Non è possibile affrontare il tema della disabilità senza correre il rischio di apparire buonisti, o peggio ancora patetici. Portare in scena attori con la sindrome di Down, costruire attorno ai loro tempi e alla loro espressività una storia, raccontarla, è un’impresa tecnicamente difficile. Ma è ancor più difficile riuscire a dosare bene l’emotività del racconto, perchè il rischio più grande è quello di vincere facile, di ottenere l’approvazione di pubblico e critica soltanto perchè si ha avuto il coraggio e la “generosità” di affrontare un tema così delicato e dargli spazio. Ebbene, Ognuno è Perfetto ha corso tutti questi rischi, ma il risultato finale ripaga gli sforzi.
Ognuno è Perfetto: una storia ricca e delicata, con tempi poco televisivi
La fiction di Rai 1 ha il sapore dell’azzardo, dell’esperimento, ma anche dell’avanguardia. Perchè racconta la sindrome da dentro, rendendo protagonisti assoluti della storia i ragazzi Down, che raccontano il loro mondo e tutte le loro difficoltà in modo quasi naturale. E’ un prodotto diverso dai soliti, da quelli che di solito affrontano temi sociali, perchè qui di retorica ce n’è poca, mentre di contro sembra esserci molta realtà, molta quotidianità. A cui, però, si mescola il sapore della favola moderna.
Il viaggio che Rick (Gabriele Di Bello) compie per diventare adulto è costellato di difficoltà ma anche di gag, che lo vedranno trasformarsi quasi in un supereroe, disposto a tutto per salvare la ragazza che ama e guadagnarsi quella normalità che, finora, sembrava solo un sogno. La genuinità degli interpreti, e dunque l’ingenuità dei loro personaggi, favorisce una facile ironia sulla quale gli autori giocano, non tirandosi indietro, sdrammatizzando una narrazione che, altrimenti, risulterebbe troppo pesante.
Il prodotto ha tempi dilatati, un altro ritmo rispetto a quello a cui è abituato lo spettatore televisivo, però si fa guardare. E, aldilà della tenerezza che suscita, questa forma strong di servizio pubblico presenta tanti elementi interessanti, spunti di riflessione e, infine, le ottime prove attoriali degli adulti, ovvero Edoardo Leo, Nicole Grimaudo, Cristiana Capotondi e Piera Degli Esposti, qui nei panni di un’invalida, costretta a recitare “soltanto” con gli occhi.