E’ difficile contestare un prodotto così ben fatto come Noi. Curato nella regia e nella ricostruzione scenografica, sentito e ben interpretato da volti noti e da altri completamente sconosciuti al pubblico, capace di emozionare. Quasi un peccato. Eppure, non si può tacere la sensazione imperante della stonatura, della forzatura, nel vedere i primi due passaggi su Rai 1.
Bisognerebbe non paragonare la fiction Cattleya con This is Us, ma non è facile, perchè la versione nostrana ricalca talmente tanto l’originale americano, anche nei dialoghi, nella struttura delle scene e nelle stesse acconciature dei personaggi, che il confronto nasce spontaneo. E non per forza è una battaglia persa in partenza, basti pensare a come Lino Guanciale sia riuscito a rendere amorevole e centrale il suo Pietro, nonostante lo spettro amatissimo e immortale di Milo Ventimiglia e del suo Jack. O a come il nudo iniziale di Cate sia andato a compensare la minore audacia in altri snodi.
Ma a chi ha amato tanto le vicende della famiglia Pearson, i Peirò continueranno sempre e comunque ad apparire come una copia senza identità propria, dalla quale non ci si aspetta nessuna sorpresa e nessun guizzo che tenga viva l’attenzione. Tutto è già visto, c’è poco da fare.
E chi non ha visto This is Us, ovvero buna parte del pubblico dell’ammiraglia Rai? Conoscerà una storia nuova e molto forte, questo sì, ma troppo intrecciata e complessa per il suo tipo di fruizione: con tutti i rimandi dal passato al presente passando per il trapassato, i riferimenti tra personaggi e i collegamenti tra ogni scena, Noi - proprio come This is Us – è l’ideale per il binge watching. Sarebbe da vedere tutta d’un fiato o almeno in grandi blocchi, e non con due episodi settimanali che impediscono di immergersi nella vicenda e farla propria.
Dunque, alla fine dei conti, chi è che saprà davvero apprezzare tutto il lavoro che c’è stato dietro la realizzazione di questo prodotto? Gli appassionati del genere che vanno oltre il confronto, coloro che riescono a tenere viva l’attenzione in ogni singola scena (al bagno si può andare al massimo durante gli spot, peraltro brevi, altrimenti si perde di sicuro qualche passaggio fondamentale) o quelli che la vedranno tutta d’un fiato su Rai Play.
Troppo pochi, sicuramente meno di quanti il prodotto in sé e per sé avrebbe meritato.
1. Marco3.0 ha scritto:
7 marzo 2022 alle 18:24