Maurizio Costanzo e Giampiero Galeazzi a Notti Mondiali
Finiti questi Mondiali è già tempo di bilanci in casa Rai. Dopo più di un mese di partite, approfondimenti, nuovi programmi, palinsesti rivoluzionati, questi primi giorni senza calcio sono stati davvero strani. Mi sono accorto, con straziante stupore, che già mi mancavano le montature disneyane di Mazzocchi con quel suo humor tipico da oratorio di periferia, l’avvenenza esplosiva e annichilente di quella santadonna della Santaguida, le telecronache di Civoli e del suo compare di sventura Salvatore Bagni. Di quest’ultimo, poi, mi mancava tutto, anche i suoi completini Facis con calzini in tinta color “caghetta di antilope” ( suvvia siamo in Africa…). Ebbene sì amici, lo ammetto, ero in crisi di astinenza. Mi chiedevo dove fossero in quel preciso momento Ubaldo Righetti e i suoi congiuntivi, con chi stessero trascorrendo la serata Ivan Zazzaroni e i suoi capelli cotonati (beh, più che capelli, il povero Ivan, ha in testa un presepe innevato con tanto di mangiatoia e cometa incorporata). E’ stato solo il pensiero di un attimo, poi l’ho immaginato in compagnia di Guillermo Mariotto e della Titova, intento a ballare una bachata e mi sono tranquillizzato. Ho aperto il frigo, ho bevuto una decina di litri d’acqua gasata e mi sono ributtato nei mie tristi pensieri sul divano. E in quel momento, sì amici, proprio in quel fugace doloroso attimo, come un temporale estivo, tra lampi e tuoni si è appalesato il ricordo del moviolista Tombolini e di Jacopo Volpi, un uomo, un giornalista, un animale naturale da palcoscenico che, tuttavia, quando parla di calcio (lo preferiamo quando discetta di Vela) sembra addormentarsi come i cavalli in piedi e solo lo humor noire del moviolista preferito da Rosetti (preferito perchè non ne azzecca una) riesce a tenerlo sveglio.
A quel punto era tale la sofferenza per la perdita dei miei cari compagni di Mondiali che, piangendo, ho aperto la finestra lanciando baci al ricordo dei servizi di costume di Montingelli, alla proboscide di Amedeo Goria, ai baffetti da sparviero di Zibi’ Boniek, al mio idolo di sempre, il futuro Presidente del Calcio Sandrino Mazzola (Dott Abete permetta un consiglio spassionato …la pianti!!! …ho fatto la battuta), ho proseguito rimembrando la erre che più erre non si si puo ‘ di Fufu’ Collovati e per finire, tra calde lacrime e strepiti non potevo non rivolgere un accorato, partecipe esconsolato e doloroso pensiero alla donna dall’espressione bionica , Paola Ferrari, che ammicca alla telecamera come se avesse appena visto nudo Rocco Siffredi o fosse in collegamento perenne da Baghdad sotto tiro delle bombe intelligenti sganciate intelligentemente (se no che bombe intelligenti sarebbero) da un stormo di B52 americani.
Da un po di tempo sembra che alla Rai la mission sia quella di svecchiare, alleggerire, intrattenere e stavolta cercherò di parlare sul serio. Devo ammettere che, tuttavia, non sempre ci sono riusciti per manifesta mancanza di naturale ironia. Mi spiego meglio per non essere frainteso: le persone a cui mi sono rivolto, e che via via ho citato in questo mio pezzo, presi singolarmente sono oggettivamente grandi professionisti, ma l’ironia è una dote che uno ha o non ha; è come se Giuliano Ferrara decidesse di voler sfilare alla prossima sfilata di Armani. Ma per quanto ci provino ad essere simpatici, comunicativi e allegri, ciò che arrivava a noi, poveri tapini, era un tentativo mal riuscito di fare i simpatici per forza soprattutto per quelle figure professionali definite “opinionisti” che, per ruolo che ricoprono e probabilmente per loro natura, tendono a prendersi troppo sul serio, dovendo sembrare autorevoli sempre ed anzi, a volte, creando un sottile antagonismo di vedute con i loro colleghi (raga , ballano gettoni di presenza e quando si tocca l’ argent, c’è gente che sbranerebbe mamma, nonna e animale domestico).