Non è possibile affrontare il tema della disabilità senza correre il rischio di apparire buonisti, o peggio ancora patetici. Portare in scena attori con la sindrome di Down, costruire attorno ai loro tempi e alla loro espressività una storia, raccontarla, è un’impresa tecnicamente difficile. Ma è ancor più difficile riuscire a dosare bene l’emotività del racconto, perchè il rischio più grande è quello di vincere facile, di ottenere l’approvazione di pubblico e critica soltanto perchè si ha avuto il coraggio e la “generosità” di affrontare un tema così delicato e dargli spazio. Ebbene, Ognuno è Perfetto ha corso tutti questi rischi, ma il risultato finale ripaga gli sforzi.
Recensioni
Il Processo: la legge non è uguale per tutti
Questa sera Il Processo farà compagnia al pubblico di Canale 5 per circa tre ore, dal momento che le tre puntate inedite della fiction sono state ridotte a due extralarge. Una punizione per quell’insufficiente 10.2% di share che la scorsa settimana ne ha segnato l’esordio, e fin troppo severa, se si pensa che Oltre la Soglia, finita sotto il 9%, ha solo cambiato giorno della settimana. Quantomeno non si è arrivati alla sospensione, e coloro che l’hanno apprezzata finora potranno scoprire come va a finire: cosa importante dal momento che la fiction diretta da Stefano Lodovichi, in barba a quel 10.2%, ha le carte in regola per catturare l’attenzione.
Pezzi Unici: un racconto duro e privo di comfort zone
Rai 1 sta esplorando un’altra strada, che porta il suo universo seriale in una direzione sconosciuta, perchè respingente: Pezzi Unici, la nuova fiction con Sergio Castellitto in onda ogni domenica, non ha nulla di quella familiarità tipica dell’azienda pubblica, non ha nulla di rassicurante, e per questo spiazza.
Bake Off Italia 2019: più che una semifinale, una festa
La semifinale di Bake Off Italia 2019 è stata un tripudio di festa e leggerezza, che è iniziato a Parigi: i quattro aspiranti pasticceri rimasti in gara hanno affrontato la prova creativa nella cornice di Disneyland, creando torte ispirate a Topolino, Pippo, Paperina e Cip e Ciop. I quattro hanno ottenuto subito grandi complimenti dai giudici, sono stati così tutti promossi, cosa che ha preservato il clima allegro e felice.
Celentano torna e (finalmente) si concede. Il graphic novel è la tassa da pagare
“Nelle prime quattro puntate mi avete condannato, accusandomi di essere poco presente”. Adriano Celentano se l’era legata al dito. E lo ha fatto presente. Al di là delle provocazioni, il Molleggiato ha fatto tesoro di quell’esperienza e per il rilancio televisivo di Adrian ha deciso di spendersi in prima persona. Stavolta, con la complicità di alcuni ospitoni, il cantante si è concesso maggiormente ed ha pure intonato qualche brano. Lo ha fatto con quello stile surreale e magnetico allo stesso tempo, che ti lascia tra il perplesso e l’incuriosito: Celentano, piaccia o meno, questo è.
Oltre la Soglia: una fiction cupa ed emotivamente impegnativa
Un reparto di psichiatria popolato da ragazzi giovanissimi, con difficili storie familiari alle spalle e tanti disturbi diversi, dinanzi ai quali temono di aver perso la libertà e la possibilità di vivere una vita normale. Un medico preparato, empatico, che vorrebbe salvarli tutti ma che in fondo sa di combattere una battaglia complicata, essendo ella stessa affetta da schizofrenia paranoide. Con ingredienti del genere non poteva che venir fuori un racconto duro, impossibile da alleggerire, ed infatti è proprio così che si è presentata Oltre la Soglia, la nuova fiction di Canale 5 con protagonista Gabriella Pession.
Volevo Fare la Rockstar: una favola nuova, che fa il pieno di contraddizioni
Volevo Fare la Rockstar è un esperimento nuovo per Rai 2 e in generale per la fiction italiana. Mischia, infatti, temi semplici e a tratti anche ingenui con una struttura narrativa complessa, a volte audace, creando un mix un po’ confuso ma, proprio per questo, capace di sorprendere di continuo lo spettatore.
Viva RaiPlay: «Fiorello, tutto qua?»
«Fiorello: tutto qua?». Lo showman se l’è detto da solo, puntando sull’autoironia. Quasi a voler mettere le mani avanti, ma col sorriso. E, in effetti, la prima puntata di Viva RaiPlay ha dato un po’ l’impressione di un’incompiuta. Scintillante, in grande stile e di richiamo, per carità. Ma sempre un’incompiuta. Lo spettacolo, carico oltremodo di aspettative, si è infatti ritrovato ingabbiato nei quindici minuti di durata previsti per il lancio su Rai1. “Un’intramuscolo televisiva, una cosa brevissima“, per dirla con l’ironia del conduttore stesso.