Articoli per [quattro grazie]

11
ottobre

LE INTERVISTE DI DM : LORENZO PATANE’

Lorenzo Patanè @ Davide Maggio .it

Siamo andati virtualmente sul set di Tempesta d’Amore a Monaco di Baviera per fare qualche domanda al nuovo protagonista della soap tedesca che sta riscuotendo un notevole successo anche nel nostro paese.

Nato a Catania, da anni vive e lavora in Germania dove ha portato con sè tutta la sua italianità.

Felice della sua popolarità acquisita nel suo paese, Lorenzo Patanè ha fatto quattro chiacchiere con DM e ha scelto di prender parte alla TVina Commedia.

Eccolo tutto per Voi in attesa di una sorpresa che ha promesso ai lettori di questo blog nei prossimi giorni.

  • Caro Lorenzo, iniziamo con una domanda a bruciapelo. Cosa ci fa e soprattutto cosa fa in Germania Lorenzo Patanè?

Sono italianissimo ma scelte lavorative dei miei genitori mi hanno portato in Germania, paese in cui lavoro, vivo e cerco di mangiare bene.

  • Proprio a proposito di mangiar bene, sembra che il cibo sia una vera e propria passione.

Si, ritengo la cucina siciliana la migliore del mondo e questa passione ha portato me e mia mamma ad aprire un negozietto di prelibatezze culinarie a Stoccarda in cui vanno letteralmente a ruba i prodotti biologici di Marco Columbro.

  • Nonostante la lontananza, in Italia sei diventato in pochissimo tempo un vero divo grazie a Tempesta d’Amore . Ti saresti aspettato mai un riscontro del genere nel tuo paese?

Mai. Sono molto concentrato nel mio lavoro e molto spesso non mi rendo conto di ciò che accade intorno e della popolarità a cui può portare l’essere il protagonista di un soap opera così amata.

  • In Italia si sta aprendo la storia che ti incoronerà protagonista maschile di Tempesta D’Amore. Come è stato lavorare senza Gregory B. Waldis e Henriette Richter-Röhl (Alexander e Laura Saalfeld) con i quali sei molto amico? Ed è stato difficile raccoglierne il testimone?

Fortunatamente no. Il team e tutto l’ambiente lavorativo sono favolosi e mi hanno aiutato a superare ogni difficoltà.

  • Inutile negare che parte del tuo successo sia dovuto all’aspetto. Piaci molto alle donne ma sei anche un’icona gay. Come vivi quest’ultimo aspetto della tua popolarità?

Come io adoro guardare la gente che mi circonda e mi piace leggere biografie di personaggi che ritengo interessanti, mi fa piacere che la gente sia interessata a me e, perchè no, anche al mio aspetto. Vi assicuro però che se mi vedessero dopo una serata sballata o dopo 13 ore di lavoro magari cambierebbero idea, ne sono sicuro.

  • Nonostante tu viva da molto tempo in Germania non hai perso abitudini tutte italiane. Cos’è rimasto in te dell’Italia e che cosa invece ti ha regalato la Germania?

Di sicuro la gioia di vivere, l’umiltà e la passione per le cose semplici sono qualità tipiche italiane ma la disciplina, la serietà e il sapersi sacrificare per il lavoro sono doti tedesche. Quando ho iniziato a lavorare in Germania mi sono in un certo senso autodisciplinato soprattutto in relazione alla puntualità. Non voglio più sentire certe cose sul conto degli italiani.

  • Prima di entrare nel cast di Tempesta D’amore, hai sostenuto il provino per ottenere la parte di Dino nella soap Rai Sottocasa (ispirata al soap tedesca Marienhof). Visto e considerato lo scarso successo che ha avuto la soap sei contento che sia andata così?

Contentissimo

  • A proposito di progetti italiani, si vociferava di una tua partecipazione a Vivere. Purtroppo la soap è stata chiusa nei giorni scorsi. Possiamo svelare se si trattava di una bufala oppure la tua partecipazione era probabile?

Il tutto è iniziato per scherzo. Poi sembrava che qualcosa potesse realmente concretizzarsi ma è andata a finire così.

  • Altri progetti futuri nel belpaese?

Sarò in Italia dopo la fine delle registrazioni di Tempesta d’Amore e mi aspettano un paio di provini nel nostro paese.

  • In Italia tutti ti acclamano e hai addirittura un fans club a te dedicato. Secondo te a che cosa è dovuto il tuo successo presso il nostro pubblico?

Prendo sul serio il mio lavoro e cerco di trasmettere i valori di una persona difficile e divertente ma allo stesso tempo sempre sincera. Magari sono anche bravo ma la verità è che con il ruolo che interpreto tutti avrebbero potuto fare una buona figura.
E’ come una squadra di fuoriclasse. Se la sai mettere in campo e motivarla, ti saprà dare un sacco di soddisfazioni.

  • Ti sei mai innamorato sul set?

Succede spesso. Le donne con cui lavoro, per il ruolo che devono interpretare, sono “donne dei desideri”. Molto carine, sempre ben truccate e curatissime. Alla fine trascorri più tempo con loro che con la tua donna. Quando torni a casa, però, ti lavi la faccia e ti rendi conto che era una specie di innamoramento surreale dovuto alla confusione tra fiction e realtà. Un’eventuale storia d’amore con una mia partner sul lavoro sarebbe difficile per il lavoro stesso.

  • E la tua vita sentimentale come va? Le tua fans fremono…

Sono single da 5/6 mesi. Il momento più brutto, però, fortunatamente è passato.

  • Rivela il nome di un attore/attrice italiano che stimi profondamente ed uno/una che proprio non sopporti.

In realtà non riesco a rispondere alla seconda parte della domanda perché vivendo in Germania non riesco ad avere una conoscenza così ampia del settore relativamente all’Italia. Posso dirti che mi piace tantissimo Roberto Benigni e che adoro Vincenzo Salemme.
La commedia è infatti la mia passione. Anzi… VINCENZO CHIAMAMI PERCHE’ GLI INCASSI SARANNO INCREDIBILI!

  • Per concludere, Lorenzo Patanè vuole tornare a vivere e lavorare in Italia?

Certo. Lavorativamente non ho problemi a spostarmi. Ritengo di appartenere ad un’Europa unita e i confini non sono un problema. Ma il desiderio di una bella casetta in Sicilia con arancini e cannoli a volontà è forte. Le radici non le puoi mai dimenticare.




23
luglio

LE INTERVISTE DI DM : STEFANO JURGENS

Stefano Jurgens @ Davide Maggio .it

Nato a Roma 54 anni fa, ha da poco tagliato il ragguardevole traguardo dei 30 anni di onorata carriera. Originale ideatore e brillante autore di alcuni tra i più famosi programmi del panorama catodico nostrano, ha iniziato la sua “avventura televisiva” nel 1977 quando Corrado lo volle nella sua rosa di autori. Una carriera che è passata per Il Pranzo è ServitoLa Corrida, Tira & Molla, Ciao Darwin e l’Eredità solo per citarne alcuni. Attualmente impegnato con la nuova edizione di Buona Domenica, avremo modo di vederlo all’opera dal prossimo settembre nel contenitore domenicale di Paola Perego.

Tutto questo e molto altro è Stefano Jurgens che ha accettato il mio invito a prender parte alla TVina Commedia.

Buona Lettura


1. Ad aprire le porte della televisione a Stefano Jurgens è stato l’indimenticabile Corrado nel 1977. Quanto ha influito nella Tua carriera l’aver avuto alle spalle uno dei pilastri del piccolo schermo italiano?

Naturalmente aver avuto il privilegio di avere lavorato con Corrado per più di vent’anni, vivendogli accanto quasi come un parente, mi ha dato modo di carpire tutti i segreti del Corrado conduttore e autore.

2. A distanza di 30 anni, nella Tua biografia si possono contare 6 format da te ideati e firmati e 39 di cui ne sei stato l’autore. C’è tra questi 45 programmi uno al quale sei particolarmente legato?

Direi che sono due:  il primo è  Il Pranzo è servito  e il secondo è Tira e Molla,  sempre scritto con Corrado per Paolo Bonolis

3. Ti piacerebbe riportarlo in video?

Certo mi piacerebbe qualora  si trovassero i personaggi giusti , per questi due Format che hanno veramente fatto la storia della Tv italiana

4. Pensi quindi che programmi del passato possano essere ancora attuali e trovare larghi consensi tra il pubblico italiano?

Penso di si , naturalmente con un giusto Restyling, d’altro canto tutti i programmi acquistati all’estero e trasmessi ora dalla nostra Televisione, non sono certo nuovi, perché nel paese di origine sono sulla breccia  già da molti anni

5. La presenza di migliaia di fan agguerritissimi che chiedono a gran voce il ritorno di questi programmi cult è dunque sintomo della voglia di tornare alla tv genuina d’un tempo oppure è dovuta all’assenza di nuove idee nella televisione d’oggi?

Premesso che oggi non mancano le idee, ma mancano spazi per  sperimentare , credo che ci sia la voglia di rivedere programmi che hanno accompagnato la vita degli spettatori.

6. Proprio nelle ultime settimane si è parlato di un probabile ritorno de La Ruota della Fortuna e de Il Pranzo è Servito. Mentre nel primo caso l’acquisto da parte di Endemol dei diritti per l’Italia testimonia una precisa volontà in tal senso, nel secondo sembra che se ne parli per il sol gusto di fare del sensazionalismo forse eccessivo, forti del sostegno dei numerosi fans di cui abbiamo parlato prima.  Visto che di uno dei due programmi ne sei stato l’ideatore, hai voglia di chiarirci come stanno le cose?


23
luglio

GIOCA CON DM : IL PALINSESTO E’ SERVITO

Il Palinsesto è Servito (DM On Line Game) @ Davide Maggio .it

 E così anche questa è fatta.

Ci abbiamo messo un po’ di tempo ma il quiz on line di davidemaggio.it è pronto e si spera che possa non solo tenere compagnia ai lettori ma anche esser utile per conoscere qualcosa in più sulla televisione italiana.

Il Palinsesto è Servito avrà, infatti, ad oggetto esclusivamente domande sulla nostra televisione.

Per le prime settimane non ci sarà nulla in palio se non il gusto d’essere primi in classifica e il gioco sarà aperto a qualunque visitatore abbia voglia partecipare.

In un secondo momento, verranno inseriti dei premi e l’accesso sarà riservato soltanto agli utenti registrati di DM.

Prima di lasciarvi giocare, urgono dei ringraziamenti e degli avvertimenti.

Iniziando dai ringraziamenti, un grazie di cuore va in primis ad Alessio Morganti, eccellente programmatore e webdesigner dal gusto sopraffino con il quale ho passato notti insonni per riuscire a buttar giù Il Palinsesto è Servito.

Un secondo ringraziamento va ad Avanguard che mi ha dato una mano a completare le numerose domande del quiz.

Last but not least, un grazie a Giò, fedele lettore di DM, che ci ha aiutato a realizzare le musiche del gioco che, con l’esclusione della sigla, sono assolutamente originali.

Passiamo ora agli avvertimenti!

Nonostante il meccanismo del gioco sia estremamente semplice ed intuitivo, all’interno della schermata del gioco troverete, sulla destra, quattro pulsanti.

Tre di questi quattro sono particolarmente utili :

?” : per conoscere il regolamento del gioco e le regole sull’accumulo dei punti;

i” : per avere informazioni sul gioco e sui suoi ideatori;

help” : per richiedere assistenza, segnalare errori e sapere come poter proporre le vostre domande ai fini dell’eventuale inserimento nel database;

Prima di lasciarVi giocare è forse superfluo che vi specifichi che, nonostante le innumerevoli prove fatte, potrebbero essere riscontrati ancora dei piccoli errori. Non abbiate timore a segnalarli utilizzando, in attesa della disponibilità dei tasti di cui sopra, l’indirizzo email appena citato per l’assistenza. 

Bene! Non mi resta che augurarVi… Buon Divertimento!

 

>>>>> ADESSO, GIOCATE PURE <<<<<

 

[Il link per accedere al gioco sarà sempre disponibile con l'apposito banner che vedete in alto a destra]





14
giugno

AMARCORD, Che Fine Hanno Fatto…GLI INTERPRETI DI DYNASTY?

 Dynasty @ Davide Maggio .it

Negli anni 80, tutto era possibile. Anche che una serie vistosamente kitsch, eccessiva e decisamente poco politcally correct,  si affacciasse alla prima serata della tv americana, diventando in breve tempo un cult.

Intrighi, tradimenti inaspettati, scappatelle con il personale di servizio, intolleranza e crimini a non finire: questo gli ingredienti di Dynasty (217 episodi – 9 stagioni), il telefilm che insieme a Dallas ha dominato quel decennio.

Il telefilm andato in onda in America dal 1981 al 1989, inizialmente con il nome di Oil è nato per contrastare il grande successo di Dallas. Impresa assai ardua che si è compiuta solo in un secondo momento, quando gli autori hanno deciso di aggiustare il tiro, rendendo il serial più aggressivo.

In breve tempo il telefilm ha conquistato una notevole fetta di pubblico, distinguendosi nettamente dal suo rivale e diventando di fatto il suo contraltare.

Dynasty in Italia è arrivato nel 1982 ed è stato trasmesso con le stesse intenzioni per le quali era stato creato in America. Il telefilm infatti è andato in onda per la prima volta su Retequattro, quando era controllata dal Gruppo Mondadori. L’obiettivo era quello di fare concorrenza a Dallas che andava in onda invece su Canale 5, la rete rivale.

Nel 1984 in seguito all’acquisto della rete da parte del Gruppo Fininvest il telefilm, visto il grande successo ottenuto, è stato definitivamente spostato su Canale 5.

Vediamo ora che fine hanno fatto alcuni protagonisti del telefilm.

JOHN FORSYTHE – BLAKE CARRINGTON

john-forsythe1.jpgJohn Forsythe @ Davide Maggio .it

L’attore è da sempre considerato un grande nome del cinema, della televisione e del teatro. Prima di diventare celebre grazie a questo ruolo, ha calcato i palcoscenici dei più importanti teatri degli Stati Uniti e ha partecipato alla serie tv più amate. Sua era la voce di Charlie Towsend, nel telefilm cult Charlie’s Angels  ma anche nelle due versioni cinematografiche. Dopo la chiusura della serie ha proseguito a recitare in maniera piuttosto intensa. Negli ultimi anni anche a causa dell’età ha diradato le sue apparizioni. Nell’ottobre dell’anno scorso gli è stato diagnosticato un cancro al colon, contro il quale ancora oggi sta combattendo. Sempre nello stesso anno ha partecipato all’ennesima reunion di Dynasty. Oggi ha 89 anni.

LINDA EVANS (EVANSTAD) – KRYSTLE CARRINGTON

Linda Evans @ Davide Maggio .itLinda Evans

Dopo la conclusione della seria l’attrice si è dedicata quasi esclusivamente alla televisone, recitando in film per la tv e partecipando a svariati show della tv americana. Oltre a questo, si è lanciata nel mondo dell’imprenditoria, aprendo una catena di centri fitness (una ventina). E’ seguace di un movimento medianico. Da sempre amica di Carlo d’Inghilterra e Camilla Parker Bowles, figurava tra gli invitati al loro matrimonio. Attualmente è impegnata a Broadway. Oggi ha 64 anni.

JOAN COLLINS – ALEXIS CARRINGTON COLBY

Joan Collins @ Davide Maggio .itJoan Collins @ Davide Maggio .it

Più che un’attrice, un vero e proprio simbolo di divismo sfrenato. Ha iniziato la sua carriera facendo la modella e recitando in film per il cinema. La grande popolarità però è arrivata proprio con Dynasty. Dopo la chiusura della serie ha proseguito a recitare. Pur non avendo più regalato al pubblico grandi interpretazioni, è rimasta sulla cresta dell’onda anche per la sua attitudine al matrimonio. L’attrice si è sposata ben cinque volte, collezionando flirt molto chiacchierati. Recentemente ha preso parte alla soap opera Sentieri., nel ruolo di Alexandra Spaulding. Ha deciso di lasciare la soap anzitempo perché i ritmi di lavorazione non le consentivano di dedicarsi ai suoi progetti teatrali. Recentemente ha anche spiritosamente reinterpretato il personaggio di Wilhelmina Slater (interpretata in realtà da Vanessa Williams) in una versione della serie Ugly Betty. Oggi ha 74 anni.

GORDON THOMSON – ADAM CARRINGTON

Gordon Thomson @ Davide Maggio .itGordon Thomson @ Davide Maggio .it

Dopo la chiusura di Dynasty ha proseguito a recitare principalmente per la televisione, partecipando a soap opera come Febbre D’Amore, Una Vita da Vivere e Santa Barbara ma anche a Beverly Hills 90210 e Sunset Beach. Ha un film in uscita nel 2007 ed oggi ha

JACK COLEMAN – STEVEN  CARRINGTON

Jack Coleman @ Davide Maggio .itJack Coleman @ Davide Maggio .it

Il suo è stato uno dei primi personaggi gay ad apparire in una serie televisiva. Questo ha dato a Jack una grande popolarità, nonostante il suo ruolo nella soap fosse piuttosto marginale. Dopo la chiusura del telefilm ha proseguito a recitare, prendendo parti a svariati telefilm tra i quali ricordiamo Providence, Nip/Tuck e C.S.I. Miami. Presto lo vedremo nella serie cult Heroes, in arrivo in autunno su Italia 1. Il suo ruolo in Dynasty in precedenza è stato interpretato da Al Corley. Ha un film in uscita nel 2007 ed oggi ha 49 anni.

QUALCHE CURIOSITA’:

  • Da Dynasty è stato tratto un spin-off di altrettanto successo: I Colby ma anche due documentari e un film per la tv nel corso del quale si è conclusa la storia.

  • Tra gli interpreti principali ricordiamo Heather Locklear, della quale mi occuperò in futuro.

  • Molte le guest-star che si sono avvicendati sul set. Tra queste ricordiamo Kabir Bedi, Rock Hudson, Helmut Berger, Charlton Heston, Lesley Ann-Down, Ricardo Montalban e Barbara Stanwyck.

  • In particolare la partecipazione di Rock Hudson ha creato un grande scandalo. L’attore infatti, malato di AIDS, ha girato una scena nel corso della quale dava un bacio a Linda Evans. Questo ha creato un allarme contagio, ovviamente ingiustificato.


28
marzo

AMARCORD, Che Fine Hanno Fatto gli Interpreti de I SEGRETI DI TWIN PEAKS?

Twin Peaks @ Davide Maggio .it

Negli anni 90 le allora Reti Finivest, giunte ormai a livelli di gradimento piuttosto alti, anche per mantenere il seguito ottenuto fino a quel momento, hanno acquistato i diritti di un telefilm destinato a diventare di culto: I Segreti di Twin Peaks.

La serie, nata da un’idea del Maestro David Lynch e da Mark Frost, andata in onda su Canale 5, a partire dal 9 gennaio 1991 (2 stagioni – 30 episodi) ha avuto fin da subito un successo clamoroso. La prima puntata è stata seguita da più di 11 milioni di telespettatori e la domanda “Chi Ha Ucciso Laura Palmer” è diventata ben presto un vero tormentone.

In seguito al successo del telefilm, la figlia del regista, Jennifer Lynch ha scritto Il Diario Segreto di Laura Palmer, che si è rivelato un grande successo editoriale, anche grazie alla sua natura piuttosto scabrosa. In Italia il diario è stato anche distribuito in allegato al settimanale Tv Sorrisi e Canzoni.

Vediamo quindi che fine hanno fatto alcuni dei protagonisti di questa serie. (Se volete informazioni sul resto del cast, potete chiederlo nei commenti e questo post avrà un seguito)

KYLE MCLACHLAN – AGENTE SPECIALE DALE COOPER

Kyle Mclachlan @ Davide Maggio .it

Attore feticcio di David Lynch, ha recitato nello splendido film Velluto Blu, per poi trovare la fama attraverso questa serie. In seguito ha continuato a recitare soprattutto in telefilm, ha preso parte alla serie cult Sex and the City e a svariati film per la tv e per il cinema. Attualmente è nel cast della serie cult Desperate Housewives ed è di prossima uscita Justice League, nel quale lui doppia il personaggio di Clark Kent. Oggi ha 48 anni.

SHERYL LEE – LAURA PALMER/MADELEINE FERGUSON

Sheryl Lee @ Davide Maggio .it

Il grande successo ottenuto grazie a questo serie non ha portato grande fortuna all’attrice. Dopo Twin Peaks, ha preso parte a qualche film per il cinema e a molte serie televisive come Senza Traccia e One Three Hill. Ha recitato nel pilot di Desperate Housewives, nel ruolo di Mary Alice Young, che come è noto è andato poi a Brenda Strong.





28
dicembre

AMARCORD, Che fine hanno fatto…LE RAGAZZE DI “NON E’ LA RAI”? (1^ puntata)

Non è la Rai @ Davide Maggio .it

Un tempo la televisione, per creare programmi di culto, non aveva bisogno di risse innalza share, tronisti ingioellati o naufraghi più o meno noti. Bastava un’idea, piccola, semplice ma d’effetto che poteva catalizzare l’attenzione di milioni di telespettatori senza troppa fatica. Questo è il caso di Non è la Rai, trasmissione cult creata da Gianni Boncompagni e Irene Ghergo nel 1991 ed andata in onda per i successivi quattro anni su Canale 5 prima e Italia 1 poi.

Un programma inizialmente destinato ad un target adulto (non a caso la conduzione era affidata ad Enrica Bonaccorti) che ha subito un’evoluzione naturale nel tempo, diventando di fatto un programma cult destinato ad un pubblico giovane.  

A rendere il programma una vera e propria icona degli anni 90, ci hanno pensato le ragazze presenti in studio che ancora oggi sono idolatrate dagli instancabili fans. Tra le più note ricordiamo:

  • Laura Freddi, ex velina, conduttrice di Buona Domenica e in seguito attrice nella fiction i Cesaroni (probabile la sua partecipazione alla seconda serie);

  • Alessia Mertz, ex velina e naufraga dell’Isola dei Famosi, vera e propria prezzemolina della nostra tv;

  • Alessia Mancini, attualmente moglie di Flavio Montruccio, è stata velina, valletta di Gerry Scotti in Passaparola e, al momento, è inviata di Stranamore;

  • Nicole Grimaudo, attrice in fiction di successo come “Il Bello delle Donne” e “Ris”;

  • Sabrina Impacciatore, vero talento della trasmissione “Macao” e attrice in film di culto come “L’ultimo bacio”;

  • Pamela Petrarolo ex contadina de La Fattoria;

  • Cristina Quaranta, ex velina, valletta di Guida al Campionato e successivamente collerica naufraga de “L’isola dei famosi”;

  • Miriana Trevisan, anche per lei un passato da velina oltre che da valletta accanto a Mike Bongiorno per numerosi anni; 

  • Ambra Angiolini, mamma e compagna di Francesco Renga, l’enfant prodige è tutta dedita alla conduzione sia radiofonica che televisiva (attualmente uno dei volti di Rai Tre).

Se conosciamo i destini delle più note, c’è da dire che ci sono tante altre protagoniste delle quali s’ingnora persino la partecipazione al programma che hanno riscosso, in alcuni casi, un successo ben maggiore

In questa prima puntata di ”AMARCORD, Che fine hanno fatto…le ragazze di Non è la Rai?” ci occupiamo proprio di queste ultime.

VERONIKA LOGAN

Veronika Logan @ Davide Maggio .it

 Dopo la trasmissione ha intrapreso la carriera d’attrice ottenendo dapprima un ruolo nella fiction “Sorellina e il principe del sogno”. Ha inoltre partecipato a produzioni internazionali come “Le Avventure del Giovane Indiana Jones”. Infine ha trovato una certa popolarità grazie all’interpretazione del personaggio di Chiara Bonelli nella soap opera “Vivere”. Ha recitato ne “L’ispettore Coliandro” ed è recentemente diventata mamma. Oggi ha 37 anni.

KARIN PROIA

Karin Proia @ Davide Maggio .it

Pur non avendo avuto un ruolo di primo piano nella trasmissione, è riuscita ad emergere come attrice, facendo il suo esordio a teatro accanto a Michele Placido. Ha preso parte a piece come “Il Piccolo Principe” e “Salomè”. In televisione ha sostituito Vittoria Belvedere nella fiction “Lui e Lei”, recitando al fianco di Enrico Mutti e ha preso parte alla fiction “Ho sposato un calciatore“. Oggi continua a lavorare, dividendosi tra tv e teatro ed ha 32 anni.

CHIARA CONTI

Chiara Conti @ Davide Maggio .it

Anche per lei, un esordio in sordina a Non è la Rai ma una carriera di tutto rispetto come attrice impegnata, tra l’altro spesso lodata dalla critica. A pellicole commerciali come “Faccia di Picasso” alterna partecipazioni a film impegnati come “L’ora di religione” di Marco Bellocchio. Attualmente è in video con Butta la Luna su RaiUno. Oggi ha 32 anni.

Una curiosità che la riguarda: ha partecipato alla pellicola-trash “The Protagonists”, nella quale ritroviamo una giovanissima Michelle Hunziker, qui al suo esordio assoluto. Alcune scene del film sono state mandate in onda nel corso della sua conduzione a “Striscia la Notizia”.

MARIA MONSE’

Maria Monsè @ Davide Maggio .it

Tutti pensano che a lanciarla sia stato Massimo Giletti, in realtà l’autrice del Monsè-Pensiero ha iniziato la sua carriera proprio a Non è la Rai. A questo sono seguite partecipazioni a vari programmi televisivi, un libro di aforismi, la mancata partecipazione alla Fattoria a causa di una gravidanza, il ruolo in qualità di giurata a La Pupa e il Secchione nonché naturalmente lo scandalo di Vallettopoli. Nel suo futuro una probabile partecipazione alla soap opera Vivere. Oggi ha 30 anni.

ANNALISA MANDOLINI

Annalisa Mandolini @ Davide Maggio .it

Ogni buon teledipendente associa il suo viso alle telepromozioni legate ai programmi di Maria De Filippi e a qualche comparsata in fiction Mediaset e Rai. In realtà ha iniziato la sua carriera con “Non è la Rai”. In seguito si è dedicata alla conduzione di eventi come “Il concerto dell’Epifania” e di programmi per bambini come “La banda dello zecchino”. Oggi ha 32 anni.

LUCIA OCONE

Lucia Ocone @ Davide Maggio .it

In pochi sanno che ha fatto il Suo esordio nel programma di Boncompagni. In seguito ha partecipato a Macao, altra creatura dell’istrionico regista. A renderla nota al grande pubblico, però, ci ha pensato Mai Dire Grande Fratello e Figli. Oggi lavora al fianco di Simona Ventura a “Quelli che il calcio e” e ha 32 anni.

Per il momento è tutto!

  • AGGIORNAMENTO del 29 DICEMBRE 2006 ore 23.09

La maggior parte dei Nonelaraiofili ricorda come momento cult il tormentone Please Don’t Go.

Io, invece, ricordo ciò che successe a Pamela Petrarolo durante una delle innumerevoli in cui le ragazze di dimenavamo come pazze sulle note di Please Don’t Go.

Accadde questo…


29
settembre

LA SOAP OPERA DEI PALINSESTI IMPAZZITI

Non ho mai scritto un post che si limitasse a riportare pedissequamente gli scritti di qualche altro autore.

Avete presente, però, quando, leggendo un giornale, un blog o qualsiasi altra fonte di notizie condividi un articolo al punto tale da dire a Te stesso : “Ecco. Esattamente ciò che avrei scritto io“?

Aldo Grasso @ Davide Maggio .itUna sensazione grazie alla quale Ti sembra che ciò che stai leggendo sia la materializzazione dei Tuoi pensieri!

Bene! A me è capitato con l’articolo di Aldo Grasso (nella foto) che sto per riportarVi, pubblicato ieri sul Corriere della Sera.

Lungi da me il paragonare i semplici scritti di questo blog ad una penna elegante qual è quella del noto critico televisivo! Ci mancherebbe altro!

Parlo, fondamentalmente, dei contenuti, non della forma e non Vi nascondo che l’aver trovato, nell’articolo di Grasso, delle affinità di interpretazioni e di vedute con quanto ho scritto alcuni giorni fa e con ciò che penso su questa ”scostumata” questione, mi ha inorgoglito un po’! 

Oggetto di analisi è  l’ormai infinita “soap opera dei palinsesti impazziti”.

Buona Lettura 

Un sinistro scricchiolio sta allarmando i custodi del palazzo televisivo. Da dove proviene? Chi l’ha provocato? Lo scricchiolio è causato dalla follia dei palinsesti. Che ormai oscillano come trottole, mappe impazzite. Da tempo, sui giornali, l’inizio della prima serata di Canale 5 e Raiuno è segnalato alle 21. In realtà, non inizia mai prima delle 21.20.
Perché questo inganno? La seconda serata non esiste più, è slittata a mezzanotte. Gli show finiscono all’ una di notte, con buona pace di chi la mattina deve alzarsi. Un telefilm di successo come Dr. House viene brutalmente spostato causando la ribellione dei telespettatori; il programma di Bonolis va in prima serata, poi in seconda, poi viene collocato nella fascia preserale; Reality circus dal lunedì passa alla domenica, dalla domenica al mercoledì: una giostra. Le anomalie non finiscono qui, anzi paiono ben più profonde. Joe Petrosino vince ampiamente la serata di domenica 24 settembre con quasi sei milioni di spettatori, favorito dal clamoroso flop del reality di Canale 5 (3.104.000 spettatori, 16,38% di share, 5/6 punti sotto gli obiettivi della rete). Lunedì 25 Petrosino perde duecentomila spettatori e quasi il 5% di share, andando contro una logica sempre rispettata: ovvero che la seconda puntata di una fiction di successo va meglio della prima, per l’effetto valanga e per l’effetto persistenza, degli spettatori che hanno visto la prima. Ma qui entra in gioco la contro- programmazione de L’Onore e il rispetto, coi suoi 5.656.000 spettatori (22%), già accumulati nelle 4 puntate precedenti. Altri flop da palinsesto. Le quattro serate di Miss Italia, a dimostrazione di come ormai la manifestazione non sia più vissuta come evento. O l’inatteso insuccesso di Luca Barbareschi: Giorni da Leone 2, il seguito di una fiction in onda nel 2002. Allora fece il 20% di share, ma il seguito non funziona. La prima puntata (5 settembre) ha uno share di appena il 12,16 per cento, ridicolo per Raiuno. Tanto che si decide di sfilarla subito per sostituirla con una replica di Bartali.

Ma la situazione più clamorosa riguarda Paolo Bonolis. Fattore C, un format così collaudato e sperimentato da sembrare un plagio, floppa clamorosamente in prima serata: domenica 10 settembre supera il 23% di share ma la domenica successiva crolla al 17,61. Spostato nel preserale non fa di meglio, meno del 18% di share.

Programmi dislocati, orari oltraggiati, soppressioni improvvise, sforamenti abituali. Il palinsesto (dal greco palímpsèstos, «raschiato di nuovo», a significare l’originale programmazione trimestrale fatta di tanti fogli sovrapposti) è ormai inattendibile. Rispetto ai corrispettivi francesi (grille) e inglesi (schedule), il termine italiano sottolinea l’incessante lavoro di perfezionamento, ridefinizione, correzione cui è sottoposta la programmazione. Che può essere infatti continuamente rielaborata in rapporto agli obiettivi della rete (proprio come le antiche pergamene venivano continuamente corrette e riutilizzate). Ma la sensazione è che la nostra programmazione venga raschiata ogni giorno, senza sosta, da una mano insensata. Ciò che vediamo sul piccolo schermo corrisponde raramente a ciò che è riportato dalle guide ufficiali.

«Il palinsesto è matematica», sostiene Alba Parietti. Ha ragione. Ma il suo reality sa contare solo fino al 7 (di share). Gli esempi si sprecano, giusto per fornire una sismografia del terremoto in atto. Per Raiuno e Canale 5, come detto, il ritardo è cronico, e francamente anche un po’ ridicolo.

Non va molto meglio sulle altri reti, la litania dello sforamento si ripete. Il telefilm su Raidue e The Oc su Italia 1 iniziano con cinque minuti di ritardo, il film su Retequattro con quindici. Raitre è in orario, e anche La7 non sgarra. Però il programma di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni sfora volentieri. Nel maggio scorso ha ceduto la linea a Gad Lerner solo alle 21.43. Che non l’ha mollata prima delle 24.00. Per la disperazione di Piero Chiambretti, previsto con Markette alle 23.30. Siccome non è un caso isolato, il conduttore ha pensato di ribattezzare il suo programma Uno mattina Markette.
L’altra sera ha bevuto il calice amaro anche Bruno Vespa battuto da Enrico Mentana che aveva in studio Luciano Moggi (Moggi è la variabile impazzita del palinsesto: una volta era chiamato per rispetto adesso per alzare l’audience). Ma Vespa è stato costretto dal film di Raiuno a partire molto tardi. Da cosa dipende questa debolezza intrinseca della tv generalista, questa assurda partita a scacchi che denota mancanza di rispetto nei confronti dello spettatore? Alcuni impazzimenti sono dovuti alle logiche perverse dei palinsesti.

Il ritardo della prima serata è stato «inventato» da Striscia la notizia per fare il pieno d’ascolto. Da questo «male» ne discende un altro ancora più grosso. Per non avere concorrenza in quell’ ora topica, Mediaset è stata costretta a riportare Bonolis all’ovile, a peso d’oro. Ma Bonolis è tornato con tutto il clan di Lucio Presta (Paola Perego, Amadeus, Panicucci) imponendo alcuni programmi rivelatisi poi dei fallimenti (Amadeus è già sparito dal video).

Visto che parliamo di clan, la disarticolazione dei palinsesti dipende anche dal fatto che in troppi ci mettono le mani. Ormai personaggi come Lucio Presta, Bibi Ballandi, Lele Mora, Beppe Caschetto contano più dei direttori di rete. Non a caso a dirigere Raiuno c’è Fabrizio Del Noce, un giornalista che non si era mai occupato di programmazione. A dirigere Canale 5 ci sarà Massimo Donelli (tanti auguri!), la cui unica esperienza tv consiste nell’ aver diretto Sorrisi e canzoni (dove spesso si è lamentato dell’infedeltà dei palinsesti!). Qualcuno imputa la follia della programmazione alla crisi imprevista dei reality (difficoltà che coinvolge persino un campione d’ascolti come L’isola dei famosi) o all’esplosione del satellite, di Sky (è il caso di Lost, laserie di culto, che in onda il lunedì regala share record a Fox). Qualcun altro, più addentro, la spiega con la difficoltà delle reti ammiraglie (specie Canale 5) a raggiungere gli obbiettivi promessi agli investitori pubblicitari; di qui gli spostamenti, le protezioni, i traslochi, le cancellazioni apparentemente inspiegabili. Tutto questo mina due meccanismi su cui si fonda, o si dovrebbe fondare, il patto comunicativo della tv: l’abitudine e la fedeltà. Il pubblico è consuetudinario e affezionato ai programmi preferiti. Perché svilire così il palinsesto? Gli orari dei treni non sono sufficienti per garantire a un Paese una rete efficiente di trasporti, ma senza orario i treni non si muovono, e se si muovono creano solo caos.


25
settembre

WHO’S THE BOSS?

Un tempo era lui…

Lele Mora e l'accarezzapiedi Francesco Arca @ Davide Maggio .it

ma adesso costui s’appresta a fare, per fortuna, il sorpasso…

Lucio Presta @ Davide Maggio .it

Sbizzarritevi. Ci vuole poco…

[La soluzione nel pomeriggio]


AGGIORNAMENTO del 25 settembre 2006, h. 20.05

E bravo Fo, il personaggio che s’apPRESTA a fare il sorpasso è proprio Lucio Presta, manager dei più importanti artisti nostrani, che sta per strappare il primato al più conosciuto Lele Mora, possessore di una "scuderia" di pseudo vallette, attoruncoli, tronisti & co.

Del primo c’è ormai una cospicua bibliografia, del secondo, invece, le notizie non sono poi così .

Vi riporto un’intervista fatta a Lucio Presta da Claudio Sabelli Fioretti, apparsa sul Corriere della Sera il 2 giugno 2005. Probabilmente, leggendola, capire perchè il sottoscritto nutra una simpatia per questo personaggio che si definisce un maggiordomo di alto livello.

–br[Clicca qui per leggere l'intervista]–

Se siano stati molti milioni di euro a spingere Paolo Bonolis a lasciare la Rai o una questione di principio, o uno sgarbo, o un futuro più roseo, non lo sapremo mai con certezza e in fondo possiamo anche farcene una ragione. Una sola cosa è certa. Dietro tutto questo c’è un ragazzo di 45 anni, un ex ballerino calabrese dalle idee chiare e dalle maniere decise che ha portato in pochi anni l’artista Bonolis da Bim Bum Bam al gradino più alto della televisione italiana. Sempre rimanendo nell’ombra e lontano dai fari della popolarità. In cambio ha avuto il 15 per cento dei guadagni di Bonolis e si è conquistato la fama di personaggio misterioso e potente.
Allora, signor Presta, lei è potente? Quanto è potente?
«Innanzitutto diamoci del tu».
Allora Lucio, sei potente? Quanto sei potente?
«Io sono un maggiordomo di alto livello. Sulla mia carta d’identità non posso neanche scrivere “agente”. Il mio mestiere non esiste. La mediazione tra uomini è vietata».
Sei illegittimo.
«Siamo stati tacitamente accettati e non veniamo perseguiti. Ma non abbiamo un albo né un sindacato».
Come si diventa uno come Presta, per quanto illegittimo?
«Facendo il road manager, cioè la persona alla quale un artista affida la sua vita in tournée. Io ho avuto la fortuna di cominciare subito con artisti importanti».
Raccontami la tua fortuna.
«Facevo il ballerino. Avevo deciso di smettere di ballare e siccome ero legatissimo a Franco Miseria e ad Heather Parisi, organizzai per loro, che avevano lasciato il manager Vincenzo Ratti, una piccola tournée in Svezia, Danimarca, Germania. Andò benissimo. Io però mi rendevo conto di essere un dilettante. Allora sono andato a conoscere Vincenzo Ratti, ho convinto Heather a tornare con lui e Vincenzo mi ha preso con sé. Nel giro di due anni ero suo socio al cinquanta per cento. Lui aveva Benigni, D’Angelo, Carmen Russo. Ci univa molto il fatto di avere studiato entrambi dai salesiani».
Perché dai salesiani?
«A Cosenza ho fatto fino alle lementari. Ma ero tremendo, una spina nel fianco di mio padre, mi divertivano più le scorribande con gli amici che la scuola. E mio padre mi mise in collegio, a La Spezia».
Oltre a esasperare tuo padre, che cosa facevi?
«Giocavo mezzala. Ero magrissimo. 64 chili per 1,84 di altezza. Mi chiamavano “fogliolina”. Sono diventato un energumeno quando ho smesso di ballare e di fumare».
Il tuo cantante mito?
«Ero pazzo di Giovanni Calone. Come mia nonna».
Due fan in tutta Italia per questo Giovanni Calone.
«Ma che dici? Giovanni Calone, in arte Massimo Ranieri. Amavo Massimino alla follia».
Insisto. Sei potente?
«È fortuna. Ho costruito grazie al talento di Bonolis un personaggio che oggi fa tendenza, risultati, qualità. E non è pensabile che i dirigenti non si confrontino con me».
Vedi?
«Ma questo non significa avere potere. Se domani qualcuno dicesse: “Guarda che le regole le detto io, altrimenti Bonolis va per citofoni”, il mio potere sarebbe quello dell’associazione dei portieri italiani».
Ma visto che nessuno lo dice…
«Ma il potere dov’è? Avevo un programma che stava andando molto bene e la Rai lo chiuse».
Se parli di Affari tuoi gli accordi erano quelli: chiusura e riapertura più tardi.
«Visto che il programma andava fortissimo, avevo chiesto di non interromperlo. E invece no, lo hanno chiuso per andare a sperimentare le scimmiotte della Ventura. Così quando poi sono venuti a chiedermi se si poteva ricominciare Affari tuoi in anticipo io ho detto di no, che gli accordi andavano rispettati».
Oltre che potente sei anche dispettoso.
«E Music Farm? Amadeus non lo voleva fare. Ma io lo avevo motivato, gli avevo dato coraggio, e lui era stato bravissimo. L’anno dopo lo hanno sostituito con Simona Ventura. E poi ti meravigli se quando hai bisogno ti mando a quel paese?».
Comunque tu e Lele Mora…
«Non mi sento collega di Lele, lo dico con rispetto. Siamo due mondi diversi. Lui gestisce molti artisti, serate, feste, esibizioni, ostentazione. Io sono salesiano…».
Un potente che vive nell’ombra.
«Vivo tranquillo, non vado per locali, ho una barca molto bella, ma lo sa solo chi ci è salito, vivo da solo, in una casa media, ho i miei libri, le mie abitudini, il mio cane. E mi occupo dei miei figli».
Anche i tuoi artisti fanno questa vita monacale?
«Se vogliono lavorare con me, niente discoteche e vernissage».
Rinunciano a tanti soldi.
«Non me ne frega niente. Questi signori guadagnano molto più di quanto abbiano mai sognato da bambini».
Tu quanto prendi?
«Tra il dodici e il quindici per cento».
Lele prende il venti.
«Sono felice per lui. E non ci credo».
Lele ha un orologio da un miliardo.
«Io non uso orologi».
Come fai a sapere l’ora?
«La chiedo. Però sono un amante degli orologi. Mi basta la gioia immensa di sapere di averli».
Come Lele. Matti e feticisti tutti e due. L’orologio più costoso?
«Un Rolex da cinquanta milioni».
Magalli mi aveva parlato della "clausola Perego". Cioè: se vuoi Bonolis prendi anche la Perego.
«Magalli è un delinquente. Le battute sono la sua rovina. Ha talento, ma ha una bocca che non dovrebbe appartenere a quel corpo. Io non attacco vagoni ai treni».
Hai detto: "Preferisco che i miei artisti stiano tutti da una parte".
«Lo penso ancora».
Purtroppo adesso hai Bonolis a Mediaset e tutti gli altri in Rai
«Non sempre le cose riescono e questa è una di quelle volte».
Perché li preferisci tutti da una parte?
«Perché occupo un territorio. Ti faccio un esempio pratico. Se un direttore vuole fare a pezzi un mio artista…».
E perché mai dovrebbe?
«Perché esistono anche i direttori stronzi e incapaci. Se uno di questi vuole fare a pezzi un mio artista deve pensarci bene perché se lui oggi fa male a me io domani posso fare male a lui. Io voglio che rifletta».
Robe fra potenti.
«Legittima difesa. A Paola hanno chiuso la Talpa che aveva addirittura battuto Zelig. Poi la stessa rete che ha chiuso la Talpa ha chiesto a Bonolis di fare quattro puntate serali di un programma. “No grazie, non ci interessa”».
Il confine tra il potere e la legittima difesa è labile.
«Quando uno è debole c’è quello forte che lo aiuta. L’importante è che si ricordino che non è il caso di trattarmi male. Non sono uno che vende spazzole».
Tu sei stato fidanzato con Paola Perego. Conflitto di interessi?
«Ero e sono durissimo con Paola. Sono molto più dolce con Bonolis».
Accusano Bonolis di essere volgare.
«Sfido chiunque a citare una parolaccia di Paolo».
Non è questione di parolacce.
«Un doppio senso, qualche volta…».
Mille doppi sensi. Non dice "porca puttana", però su un "pisello" ci marcia per ore.
«Ma sempre con molto tatto. E poi subito dopo se ne esce con una citazione alta. È tutto una punteggiatura».
In conferenza stampa, a Sanremo, ti ha definito "di eleganza morale infinita". Una frase senza senso.
«Intendeva dire che sono una persona che per principio, per lealtà, per rispetto, ammazza e si fa ammazzare».
Che cosa c’entri l’eleganza…
«Quando faccio notare un errore a qualcuno cerco di fare attenzione che la cosa non gli arrivi come uno schiaffo. In questo lui riscontra eleganza».
Il porto d’armi è eleganza morale?
«Ho subìto due rapine. Non è eleganza morale: è il miglior deterrente che conosca».
Hai mai avuto scontri fisici?
«Da bambino tanti. Da grande una sola volta, contro i tifosi del Pisa. Ne ho prese tante, ma tante. E ne ho date pochine. Ho un difetto pericoloso: non ho paura».
Non dovresti girare armato.
«Quando giro armato non litigo neanche se mi infilano un dito nella carne. Ma la cosa cambia se vedo a rischio una vita».
Sono state scritte molte cose false su di te?
«Non molte, ma tutte da Concita De Gregorio su Repubblica».
Vi siete chiariti?
«Io sono salesiano. Prima mi vendico poi perdono».
Quale sarà la vendetta?
«Prima o poi magari darò una notizia che per lei è importante a qualcun altro del suo giornale».
Hai litigato con Ricci.
«Crede di essere il dottore della televisione. Invece è la malattia. Per andare dritto alla meta non ti dico che ammazzerebbe i figli ma tutti quelli che ci sono prima sì».
Hai litigato con Celentano.
«Adriano, guidato da una mano cattiva, disse che era incredibile che Bonolis prendesse 500 milioni a puntata per venire a condurre un programma in Rai. Ma io ho lavorato per Celentano e so tutto della televisione, chi piglia i soldi, come, quando, dove. Conosco il sistema. E allora dissi: “Tiriamo fuori le carte: noi le nostre e tu le tue”. Non disse più niente. E io continuo ad avere grande stima di lui».
Hai litigato con Beppe Grillo.
«Aveva attaccato pubblicamente Benigni coinvolgendo anche me. Gli scrissi una lettera di fuoco di dieci pagine, dove gli ricordavo, tra l’altro, quando andava all’estero per convention, quando con la sua barca, che andava a nafta non a idrogeno, si incagliò in una zona protetta della Sardegna…».
Dieci pagine di gentilezze, insomma. Poi lo hai perdonato?
«Certo. Sono un salesiano».
Un salesiano litigioso. Hai litigato anche con Giorgio Gori, Lucia Annunziata.
«Io non attacco mai. Proteggo i miei artisti».
Vale più Bonolis o la Ventura?
«Bonolis ha il triplo delle chiavi di lettura».
Parlavo di soldi.
«Bonolis rende e guadagna almeno tre volte più della Ventura».
Prenderesti la Ventura?
«Non farei mai uno sgarbo ad un collega e lei non si sognerebbe mai di venire con me. Ma in via ipotetica la prenderei. Poi mi metterei a tavolino a rivisitare il personaggio. Lei, qualunque programma faccia, è sempre identica».
Fammi un esempio.
«Quando presenta è defilata, non è mai centrica rispetto al palcoscenico. È una sua caratteristica molto interessante. Ma a Sanremo non può non essere centrale, la liturgia di Sanremo non lo consente».
Con chi non sei riuscito a lavorare?
«Con Valeria Marini. I capricci vanno bene, ma i telefoni bianchi no. Valeria ha cambiato tutti gli agenti su piazza. Se non c’è riuscito Lele Mora, che è il più grande a coccolare, non ci può riuscire nessuno».
A cosa devi stare attento in Mediaset?
«Ai potentati. Ricci, Costanzo. L’azienda ha una gestione unica. Ma la quotidianità la gestiscono persone legate a loro. E, se possono, due chiodini te li seminano sotto i piedi».
Questo è il motivo per cui per andare a Mediaset avevate chiesto la testa di Ricci?
«Mai chiesta la testa di Ricci».
Giuri su Bonolis?
«Giuro su Bonolis. E ti dico di più: se mi avessero dato la testa di Ricci mi sarei ubriacato per la gioia. Ma non l’ho maichiesta. Sarebbe stato un errore madornale. Io preferisco che Ricci ci sia. Sarà più doloroso per lui».
Avete chiesto di sovrapporvi.
«No, abbiamo solo chiesto: della fetta di pane ne mangiamo metà lui e metà noi. Ricci doveva scegliere: o avere Bonolis vicino o averlo contro».
Bonolis non fa che andare di qua e di là. È un voltagabbana?
«Bonolis fa televisione dove ci sono cose che gli piacciono».
Allora chi è un voltagabbana?
«Costanzo odiava il Grande Fratello, oggi vive di Grande Fratello. Però è intelligente. E ha detto: “Ho detto una stronzata”».
Tu patisci i critici?
«Ho patito Gualtiero Pierce, di Repubblica. Diceva cose tremende su Paolo, sulla Perego, su Amadeus. Una volta l’ho incontrato e gli ho detto: “Il tuo problema è che vuoi fare la televisione e non te la fanno fare”. Poi è diventato autore in Rai. E mi ha confessato: “Solo tu mi avevi capito”».
Chi sono i bolliti della televisione?
«Ti posso dire chi sono quelli che non si sono accorti che la televisione è cambiata. Gli spaesati».
Tipo?
«Pippo Baudo. Uno che rappresenta un pezzo di storia della televisione non può giocare a mettersi in mutande per fare aumentare l’audience. Ma Pippo ha dedicato talmente tante energie alla televisione che la confonde con la sua famiglia. Se non va in studio non sa che cosa fare».
Altri spaesati?
«Boncompagni. Ottimo regista, ha fatto cose geniali. Ma vive pensando al passato».
Arbore ti piace?
«Per niente. È insopportabile. Non vuole mai rischiare nulla e poi critica gli altri».
Criticò Bonolis e la sua forzata ricerca di parole difficili.
«È vero. Dopo Sanremo lo ha preso in giro: “Oggi se non coniughi il congiuntivo non sei nessuno”. Ma se c’è chi campa con il congiuntivo come Bonolis, c’è chi campa con il passato come Arbore».
Hai detto: "Prima di passare alla storia è meglio passare alla cassa".
È la battuta di un grande autore di giochi, Popi Perani. Io l’ho solo ripetuta e Guia Soncini ci ha scritto un pezzo».
Tu ne sei convinto?
«No. Io sono convinto che noi tutti dobbiamo tentare di scrivere la nostra piccola parte di una nostra piccola storia del nostro piccolo mondo».
Bonolis è al bivio: da una parte si va verso la storia e dall’altra si va verso la cassa. Che consiglio gli dai?
«Tre anni fa abbiamo fatto la scelta di rinunciare a tanti miliardi Mediaset per venire alla Rai».
Quindici miliardi Mediaset contro quattro miliardi Rai.
«E non ho sentito nessun giornalista batterci le mani».
Stavolta hai fatto il contrario.
«Le cifre sono chiare a tutti: otto milioni di euro all’anno, per tre anni».
Per chi voti?
«Non te lo dico».
Ho letto che sei di An.
«Non so neanche cosa significhi An».
Dicono anche che sei di sinistra.
«Vuol dire che sono bravo».
Conosci Berlusconi?
«L’ho incontrato ad Arcore, per i contratti. Mi preparavo per tre giorni, studiavo la migliore cravatta, il vestito più opportuno. E lui si presentava in tuta».
Gioco della torre. Mentana o Vespa?
«Mentana utilizzava il Tg5 per fare la finestra a Striscia».
Gioco di squadra.
«Certo, non era un reato, ma rendeva ridicolo il suo Tg. Un giorno gliel’hofatto notare. E lui non l’ha più fatto».
Gruber o Santoro?
«La Gruber è troppo impostata. Non respira nemmeno se non ha pensato come fare».
Bondi o Baget Bozzo?
«Baget Bozzo. Non è neanche salesiano. È solo un anguillone».
Buttiglione, Tremaglia o Fisichella?
«Li obbligherei a scoprire la bellezza di un’avventura gay».
Veneziani o Socci?
«Socci è negato per la televisione ora dirige una scuola di giornalismo televisivo».
Pier Luigi Celli o Gianni Locatelli?
«Celli è stato il migliore di tutti. Locatelli rappresenta l’epoca dei “professori”, quelli che avevano la puzza al naso. Ci consideravano tutti dei baluba incolti e cretini».
Cattaneo o Baldassarre?
«Butto Baldassarre. Poi lo riporto su e lo ributto. Poi lo vado a riprendere e lo butto un’altra volta».
Hai un ottimo ricordo di lui.
«Fa parte della categoria dei signorotti di passaggio che si trovano ad occuparsi di cose delle quali non capiscono niente. La sera dell’Ultimo del Paradiso di Benigni, arrivò a spettacolo iniziato. Alla fine si limitò a chiedere a Benigni di andare a fare una ospitata dai frati cappuccini di Assisi».

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