Il Festival di Sanremo 2015 ha avuto un vincitore: Carlo Conti. Il volto di punta di Rai 1, conquistato per la prima volta il palco dell’Ariston, ha riportato con straordinario successo la kermesse a quella pop-olarità che nelle ultime edizioni era stata – diciamo così – messa da parte. Terminato ora l’impegno nella cittadina ligure, Carlo è già pronto a tornare a “casa” con l’Eredità e con una nuova edizione di Si Può Fare, non prima di aver fatto un bilancio con noi di davidemaggio.it.
Carlo, posso darti ancora del tu?
(ridiamo, ndDM) Ci mancherebbe altro. Sono il solito bischero, non è cambiato niente.
Vogliamo fare un bilancio o se ne sono già fatti troppi?
Il bilancio è positivo. E’ un orgoglio aver realizzato un’edizione vista da 9/10 milioni di spettatori: è stato un Festival lineare, senza polemiche; abbiamo fatto ascolti senza dover ricorrere a chissà quale colpo di scena o di teatro. E’ in linea con il mio modo di fare televisione. Tutte le ideine che c’erano dentro sono risultate forti e vincenti. E poi mi sono orgogliosamente messo questa medaglietta sulla giacca per aver portato i giovani in prime time. Sono particolarmente contento, a prescindere dagli ascolti.
Beh, se il mercoledì mattina gli ascolti fossero stati negativi, il Festival avrebbe preso un’altra piega e le critiche sarebbero piovute a raffica…
Ovviamente, fa parte del gioco. E’ accaduta la stessa cosa con le canzoni: in molti si sono ricreduti e adesso accendi la radio e le senti.
E’ incontestabile che con la musica e gli artisti in gara hai intercettato una fetta di pubblico amplissima...
E’ stata l’operazione alla quale ho sempre puntato. Sanremo vince allargando il più possibile la forbice. Ho tolto solo dei sapori estremi: da una parte cose troppo di tendenza, troppo nuove, dall’altra cose troppo tradizionali. Ho cercato di abbracciare tutto il mondo pop attuale, tenendo a mente l’aspetto radiofonico e quello dei nuovi mezzi. Ho fatto quello che faccio normalmente con le mie trasmissioni: per me non esiste il pubblico di Rai 1, esiste il pubblico e basta!
Secondo te perchè hanno aspettato tutto questo tempo per farti fare una delle cose più ovvie da fare?
Ho aspettato anche io a dire il vero. Ho aspettato di avere tutta l’azienda dalla mia parte, di avere un progetto interessante. Le cose vanno fatte quando sono mature, quando il momento è quello giusto.