Bianca Guaccero ha fatto suo Detto Fatto e può dettarne tempi, momenti e linguaggio. Se nel 2018 si approcciò in punta di piedi al format, cercando di non strafare, adesso è al centro della scena con grande sicurezza e con un certo compiacimento, da vera padrona di casa. Dunque lo show deve seguire il suo temperamento vivace perchè, nonostante il nuovo taglio e colore di capelli che ricorda un po’ Caterina Balivo, sembra che quello studio non abbia conosciuto nessun’altra conduttrice che non sia lei. La nona edizione del programma, la terza dell’era Guaccero, è partita oggi con qualche stonatura.
Recensione
Salvinology: un documentario ecumenico sul leader leghista
Il canale Nove fa a pezzi Matteo Salvini. Nel senso che lo seziona e lo studia, ma senza massacrarlo (né esaltarlo, ovviamente). All’interno di un ciclo di appuntamenti dedicati all’attualità, la rete del gruppo Discovery approfondirà la figura del leader leghista nel documentario Salvinology – Tutti i volti di Matteo, già disponibile su Dplay Plus e in onda domenica 25 ottobre alle 21.25.
«Titolo V» senza mordente. De Magistris segue la guerriglia accomodato in studio
Se non fosse stato per l’irrompere dell’attualità, con le violente proteste in diretta da Napoli, il debutto di Titolo V sarebbe passato ancor più sotto silenzio. Il nuovo talk show di Rai3 si è aggiunto ieri al panorama informativo senza lasciare il segno ed anzi dando l’impressione di essere l’ennesimo esperimento informativo destinato ad avere vita breve.
Matrimonio a Prima Vista 5: la pazienza non basta
Gli equilibri di Matrimonio a Prima Vista sono sempre stati instabili. Raramente, nella passate edizioni, un coppia formata a tavolino ha mantenuto costante il proprio andamento: molti sono partiti bene ed hanno finito per detestarsi a vicenda, altri sembravano incompatibili e poi pian piano hanno tentato di trovare punti di incontro. Quest’anno, invece, e almeno fino alla quarta puntata che sarà trasmessa questa sera da Real Time, tutto procede così come era iniziato: i sei novelli sposi stanno confermando volta per volta il loro atteggiamento, sia nel bene che nel male, e questo rende gli epiloghi già un po’ troppo prevedibili.
L’Atelier delle Meraviglie?
Una volta su Real Time c’erano solo Randy Fenoli e Abito da Sposa Cercasi, che aiutavano le spose americane a trovare il loro vestito perfetto nella cornice elegantissima di Kleinfeld Bridal a Manhattan. Adesso è arrivata la famiglia Celli, proprietaria di un grande atelier a Pavona, vicino Roma, protagonista del nuovo docureality L’Atelier delle Meraviglie. E non è la stessa storia.
Il Segno delle Donne: la ricostruzione storica si fa fiction
Rai Cultura prova a raccontare il passato italiano non soltanto attraverso documenti, testimonianze e immagini di repertorio, ma anche attraverso la fiction. E’ partito ieri in prima serata su Rai Storia un nuovo progetto in sei puntate, Il Segno delle Donne, in cui altrettante attrici italiane impersonano figure femminili che hanno fatto la storia del nostro Novecento, e le raccontano in un’intervista fittizia ma fatta di parole pronunciate davvero dalle stesse, e ritrovate in lettere, diari e discorsi pubblici. Funziona, ed è convincente.
Matrimonio a Prima Vista 5: il reality che fa la differenza
Il Covid ha aiutato a scongiurare il rischio di ripetitività per Matrimonio a Prima Vista: la quinta edizione, preparata e girata durante la pandemia, ha paradossalmente tratto vantaggio dall’imprevisto, che ha reso più intenso il percorso delle coppie e anche diverso il meccanismo. Niente più parenti, niente contatti fisici, addirittura lo scambio delle fedi saltato: un clima surreale ma potente, che rende questo programma – benchè registrato e montato – il reality più reality che ci sia al momento in tv. Perchè raccontare un’esperienza così totalizzante come il matrimonio, ripercorrendo anche un periodo difficile qual è stata per tutti la quarantena, lascia il segno.
Io ti Cercherò: l’interpretazione salva una storia senza fantasia
Alessandro Gassmann ha offerto nella prima puntata di Io ti Cercherò una delle sue prove più intense, merito anche di un personaggio forte e spiccio, che ha saputo rendere perfettamente: Valerio, un padre “orfano”, porta con sé una storia sporca, dura, senza fronzoli, dolorosa, che né la sceneggiatura né il dialetto romano hanno potuto alleggerire. Un grande lavoro attoriale per un progetto che lui stesso aveva definito atipico per Rai 1, adatto a piattaforme streaming, ma che, invece, a primo impatto sembra fin troppo nelle corde dell’ammiraglia, almeno del nuovo percorso intrapreso da diversi anni ormai. Durante la visione i fedelissimi di Rai 1 si saranno più volte domandati: dove l’ho già visto, dove l’ho già sentito?, e non si riferivano tanto agli attori, quanto a dei meccanismi specifici, precisi, che accomunano questa fiction ad altri precedenti successi della rete.