L’undicesima edizione del Grande Fratello finalmente si consegna all’ultima settimana prima del traguardo finale. In una semifinale con poca suspence e con i vizi di una stagione decisamente fiacca la sfida che si consuma è giocata, manco a dirlo, sul fattore fidanzamenti. Lo scontro diretto tra gli uomini delle concorrenti che dei fiorellini hanno solo il nome, la fa spuntare superbamente a Margherita, che dispensa gridolini da invasata da reality a profusione e mette a repentaglio il record di facce interdette stabilito da Barbara D’Urso in anni di conduzione.
I concorrenti fanno fatica con le loro sottili psicologie a portare avanti i ruoli da personaggi in lotta di film d’azione americani. Al cospetto di scenografie fiammeggianti e tentativi di confronti a manetta, come se finora si fossero regalati rametti d’ulivo, i ragazzi della casa mostrano segni di stanchezza e scelgono persino la diplomazia per mettere fino al teatrino portato all’estremo (solo Guendalina e Giuliano continuerebbero in eterno).
Pur di non doversi cimentare ancora in sgradevoli battibecchi trash accettano di convenire con il manicheismo da catechisti e far passare Baroncini per un bambinaccio convertito in uomo amorevole da Erinela (avessero detto la Beatrice di Dante!). Chi scommette su questa storia, oltre all’impavida Marcuzzi, batta un colpo. Gli ascolti reggono e nessuno lo può negare, ma ci vuole una grandissima dose di indulgenza per non bocciare un autorato valido ma purtroppo bulimico di melodrammi esagitati.