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dicembre

Il Processo: la legge non è uguale per tutti

Il Processo - Vittoria Puccini e Francesco Scianna

Il Processo - Vittoria Puccini e Francesco Scianna

Questa sera Il Processo farà compagnia al pubblico di Canale 5 per circa tre ore, dal momento che le tre puntate inedite della fiction sono state ridotte a due extralarge. Una punizione per quell’insufficiente 10.2% di share che la scorsa settimana ne ha segnato l’esordio, e fin troppo severa, se si pensa che Oltre la Soglia, finita sotto il 9%, ha solo cambiato giorno della settimana. Quantomeno non si è arrivati alla sospensione, e coloro che l’hanno apprezzata finora potranno scoprire come va a finire: cosa importante dal momento che la fiction diretta da Stefano Lodovichi, in barba a quel 10.2%, ha le carte in regola per catturare l’attenzione.

Il Processo: storia complessa e ben articolata, con attori nella parte

Non è un prodotto semplice, soprattutto non è nelle corde del pubblico Mediaset, che per anni si è visto proporre molta action e solo tinte forti. Si tratta di una fiction cervellotica, scritta con precisione chirurgica, che racconta tutte le fasi di un processo e mette in scena personaggi complessi che, però, quasi scompaiono dinanzi all’indagine, che è la sola versa protagonista della storia.

Il meccanismo è quello che Canale 5 sta tentando di imporre nella propria serialità già da qualche anno, ovvero l”effetto domino” per mezzo del quale in ogni scena si tenta di scoprire la verità e ci si riesce quasi sempre, salvo poi scoprire che quella verità non è utile per raggiungere l’obiettivo finale, ma apre le porte a nuove domande alle quali bisogna trovare delle risposte.

E’ quanto avvenuto in Non Mentire, altra fiction dicotomica del Biscione, nella quale c’erano due verità a confronto come sono adesso quelle del PM Elena (Vittoria Puccini) e dell’avvocato Ruggero (Francesco Scianna). Ma è accaduto anche ne L’Isola di Pietro 3, che ha avuto in ogni puntata un sospettato diverso, innocente rispetto al delitto principale ma colpevole di qualche altra immancabile magagna.

Fiction del genere propongono una costruzione narrativa molto solida ed articolata, che permetterà di scoprire l’assassino solo in ultimissima battuta. Avvincente, dunque, ma di contro anche impegnativa da seguire; ne Il Processo, poi, non è solo la sceneggiatura a creare una bolla in cui immergersi completamente, ma anche lo stile narrativo, con scene raccontate sempre e soltanto dal punto di vista dei due protagonisti.

Un prodotto d’autore, insomma, con attori nella parte e quella nota legal predominante, che fa tanto serie americana – basti citare Damages – e che in un altro contesto sarebbe stato probabilmente apprezzato di più.

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