank Wernitz (Jorres Risse), atleta e cecchino di precisione; Caspar Reindl (Bert Böhlitz), modesto e taciturno.

Di seguito la trama degli episodi in onda stasera:


16
luglio

STUDIO 60 ON THE SUNSET STRIP: LA TV CI HA LOBOTOMIZZATO?

Studio 60” (…) Siamo stati lobotomizzati e proprio dall’industria più influente della nazione che ha deciso di buttare anni e anni di professionalità e regredire, ragionare come dodicenni, standardizzando i programmi su quei parametri e non dodicenni intelligenti ma quelli più idioti. Vi stanno riempiendo il cervello di tante, troppe volgarità, e voi lo permettete. Cambiate canale se volete salvarvi (…)”

Una dura requisitoria, questa, ai danni della tv, pronunciata non dall’ennesimo sociologo “tuttofare” o da un intellettuale con la puzza sotto il naso ma da uno dei personaggi della nuova serie Studio 60 on the Sunset Strip, in onda, dal lunedì al venerdì, ogni notte, intorno alle 2 su Italiauno. Il personaggio in questione è il produttore esecutivo del fantomatico show di sketch comici Studio 60 on the Sunset Strip (una sorta di Saturday night live), di cui la serie segue il dietro le quinte, che esausto dall’ennesima censura sale sul palco, interrompendo così la diretta dello show e inveendo contro la televisione americana. Allo sfogo seguirà ovviamente, il licenziamento da parte della rete, diretta dalla neo presidente Jordan McDeere (Amanda Peet), una donna determinata e sicura di sè, intenzionata a dare una svolta al network attraverso l’inserimento di programmi di qualità.

Alla donna preme, altresì, che “Studio 60″ , dopo la pubblicità negativa fatta dall’ormai ex produttore, sia rilanciato. Da qui la decisione di assumere due “pezzi grossi” come Matt Albie (Matthew Perry, il celebre Chandler di FriendsndDM), autore di fama, e Danny Tripp (Bradley Whitford), produttore abile ma con qualche difficoltà legate all’abuso di sostanze stupefacenti. Per entrambi si tratta di un ritorno alle origini, visto che la loro carriera era iniziata su quel palcoscenico. I due ritroveranno, così, vecchi problemi e colleghi; Matt, in particolare, sarà costretto a confrontarsi con Albie (Harriet Hayes), la star dello show con cui ha avuto una tormentata relazione.