Il mondo di Bridgerton ha la grande capacità di catturare lo spettatore, di tenerlo legato con un racconto appassionato e appassionante, che non abbandoneresti neanche volendo. Perchè sì, ad un certo punto potresti anche volerlo: i romanzi di Julia Quinn da cui è tratta la serie non sono particolarmente originali e si perdono in così tanti tempi morti che, in teoria, di puntate per raccontarli ne basterebbe una. Ma Netflix per raccontare Il Visconte che mi Amava ne ha riempite con maestria ben otto, che si divorano nell’attesa di un primo bacio che sembra non arrivare mai.
Recensioni
La fiction di Rai2 è rock(star)
Sarà perchè la serialità italiana di recente si è concentrata in modo massiccio sul già visto dei remake, non stuzzicando in alcun modo la curiosità dello spettatore, ma il ritorno di Volevo Fare la Rockstar si è rivelato un faro nella nebbia. Gustosa, forte, diversa e tendente ad uscire dai soliti schemi, questa fiction con la seconda stagione ha confermato e rilanciato i buoni propositi della prima.
A spasso con te: la rubrica di Geo affronta la disabilità senza mai nominarla
La vita raccontata da una prospettiva differente, ma non estranea (come giusto e naturale che sia). Ricordi, aneddoti, semplici chiacchierate: A Spasso con Te è un programma di piacevoli conversazioni che porta in tv il tema della disabilità. Senza mai nominarlo, nemmeno per sbaglio. E’ proprio questo, forse, il valore aggiunto che rende la periodica rubrica di Geo (Rai3) uno spazio tv prezioso. Il programma, infatti, riesce a veicolare un messaggio di sensibilizzazione pur evitando mettere il primo piano i valori positivi di cui, in definitiva, è promotore.
Una Semplice Domanda: ma tutt’appost?
“Se riuscissimo a spogliarci dall’ego faremmo un passo verso la felicità, lasciare un segno senza mai comparire” dice Alessandro Cattelan durante la prima puntata di Una Semplice Domanda che, paradossalmente, ci sembra la serie Netflix più egoriferita e autoroferenziale di tutte. Piuttosto che un viaggio intimista alla ricerca della felicità, il conduttore ha messo in piedi solo una colossale e provocatoria boutade.
Più Forti del Destino non ‘infiamma’
E’ un feuilleton in piena regola, Più Forti del Destino. Un melò di quelli che in tv non si vedevano da un po’ di tempo, e che sembra riportare il pubblico indietro di quasi vent’anni, a quando il genere spopolava con titoli quali Orgoglio o Elisa di Rivombrosa. Un’operazione che, più che scatenare nostalgia, ricorda quanti limiti ci fossero già in quelli che al tempo erano diventati veri e propri cult.
Allo Studio Battaglia c’è posto per tutte
Spesso i racconti al femminile risultano di maniera, troppo celebrativi e ridondanti, quindi poco credibili. Non è il caso di Studio Battaglia, la fiction Palomar e Tempesta partita ieri sera su Rai 1: lì di protagoniste ce ne sono tante e la narrazione copre così tanti aspetti, racconta così tanti modi di essere donna, da risultare quasi completa. Aiutata, oltretutto, da un’ottima scrittura, efficace e piena di ironia.
Noi, la fiction incompresa
E’ difficile contestare un prodotto così ben fatto come Noi. Curato nella regia e nella ricostruzione scenografica, sentito e ben interpretato da volti noti e da altri completamente sconosciuti al pubblico, capace di emozionare. Quasi un peccato. Eppure, non si può tacere la sensazione imperante della stonatura, della forzatura, nel vedere i primi due passaggi su Rai 1.