Tutti le conoscono, in pochissimi le guardano (sul piccolo schermo). Sono le serie tv americane, da sempre un importante richiamo nei palinsesti per il pubblico giovane. Eppure, da qualche anno, quando un telefilm approda in tv, è già vecchio.
Colpa del file sharing, direte voi. E del diffusissimo fenomeno dei subtitles, aggiungiamo noi: quei sottotitoli che permettono la visione di una qualsiasi serie proveniente dall’estero, in lingua originale (non ce ne vogliano i doppiatori, ma che gran cosa!) e con tanto di traduzione in sovraimpressione. La filosofia è semplice e quanto mai funzionale: giocare d’anticipo, arrivando a sfornare un prodotto fruibile a chiunque non parli nemmeno una parola di inglese, non soltanto prima della diffusione sui canali satellitari (vi dicono qualcosa Fox, Fox Life e company?), ma praticamente poche ore dopo la messa in onda di una puntata nel suo paese d’origine. E così capita che casalinghe disperate, naufraghi dispersi e medici celeberrimi parlino italiano ancor prima di mettere piede sui nostrani cieli di Sky, per la felicità dei serial-addicted.
In Italia, dove la maggior parte dei sottotitoli viene prodotta e veicolata senza scopo di lucro da portali come italiansubs.net, il fenomeno è la testimonianza di come una semplice passione possa trasformarsi in un motivo di fastidio per i grandi network, che si ritrovano a comprare prodotti già passati per le mani, e i player video, di buona parte degli aficionados. Ma non è solo questo. Il fatto che un gruppo di “traduttori per passione” riesca a rendere accessibile al pubblico la sottotitolatura di un episodio di Desperate Housewives appena ventiquattrore dopo la messa in onda negli Stati Uniti, la dice lunga su quanto potrebbe essere più facile e veloce l’acquisto e la fruizione di telefilm con un accordo fra le due parti, produttore ed acquirente. In questo senso si è mossa un anno fa la rete francese TF1, con un’operazione che ha molto da insegnare a noi cugini del belpaese.
Già da gennaio del 2008 infatti, i fan francesi di Lost hanno potuto seguire gli episodi con le avventure dei naufraghi più famosi del piccolo schermo appena un giorno dopo la loro messa in onda sull’americana ABC, in lingua originale e sottotitolati. Un progetto che ha portato il pubblico più giovane del web, che è anche il primo utilizzatore del sistema di scambio peer to peer, e dunque dei famigerati subtitles, su un sito specifico in cui è possibile godersi il telefilm gratuitamente in streaming o acquistare, e dunque scaricare, ogni singolo episodio a 1,99 Euro. Un passo verso la sconfitta del download illegale? Probabile. Soprattutto se si considera che tale progetto va ad inserirsi in un quadro in cui è molto chiaro il confine fra ciò che è lecito e ciò che invece non lo è, nonostante la totale innocenza di coloro i quali i sottotitoli li forniscono.
Non ci sono link alle puntate dei telefilm, nè indicazioni su come scaricarle sui portali come italiansubs, eppure c’è un semplice file di testo (quello con i sottotitoli) che non avrebbe motivo di esistere senza quel file video di cui si finge di ignorare l’esistenza. Semplice, lineare, ed anche legale. Qualcuno potrebbe obiettare che chi fornisce sottotitoli alimenta il download illegale, altri auspicare che diventi illegale la diffusione degli stessi, e chissà che un giorno non accada. Intanto l’Italia scarica, in tempi e in modi da record, e guarda alla Francia.
1. zia assunta ha scritto:
7 agosto 2009 alle 11:12