Finiti questi Mondiali è già tempo di bilanci in casa Rai. Dopo più di un mese di partite, approfondimenti, nuovi programmi, palinsesti rivoluzionati, questi primi giorni senza calcio sono stati davvero strani. Mi sono accorto, con straziante stupore, che già mi mancavano le montature disneyane di Mazzocchi con quel suo humor tipico da oratorio di periferia, l’avvenenza esplosiva e annichilente di quella santadonna della Santaguida, le telecronache di Civoli e del suo compare di sventura Salvatore Bagni. Di quest’ultimo, poi, mi mancava tutto, anche i suoi completini Facis con calzini in tinta color “caghetta di antilope” ( suvvia siamo in Africa…). Ebbene sì amici, lo ammetto, ero in crisi di astinenza. Mi chiedevo dove fossero in quel preciso momento Ubaldo Righetti e i suoi congiuntivi, con chi stessero trascorrendo la serata Ivan Zazzaroni e i suoi capelli cotonati (beh, più che capelli, il povero Ivan, ha in testa un presepe innevato con tanto di mangiatoia e cometa incorporata). E’ stato solo il pensiero di un attimo, poi l’ho immaginato in compagnia di Guillermo Mariotto e della Titova, intento a ballare una bachata e mi sono tranquillizzato. Ho aperto il frigo, ho bevuto una decina di litri d’acqua gasata e mi sono ributtato nei mie tristi pensieri sul divano. E in quel momento, sì amici, proprio in quel fugace doloroso attimo, come un temporale estivo, tra lampi e tuoni si è appalesato il ricordo del moviolista Tombolini e di Jacopo Volpi, un uomo, un giornalista, un animale naturale da palcoscenico che, tuttavia, quando parla di calcio (lo preferiamo quando discetta di Vela) sembra addormentarsi come i cavalli in piedi e solo lo humor noire del moviolista preferito da Rosetti (preferito perchè non ne azzecca una) riesce a tenerlo sveglio.
A quel punto era tale la sofferenza per la perdita dei miei cari compagni di Mondiali che, piangendo, ho aperto la finestra lanciando baci al ricordo dei servizi di costume di Montingelli, alla proboscide di Amedeo Goria, ai baffetti da sparviero di Zibi’ Boniek, al mio idolo di sempre, il futuro Presidente del Calcio Sandrino Mazzola (Dott Abete permetta un consiglio spassionato …la pianti!!! …ho fatto la battuta), ho proseguito rimembrando la erre che più erre non si si puo ‘ di Fufu’ Collovati e per finire, tra calde lacrime e strepiti non potevo non rivolgere un accorato, partecipe esconsolato e doloroso pensiero alla donna dall’espressione bionica , Paola Ferrari, che ammicca alla telecamera come se avesse appena visto nudo Rocco Siffredi o fosse in collegamento perenne da Baghdad sotto tiro delle bombe intelligenti sganciate intelligentemente (se no che bombe intelligenti sarebbero) da un stormo di B52 americani.
Da un po di tempo sembra che alla Rai la mission sia quella di svecchiare, alleggerire, intrattenere e stavolta cercherò di parlare sul serio. Devo ammettere che, tuttavia, non sempre ci sono riusciti per manifesta mancanza di naturale ironia. Mi spiego meglio per non essere frainteso: le persone a cui mi sono rivolto, e che via via ho citato in questo mio pezzo, presi singolarmente sono oggettivamente grandi professionisti, ma l’ironia è una dote che uno ha o non ha; è come se Giuliano Ferrara decidesse di voler sfilare alla prossima sfilata di Armani. Ma per quanto ci provino ad essere simpatici, comunicativi e allegri, ciò che arrivava a noi, poveri tapini, era un tentativo mal riuscito di fare i simpatici per forza soprattutto per quelle figure professionali definite “opinionisti” che, per ruolo che ricoprono e probabilmente per loro natura, tendono a prendersi troppo sul serio, dovendo sembrare autorevoli sempre ed anzi, a volte, creando un sottile antagonismo di vedute con i loro colleghi (raga , ballano gettoni di presenza e quando si tocca l’ argent, c’è gente che sbranerebbe mamma, nonna e animale domestico).
Gli italiani sono un popolo di bacchettoni. Se tocchi loro la sacralità del calcio, le squadre di appartenenza e giochi con l’ironia (a parte i Gialappi che sono ritenuti universalmente trasversali) diventano neri di rabbia come il colore della pelle di Malù, l’opinionista africano di Sky che parla un italiano talmente corretto e appropriato che secondo me deve aver vissuto un mese dentro ad un centro di abbronzatura alle porte di Milano, magari sotto gli studi di Sky a Rogoredo, un ridente quartiere alle porte di Milano dove in inverno c’è una tale nebbia che, colleghi che lavorano insieme da 25 anni, ogni giorno si presentano come perfetti sconosciuti.
Ho volutamente lasciato per ultimo quella che mi è sembrata la vera grande novità di queste notti Mondiali targate Rai: la coppia Maurizio Costanzo e Bisteccone Galeazzi e come sempre, quando c’è di mezzo Costanzo, ho letto critiche feroci, gratuite e banali.
Non vorrei essere assolutamente frainteso, ma vorrei solo ricordare a quei pochi che se lo fossero scordati, che per 25 anni ha condotto l’unico vero grande talk show italiano, gemellato con il tanto decantato David Letterman show. Ecco, Lui con la sua naturale e fanciullesca leggerezza mentale, con la sua ironia innata, con la scelta (voluta) di apparire scenograficamente vicino a Galeazzi che li faceva sembrare una coppia di pupazzi viventi, pur sbagliando a volte cognomi di calciatori (non sia mai… Costanzo ha storpiato il nome di Marchisio!!!), sono stati l’unica vera nota di “leggerezza intelligente e scanzonata” del programma, e appena hanno potuto intervenire fattivamente per portare qualcosa di tangibilmente utile (palloni, maglie e scarpette per un gruppo di ragazzini sudafricani) con l’ ausilio di Zibi, ci hanno messo il tempo di una telefonata. Prima di terminare l’ analisi del mio pezzo sul Mondiale targato Rai, vorrei parlare dell’altro personaggio tanto bistrattato: Giampiero Galeazzi. Signori, mettiamocelo bene in mente, Bisteccone anche se ama cazzeggiare e, come ama dire Costanzo, fare il “cazzaro”, e’ un professionista con una storia trentennale, esperto di tennis come pochi senza avere l’aplomb di Tommasi, unica voce storica di mille successi dell’Italia che voga. L’unico suo problema, ma credo sia solo suo, è che un giorno ha deciso di fare a botte con la sua tiroide e si è messo a mangiare anche le telecamere degli studi Rai, ma in quanto ad arguzia, simpatia, spirito e velocità di testa, con Costanzo e permettetemi un personale suggerimento, Luca Giurato formerebbe un Trio Lunare da prima serata.
P.S.: A breve vi racconteremo anche i Mondiali della concorrenza targata Murdoch, un uomo che al posto del pace maker ha messo un decoder My Sky (cosi può rivedersi i battiti e l’elettrocardiogramma).
1. Luca L ha scritto:
13 luglio 2010 alle 15:39