Una lunga gavetta tra villaggi vacanze e piccoli ruoli in tv fino al 1998 quando entra a far parte del cast delle Iene di Italia1. Da lì la notorietà per un ruolo che continua tutt’oggi. Ora per Giulio Golia è arrivata una nuova sfida professionale. Da giovedì scorso l’ex Toto Fattazzo è conduttore di Focus1, programma di divulgazione scientifica di Italia 1. Proprio questo suo ultimo impegno è stato il pretesto per la nostra chiacchierata. Dal suo essere sognatore al mestiere di Iena, dal Festivalbar a Sanremo: tra una domanda e l’altra Giulio ci ha svelato qualcosa in più di sè e della sua carriera professionale passata e futura.
Allora Giulio soddisfatto della prima puntata di Focus 1?
Sì soddisfatto, certo si possono sempre migliorare delle cose, ma mi sembrava un prodotto carino.
Quando ti hanno detto che avresti dovuto condurre con un cane cosa hai pensato?
Abbiamo provato tante cose e l’idea è nata insieme. Il cane è come un bambino e la curiosità che ha un bambino non ce l’ha nessuno. Noi ci facciamo troppe paranoie.
Cosa significa invece essere una iena?
Non è che si è iene nel fare le cose, la iena è un po’ tutto: cattiva, buona, gentile e anche un po’ detective. Parliamo di un atteggiamento che si ha o non si ha.
I tuoi servizi hanno toni drammatici e moralistici come ha scritto Aldo Grasso?
Secondo me no, e faccio attenzione a non essere moralista assumendo un atteggiamento laico. Allo stesso tempo, visto che non si segue un copione, può capitare che ti trovi in situazioni che non ti aspetti e può accadere di dar sfogo a sensazioni tue interne. Di sicuro questo non succede ad un giornalista della carta stampata.
E invece, parafrasando ancora il critico, ti senti più intelligente dei concorrenti del Grande Fratello?