L’abbiamo intercettata nel bel mezzo delle prove generali, a poche ore dalla partenza dell’edizione 2013 di Ballando con le stelle. E Milly Carlucci non nasconde l’emozione e l’adrenalina per il ritorno sul piccolo schermo del suo format più famoso che quest’anno potrà contare su ben 13 concorrenti, compreso un “super concorrentone”. Nella nostra chiacchierata, la generalessa di Rai1 ci parla del suo show, per il quale – a suo dire – la concorrenza più temibile arriva da Rai2 e Rai3, e ne approfitta per dire la sua sull’auditel. Milly è contro l’uso spettacolarizzato dei dati d’ascolto e ci spiega il perchè.
Milly tra poche ore si parte…
Siamo tutti estremamente emozionati, per noi è un ridebutto come se fosse il 2005. Incrociamo le dita.
Come mai quest’anno avete 13 concorrenti?
Perché quest’anno abbiamo una specie di “super concorrentone” che è Massimo Boldi. E’ una vera impresa quella di portare in pista l’uomo pantofola, che per sua stessa ammissione non ha mai voluto fare un passo nella sua vita. Dice che ce la farà e la sua famiglia è estasiata dalla decisione. Ha dovuto cominciare dalla ginnastica in piscina, ora sta facendo fisioterapia, camminata a passo veloce e ginnastica specifica. Non avrà comunque nessun privilegio.
Qual è stato il concorrente più ostico da arruolare?
Non direi ostici ma concorrenti che hanno avuto un corteggiamento lungo. E ce ne sono: Anna Oxa, Roberto Farnesi, Lorenzo Flaherty, lo stesso Massimo Boldi. Negli anni ci siamo annusati, parlati, ma non se n’è fatto nulla. Poi finalmente siamo arrivati ad un lieto fine.
Hai ribadito più volte che con Italia’s got talent non c’è sfida perché voi partite più tardi. E se Ballando fosse iniziato prima?
Faremo due percorsi totalmente dissociati: loro sono partiti, si sono affermati, hanno conquistato il loro pubblico, noi partiremo e cercheremo di conquistare il nostro pubblico, il pubblico Rai. Come ha detto Antonio Ricci, infatti, oggi esistono due tipi di pubblico: il pubblico potenzialmente Rai e il pubblico potenzialmente Mediaset. E’ veramente difficile che ci siano travasi tra i due ambienti; i travasi ci possono essere all’interno della stessa famiglia. Come dice appunto Ricci, Canale 5, Italia 1 e Rete 4 si distribuiscono il pubblico a seconda della serata e lo stesso capita a noi. Ciononostante faremo il nostro: siamo qui per essere scintillanti, simpatici, per portare un po’ di cuore e intrattenere. Spero di offrire una parentesi in un momento difficile e triste per l’Italia. Sono convinta che anche nei momenti più bui l’uomo abbia bisogno di ottimismo. Se non vedi la luce in fondo al tunnel ti disperi.
Pensate ad un minuto di silenzio per commemorare le vittime di Lampedusa?
No, in televisione queste commistioni sono sempre difficili e possono apparire stridenti e di cattivo gusto. Su un blog o su un quotidiano c’è la pagina che dà conto di quanto di drammatico accade ma anche quella di spettacolo che non contiene ad ogni articolo la premessa “siamo spiacenti di dover parlare di questo perché è una giornata di cordoglio”. Noi dobbiamo cercare semplicemente di fare al meglio il nostro lavoro, per il quale l’azienda ha investito tanto. Inoltre non è un caso che durante le grandi guerre mondiali i teatri erano affollati e sono nate le compagnie di avanspettacolo. La gente ha bisogno di ridere. Se nel momento in cui ci sono gravi problemi nazionali continui a dare addosso alla gente con il colore nero, rischi di portarli a buttarsi dalla finestra.
Tornando a quello che dicevi prima, se Ballando è un prodotto forte sul quale la Rai punta, perché non si fa un gioco di squadra con gli altri canali Rai?
Sono logiche aziendali che bisognerebbe chiedere a chi di competenza.
Cosa intendi esattamente per pubblico Rai?
Il pubblico che come sua prima scelta è abituato ad andare su Rai1, Rai2, Rai3. Parliamo di abitudini antiche, anche familiari che in parte si stanno scardinando grazie a Sky ma che resistono. Esiste una scelta istintiva che il pubblico fa verso Rai e Mediaset per un fatto di linguaggio, di contenuti, di impaginazione e di tanti altri motivi.