Lost, ad una settimana esatta dalla fine su Fox, ricomincia domani sera (lunedi) su RaiDue, con la quinta e penultima serie. Lost tra un anno sarà già finito. Già, sì: finito.
Quattro anni fa, quando il serial tv della ABC è arrivato in Italia, ci sembrava un’eternità dover attendere chissà quanto tempo per vederne la fine. Ora, invece, chi ha saputo resistere, e non si è perso nei meandri di flashback e flashfarwards, cifra stilistica della serie, nonché croce e delizia dei telespettatori, sente di dover assaporare ogni singolo episodio.
Perchè sa che ci sarà presto una fine, ma non sa se quella fine sarà all’altezza di anni ed anni di teorie e (web)congetture. Non sa, soprattutto, se gli autori, che continuano a dichiarare di avere ben chiaro il piano completo di tutta la serie sin dall’inizio, sapranno effettivamente cogliere tutti gli assurdi indizi finora disseminati: un fantomatico progetto Dharma con relativi filmati di (dis)orientamento, cavi sulla spiaggia e tempeste elettromagnetiche, nuvole killer e malattie infettive, scheletri e fantasmi, orsi polari ed uccelli rapaci, cavalli e squali; e, ancora: botole, bunker, geroglifici, sequenze numeriche ossessivamente ricorrenti, statue gigantesche con quattro dita per piede. Isole in movimento.
E’ vero. Ci sono troppi personaggi, e con troppi misteri, troppe storie e troppi salti temporali per svilupparle; e troppi avvenimenti, che si susseguono senza una (apparente) logica. Ma ci sono anche citazioni e riferimenti letterari (da Stephen King alla Bibbia, passando per Conrad, Dostoevsky, Rowling, James, Omero, Verne, Melville), riprese magnifiche (su tutte, quelle del premiatissimo pilot della serie) ed una trama contorta ma avvincente che il ricco cast di attori sa rappresentare al meglio (citiamo solo l’appena nominato agli Emmy 2009 Michael Emerson, che interpreta Ben, l’anti-eroe con la macchia).
E ci sono tante, tantissime storylines che da sole valgono l’intera serie: triangoli amorosi (Jack, Kate, Sawyer) e love-stories che vanno oltre lo spazio ed il tempo (Desmond e Penelope), traditori redenti (Michael) e nuovi alleati (Juliet), mogli (in)fedeli (Sun) e madri rapite (Claire), uomini con un unico credo (Mr. Eko) e uomini con il proprio di credo (Locke), morti improvvise ed inaspettate (Boone e Shannon, Libby ed Ana-Lucia, Nikki e Paulo) ed altre annunciate e strappalacrime (Charlie).
Lost vive della dicotomia di ogni sua parte. La lotta fra il bene ed il male, tra noi e gli altri, fede e scienza, fato e libero arbitrio, spazio e tempo, andare e tornare, sogni e realtà, fertilità e sterilità, vita e morte, e così via. Il gioco di specchi si potrebbe ripetere all’inifinito, perchè è voluto, perchè ogni cosa in Lost è sfumata, perchè l’unico contrasto che non ricorre è il bianco e nero. Ogni mistero, ogni elemento, ogni personaggio ha dei contorni labili, non definiti. E’ tridimensionale.
La quinta serie, in particolare, si incentrerà sui salti temporali e, sulla carta, si presenta ancora più difficile da seguire, per aficionados e non. Questa la sinossi riportata dal mini-sito Rai: “Dopo lo spostamento, l’isola si è “sganciata” dal continuum temporale e salta continuamente da un’epoca all’altra. [...] L’ultimo salto temporale ha portato l’isola nel 1954″. Motivo, questo, per desistere? No. Anzitutto, perchè RaiDue, alle 16:40 di lunedì, manderà in onda uno speciale riassuntivo (che, specie per Lost, non guasta mai!). E, poi, perchè la matassa, pian piano, si sta dipanando e questo quinto volume, oltre a quella per il miglior attore non protagonista, ha ricevuto altre due importanti nomination agli Emmy 2009: migliore serie drammatica e miglior sceneggiatura (per il season finale). Vale la pena, quindi, perdersi in Lost.
Di Lost si è detto e scritto quasi tutto, e si continuerà a dire tanto. Ed a guardarlo e a rivederlo. Lunedì sera il mistero ricomincia per la penultima volta. Ancora una volta, per fortuna.
1. iLollo ha scritto:
26 luglio 2009 alle 19:31